https://www.edueda.net/api.php?action=feedcontributions&user=Daniele+Trengia&feedformat=atomEduEDA - The EDUcational Encyclopedia of Digital Arts - Contributi di questo Utente [it]2024-03-29T08:49:01ZContributi di questo UtenteMediaWiki 1.26.0https://www.edueda.net/index.php?title=File:OrsettoVegeta.jpg&diff=56892File:OrsettoVegeta.jpg2010-02-14T16:08:12Z<p>Daniele Trengia: </p>
<hr />
<div></div>Daniele Trengiahttps://www.edueda.net/index.php?title=Patatine_volanti_e_altre_piccole_storie&diff=56890Patatine volanti e altre piccole storie2010-02-14T16:07:46Z<p>Daniele Trengia: </p>
<hr />
<div>[[Image:OrsettoVegeta.jpg|right|frame|Patatine volanti e altre piccole storie]] <br />
==Titolo:==<br />
Patatine volanti e altre piccole storie<br />
<br />
==Autore==<br />
[[Verde Giacomo|Giacomo Verde]]<br />
<br />
==Anno:==<br />
2007<br />
<br />
==Luogo:==<br />
Bologna<br />
<br />
==Sito web:==<br />
http://www.verdegiac.org/repertorio/tele-rac.htm#pat<br />
<br />
==Descrizione:==<br />
[[Progetto Tele-Racconto|Tele-Racconto]] per "Visioni di futuro, visioni di teatro…" Festival Internazionale di teatro e cultura per la prima infanzia di Bologna.<br />
<br />
Una telecamera riprende piccole cose animate da un attore in tempo reale. Un videoproiettore le ritrasmette in diretta. Le piccole cose così ingigantite diventano altro da se stesse: diventano personaggi e scenografie di piccole storie infinite.<br />
<br />
Storie come quelle che i bambini inventano mentre giocano, da soli o in compagnia, con i loro pupazzetti o con i pezzi di giocattoli rotti e rimontati per farli diventare improbabili astronavi, animali fantastici o nuovi super eroi.<br />
Piccole storie dove quello che conta non è la morale ma l'invenzione, il colpo di scena arbitrario e fulminante, che risolve all'istante un intreccio che per un adulto sarebbe difficile da comprendere e accettare.<br />
Piccole storie quasi senza parole dove sono "i suoni della bocca" a fare da colonna sonora ad incredibili eventi facili da raccontare e tutti da vedere.<br />
<br />
==Collezione:==<br />
<br />
==Genere artistico di riferimento:==<br />
Tele-Racconto<br />
<br />
==Bibliografia:==<br />
<br />
==Webliografia:==<br />
* [http://www.verdegiac.org/curriculum.htm Curriculum Giacomo Verde]<br />
* [http://verdegiac.blogspot.com/ Blog Giacomo Verde]<br />
* [http://www.eolo-ragazzi.it/view.php?id=494 rivista di teatro ragazzi E O L O]<br />
* [http://www.bimbibo.it/article.php?sid=4416 Bimbibo.it]<br />
* [http://www.comune.sesto-calende.va.it/fdc08_06.html Fuori dal comune]<br />
<br />
[[Categoria:Opera]]<br />
[[Categoria:Opera di Verde Giacomo]]<br />
[[categoria:2007 d.c.]]<br />
[[Categoria:Bologna]]<br />
[[Categoria:Italia]]<br />
[[Categoria:Europa]]<br />
[[categoria:Teatro multimediale]]<br />
[[categoria:Arte e scienza]]</div>Daniele Trengiahttps://www.edueda.net/index.php?title=File:Paisa.jpg&diff=56889File:Paisa.jpg2010-02-14T16:05:39Z<p>Daniele Trengia: </p>
<hr />
<div></div>Daniele Trengiahttps://www.edueda.net/index.php?title=File:Visconti_Ossessione.jpg&diff=56887File:Visconti Ossessione.jpg2010-02-14T16:02:35Z<p>Daniele Trengia: </p>
<hr />
<div></div>Daniele Trengiahttps://www.edueda.net/index.php?title=Ossessione&diff=56886Ossessione2010-02-14T16:02:22Z<p>Daniele Trengia: </p>
<hr />
<div>[[Image:Visconti Ossessione.jpg|right|frame|Locandina del film]] <br />
== Titolo ==<br />
Ossessione<br />
<br />
== Anno ==<br />
1943 d.C.<br />
<br />
== Luogo ==<br />
Italia<br />
<br />
== Autore ==<br />
[[Visconti Luchino]]<br />
<br />
== Descrizione ==<br />
Gino Costa è un giovane vagabondo che arriva in un casolare sulle rive del Po a bordo di un camion. Il proprietario della casa si chiama Giuseppe, e lavora gestendo uno spaccio assieme alla moglie Giovanna. I due ospitano il nostro protagonista Gino.<br />
Ad un certo punto Gino e Giovanna hanno una relazione, e decidono di scappare. Ma lei non se la sente di affrontare una vita da vagabonda e riesce a tornare al casolare prima che il marito si accorga della fuga. <br />
Allora Gino inizia un viaggio, destinazione Ancona, dove incontra lo Spagnolo, che gli fa la proposta di unirsi a lui negli affari.<br />
Tempo dopo i due coniugi Giuseppe e Giovanna vanno ad Ancona, perchè lui partecipa ad un concorso per cantanti dilettanti. Così incontrano Gino e Giuseppe, che ha simpatia verso il nostro protagonista, gli propone di tornare allo spaccio con loro.<br />
Così si riaccende il sentimento fra i due amanti, che progettano di uccidere il marito di lei simulando un incidente stradale.<br />
Ma il rapporto fra i due amanti non è destinato ad essere felice: i due cominciano ad avere il rimorso per il delitto compiuto e hanno paura di essere catturati dalla polizia. Ed inoltre Gino crede di essere strumentalizzato da lei per la riscossione dell'assicurazione, e ciò non fa che peggiorae la sua situazione di irrequietudine ed insofferenza. Ed arriverà a lasciare Giovanna per Anita, una ballerina prostituta.<br />
Ma Giovanna aspetta un bambino e così i due si riconciliano e decidono di lasciare lo spaccio. Ma un incidente con la macchina uccide la donna e Gino viene arrestato dalla polizia.<br />
Quest'opera rappresenta qualcosa di più di un semplice film: potremmo dire un manifesto, non solo della carriera di Visconti che si apre con questo film, ma anche di apertura al Neorealimo. Ed aggancia il cinema italiano alla cultura europea, di generale crisi postbellica. E porta alla scoperta di un'Italia amara, fatta di violento pessimismo, raccontato attraverso i filtri del romanzo nordamericano e del realismo francese.<br />
Il primo lungometraggio di Visconti nasce dalla collaborazione con il gruppo della rivista Cinema e si distacca dalla filmografia della tradizione italiana, quella dei "telefoni bianchi", raccontando una storia ambientata nella bassa padania negli anni del regime fascista.<br />
I protagonisti sono delle persone comuni, come nei romanzi di Verga: Visconti rimane sempre legato alle opere letterarie che costituiranno sempre la base di partenza per le sue creazioni.<br />
E Ossessione si presenta come un'opera concentrata sul dramma umano dei songoli personaggi più che sulla denuncia sociale.<br />
Il film nasce per colpire gli ideali del fascismo, quali nozione di famiglia, figura del lavoratore instacabile. Ma questi intenti, nel corso della lavorazione, si subordinano alla vicenda persobnale dei due protagonisti.<br />
<br />
<br />
[[Categoria: 1943 d.c.]]<br />
[[Categoria: Italia]]<br />
[[Categoria: Europa]]<br />
[[categoria:opera]]<br />
[[Categoria: opera di Visconti Luchino]]<br />
[[Categoria: Arte e scienza]]<br />
[[Categoria: Cinema]]<br />
[[Categoria: Neorealismo]]</div>Daniele Trengiahttps://www.edueda.net/index.php?title=File:Origine.jpg&diff=56885File:Origine.jpg2010-02-14T15:58:57Z<p>Daniele Trengia: </p>
<hr />
<div></div>Daniele Trengiahttps://www.edueda.net/index.php?title=Origine_e_Deposizione&diff=56884Origine e Deposizione2010-02-14T15:58:39Z<p>Daniele Trengia: </p>
<hr />
<div>{{stub}}<br />
<br />
<small><Font color=red></font></small><br />
<br />
<br />
[[Image:origine.jpg|right|frame|Origine e Deposizione]]<br />
==Titolo:== <br />
Origine e Deposizione<br />
<br />
<br />
<br />
==Autore:== <br />
[[Studio Azzurro]]<br />
<br />
<br />
==Anno:== <br />
2007<br />
<br />
<br />
==Luogo:==<br />
Galleria Paola Verrengia di Salerno <br />
<br />
<br />
==Sito web:== <br />
<br />
<br />
==Descrizione:== <br />
<br />
<br />
<br />
==Collezione:==<br />
<br />
<br />
==Genere artistico di riferimento:==<br />
<br />
<br />
==Bibliografia:==<br />
<br />
<br />
==Webliografia:==<br />
<br />
<br />
[[categoria:Opera]]<br />
[[categoria:Opera di Studio Azzurro]]<br />
[[Categoria:2007 d.c.]]<br />
[[Categoria:Salerno]]<br />
[[Categoria:Italia]]<br />
[[Categoria:Europa]]<br />
[[categoria:Videoarte]]<br />
[[categoria:Arte e scienza]]<br />
[[categoria:Arte e tecnologia]]<br />
[[categoria:Pratiche e culture artistiche]]<br />
[[categoria:Installazioni interattive]]<br />
[[Categoria:Media activism]]</div>Daniele Trengiahttps://www.edueda.net/index.php?title=Omaggio_a_New_York&diff=56883Omaggio a New York2010-02-14T15:56:27Z<p>Daniele Trengia: </p>
<hr />
<div>{{stub}}<br />
==Titolo:==<br />
Omaggio a New York<br />
<br />
==Anno:==<br />
1960<br />
<br />
==Luogo:==<br />
New York<br />
<br />
==Autore:==<br />
E.A.T.<br />
<br />
==Descrizione:== <br />
Nel 1970 Kluver, uno scienziato del Bell Telephone Laboratories, rese tecnologicamente possibile per Jean Tinguely di creare omaggio a New York, una scultura che ha promulgato la sua distruzione in uno spettacolo di un ora e mezzo al museo di arte moderna di New York.<br />
<br />
[[categoria: Opera]]<br />
[[Categoria: Opera di E.A.T.]]<br />
[[categoria: New York]]<br />
[[Categoria: Usa]]<br />
[[categoria: Nord America]]<br />
[[categoria: 1960 d.c.]]<br />
[[Categoria: Arte e scienza]]<br />
[[Categoria: Arte e tecnologia]]</div>Daniele Trengiahttps://www.edueda.net/index.php?title=File:Bnouvel1.jpg&diff=56881File:Bnouvel1.jpg2010-02-14T15:55:11Z<p>Daniele Trengia: </p>
<hr />
<div></div>Daniele Trengiahttps://www.edueda.net/index.php?title=Nouvel_Jean&diff=56880Nouvel Jean2010-02-14T15:54:56Z<p>Daniele Trengia: </p>
<hr />
<div>[[Image:bnouvel1.jpg|right|frame|Jean Nouvel]] <br />
<br />
='''Biografia'''=<br />
<br />
Jean Nouvel nasce il 12 agosto 1945 a Fumel, cittadina della Francia sud-orientale. Nel 1966 è primo al concorso di ammissione della Scuola nazionale superiore di Belle Arti di Parigi, dove si diploma nel 1972. Apre il suo primo studio nel 1970 con François Seigneur seguendo il filone intellettuale di Paul Virilio e dell’architetto Claude Parent, presso il quale lavora dal 1967 al 1970. Un incontro decisivo è quello con il critico Georges Boudaille, grazie al quale diventa architetto della Biennale di Parigi, fin dal 1971. Parimenti determinante è la conoscenza dello scenografo Jacques le Parquet, nel 1976, attraverso cui scopre il mondo del teatro e della regia e con cui lavora nel progetto di ristrutturazione del teatro Gaité Lyrique a Parigi; presupposto determinante per il suo continuo interesse per il cinema confermato dall’attuale amicizia con il regista Wim Wenders.<br />
<br />
Di fronte alle problematiche relative all’architettura e all’urbanistica Jean Nouvel ha sempre dimostrato delle prese di posizione militanti, tanto da essere co-fondatore del movimento "Marzo 1976" e del Sindacato dell’Architettura nel 1977, inoltre è co-organizzatore del "contro concorso" internazionale per la sistemazione del quartiere delle Halles. Nel 1980 fonda la Biennale di Architettura nell’ambito della Biennale di Parigi e a tutt’oggi ricopre la carica di presidente dell’Associazione per la Mutazione dell’Ile Seguin (AMIS).<br />
<br />
La sua prima realizzazione significativa è la Casa Dick (Saint-André-les-Vergers, Aube, 1976), a cui seguono diversi progetti importanti, ma sarà quello per l’Institut du Monde Arabe, nel 1981 anno in cui si aggiudica il relativo concorso, a garantirgli la dovuta notorietà e le successive commesse internazionali.<br />
<br />
Nel 1985 apre un nuovo studio a Parigi a cui seguono subito due progetti considerevoli: l’INIST di Nancy e l’Opera di Lione che si aggiudica il premio per il miglior edificio francese dell’anno. Ad esso nel 2001 si sono aggiunti altri tre riconoscimenti internazionali che ne avvalorano il carattere carismatico di architetto di fama mondiale (il Premio Borromini, la Medaglia d’oro del Royal Insitute of British Architetcts, il Praemium Imperiale conferito a Tokyo).<br />
<br />
“Architetto del presente�?, come egli stesso ama definirsi, si fa portavoce dell’importanza sociale e culturale dell’architettura rifiutando l’adozione aprioristica di tipologie e schemi fissi, ribadendo al contrario le influenze del contesto sul processo progettuale. Non nasconde l’essere affascinato dal linguaggio del cinema e del virtuale che sono determinanti nella sua poetica architettonica che molto deve a questo scambio con altre discipline. Infatti per la sua retrospettiva inaugurata il 5 dicembre 2001 al Centre Georges Pompidou di Parigi, la cui ambizione si riversa nelle gallerie 2 e 3 del sesto piano del Centro su una superficie di ben 1.100 mq, si avvale della collaborazione di Alain Fleischer per la proiezione di filmati su due progetti parigini emblematici, Seine-Rive Gauche (quartiere Austelitz-Salpêtrière, 1993) e lo Stade de France (Saint-Denis, 1994), come di Georges Fessy per proiettare una sequenza di fotografie giganti che conducono lo spettatore in una visita virtuale all'interno degli edifici tra i più conosciuti dell'architetto: l'Istituto del Mondo Arabo (Parigi, 1981-1987), Némausus (Nîmes, 1985-1987), la Fondazione Cartier (Parigi, 1991-1995) ed il Centro di Cultura e Congressi di Lucerna ( Svizzera, 1990-2000).<br />
<br />
A conferma dell’interrelazione tra architettura e cinema si cita testualmente: "…L’architettura deve molto al cinema anche come suggestioni. Penso, ad esempio, all’interno che ho creato per l’Opéra di Lione, dove piccole bugie illuminano ogni singolo volto degli spettatori come nel film Barry Lindon di Kubrick… …L’era degli edifici-corazza, dei macchinari esposti stile Beaubourg è finita. Non ci entusiasma più vedere come vola un aereo o come è fatto dentro un orologio. Oggi proprio la tecnologia ci permette di nascondere il tecnicismo. Pensiamo agli schermi piatti dei nuovi televisori: il "motore" è miniaturizzato, non resta che l’immagine. È l’estetica del miracolo ".<br />
<br />
<br />
'''Onoreficenze e premi'''<br />
<br />
* 1980 - Fondatore e Direttore artistico della Biennale d’Architettura di Parigi<br />
* 1983 - Cavaliere, "Ordre des Arts et des Lettres"<br />
* 1983 - Medaglia d’argento dall’Accademia d’Architettura di Francia<br />
* Laurea Honoris Causa dall’Università di Buenos Aires<br />
* Cavaliere, "Ordre du Merite"<br />
* Grand Prix National d’Architecture<br />
* Equerre d’Argent per l’Istituto del Mondo Arabo (premio per il miglior edificio francese dell’anno)<br />
* Premio Aga Khan per l’Istituto del Mondo Arabo<br />
* Premio Architectural Record per l’hotel Saint James<br />
* Honorary Fellow, AIA Chicago (American Institute of Architects)<br />
* 1993 - Equerre d’Argent per l’Opera di Lione (premio per il miglior edificio francese dell’anno)<br />
* Honorary Fellow, RIBA (Royal Institute of British Architects)<br />
* 1997 - Commander, "Ordre des Arts et des Lettres"<br />
* Medaglia d’oro d’Architettura di Francia<br />
* 2000 - Leone d’oro dalla Biennale di Venezia<br />
* 2001 - Premio Borromini per il Palazzo della Cultura e dei Congressi di Lucerna<br />
* 2001 - Medaglia d’oro reale del Royal Institute of British Architects<br />
* 2001 - Praemium Imperiale conferito a Tokyo<br />
<br />
<br />
='''Opere'''=<br />
<br />
* Casa Dick, Saint-André-les-Vergers, Aube, 1976<br />
* Centro medico-chirurgico del Val-Notre-Dame, Bezons, Val-d’Oise, Francia, 1976<br />
* Collegio Anna Franck, Antony, Hauts-de-Seine, 1978<br />
* Teatro di Belfort, Territoire de Belfort, 1980-1984 (ristrutturazione)<br />
* Istituto del Mondo Arabo, Parigi, Francia, 1981-1987 <br />
[[image:institut du monde arabe_01.jpg/right/frame/Institut du Monde Arabe, ingresso - 1981-1987]]<br />
* Alloggi popolari, St-Ouen, Seine-Saint-Denis, 1982-1987<br />
* Némausus, Nîmes, Francia, 1985-1987<br />
* Résidence Pierre et Vacances, Cap-d'Ail, Alpi Marittime, 1987<br />
* Hotel Saint James, Bouliac, Gironde, 1987-1989<br />
* Hotel des Thermes, Dax, Landes, 1990-1992<br />
* Genoscopio, Lanaud, Haute-Vienne, 1990-1994<br />
* Fondazione Cartier, Parigi, Francia, 1991-1995 <br />
[[image:Fondation cartier_parigi_01.jpg/right/frame/Fondation Cartier, Parigi, 1991-1995]]<br />
* Sala Filarmonica, Lussemburgo, Ducato del Lussemburgo, 1997<br />
* Ambasciata di Francia, Berlino, Germania, 1997<br />
* Museo della Pubblicità, Parigi, Francia, 1997-1999<br />
* JVC Business Center, Guadalajara, Messico, 1999<br />
* Centro Culturale di Santiago di Compostela, Spagna 1999<br />
* Museo del Quai Branly, Parigi, Francia, 1999 <br />
* Museo Reina Sofia, Madrid, Spagna, 1999 (ampliamento)<br />
* Torre BIS, Basilea, Svizzera, 1999<br />
* Kyriat Arieh 1, Tel Aviv, Israele, 1999<br />
* River Hotel, Brooklyn, New York, USA, 1999<br />
* Camera di Commercio di Prato, Italia, 2000<br />
* Centro di Cultura e Congressi, Lucerna, Svizzera, 1990-2000<br />
* Museo dell’Evoluzione Umana, Burgos, Spagna, 2000<br />
* Carnegie Science Center, Pittsburgh, USA, 2001<br />
* Landmark, New York, USA, 2001<br />
* Sede sociale della società Richemont, Ginevra, Svizzera, 2001<br />
* Guggenheim Temporary Museum of Art, Tokyo, Giappone, 2001<br />
* Gasometro, Vienna, Austria, 1994-2001 (riconversione)<br />
* Soho Hotel, New York, USA, 2001-2002<br />
* Dentsu Tower, Tokyo, Giappone, 1998-2003<br />
<br />
<br />
='''Musei'''=<br />
<br />
<br />
='''Bibliografia'''=<br />
<br />
* AMC PAPERBACK, Jean Nouvel 25 projets, Le Moniteur, 2001<br />
* BIRKHAUSER, Jean Nouvel: 9 Built Projects 1992-1999, Birkhauser, 2000<br />
* BOISSIERE OLIVIER, Jean Nouvel, Idea Libri, 2003<br />
* G. BOSONI, Jean Nouvel.Una lezione in Italia. Architettura e design 1976-1995, Skira, 1996<br />
* CATALOGO COMPLETO, La Collection de la Fondation Cartier pour l'art contemporain, Fondation Cartier pour l'art contemporain, éditions Actes Sud, Parigi, Arles, 1998<br />
* CONWAY LLOYD MORGAN, Jean Nouvel. Elementi di architettura, Rizzoli Libri Illustrati, 2002<br />
* A. CUITO, C. MONTES, Jean Nouvel (Archipockets), Te Neues Publishing Company, 2003<br />
* El Croquis, Jean Nouvel, n. 65/66, n. 112/113<br />
* GA Document Extra, n.7<br />
* PATRICE GOULET, Jean Nouvel, Ed. du Regard<br />
* KENCHIKU BUNKA, 1996 The unbuilt, Jean Nouvel, 100 unbuilt projects, 3 volumi<br />
<br />
<br />
='''Sito Web'''=<br />
<br />
http://www.jeannouvel.com<br />
<br />
<br />
='''Poetica'''=<br />
<br />
Per l’architetto del presente non è più possibile parlare di architettura ideale poiché il corpo disciplinare dell’architettura non è totalmente autonomo ma, al contrario, è un corpo aperto le cui frontiere di scambio con altre discipline del sapere, dal mondo scientifico a quello medico e dell’arte, ne accentuano le reciproche influenze. Proprio questa interdipendenza disciplinare dimostra il superamento di tipologie costruttive, nonché di regole stabilite, che facevano riferimento in passato ad una visione del mondo ideale. Di fronte al contemporaneo l’unica sua constatazione è la diversità delle situazioni da cui scaturisce una diversità di risposte tale da non permettere l’esistenza di un unico linguaggio formale. In tal senso per Nouvel il progetto è moderno quando, calandosi nella contemporaneità, opera un’analisi dettagliata del contesto circostante, ponendosi con esso in un rapporto dialettico in base al quale il risultato finale non sia altro che un hic et nunc, ossia summa di tutti i fattori da cui è scaturito. Perciò con la diversificazione delle tecniche e la formazione di un tessuto urbano non compatto non ha più significato l’applicazione sterile di schemi o l’uso di tipologie fisse secondo un programma centralizzato bensì l’osservazione del contesto locale da cui trarre le indicazioni progettuali. <br />
<br />
Nouvel definisce l'architettura come una "arte visiva, una produzione di immagini"; è infatti notorio il fascino esercitato su di lui dal linguaggio del cinema e del virtuale tanto da introdurre in architettura il concetto dello spazio inteso come successione di immagini. Lo spazio non è più, o non solo, un semplice volume o una combinazione di scene ma una “sequenza di immagini in relazione al tempo�?, concetto preso in prestito proprio dal mondo del cinema e accreditato dalla osservazione che a tutt’oggi una città è letta attraverso il movimento, è percepita attraverso l’attraversamento ed il conseguente coinvolgimento sensoriale che ne deriva. Si consideri che nel tessuto della città contemporanea, caratterizzato da forti contrasti, i punti di riferimento dell’urbanista, e non solo, sono cambiati virando verso le infrastrutture quali viali, aeroporti, tangenziali, sempre luoghi la cui percezione è profondamente legata alla velocità con cui si attraversano; ossia i luoghi che l’amico Wim Wenders definisce “nuove zone di giungla�?. Proprio nel film di Wim Wenders Fino alla fine del mondo (1991), i protagonisti sono ripresi nei loro spostamenti in una metropoli smisurata, senza soluzione di continuità, il cui superamento dei confini urbani porta come risultante un pianeta digitalizzato, fatto interamente di comunicazione ed immagine. In questa metropoli virtuale, che il regista traduce in base agli sviluppi del prossimo futuro, dove le regole di espansione sono state l’insensato accatastamento materico e di immagini, alcuni luoghi reali sono modificati col computer: la Porta di Brandeburgo è inglobata in un edificio moderno (come l’Ara Pacis a Roma in questi giorni), mentre la Torre senza fine di Nouvel affiancata a la Grande Arche. In questa visione in cui lo storyboard sostituisce lo storico taccuino da schizzi e la videocamera il cavalletto, Jean Nouvel predilige viste dinamiche a quelle statiche ed una visione in continua evoluzione la cui risultante percezione architettonica, sempre nuova, si modifica in virtù delle distanze, delle angolazioni, delle trasparenze e dei materiali.<br />
<br />
Proprio quest’ultima caratteristica della trasparenza delle sue architetture ha fatto sì che venisse definito “padre della trasparenza�?. Ma come egli stesso specifica il concetto della trasparenza non passa attraverso una vetrina di un negozio o la facciata di un edificio interamente in vetro, bensì attraverso la “programmabilità del vetro dalla luce�?. Anche in pittura si ottengono differenti effetti controluce se si utilizza la luce attraverso una sorgente luminosa piuttosto che un’altra, mentre in scultura il posizionamento della sorgente davanti o dietro l’oggetto consente di ottenere effetti diversi. Quindi ciò che entusiasma Nouvel è l’espressione finale che può ricavare dall’uso delle molteplici trasparenze del vetro. L’architetto lo definisce “materiale senza maschera�? poiché consente di svelarci un oggetto a seconda dei vari tipi di luce, diurna o notturna, naturale o artificiale; lo mostra in relazione alla sua propria natura traslucida, colorata, serigrafata, etc. Per questi motivi il vetro è il materiale che più si avvicina ad esprimere la sua visione cinetica dell’architettura per la quale esso fornisce con gradualità una successione di informazioni e di sensazioni sempre nuove che si modificano col trascorrere delle ore. A conferma dell’importanza di questo aspetto si considerino le applicazioni del vetro nei suoi progetti e tra essi quelli più emblematici della Dentsu Tower (Tokyo, Giappone, 1998-2003), la Fondation Cartier, (Parigi, Francia, 1991-1995), l’ Institut du Monde arabe (Parigi, Francia, 1981-1987) ed il progetto non realizzato della Tour sans fins. E’ interessante il vocabolario espressivo legato alla scelta di differenti tipi di trasparenze del vetro per ottenere, per esempio, una profondità di campo, per suggerire l’ambiguità di un oggetto o per definire effetti di smaterializzazione garantiti dal gioco di luci sulle superfici. La sua poetica si alimenta degli sviluppi connessi alle potenzialità espressive, tecniche e culturali, del vetro (in generale dei materiali utilizzabili nella progettazione edilizia e del design) intorno a cui si raccoglie il dibattito di fine secolo.<br />
<br />
Architetto attento allo studio del dettaglio tanto da essere definito “uomo della specificità�? soprattutto relativamente alle commesse di design, settore nel quale si dedica maggiormente al disegno dei mobili. L’industria del design è per Jean Nouvel un campo sempre vivo e in agguato perché vi lavorano industriali che credono nella modernità sperimentando nuove tecniche. In esso l’applicazione delle più recenti tecnologie consente al designer di porsi di fronte all’oggetto con un atteggiamento di sfida, che è sia concettuale sia materica, in quanto in una nuova concezione può esplorare una nuova possibilità espressiva del materiale. Si tratta di un “processo di smantellamento�? e “ricostruzione dell’idea�? che lo porta a ricercare la natura profonda di una cosa, ma partendo sempre dalla convinzione che progettare una sedia è come progettare una torre. Mentre l’architettura procede con maggior inerzia poiché le sono connaturali dei modi di costruire concatenati che non si possono mettere ogni volta in discussione, risultando legati ad un’evoluzione lineare del costruire per la quale farlo come cento anni fa risulterebbe ridicolo e troppo costoso, il design procede con maggiore vitalità. Bisogna solo chiedersi se valga la pena ridisegnare un oggetto come un tavolo o una sedia. Per Jean Nouvel queste ragioni esistono e sono di natura esteriore semplicemente dipendenti dagli stili di vita mutati e dalle differenti attitudini contemporanee, se ad esse si aggiunge la possibilità di indagare nuove tecniche ottenendo una maggiore qualità produttiva insieme alla diminuzione dei prezzi di vendita sul mercato, allora si avranno tante motivazioni per il ridisegno di un oggetto. Dunque per l’architetto-designer un oggetto deve essere specifico ed , in quanto tale, trasversale per la possibilità di essere utilizzato dovunque ed essere inserito in molteplici contesti: contraddizione solo apparente; inoltre deve possedere la caratteristica fondamentale dell’elementarità poiché solo in essa si soddisfano le esigenze di utilizzo. Sotto la luce di questi aspetti si capisce il perché egli stesso si infastidisca nell’essere annoverato tra gli architetti hi-tech, terminologia che per Nouvel vuol dire solo espressione di una tecnica attraverso la quale si può fare ciò che prima non si riusciva a fare. Infatti la progettazione è un processo con il quale nascondere la struttura o i bulloni quindi un processo nel quale servirsi della tecnica per esprimere concetti inespressi su un materiale e la sua natura.<br />
<br />
Fino a non molti decenni fa l’architettura ha proceduto basandosi sulla reiterazione di canoni e sul principio della copiatura riproponendo modelli esistenti variati solo in misura della destinazione. Per Jean Nouvel questa ripetizione di schemi non è più possibile perché sono cambiate le condizioni di vita o dell’abitare: per fare architettura occorre calarsi nella singola situazione specifica che comporta all’architetto lo sforzo di una diagnosi particolare sul contesto osservato. Ciò è quello che definisce “contestualismo�? che non è sinonimo del “riduzionismo al mimetismo�? bensì indice di un’apertura alla poetica delle situazioni in cui l’architetto-urbanista deve esser capace di far dialogare elementi già esistenti in modo che si produca una tensione che interessi il fruitore. Nell’era del capitalismo sfrenato e dell’iperconsumismo Nouvel vuole dare un senso alla materia accumulata troppo velocemente e stabilire delle nuove strategie che sfruttino proficuamente situazioni storico - culturali e geografico - fisiche. Poetica del caos per implementazioni di significati positivi.<br />
<br />
<br />
='''Webliografia'''=<br />
<br />
http://www.archimagazine.com/bnouvel.htm<br />
<br />
http://www.architettiroma.it/archivio.aspx?id<br />
<br />
http://www.architetturaamica.it<br />
<br />
http://www.architettura.supereva.com/movies/20020620/index.htm<br />
<br />
http://www.architettura.supereva.com/sopralluoghi/index.htm<br />
<br />
http://www.architectsonline.it<br />
<br />
http://www.casadellaarchitettura.it/archivio.aspx?id<br />
<br />
http://www.educational.rai.it/lezionididesign/designers/nouvelj.htm<br />
<br />
http://www.fondation.cartier.fr<br />
<br />
http://www.greatbuildings.com/buildings/contemporary/types/glass<br />
<br />
http://www.luxflux.net/m2/luoghi2.htm<br />
<br />
http://www.undo.net/cgi-bin/undo/pressrelase<br />
<br />
http://www.vitruvio.ch/arc/contemporary/1946-2000/institutmondearabe.php<br />
<br />
http://www.wikipedia.org/wiki/jean_nouvel<br />
<br />
[[categoria:Nouvel Jean]]<br />
[[categoria:Architettura]]<br />
[[categoria:Arte e scienza]]<br />
[[categoria:scheda]]<br />
[[categoria:1945 d.c.]]<br />
[[categoria:Parigi]]<br />
[[categoria:Francia]]<br />
[[categoria:Europa]]</div>Daniele Trengiahttps://www.edueda.net/index.php?title=File:Noema_copia.jpg&diff=56879File:Noema copia.jpg2010-02-14T15:52:58Z<p>Daniele Trengia: </p>
<hr />
<div></div>Daniele Trengiahttps://www.edueda.net/index.php?title=Noemalab.org&diff=56878Noemalab.org2010-02-14T15:52:44Z<p>Daniele Trengia: </p>
<hr />
<div>{{stub}}<br />
<br />
[[Image:noema copia.jpg|right|frame|Sito Web]] <br />
=='''Titolo: '''==<br />
Noemalab.org<br />
<br />
=='''Autore: '''==<br />
[[Noema]]<br />
<br />
=='''Anno: '''==<br />
2000 d.c.<br />
<br />
=='''Luogo: '''==<br />
<br />
=='''Sito web: '''==<br />
<br />
=='''Descrizione: '''==<br />
<br />
=='''Collezione: '''==<br />
<br />
=='''Genere artistico di riferimento: '''==<br />
<br />
=='''Bibliografia: '''==<br />
<br />
=='''Webliografia: '''==<br />
http://www.noemalab.org<br />
<br />
[[categoria:Opera]]<br />
[[categoria:Opera di Noema]]<br />
[[categoria:2000 d.c.]]<br />
[[categoria:Arte delle reti]]<br />
[[categoria:Net art]]<br />
[[categoria:Arte telematica]]<br />
[[categoria:Arte e scienza]]<br />
[[categoria:Arte elettronica]]<br />
[[categoria:Arte digitale]] <br />
[[categoria:Arte e tecnologia]]</div>Daniele Trengiahttps://www.edueda.net/index.php?title=File:Noema.jpg&diff=56877File:Noema.jpg2010-02-14T15:51:40Z<p>Daniele Trengia: </p>
<hr />
<div></div>Daniele Trengiahttps://www.edueda.net/index.php?title=Noema&diff=56876Noema2010-02-14T15:51:26Z<p>Daniele Trengia: </p>
<hr />
<div>{{stub}}<br />
<br />
[[Image:noema.jpg|right|frame|Sito web]] <br />
==Personaggio o Gruppo:=<br />
Noema<br />
<br />
== Biografia ==<br />
<br />
Noema è un sito Internet, nato nel marzo del 2000, che si occupa delle relazioni tra cultura e tecnologie e delle loro reciproche influenze. Esso si è ritagliato una posizione unica nel panorama italiano ed europeo dell’informazione culturale sulle nuove tecnologie, ospitando abitualmente al suo interno numerosi workshop su tali argomenti. Vari contributi sono in lingua inglese e una parte significativa dei suoi utenti non è italiana. Il sito è liberamente accessibile e ha esclusivamente finalità culturali.<br />
Il termine «cultura» viene inteso anche nel senso di «abitudini», «modi di vita», «comunicazione», «arte», «società», «economia», «media», «filosofia», mentre al termine «nuove tecnologie» viene investito di significato molto più ampi della mera accezione digitale. Attraverso le dieci icone presenti in homepage, sarete invitati ad entrare in questo. Sulla parte destra del vostro schermo, in questo caso, troverete la segnalazione di quanto recentemente inserito nelle diverse sezioni del Sito, mentre una volta entrati in queste aree, nello stesso spazio troverete il menù di navigazione, il motore di ricerca e l´area dedicata alla registrazione alla newsletter. Tra le sezioni, merita senz´altro una citazione Specials, dedicata a monografie su arte, media e società e contenente argomenti trattati per esteso. Interessante anche l´area dedicata alla raccolta di link (oltre 260, suddivisi in Institutions, Science & Technology, Media, Arts, Theory, News & Info, Html & Web, Mailing Lists, Others), ed inoltre abbiamo apprezzato molto Stuff, raccolta di recensioni e documenti storici, culturali, tecnici e curiosità in PDF, HTML e txt da scaricare; completa il sito un´area dedicata alle news aggiornate, per una comunità competente ed attenta (nel Forum erano presenti più interventi nel giorno della recensione). Bella, ma di difficile comprensione, iGallery, sezione in cui vengono esposti i lavoro di artisti che sperimentano attraverso le nuove tecnologie.<br />
Interessante anche l’area dedicata alla raccolta di link, e quella intitolata Stuff, che raccoglie recensioni e documenti storici, culturali, tecnici e curiosità che è possibile scaricare. Completa il sito un’area dedicata alle news aggiornate. <br />
Il gruppo che gestisce il sito Noema si occupa anche dell’organizzazione e della gestione di mostre ed esposizioni in collaborazione con Enti Culturali e Istituzioni come Sovrintendenze, Regioni, Province, Comuni, Università, Fondazioni ed altri enti istituzionali. Per ogni evento Noema studia e pianifica un progetto-guida nel quale vengono definiti l’impostazione e gli obiettivi della manifestazione, il piano economico, quello di comunicazione e promozione, le categorie di interlocutori potenziali e il programma culturale collaterale. <br />
Sotto il profilo della realizzazione Noema affianca all’attività organizzativa quella di relazioni pubbliche e di promozione, curando i contatti con le istituzioni, con le strutture del territorio e con le associazioni potenzialmente interessate ad organizzare visite o collaborazioni, oltre ad attuare il piano di comunicazione varato nel progetto e a portare avanti la ricerca di finanziamenti e sponsor per raggiungere la necessaria copertura finanziaria. <br />
Nel 2003 Noema è stato selezionato da RAI International come miglior sito italiano. <br />
<br />
<br />
== Sito web==<br />
<br />
http://www.noemalab.org/index2.php<br />
<br />
== Poetica ==<br />
<br />
Il Sito, nasce con l’obiettivo di fornire spazio virtuale dedicato alla riflessione sulle relazioni tra cultura e nuove tecnologie e sulla loro reciproca influenza; in Noemalab il termine "cultura" significa anche "abitudini", "modi di vita", "comunicazione", "arte", "società", "economia", "media", "filosofia", mentre al termine "nuove tecnologie" viene delegato molto più della mera accezione digitale.<br />
Attivismo culturale.<br />
<br />
== Opere == <br />
<br />
* [[Noemalab.org]] (2000 d.c.)<br />
<br />
Attraverso le dieci icone presenti in homepage, sarete invitati ad entrare in questo. <br />
Sulla parte destra del vostro schermo, in questo caso, troverete la segnalazione di quanto recentemente inserito nelle diverse sezioni del Sito, mentre una volta entrati in queste aree, nello stesso spazio troverete il menù di navigazione, il motore di ricerca e l´area dedicata alla registrazione alla newsletter.<br />
Tra le sezioni, merita senz´altro una citazione Specials, dedicata a monografie su arte, media e società e contenente argomenti trattati per esteso. Interessante anche l´area dedicata alla raccolta di link (oltre 260, suddivisi in Institutions, Science & Technology, Media, Arts, Theory, News & Info, Html & Web, Mailing Lists, Others), ed inoltre abbiamo apprezzato molto Stuff, raccolta di recensioni e documenti storici, culturali, tecnici e curiosità in PDF, HTML e txt da scaricare; completa il sito un´area dedicata alle news aggiornate, per una comunità competente ed attenta (nel Forum erano presenti più interventi nel giorno della recensione). Bella, ma di difficile comprensione, iGallery, sezione in cui vengono esposti i lavoro di artisti che sperimentano attraverso le nuove tecnologie.<br />
Questo progetto fu premiato da RAI International come miglior sito italiano nel 2003, tre anni dopo il suo debutto.<br />
<br />
== Bibliografia ==<br />
<br />
== Webliografia ==<br />
<br />
http://www.wikiartpedia.org/index.php?title=Noema <br><br />
http://www.italica.rai.it/principali/schede/navigando/noema.htm <br><br />
<br />
<br />
<br />
[[Categoria:2000 d.c.]]<br />
[[Categoria:Opera]]<br />
[[Categoria:Opera di Capucci Pierluigi]]<br />
[[Categoria:Scheda]]<br />
[[Categoria:Bologna]]<br />
[[Categoria:Italia]]<br />
[[Categoria:Europa]]<br />
[[Categoria:Arte delle reti]]<br />
[[Categoria:Net art]]<br />
[[Categoria:Arte e scienza]]<br />
[[Categoria:Arte digitale]]<br />
[[Categoria:Media art]]<br />
[[Categoria:Arte e tecnologia]]<br />
[[Categoria:Realtà virtuali]]<br />
[[Categoria:Teorie]]<br />
[[Categoria:Media]]<br />
[[Categoria:Sociologia]]<br />
[[Categoria:Filosofia ]]</div>Daniele Trengiahttps://www.edueda.net/index.php?title=Netville&diff=56873Netville2010-02-14T15:47:00Z<p>Daniele Trengia: </p>
<hr />
<div>{{stub}}<br />
<br />
<br />
=='''Titolo: '''==<br />
Netville<br />
<br />
=='''Autore: '''==<br />
[[Vaccarino Giorgio]]<br />
[[Image:netville.jpg|right|frame|Netville]] <br />
=='''Anno: '''==<br />
1994 d.c.<br />
<br />
=='''Luogo: '''==<br />
<br />
=='''Sito web: '''==<br />
<br />
=='''Descrizione: '''==<br />
<br />
=='''Collezione: '''==<br />
<br />
=='''Genere artistico di riferimento: '''==<br />
<br />
=='''Bibliografia: '''==<br />
<br />
=='''Webliografia: '''==<br />
<br />
[[categoria:Opera]]<br />
[[categoria:Opera di Vaccarino Giorgio]]<br />
[[categoria:1994 d.c.]]<br />
[[categoria:Realtà virtuali]]<br />
[[categoria:Arte e scienza]]</div>Daniele Trengiahttps://www.edueda.net/index.php?title=File:Netville.jpg&diff=56872File:Netville.jpg2010-02-14T15:46:13Z<p>Daniele Trengia: </p>
<hr />
<div></div>Daniele Trengiahttps://www.edueda.net/index.php?title=Netville&diff=56871Netville2010-02-14T15:45:51Z<p>Daniele Trengia: </p>
<hr />
<div>{{stub}}<br />
<br />
[[Image:netville.jpg|right|frame|Netville]] <br />
=='''Titolo: '''==<br />
Netville<br />
<br />
=='''Autore: '''==<br />
[[Vaccarino Giorgio]]<br />
<br />
=='''Anno: '''==<br />
1994 d.c.<br />
<br />
=='''Luogo: '''==<br />
<br />
=='''Sito web: '''==<br />
<br />
=='''Descrizione: '''==<br />
<br />
=='''Collezione: '''==<br />
<br />
=='''Genere artistico di riferimento: '''==<br />
<br />
=='''Bibliografia: '''==<br />
<br />
=='''Webliografia: '''==<br />
<br />
[[categoria:Opera]]<br />
[[categoria:Opera di Vaccarino Giorgio]]<br />
[[categoria:1994 d.c.]]<br />
[[categoria:Realtà virtuali]]<br />
[[categoria:Arte e scienza]]</div>Daniele Trengiahttps://www.edueda.net/index.php?title=File:Labirinti-sf.jpg&diff=56868File:Labirinti-sf.jpg2010-02-14T15:36:28Z<p>Daniele Trengia: </p>
<hr />
<div></div>Daniele Trengiahttps://www.edueda.net/index.php?title=Nei_labirinti_della_fantascienza._Guida_critica&diff=56867Nei labirinti della fantascienza. Guida critica2010-02-14T15:36:18Z<p>Daniele Trengia: </p>
<hr />
<div>{{stub}}<br />
<br />
[[Image:labirinti-sf.jpg|right|frame|Copertina Libro]] <br />
==Titolo:== <br />
Nei labirinti della fantascienza. Guida critica<br />
==Autore:== <br />
[[Caronia Antonio]]<br />
<br />
==Anno:== <br />
1979<br />
==Luogo:== <br />
Genova<br />
==Sito web:== <br />
<br />
==Descrizione:== <br />
Sono rappresentate più di cento schede di romanzi che rappresentano un dignitoso panorama del genere e che colgono appieno l'intenzione di fungere da stimolo al lettore occasionale. <br />
==Collezione:==<br />
<br />
==Genere artistico di riferimento:==<br />
<br />
==Bibliografia:==<br />
<br />
<br />
==Webliografia:==<br />
<br />
[[categoria:opera]]<br />
[[Categoria:opera di Caronia Antonio]]<br />
[[Categoria:1979 d.c.]]<br />
[[Categoria:Genova]]<br />
[[Categoria:Italia]]<br />
[[Categoria:Europa]]<br />
[[Categoria:Media]]<br />
[[Categoria:Cyberpunk]]<br />
[[Categoria:Realtà virtuali]]<br />
[[Categoria:Arte e scienza]]</div>Daniele Trengiahttps://www.edueda.net/index.php?title=File:P_3118.jpg&diff=56866File:P 3118.jpg2010-02-14T15:33:48Z<p>Daniele Trengia: </p>
<hr />
<div></div>Daniele Trengiahttps://www.edueda.net/index.php?title=NAZI~LINE&diff=56865NAZI~LINE2010-02-14T15:33:37Z<p>Daniele Trengia: </p>
<hr />
<div>{{stub}}<br />
<br />
[[Image:p_3118.jpg|right|frame|NAZI~LINE PRESSE-BILDER 29.04.01]] <br />
==Titolo:== <br />
NAZI~LINE<br />
<br />
==Anno:== <br />
2001 d.c.<br />
<br />
==Luogo:== <br />
Vienna<br />
<br />
==Autore:== <br />
Barnhard Hans<br />
<br />
==Descrizione:==<br />
<br />
[[Categoria: Opera]]<br />
[[Categoria: Opera di Bernhard Hans]]<br />
[[Categoria: Vienna]]<br />
[[Categoria: Austria]]<br />
[[Categoria: Europa]]<br />
[[Categoria: Net art]]<br />
[[categoria: 2001 d.c.]]<br />
[[categoria: arte delle reti]]<br />
[[categoria: net art]]<br />
[[categoria: net.art]]<br />
[[categoria: arte e scienza]]<br />
[[categoria: arte e tecnologia]]<br />
[[categoria: pratiche e culture artistiche]]<br />
[[categoria: digital hijack]]<br />
[[categoria: Hacktivism]]</div>Daniele Trengiahttps://www.edueda.net/index.php?title=File:Resistenza.jpg&diff=56861File:Resistenza.jpg2010-02-14T15:29:55Z<p>Daniele Trengia: </p>
<hr />
<div></div>Daniele Trengiahttps://www.edueda.net/index.php?title=File:Trilussa.jpg&diff=56859File:Trilussa.jpg2010-02-14T15:27:55Z<p>Daniele Trengia: </p>
<hr />
<div></div>Daniele Trengiahttps://www.edueda.net/index.php?title=Museo_Trilussa&diff=56858Museo Trilussa2010-02-14T15:27:43Z<p>Daniele Trengia: </p>
<hr />
<div>{{stub}}<br />
<br />
<small><Font color=red></font></small><br />
<br />
[[Image:trilussa.jpg|right|frame|Museo Trilussa]] <br />
<br />
==Titolo:== <br />
Museo Trilussa<br />
<br />
<br />
==Autore:== <br />
[[Studio Azzurro]]<br />
<br />
<br />
==Anno:== <br />
2000<br />
<br />
<br />
==Luogo:==<br />
Roma<br />
<br />
==Sito web:== <br />
<br />
<br />
==Descrizione:== <br />
Videoambiente, composto da una videoproiezione con proiettore rotante ed una collezione di oggetti storici.<br />
Una Stanza evocativa,un luogo di incontro fra connessioni poetiche e oggetti vissuti. La stanza di Trilussa riassume la volontà di creare una connessione fra il pubblico ed il poeta,attraverso segni estraniati dal tempo e dallo spazio. Prendono vita,attraverso un videoproietore rotante,delle immani che si rivelano dinamicamente nell'ambiente che partendo da un'aderenza al testo poetico,ci riconducono progressivamente nel mondo immaginativo di Trilussa. Mediante tale dispositivo,il pubblico,attaverso i testi e le poesie,viene ricondotto ad un'intimità quotidiana,un busto spolverato,una minestra,una partita a scacchi. La sequenza delle videoproiezioni all'interno della stanza,anticamente abitata dal poeta,offre l'occasione di effettuare un'esplorazione piuttosto ampia,degli oggetti appartenuti al poeta e alla sua realtà.<br />
Ideazione: Fabio Cirifino, Cinzia Rizzo; progetto interattivo: Stefano Roveda; regia: Cinzia Rizzo; fotografia: Fabio Cirifino; riprese: Mario Coccimiglio; assistente alle riprese: Elisabetta Tagliabue; montaggio: Mariangela Romanò; musiche originali: Riccardo Castaldi; commitenza: Museo di Roma in Trastevere.<br />
<br />
<br />
==Collezione:==<br />
<br />
<br />
==Genere artistico di riferimento:==<br />
<br />
<br />
==Bibliografia:==<br />
<br />
<br />
==Webliografia:==<br />
http://www.studioazzurro.com/opere/musei/stanza_trilussa<br />
<br />
[[categoria:Opera]]<br />
[[categoria:Opera di Studio Azzurro]]<br />
[[Categoria:2000 d.c.]]<br />
[[Categoria:Roma]]<br />
[[Categoria:Italia]]<br />
[[Categoria:Europa]]<br />
[[categoria:Videoarte]]<br />
[[categoria:Arte e scienza]]<br />
[[categoria:Arte e tecnologia]]<br />
[[categoria:Pratiche e culture artistiche]]<br />
[[categoria:Installazioni interattive]]<br />
[[Categoria:Media activism]]</div>Daniele Trengiahttps://www.edueda.net/index.php?title=File:Motus_ics.jpg&diff=56856File:Motus ics.jpg2010-02-14T15:25:15Z<p>Daniele Trengia: </p>
<hr />
<div></div>Daniele Trengiahttps://www.edueda.net/index.php?title=Motus&diff=56855Motus2010-02-14T15:25:03Z<p>Daniele Trengia: </p>
<hr />
<div>[[Image:motus_ics.jpg|right|frame|Motus]] <br />
==Genere o movimento artistico:==<br />
Motus<br />
==Personaggi o Gruppi:==<br />
Daniela Nicolò e Enrico Casagrande<br />
<br />
<br />
==Storia:==<br />
Motus, ovvero Daniela Nicolò e Enrico Casagrande, festeggia nel 2005 quindici anni di straordinaria e intensa attività teatrale, un'attività partita da Rimini, dalla Romagna felix delle Albe e della Socìetas Raffaello Sanzio, partecipando da protagonisti a quel fermento di rinnovamento scenico rappresentato da Teatri 90 e approdando dal 2000 nei grandi Teatri d'Europa e degli States. <br />
Dentro la nuova scena italiana si sono distinti per una propria cifra stilistica votata all'ecletticità, alla trasgressione formale, alla grande libertà di attingere a molte scritture e a molti generi, dal cinema, alle tecnologie digitali, alla cultura dell'immagine, dando vita a format artistici variamente trasformabili: installazioni video-sonore, video-clip d'arte, film, spettacoli per i quali ricevono tre Premi Ubu e un Premio di produzione al Festival Riccione TTv. Un brillante esempio, come ricordava Andrea Balzola che ha storicizzato e sistematizzato le produzioni e i protagonisti della stagione del videoteatro italiano e quella successiva, di "generazione multimediale". <br />
Catrame (1996) ispirato a Ballard e O.F. ovvero Orlando Furioso impunemente eseguito da Motus (1998) datati ancora anni Novanta contenevano l'elemento costante dei loro lavori: la creazione di un sofisticato e originalissimo dispositivo che si imponeva con le sue grandi proporzioni nello spazio dell'archittettura del teatro e che come "involucro", imprigionava i personaggi catturati dallo sguardo voyeristico dello spettatore o dal clic di uno scatto fotografico. Con Orpheus Glance (1999) ovvero l'Orfeo metropolitano incarnatosi in Nick Cave, il momento di svolta verso una direzione nuova, sempre più cinematografica: cinema a teatro non solo come citazione (l' Orfeo di Cocteau) ma come linguaggio che permea completamente l'operazione artistica con flashback, istantanee, dissolvenze e montaggi. Alla scoperta di autori “difficili‿, “contro‿- da Genet a Pasolini a De Lillo- Motus ricerca costantemente una forma tecno-teatrale altrettanto anticonvenzionale, ribelle con una lacerante capacità di gridare. <br />
Con L'Ospite tratto da Teorema di Pasolini ma con inserti anche da Petrolio e da Appunti per un film su San Paolo, Motus realizza grazie alla fondamentale produzione del Théatre National de Bretagne, una significativa quanto monumentale opera tecnologica attualmente in tournèe in Italia e che senz'altro può essere già annoverata come tra le più emblematiche produzioni internazionali di teatro multimediale. Motus ha preso alla lettera l'affermazione di Pasolini che attribuiva a Teorema una natura "anfibia", quale romanzo e film. Il film è infatti concepito all'unisono con la scena teatrale vera e propria del quale è doppio speculare, sorta di fantasma interiore o sottotesto. <br />
Non esiste una scenografia (almeno nel senso tradizionale di décor ) casomai uno spazio filmico e un luogo composito, concepito per strati verticali e con varie profondità: un trittico video ricompone a loop l'immagine fintamente felice e dorata della famiglia borghese tanto invisa a Pasolini; lo spazio non è altro che una cattedrale dove si venera un'icona sacra, percorsa dai protagonisti della vicenda variamente posseduti e stravolti (siamo nel Sessantotto) dall'arrivo inatteso dell'ospite e diventati da quel momento "casi di coscienza". In scena anche l'auto di Pasolini, simbolo di un'epoca e ricordo di un uomo scomodo per la politica e la cultura dell'Italia degli anni Sessanta e Settanta. Immagini video vengono proiettate anche su uno schermo-garza calato talvolta sull'intera cornice scenica, andandosi a "incrostare" con i corpi reali e le ombre dei personaggi collocati dietro di esso. <br />
Protagonista assoluto di questo straordinario e colossale spettacolo è il Pasolini che aveva prE-visto, la sua voce che erode ogni apparato, che smaschera le oscure trame politiche e penetra nelle fessure del Sistema generando quella conflagrazione finale (le stragi fasciste visionariamente previste negli Scritti corsari del 1975) che nello spettacolo distrugge ogni spazio illusionistico ed ogni speranza; tutto termina nella corsa folle e nell'urlo "destinato a durare oltre ogni possibile fine‿ del ricco padrone Paolo nel deserto, quel deserto che ha punteggiato tutto il racconto e che non può che ricordare l'ambientazione di molti film di Pasolini. <br />
<br />
Anna Maria Monteverdi<br />
<br />
<br />
==Opere:== <br />
Stati d'assedio (1991); Strada principale e strade secondarie (1992); Cassandra. Interrogazioni sulla necessità dello sguardo (1993); L'occhio belva (1994);Crash, installazione/performance dedicata a J.Ballard (1995);Catrame ispirato alla Mostra delle atrocità di J.Ballard (1996);<br />
O.F. Orlando Furioso impunemente eseguito da Motus (1998); Orpheus glance,Visio gloriosa (2000).<br />
Progetto Rooms: da Vacancy room a Twin rooms, 2001-2002; Splendid's (2002); Come un cane senza padrone, L'ospite (2003); Piccoli episodi di fascismo quotidiano (2005.)<br />
<br />
<br />
==Webliografia:==<br />
http://www.motusonline.com <br />
<br />
http://www.digicult.it/digimag/article.asp?id=193<br />
<br />
http://www.trax.it/olivieropdp/mostranew.asp?num=71&ord=15<br />
<br />
http://www.exibart.com/Notizia.asp?IDNotizia=7549&IDCategoria=215<br />
<br />
[[Categoria:Opera di Nicolò Daniela]] <br />
[[Categoria:Opera di Casagrande Enrico]] <br />
[[Categoria:Scheda]]<br />
[[Categoria:Motus]]<br />
[[Categoria:1990 d.c.]]<br />
[[Categoria:Rimini]]<br />
[[Categoria:Italia]]<br />
[[Categoria:Europa]]<br />
[[Categoria:Arte e scienza]]<br />
[[Categoria:teatro multimediale]]</div>Daniele Trengiahttps://www.edueda.net/index.php?title=Motus&diff=56854Motus2010-02-14T15:21:30Z<p>Daniele Trengia: </p>
<hr />
<div>==Genere o movimento artistico:==<br />
Motus<br />
==Personaggi o Gruppi:==<br />
Daniela Nicolò e Enrico Casagrande<br />
<br />
<br />
==Storia:==<br />
Motus, ovvero Daniela Nicolò e Enrico Casagrande, festeggia nel 2005 quindici anni di straordinaria e intensa attività teatrale, un'attività partita da Rimini, dalla Romagna felix delle Albe e della Socìetas Raffaello Sanzio, partecipando da protagonisti a quel fermento di rinnovamento scenico rappresentato da Teatri 90 e approdando dal 2000 nei grandi Teatri d'Europa e degli States. <br />
Dentro la nuova scena italiana si sono distinti per una propria cifra stilistica votata all'ecletticità, alla trasgressione formale, alla grande libertà di attingere a molte scritture e a molti generi, dal cinema, alle tecnologie digitali, alla cultura dell'immagine, dando vita a format artistici variamente trasformabili: installazioni video-sonore, video-clip d'arte, film, spettacoli per i quali ricevono tre Premi Ubu e un Premio di produzione al Festival Riccione TTv. Un brillante esempio, come ricordava Andrea Balzola che ha storicizzato e sistematizzato le produzioni e i protagonisti della stagione del videoteatro italiano e quella successiva, di "generazione multimediale". <br />
Catrame (1996) ispirato a Ballard e O.F. ovvero Orlando Furioso impunemente eseguito da Motus (1998) datati ancora anni Novanta contenevano l'elemento costante dei loro lavori: la creazione di un sofisticato e originalissimo dispositivo che si imponeva con le sue grandi proporzioni nello spazio dell'archittettura del teatro e che come "involucro", imprigionava i personaggi catturati dallo sguardo voyeristico dello spettatore o dal clic di uno scatto fotografico. Con Orpheus Glance (1999) ovvero l'Orfeo metropolitano incarnatosi in Nick Cave, il momento di svolta verso una direzione nuova, sempre più cinematografica: cinema a teatro non solo come citazione (l' Orfeo di Cocteau) ma come linguaggio che permea completamente l'operazione artistica con flashback, istantanee, dissolvenze e montaggi. Alla scoperta di autori “difficili‿, “contro‿- da Genet a Pasolini a De Lillo- Motus ricerca costantemente una forma tecno-teatrale altrettanto anticonvenzionale, ribelle con una lacerante capacità di gridare. <br />
Con L'Ospite tratto da Teorema di Pasolini ma con inserti anche da Petrolio e da Appunti per un film su San Paolo, Motus realizza grazie alla fondamentale produzione del Théatre National de Bretagne, una significativa quanto monumentale opera tecnologica attualmente in tournèe in Italia e che senz'altro può essere già annoverata come tra le più emblematiche produzioni internazionali di teatro multimediale. Motus ha preso alla lettera l'affermazione di Pasolini che attribuiva a Teorema una natura "anfibia", quale romanzo e film. Il film è infatti concepito all'unisono con la scena teatrale vera e propria del quale è doppio speculare, sorta di fantasma interiore o sottotesto. <br />
Non esiste una scenografia (almeno nel senso tradizionale di décor ) casomai uno spazio filmico e un luogo composito, concepito per strati verticali e con varie profondità: un trittico video ricompone a loop l'immagine fintamente felice e dorata della famiglia borghese tanto invisa a Pasolini; lo spazio non è altro che una cattedrale dove si venera un'icona sacra, percorsa dai protagonisti della vicenda variamente posseduti e stravolti (siamo nel Sessantotto) dall'arrivo inatteso dell'ospite e diventati da quel momento "casi di coscienza". In scena anche l'auto di Pasolini, simbolo di un'epoca e ricordo di un uomo scomodo per la politica e la cultura dell'Italia degli anni Sessanta e Settanta. Immagini video vengono proiettate anche su uno schermo-garza calato talvolta sull'intera cornice scenica, andandosi a "incrostare" con i corpi reali e le ombre dei personaggi collocati dietro di esso. <br />
Protagonista assoluto di questo straordinario e colossale spettacolo è il Pasolini che aveva prE-visto, la sua voce che erode ogni apparato, che smaschera le oscure trame politiche e penetra nelle fessure del Sistema generando quella conflagrazione finale (le stragi fasciste visionariamente previste negli Scritti corsari del 1975) che nello spettacolo distrugge ogni spazio illusionistico ed ogni speranza; tutto termina nella corsa folle e nell'urlo "destinato a durare oltre ogni possibile fine‿ del ricco padrone Paolo nel deserto, quel deserto che ha punteggiato tutto il racconto e che non può che ricordare l'ambientazione di molti film di Pasolini. <br />
<br />
Anna Maria Monteverdi<br />
<br />
<br />
==Opere:== <br />
Stati d'assedio (1991); Strada principale e strade secondarie (1992); Cassandra. Interrogazioni sulla necessità dello sguardo (1993); L'occhio belva (1994);Crash, installazione/performance dedicata a J.Ballard (1995);Catrame ispirato alla Mostra delle atrocità di J.Ballard (1996);<br />
O.F. Orlando Furioso impunemente eseguito da Motus (1998); Orpheus glance,Visio gloriosa (2000).<br />
Progetto Rooms: da Vacancy room a Twin rooms, 2001-2002; Splendid's (2002); Come un cane senza padrone, L'ospite (2003); Piccoli episodi di fascismo quotidiano (2005.)<br />
<br />
<br />
==Webliografia:==<br />
http://www.motusonline.com <br />
<br />
http://www.digicult.it/digimag/article.asp?id=193<br />
<br />
http://www.trax.it/olivieropdp/mostranew.asp?num=71&ord=15<br />
<br />
http://www.exibart.com/Notizia.asp?IDNotizia=7549&IDCategoria=215<br />
<br />
[[Categoria:Opera di Nicolò Daniela]] <br />
[[Categoria:Opera di Casagrande Enrico]] <br />
[[Categoria:Scheda]]<br />
[[Categoria:Motus]]<br />
[[Categoria:1990 d.c.]]<br />
[[Categoria:Rimini]]<br />
[[Categoria:Italia]]<br />
[[Categoria:Europa]]<br />
[[Categoria:Arte e scienza]]<br />
[[Categoria:teatro multimediale]]</div>Daniele Trengiahttps://www.edueda.net/index.php?title=MuSE&diff=56853MuSE2010-02-14T15:19:00Z<p>Daniele Trengia: </p>
<hr />
<div>==Titolo:== <br />
MuSE<br />
<br />
==Autore:== <br />
Jaromil Denis Roio<br />
[[Image:muse.jpg|right|frame|MuSE]] <br />
==Anno:== <br />
<br />
==Luogo:== <br />
Vienna<br />
<br />
==Sito web:== <br />
http://muse.dyne.org/<br />
<br />
==Descrizione:== <br />
MuSE e' un'applicazione [[Linux]] che permette di mixare, comprimere e trasmettere suoni in rete tramite l'utilizzo delle tecnologie mp3 e ogg-vorbis.<br />
MuSE può mixare simultaneamente fino a 6 canali - ognuno dei quali può essere un file .mp3 o .ogg o anche un'altro stream proveniente dalla rete - e su di essi aggiungere un input proveniente dalla scheda sonora (line-in o microfono); il mix risultante può essere ascoltato in locale o essere a sua volta reinviato in rete (ad un server icecast/shoutcast) e reso ascoltabile tramite l'utilizzo di svariati programmi liberamente disponibili per ogni sistema operativo.<br />
Per il suo utilizzo MuSE offre un'[[Interfaccia|interfaccia]] intuitiva, nonchè la possibilità di ripetere operazioni programmabili o di essere controllata da remoto via rete. MuSE, il suo codice sorgente e tutta la documentazione disponibile costituiscono un [[Software libero|Software Libero]] rilasciato sotto Licenza Pubblica GNU. <br />
MuSE viene sviluppata dai suoi autori nella speranza di fornire alla comunità del Software Libero uno strumento che sia di facile utilizzo per lo [[Streaming|streaming]] audio in rete, rendendo la vita più facile alle radio indipendenti e moltiplicando le possibilità di libertà d'espressione in rete.<br />
<br />
MuSE è stato presentato in diverse occasioni: Museo d'Arte Contemporanea Pecci (Prato), [[Ars Electronica|Ars Electronica Festival]] (Linz), Teatro Argentina (Roma) e altri.<br />
<br />
==Collezione:==<br />
<br />
==Genere artistico di riferimento:==<br />
<br />
==Bibliografia:==<br />
<br />
==Webliografia:==<br />
* [http://www.digicult.it/digimag/article.asp?id=154 "Jaromil, Hacker art e Arte dell'interfaccia" di Annamaria Monteverdi]<br />
* [http://www.rekombinant.org/old/media-activism/article.html.sid=34 "Moltiplicare sorgenti. MuSE, software libero per radio libere" di Jaromil]<br />
<br />
<br />
<br />
[[categoria: Opera]]<br />
[[categoria: Opera di Jaromil Denis Roio]]<br />
[[categoria: Vienna]]<br />
[[categoria: Austria]]<br />
[[categoria: Europa]]<br />
[[categoria: Software libero]]<br />
[[categoria: Pratiche e culture artistiche]]<br />
[[categoria: Arte e scienza]]<br />
[[categoria: Arte e tecnologia]]</div>Daniele Trengiahttps://www.edueda.net/index.php?title=File:Muse.jpg&diff=56852File:Muse.jpg2010-02-14T15:18:28Z<p>Daniele Trengia: </p>
<hr />
<div></div>Daniele Trengiahttps://www.edueda.net/index.php?title=MuSE&diff=56851MuSE2010-02-14T15:18:15Z<p>Daniele Trengia: </p>
<hr />
<div>[[Image:muse.jpg|right|frame|MuSE]] <br />
==Titolo:== <br />
MuSE<br />
<br />
==Autore:== <br />
Jaromil Denis Roio<br />
<br />
==Anno:== <br />
<br />
==Luogo:== <br />
Vienna<br />
<br />
==Sito web:== <br />
http://muse.dyne.org/<br />
<br />
==Descrizione:== <br />
MuSE e' un'applicazione [[Linux]] che permette di mixare, comprimere e trasmettere suoni in rete tramite l'utilizzo delle tecnologie mp3 e ogg-vorbis.<br />
MuSE può mixare simultaneamente fino a 6 canali - ognuno dei quali può essere un file .mp3 o .ogg o anche un'altro stream proveniente dalla rete - e su di essi aggiungere un input proveniente dalla scheda sonora (line-in o microfono); il mix risultante può essere ascoltato in locale o essere a sua volta reinviato in rete (ad un server icecast/shoutcast) e reso ascoltabile tramite l'utilizzo di svariati programmi liberamente disponibili per ogni sistema operativo.<br />
Per il suo utilizzo MuSE offre un'[[Interfaccia|interfaccia]] intuitiva, nonchè la possibilità di ripetere operazioni programmabili o di essere controllata da remoto via rete. MuSE, il suo codice sorgente e tutta la documentazione disponibile costituiscono un [[Software libero|Software Libero]] rilasciato sotto Licenza Pubblica GNU. <br />
MuSE viene sviluppata dai suoi autori nella speranza di fornire alla comunità del Software Libero uno strumento che sia di facile utilizzo per lo [[Streaming|streaming]] audio in rete, rendendo la vita più facile alle radio indipendenti e moltiplicando le possibilità di libertà d'espressione in rete.<br />
<br />
MuSE è stato presentato in diverse occasioni: Museo d'Arte Contemporanea Pecci (Prato), [[Ars Electronica|Ars Electronica Festival]] (Linz), Teatro Argentina (Roma) e altri.<br />
<br />
==Collezione:==<br />
<br />
==Genere artistico di riferimento:==<br />
<br />
==Bibliografia:==<br />
<br />
==Webliografia:==<br />
* [http://www.digicult.it/digimag/article.asp?id=154 "Jaromil, Hacker art e Arte dell'interfaccia" di Annamaria Monteverdi]<br />
* [http://www.rekombinant.org/old/media-activism/article.html.sid=34 "Moltiplicare sorgenti. MuSE, software libero per radio libere" di Jaromil]<br />
<br />
<br />
<br />
[[categoria: Opera]]<br />
[[categoria: Opera di Jaromil Denis Roio]]<br />
[[categoria: Vienna]]<br />
[[categoria: Austria]]<br />
[[categoria: Europa]]<br />
[[categoria: Software libero]]<br />
[[categoria: Pratiche e culture artistiche]]<br />
[[categoria: Arte e scienza]]<br />
[[categoria: Arte e tecnologia]]</div>Daniele Trengiahttps://www.edueda.net/index.php?title=File:SW_ARTISTS.jpg&diff=56850File:SW ARTISTS.jpg2010-02-14T15:16:07Z<p>Daniele Trengia: </p>
<hr />
<div></div>Daniele Trengiahttps://www.edueda.net/index.php?title=File:SW_ARTISTS.jpeg&diff=56848File:SW ARTISTS.jpeg2010-02-14T15:14:21Z<p>Daniele Trengia: </p>
<hr />
<div></div>Daniele Trengiahttps://www.edueda.net/index.php?title=Moore_Frank&diff=56847Moore Frank2010-02-14T15:14:11Z<p>Daniele Trengia: </p>
<hr />
<div>[[Image:SW_ARTISTS.jpg|right|frame|Frank Moore]] <br />
<br />
== Biografia ==<br />
<br />
Frank Moore nasce il 22 Giugno del 1953 a New York City, dove muore nell'aprile del 2002 di AIDS, dopo aver convissuto per vent'anni con il virus dell'HIV.<br />
Nel 1970 frequenta la Haystack Mountain School of Crafts di Deer Isle nel Maine; si laurea nel 1975 alla Yale University di New Haven nel Connecticut, con una specializzazione in arte e psicologia.<br />
A Yale riceve vari riconoscimenti (tra i quali: Summa Cum Laude, Phi Beta Kappa, Scholar of the House in Painting) per le grandi capacità artistiche ed intellettuali dimostrate in tutto il periodo degli studi.<br />
Nel 1973 frequenta la Skowhegan School of Painting and Sculpture nel Maine, un istituto che organizza corsi estivi - intensivi della durata di nove settimane, con programmi avanzati per artisti già esperti.<br />
A partire dal 1977, Moore inizia un viaggio di arricchimento artistico e culturale che lo porterà da Montreal, a Santander e in Spagna.<br />
Dopo aver visitato la Spagna, la Francia e persino il Marocco, Frank Moore fa richiesta di soggiorno presso la Cité internationale des arts di Parigi, una Fondazione creata per accogliere artisti provenienti da tutto il mondo, fermandovisi per qualche tempo.<br />
Questa permanenza francese risulterà fondamentale per la maturazione artistica di Moore, soprattutto grazie al contatto giornaliero con realtà artistiche innovative rispetto alla tradizione accademica, realtà che proponevano la sollecitazione plurisensoriale dell'osservatore, attraverso l' impiego simultaneo di più mezzi espressivi per la realizzazione di opere d'arte.<br />
Il suo ritorno a New York fu, quindi, caratterizzato da un interessamento nei confronti del teatro, della danza, della fotografia e del video, che Moore sviluppò parallelamente alla sua carriera pittorica.<br />
Con i primi anni Ottanta, l'artista Newyorkese contrae il virus dell'HIV e da quel momento in poi la sua vita subisce inevitabili cambiamenti: il suo modo di lavorare cambia e il desiderio di comunicare messaggi sociali, servendosi della propria arte come media per una buona informazione di massa, diventa ancora più forte.<br />
Le sue opere sono state esposte (e tutt'ora vengono esposte) nei principali Musei Americani (e non solo) come ad esempio il Museum of Modern Art, l'Albright-Knox Art Gallery e il Whintney Museum Of American Art.<br />
<br />
==Luogo dove lavora:==<br />
Principalmente ha lavorato a New York, o comunque in America, anche se viaggiare gli ha consentito di svolgere la propria attività artistica, in diverse città Europee.<br />
<br />
==Periodo in cui svolge la sua pratica artistica:==<br />
La prima Mostra Personale di Frank Moore risale al 1983: ''The Birds and the Bees'', all'interno della Clocktower Gallery di New York.<br />
Purtroppo la sua carriera artistica è stata interrotta bruscamente nell'Aprile del 2002, dall'AIDS.<br />
<br />
==Tipologia di intervento:==<br />
Pittura, Video, Fotografia e teatro; Uso iconografico della doppia spirale del DNA (''immagine oramai di dominio pubblico'') caricata di pathos e speranza; arte e scienza.<br />
<br />
<br />
== Opere == <br />
<br />
*[[Black Pillow II]]<br />
Moore era un pittore molto scrupoloso e attento ai particolari, tanto da poter essere rapportato alle opere dei miniaturisti medioevali Franco-Fiamminghi. <br />
Ma la sua pittura minuziosa, analitica e fotografica, sfugge tuttavia alla fissità dell'obiettivo e anche dell'iperrealismo, soprattutto considerando i soggetti e le ambientazioni fantastiche-fantascientifiche, che si sottraggono totalmente dalla comune percezione della realtà.<br />
I particolari su cui Moore si sofferma maggiormente, nei dipinti realizzati subito prima della sua prematura scomparsa, richiamano gli effetti della bioingegneria sull'ambiente e la società.<br />
La doppia elica del DNA, nelle visioni fantastiche di Moore, scorre librandosi nello spazio come fanno quei filamenti di proteine che galleggiano nel nostro liquido oculare. <br />
Tutti questi elementi sono facilmente riscontrabili in ''Study for a Black Pillow II'' del 2002, una delle ultimissime opere di Moore, realizzata per la collezione permanente dell'Orlando Museum of Art in Florida.<br />
La scena rappresentata è quella di una azienda agricola che ha perso completamente ogni connotato ''naturalistico'': un podere perfetto, uscito fuori da un cliché pubblicitario piuttosto che una realtà terrosa.<br />
Un esperto e inespressivo ''coltivatore'' versa olio nero su un campo di mais, che galleggia su uno stagno totalmente nero.<br />
Le spighe del grano in primo piano, vengono sostituite da tastiere dei computer, mentre del polline geneticamente modificato volteggia nell'aria minacciando la sopravvivenza delle farfalle del Monarca.<br />
Moore in quest'opera commenta l'uso intensivo dei metodi industriali (che ruotano attorno al petrolio) nell' agricoltura e l'impiego di semi geneticamente modificati a cui è legata la quasi totale scomparsa di alcune specie di farfalle.<br />
Il tutto è sapientemente espresso dalla grande capacità compositiva di Moore: l'angoscia e desolazione che pervade tutta la parte inferiore del quadro contrasta con il senso di precisione ''sterilizzata'' della parte superiore, dove il vecchio e l' ''ultra-tecnologico'' convivono pacificamente, anche se questa calma apparente è turbata dai simboli chimici che come ''farfalle'' volteggiano nel cielo, sopra il granturco.<br />
<br />
*[[Human Genome Project]]<br />
Nel 2000 Moore realizza un'opera che lo include automaticamente nel gruppo degli artisti Biopunk: Human Genome Project.<br />
In questo lavoro la simbologia di Moore è portata alle estreme conseguenze: pochi colori, poche immagini, ma forti e immediate.<br />
Un parallelepipedo completamente bianco e asettico, rappresenta un laboratorio di bioingegneria, uno dei tanti laboratori che a partire dalla fine degli anni '90, si è dedicato al sequenziamento del nostro patrimonio genetico con l'intento di brevettare il DNA.<br />
Le finestre sono sostituite da cromosomi accompagnati dalle relative definizioni a lato, mentre tutta la parte perimetrale dell' edificio, è incorniciata dalla doppia elica di DNA che si sussegue quasi come fosse un motivo geometrico-ornamentale.<br />
L'ambientazione circostante è scarna, anche se sono presenti sulla sinistra due alberelli, il cui tronco è composto dalla stessa doppia elica presente anche nell'adiacente palazzina, così come i cespugli alle loro radici.<br />
Le chiome degli alberi sono sostituite con delle stampe, delle scritte di ricette scientifiche emblematiche.<br />
Su di loro incombe ed oscilla inquietante (ma allo stesso tempo liberatoria), la palla di ferro usata per demolire gli edifici, il tutto colto come in un'istantanea fotografica, pochi minuti prima dell'imminente impatto distruttivo.<br />
La posizione assunta da Moore nei confronti dei soprusi e del monopolio delle case Biotech, è chiara: come tutti i Biopunk anche Moore è a favore dei progressi ottenuti dalla ricerca, ma allo stesso tempo trova ingiusto il fatto che solo pochi possano giovare di certi benefici.<br />
Infine nel dipinto in basso a destra è rappresentata una macchina lussuosa che sfreccia via, lontana dalla Palazzina-Laboratorio che sta per essere distrutta, a simboleggiare l'enorme potere (soprattutto economico) che ruota attorno alle biotecnologie e al fatto che comunque ci si ribelli, le grandi aziende Biotech trovano sempre il modo per svolgere i loro loschi traffici.<br />
<br />
== Musei ==<br />
<br />
<br />
==Bibliografia==<br />
<br />
Moore Frank, Glück Robert (a cura di), (Maggio, 2002), ''Between Life & Death - Frank Moore'', (USA), Twin Palms Publishers.<br />
<br />
AA.VV, (2004), ''The Artists Bluebook: 32,000 North. American Artists'', (USA), Lonnie Pierson Dunbier Editor.<br />
<br />
<br />
==Sito web:== <br />
<br />
http://www.speronewestwater.com/cgi-bin/iowa/artists/record.html?record=13<br />
<br />
<br />
==Poetica:== <br />
<br />
La pittura di Frank Moore è caratterizzata da una complessa sintesi di immagini appartenenti al mondo della natura, della società, della tecnologia e della scienza.<br />
La sintesi della sublime bellezza della natura e di ciò che appartiene al mondo scientifico, alla fine degli anni '80 viene inevitabilmente invasa dalla consapevolezza di aver contratto il virus dell'AIDS.<br />
La successiva perdita del compagno (Robert Fulps) a causa di questa malattia, i cambiamenti determinati dalle cure a cui era costretto sottoporsi per continuare a vivere, hanno portato Moore a metabolizzare il suo rancore attraverso l'arte.<br />
Le sue pitture diventano visioni autobiografiche: la natura viene integrata ad immagini di doppie eliche di DNA e simboli alchemici, aumentando il pathos e la tensione della composizione, che esprime con chiarezza, la vana speranza di Moore nelle scoperte biotecnologiche per sconfiggere l'AIDS. <br />
Spesso i filamenti di DNA e gli altri elementi appartenenti al mondo della biochimica molecolare, derivano da fotografie riprodotte meccanicamente sulla tela verniciata, come se Moore con questo processo volesse ''infettare'' la bellezza della natura pittorica, con i ''commenti'' digitali sintomatici della scienza moderna.<br />
Del resto in Moore convive un sentimento combattuto di Odio-Amore verso lo sviluppo tecno-scientifico: se da una parte la conoscenza sempre più approfondita del DNA potrebbe portare alla risoluzione di alcune malattie altrimenti incurabili, dall' altra potrebbe recar danni irreversibile alla natura e all'uomo.<br />
Le visioni di Moore sono poetiche, raffinate, fantasiose e al tempo stesso intense, dense di arcane e morbose paure, di inquietudini esplicitate nei continui riferimenti alla macabra sfera della morte.<br />
<br />
<br />
==Webliografia:== <br />
<br />
http://www.askart.com/artist/M/frank_moore.asp?ID=106500<br />
<br />
http://www.genomicart.org/moore.htm<br />
<br />
http://www.artistswithaids.org/artery/artist/artist_moore.html<br />
<br />
http://www.notlimitednyc.com/folio/moore/combine.html<br />
<br />
http://www.tfaoi.com/aa/3aa/3aa315.htm<br />
<br />
[[Categoria:Scheda]]<br />
[[Categoria:Moore Frank]]<br />
[[Categoria:1953 d.c.]]<br />
[[Categoria:2002 d.c.]]<br />
[[Categoria:New York]]<br />
[[categoria:Usa]]<br />
[[categoria:Nord America]]<br />
[[Categoria:Arte e scienza]]<br />
[[Categoria:Arte e genetica]]</div>Daniele Trengiahttps://www.edueda.net/index.php?title=File:Monico.jpg&diff=56846File:Monico.jpg2010-02-14T15:12:18Z<p>Daniele Trengia: </p>
<hr />
<div></div>Daniele Trengiahttps://www.edueda.net/index.php?title=Monico_Francesco&diff=56845Monico Francesco2010-02-14T15:12:07Z<p>Daniele Trengia: </p>
<hr />
<div>[[Image:monico.jpg|right|frame|The Artist Formerly Known As Vanda]] <br />
<br />
Francesco Monico (Venezia, 27/02/1968) è direttore della [http://nabamediadesign.wordpress.com/ Scuola di Media Design & Arti Multimediali] della [http://naba.it/ Nuova Accademia di Belle Arti di Milano] presso la quale detiene la Cattedra in Teoria e Metodo dei Mass Media. Senior Fellow del McLuhan Program in Culture & Technology presso l'Università di Toronto. Presso l'Università di Plymouth è Ph.D researcher nel CAiiA e studia il fenomeno dell'Arte Sincretica. Sotto la direzione del prof. [[Roy Ascott]] lavora all'interno di un network internazionale per definire la metodologia di dialogo tra arte, scienza, tecnologia e natura (tech-noetica). È direttore con Antonio Caronia del Nodo di ricerca Ph.D M-Node[http://www.m-node.org] in Italia. E' stato membro del consiglio scientifico del Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano Leonardo da Vinci. Allievo di [[Derrick de Kerckhove]] e poi di Roy Ascott, ha sviluppato una ricerca sincretica sui media, tecnologia e nuove proporzioni umane, che esprime un'estetica in cui pratica artistica, esperienza didattica e produzione scientifica si fondono in un unico contesto di ricerca. Monico non si identifica con l’artista tradizionale, diventa egli stesso spettatore delle sue opere dalle quali cerca di ricavare informazioni, idee e eventi, con il diretto coinvolgimento di più persone, da luoghi e ruoli diversi. Il suo pensiero si basa su una combinazione di scienza, arte, filosofia e saperi diversi che servono all'artista per riconoscere la natura paradossale del sapere e le contraddizioni inerenti alle epistemologie formali. La scienza e l'arte per Monico possono contribuire a espandere una consapevolezza che viene vista come vera e propria posizione politica. La sua metodologia si sostanzia in un approccio sincretico tra teoria critica e prassi pragmatica che coincide con l'arte. Ha scritto di Critica Media per l'«International Herald Tribune/Italy Daily», e ha unito all'attività di ricerca e didattica quella di autore televisivo. Per Meltemi Editore ha scritto ''Il Dramma Televisivo'' (2006). Lavora sul fronte dell'innovazione e della metodologizzazione dei processi creativi; è autore di opere quali ''TAFKAV'' [http://it.wikipedia.org/wiki/TAFKAV], un'istallazione tech-noetica, e ''Is There Love in the Technoetic Narcissus'' [http://technoeticnarcissus.blogspot.com/] si occupa di opere di New Media art.<br />
<br />
==Bibliografia==<br />
* Monico, F. (2006). ''Il Dramma Televisivo: l'Autore e l'Estetica del Mezzo''. Meltemi.edu, 58. Roma: Meltemi. ISBN 8883534719<br />
* Monico, F. (2006). ''White Rabbit On The Moon'' in Technoetic Arts, July-06,Vol.4,Issue:2:Intellect. Print ISSN 1477-965X<ref>[http://www.atypon-link.com/INT/doi/abs/10.1386/tear.4.2.141_1?cookieSet=1&journalCode=tear White Rabbit]<!-- Bot generated title -->]</ref><br />
* Monico, F. (2008). ''La Variazione Technoetica'' in "Le variazioni Grandi" Quaderno di Comunicazione 8. Roma: Meltemi. <ref>[http://www.quadernodicomunicazione.com/quaderno8.htm Quaderno 8]<!-- Bot generated title -->]</ref><br />
* Monico, F. (2008). ''Is There Love in The Technoetic Narcissus?'' in "New Realities: Being Syncretic" Edition Angewandte, Springer-Verlag. Edited by Ascott, R.; Bast, G.; Fiel, W.,ISBN 978-3-211-78890-5.<br />
== Articoli ==<br />
<br />
<br />
* Teresa de Feo.''TAFKAV e un fiore di nome Vanda,'' in [http://www.digicult.it/digimag/article.asp?id=1015 DIGIMAG] N. 30 (2007 Dicembre - 2008 Gennaio). <br />
* Alberto Mattia Martini. 2008 Marzo.''TAFKAV The Artist Formerly Known as Vanda, Un metodo eversivo'' in [http://www.dars.it/periodico/archivio.asp?pagina=1 D'ARS] N. 193 (March, 2008, 48° Years from 1960). <br />
* Cristina Trivellin. 2008 December.''TAFKAV The Artist Formerly Known as Vanda'' in [http://www.noemalab.org/sections/arte_focus.php?IDFocus=247 NOEMA Tecnologie e Società] (14/12/2008).<br />
<br />
== Mostre e Festival ==<br />
[http://07.a-m-b-e-r.net/en/ AMBER07] - body process arts festival- Istanbul 9-17 November 2007 - TAFKAV.<br />
[http://www.isea2008singapore.org/ ISEA 2008] - International Symposium on Electronic Art - Singapore 25/7-3/8 2008 - TAFKAV The Online Database, paper.<br />
[http://www.dars.it/ DARS] - Milano 14-21 October 2008 - TAFKAV.<br />
==Riferimenti e Link==<br />
*[http://www.naba.com/ Nuova Accademia di Belle Arti Milano]<br />
*[http://nabamediadesign.wordpress.com/ Scuola di Media Design & Arti Multimediali]<br />
*[http://www.m-node.com/ Dottorato di Ricerca PhD M-Node]<br />
<br />
[[categoria:scheda]]<br />
[[categoria:Venezia]]<br />
[[categoria:Italia]]<br />
[[categoria:Europa]]<br />
[[categoria:Arte e scienza]]<br />
[[categoria:tech-noetica]]<br />
[[categoria:1968 d.c.]]</div>Daniele Trengiahttps://www.edueda.net/index.php?title=Monico_Francesco&diff=56843Monico Francesco2010-02-14T15:11:24Z<p>Daniele Trengia: </p>
<hr />
<div>[[Image:monico.jpg|right|frame|testo didascalia]] <br />
<br />
Francesco Monico (Venezia, 27/02/1968) è direttore della [http://nabamediadesign.wordpress.com/ Scuola di Media Design & Arti Multimediali] della [http://naba.it/ Nuova Accademia di Belle Arti di Milano] presso la quale detiene la Cattedra in Teoria e Metodo dei Mass Media. Senior Fellow del McLuhan Program in Culture & Technology presso l'Università di Toronto. Presso l'Università di Plymouth è Ph.D researcher nel CAiiA e studia il fenomeno dell'Arte Sincretica. Sotto la direzione del prof. [[Roy Ascott]] lavora all'interno di un network internazionale per definire la metodologia di dialogo tra arte, scienza, tecnologia e natura (tech-noetica). È direttore con Antonio Caronia del Nodo di ricerca Ph.D M-Node[http://www.m-node.org] in Italia. E' stato membro del consiglio scientifico del Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano Leonardo da Vinci. Allievo di [[Derrick de Kerckhove]] e poi di Roy Ascott, ha sviluppato una ricerca sincretica sui media, tecnologia e nuove proporzioni umane, che esprime un'estetica in cui pratica artistica, esperienza didattica e produzione scientifica si fondono in un unico contesto di ricerca. Monico non si identifica con l’artista tradizionale, diventa egli stesso spettatore delle sue opere dalle quali cerca di ricavare informazioni, idee e eventi, con il diretto coinvolgimento di più persone, da luoghi e ruoli diversi. Il suo pensiero si basa su una combinazione di scienza, arte, filosofia e saperi diversi che servono all'artista per riconoscere la natura paradossale del sapere e le contraddizioni inerenti alle epistemologie formali. La scienza e l'arte per Monico possono contribuire a espandere una consapevolezza che viene vista come vera e propria posizione politica. La sua metodologia si sostanzia in un approccio sincretico tra teoria critica e prassi pragmatica che coincide con l'arte. Ha scritto di Critica Media per l'«International Herald Tribune/Italy Daily», e ha unito all'attività di ricerca e didattica quella di autore televisivo. Per Meltemi Editore ha scritto ''Il Dramma Televisivo'' (2006). Lavora sul fronte dell'innovazione e della metodologizzazione dei processi creativi; è autore di opere quali ''TAFKAV'' [http://it.wikipedia.org/wiki/TAFKAV], un'istallazione tech-noetica, e ''Is There Love in the Technoetic Narcissus'' [http://technoeticnarcissus.blogspot.com/] si occupa di opere di New Media art.<br />
<br />
==Bibliografia==<br />
* Monico, F. (2006). ''Il Dramma Televisivo: l'Autore e l'Estetica del Mezzo''. Meltemi.edu, 58. Roma: Meltemi. ISBN 8883534719<br />
* Monico, F. (2006). ''White Rabbit On The Moon'' in Technoetic Arts, July-06,Vol.4,Issue:2:Intellect. Print ISSN 1477-965X<ref>[http://www.atypon-link.com/INT/doi/abs/10.1386/tear.4.2.141_1?cookieSet=1&journalCode=tear White Rabbit]<!-- Bot generated title -->]</ref><br />
* Monico, F. (2008). ''La Variazione Technoetica'' in "Le variazioni Grandi" Quaderno di Comunicazione 8. Roma: Meltemi. <ref>[http://www.quadernodicomunicazione.com/quaderno8.htm Quaderno 8]<!-- Bot generated title -->]</ref><br />
* Monico, F. (2008). ''Is There Love in The Technoetic Narcissus?'' in "New Realities: Being Syncretic" Edition Angewandte, Springer-Verlag. Edited by Ascott, R.; Bast, G.; Fiel, W.,ISBN 978-3-211-78890-5.<br />
== Articoli ==<br />
<br />
<br />
* Teresa de Feo.''TAFKAV e un fiore di nome Vanda,'' in [http://www.digicult.it/digimag/article.asp?id=1015 DIGIMAG] N. 30 (2007 Dicembre - 2008 Gennaio). <br />
* Alberto Mattia Martini. 2008 Marzo.''TAFKAV The Artist Formerly Known as Vanda, Un metodo eversivo'' in [http://www.dars.it/periodico/archivio.asp?pagina=1 D'ARS] N. 193 (March, 2008, 48° Years from 1960). <br />
* Cristina Trivellin. 2008 December.''TAFKAV The Artist Formerly Known as Vanda'' in [http://www.noemalab.org/sections/arte_focus.php?IDFocus=247 NOEMA Tecnologie e Società] (14/12/2008).<br />
<br />
== Mostre e Festival ==<br />
[http://07.a-m-b-e-r.net/en/ AMBER07] - body process arts festival- Istanbul 9-17 November 2007 - TAFKAV.<br />
[http://www.isea2008singapore.org/ ISEA 2008] - International Symposium on Electronic Art - Singapore 25/7-3/8 2008 - TAFKAV The Online Database, paper.<br />
[http://www.dars.it/ DARS] - Milano 14-21 October 2008 - TAFKAV.<br />
==Riferimenti e Link==<br />
*[http://www.naba.com/ Nuova Accademia di Belle Arti Milano]<br />
*[http://nabamediadesign.wordpress.com/ Scuola di Media Design & Arti Multimediali]<br />
*[http://www.m-node.com/ Dottorato di Ricerca PhD M-Node]<br />
<br />
[[categoria:scheda]]<br />
[[categoria:Venezia]]<br />
[[categoria:Italia]]<br />
[[categoria:Europa]]<br />
[[categoria:Arte e scienza]]<br />
[[categoria:tech-noetica]]<br />
[[categoria:1968 d.c.]]</div>Daniele Trengiahttps://www.edueda.net/index.php?title=File:Mondo2000.jpg&diff=56841File:Mondo2000.jpg2010-02-14T15:08:00Z<p>Daniele Trengia: </p>
<hr />
<div></div>Daniele Trengiahttps://www.edueda.net/index.php?title=Mondo_2000&diff=56840Mondo 20002010-02-14T15:07:48Z<p>Daniele Trengia: </p>
<hr />
<div>{{Stub}}<br />
<br />
[[Image:mondo2000.jpg|right|frame|Mondo 2000]] <br />
<br />
=='''Personaggio o gruppo:'''==<br />
Mondo 2000<br />
<br />
=='''Biografia:'''== <br />
Da un’idea di [[R.U. SIRIUS]] nel 1989 nasce la rivista Mondo 2000 che in un primo tempo si chiamava Reality Hacker e che si occupava generalmente di [[cyber cultura]] e di problemi che ruotano intorno alla società digitale.<br />
Mondo 2000 annovera tra i suoi collaboratori autori provenienti dall'area cyberpunk (Gibson, Sterling, Shirley, Rucker...), dall'area degli [[Hacker|hacker]], dall'area della controcultura legata all'LSD e dall'area dei grandi nomi dell'industria dei computer.<br />
Mondo 2000 è stata la rivista che ha avuto l'innegabile pregio di scoperchiare il vaso di Pandora delle nuove tecnologie in tempi non sospetti, con il tipico esagerato entusiasmo americano, ma allo stesso tempo, innescando una prima disincantata critica pop delle illusioni di crescita sociale legata ai nuovi media. <br />
Mondo 2000, con un forte background politico, era entrata nel mondo della programmazione, conducendo battaglie politiche a suo modo, e portando avanti un'idea di libertà propria dello spirito degli hacker più entusiasti.<br />
In questo momento questa rivista ha un impatto tremendo sulla comunità del computer. Dal top manager al programmatore di più basso livello, tutti amano "Mondo 2000", perché vi trovano quell'energia, quel senso dello humor che non trovano nelle proprie vite. Anche per le persone più conservatrici “Mondo 2000‿ rappresenta una boccata d'aria fresca. Tuttavia, malgrado la popolarità di "Mondo2000", c'è sempre qualcuno che si tira indietro dal finanziamento pubblicitario, perché vi sono contenuti giudicati offensivi del pudore comune quali sesso, parolacce ecc.<br />
Un media come “Mondo 2000‿ può funzionare come una specie di tracciato alternativo, come un buco nero dove si raccolgono tutte le cose, e le diverse sensibilità e che poi ritornano fuori. Questa attività si è allargata a tanta gente, e arrivata anche alla comunità nera o hip hop, rap o alla cyberpunk culture.<br />
<br />
=='''Poetica:'''== "Mondo 2000", è un modo di rendere pubblico un certo movimento, di creare connessioni, di espanderlo tra la gente, costruendo un vero e proprio senso d'identità in California e speriamo anche in tutti gli Stati Uniti. <br />
"Mondo 2000" ha creato una cultura, ha seguito fin dagli inizi quella che oggi viene percepita come cyberculture. <br />
È comunque un processo in larga parte casuale, che si alimenta grazie alla gente che entra in contatto con la rivista.<br />
<br />
=='''Sito web:'''== <br />
http://www.mondo2000.com<br />
<br />
=='''Webliografia:'''== <br />
http://net.info.nl/leary/mondo.htm<br />
<br />
http://www.streettech.com/bcp/BCPtext/CyberCulture/Mondo2000.html<br />
<br />
http://www.rawilson.com/m2k.html<br />
<br />
http://www.decoder.it/archivio/shake/decoder/m2000.htm<br />
<br />
[[categoria:1989 d.c.]]<br />
[[categoria:Usa]]<br />
[[categoria:Nord America]]<br />
[[categoria:Pratiche e culture artistiche]]<br />
[[categoria:Hacktivism]]<br />
[[categoria:Hacker]]<br />
[[categoria:riviste cyberpunk]]<br />
[[categoria:Scheda]]<br />
[[categoria:Arte e scienza]]<br />
[[categoria:Culture digitali]]</div>Daniele Trengiahttps://www.edueda.net/index.php?title=File:1951.jpg&diff=56829File:1951.jpg2010-02-14T14:33:20Z<p>Daniele Trengia: </p>
<hr />
<div></div>Daniele Trengiahttps://www.edueda.net/index.php?title=Miracolo_a_Milano&diff=56828Miracolo a Milano2010-02-14T14:33:06Z<p>Daniele Trengia: </p>
<hr />
<div>[[Image:1951.jpg|right|frame|Frame del film]] <br />
<br />
== Titolo ==<br />
Miracolo a Milano<br />
<br />
== Anno ==<br />
1951 d.C.<br />
<br />
== Luogo ==<br />
Italia<br />
<br />
== Autore ==<br />
[[De Sica Vittorio]]<br />
<br />
== Descrizione ==<br />
L'anziana signora Lolotta trova un neonato sotto un cavolo del suo orto. Lo adotta, ma quando lei muore, Totò, così era stato chiamato l'orfanello abbandonato, che ormai è grandicello, viene affidato all'orfanotrofio.<br />
Ne uscirà quando sarà quasi un uomo e pieno di fiducia nel prossimo, si aggira per Milano con in mano una valigetta, cercando il suo primo lavoro. Ottimista ha un saluto per tutti, accorgendosi però che la gente è, al contrario di lui, scontrosa e diffidente e accoglie il suo saluto con fastidio. <br />
totò si ferma nei pressi della Scala per ammirare l'uscita dei ricchi spettatori in abiti eleganti, e un vecchio barbone, approfittando della sua distrazione, gli ruba la valigetta.<br />
Totò lo insegue per farsi rstituire il maltolto, ma alla fine, commosso dalle sue lacrime, gliela dona. E accetta l'ospitalità del vecchio nella sua baracca, perchè non ha dove dormire.<br />
quando al mattino si sveglia, il protagonista vede attorno a sè altre baracche e altri disperati.<br />
Nell'accampamento arrivano sempre nuovi sventurati e famiglie cadute in disgrazia e tra loro, un giorno arriva il signor Brambi, il proprietario del terreno, ed il ricco signor Mobbi, che l'ha comprato. I poveri vanno incontro a questo nuovo padrone con fare minaccoso, data la paura di essere cacciati. Ma lui li rassicura: gli uomini, ricchi o poveri, sono tutti uguali. Senonchè si scopre che nel terreno c'è il petrolio, e così Mobbi cerca di far sloggiare i baraccati, ma trova la loro resistenza. Ma nonostante tutto, lo sgombero è in atto. <br />
Si organizza allora la resistenza, ma quando i gendarmi lanciano i lacrimogeni, i baraccati sono costretti ad indietreggiare. <br />
Totò, che aveva trovato rifugio sopra un albero, vede all'improvviso il fantasma della vecchia madre adottiva, che gli consegna una colomba: tutto quello che lui desidera, la colomba sarà in grado di realizzarlo. E proprio grazie a lei, succedono una serie di cose che fanno indietreggiare le guardie.<br />
I poveri cominceranno a chiedere favori a Totò.<br />
Quando finalmente il ragazzo riesce a sfuggire e va a casa della ragazza del quale si è innamorato. Scenderanno gli angeli dal cielo e si riprenderanno la colomba. Intanto i baraccati cominceranno ad essere caricati sui cellulari delle guardi, e allora riscenderà la vecchia signora Lolotta, i cellulari si aprono e i baraccati si allontanano in volo sulle scope degli spazzini, delle quali si erano appropriati.<br />
Il film fu accolto da un giudizio nnegativo di progressisti e conservatori, allo stesso modo. i primi criticavano il film in quanto troppo evangelico e moralmente consolatorio, i secondi lo giudicavano un film eversivo e d'ispirazione comunista. a entrambi poi non andava a genio di rendere protagonisti dei barboni.<br />
<br />
<br />
[[Categoria: 1951 d.c.]]<br />
[[Categoria: Milano]]<br />
[[Categoria: Italia]]<br />
[[Categoria: Europa]]<br />
[[Categoria: opera di De Sica Vittorio]]<br />
[[Categoria: Arte e scienza]]<br />
[[Categoria: Cinema]]<br />
[[Categoria: Neorealismo]]</div>Daniele Trengiahttps://www.edueda.net/index.php?title=File:Chiaridep.jpg&diff=56827File:Chiaridep.jpg2010-02-14T14:28:30Z<p>Daniele Trengia: </p>
<hr />
<div></div>Daniele Trengiahttps://www.edueda.net/index.php?title=Metodo_per_video-camera&diff=56826Metodo per video-camera2010-02-14T14:28:14Z<p>Daniele Trengia: </p>
<hr />
<div>[[Image:chiaridep.jpg|right|frame|Giuseppe Chiari]] <br />
<br />
==Titolo:==<br />
Metodo per video-camera<br />
<br />
==Autore==<br />
[[Chiari Giuseppe|Giuseppe Chiari]]<br />
<br />
==Anno:==<br />
1976<br />
<br />
==Luogo:==<br />
<br />
==Sito web:==<br />
<br />
==Descrizione:==<br />
da ''Il metodo per suonare''<br />
<br />
==Collezione:==<br />
<br />
==Genere artistico di riferimento:==<br />
<br />
==Bibliografia:==<br />
<br />
==Webliografia:==<br />
<br />
[[Categoria:Opera]]<br />
[[Categoria:Opera di Chiari Giuseppe]]<br />
[[categoria:1976 d.c.]]<br />
[[Categoria:Italia]]<br />
[[Categoria:Europa]]<br />
[[Categoria:Fluxus]]<br />
[[Categoria:Performance]]<br />
[[Categoria:Precursori]]<br />
[[Categoria:Arte e scienza]]<br />
[[Categoria:Videoarte]]</div>Daniele Trengiahttps://www.edueda.net/index.php?title=Menage&diff=56825Menage2010-02-14T14:24:23Z<p>Daniele Trengia: </p>
<hr />
<div>{{stub}}<br />
=Titolo:=<br />
Menage<br />
<br />
=Anno:=<br />
1974 d.c.<br />
<br />
=Autore:=<br />
White Norman<br />
<br />
=Descrizione:=<br />
In omaggio a W. Grey Walter, pioniere della ricerca del cervello e della riproduzione artificiale del comportamento umano, questa installazione impiega quattro robot che si muovono avanti e indietro sul soffitto e un quinto robot collocato sul pavimento. Ogni macchina esplora l’ambiente rivolgendosi verso le sorgenti di luce forte: le macchine tendono a convergere ed incrociarsi l’un l’altra finché i controlli sui motori non le separano nuovamente. Nonostante l’estrema semplicità dei principi di controllo, il comportamento del gruppo risulta sorprendentemente complesso.<br />
<br />
[[categoria: Opera]]<br />
[[categoria: Opera di White Norman]]<br />
[[categoria: 1974 d.c.]]<br />
[[categoria: Arte e scienza]]<br />
[[categoria: Arte e tecnologia]]<br />
[[categoria: Arte elettronica]]<br />
[[categoria: Arte e robotica]]<br />
[[Categoria:Ontario]]<br />
[[Categoria:Canada]]<br />
[[Categoria:Nord America]]</div>Daniele Trengiahttps://www.edueda.net/index.php?title=File:Mdf549393.jpg&diff=56824File:Mdf549393.jpg2010-02-14T14:19:40Z<p>Daniele Trengia: </p>
<hr />
<div></div>Daniele Trengiahttps://www.edueda.net/index.php?title=Meester_Joanneke&diff=56823Meester Joanneke2010-02-14T14:19:29Z<p>Daniele Trengia: </p>
<hr />
<div>[[Image:mdf549393.jpg|right|frame|Meester Joanneke]] <br />
==Personaggio o Gruppo:==<br />
Meester Joanneke<br />
==Biografia==<br />
Joanneke Meester nasce nel 1966 a Purmerend nei Paesi Bassi, dove si laurea in Belle Arti presso l'accademia di Amsterdam nel 1990.<br />
Dal 1992 sino al 2001 partecipa alle seguenti mostre collettive:<br />
<br />
-1992: Brandaris, Terschelling (NL). <br />
<br />
-1993: Ballroom dresses, Very Important Persons Royal Pond, The Hague (NL). <br />
<br />
-1994: Vista, group exhibition, Breda (NL)/ VIP, Alphen a/d Rijn (NL)/ VIP, Gent, Belgio/ Airbeds, Rotterdam (NL)/ Slate Hammocks, Gouda (NL).<br />
<br />
-1995: Scenography danceperformance Waswax, Amsterdam (NL)/ Peace Buddha's, Vondelpark Amsterdam (NL)/ Baigneuses de savon, Aalsmeer (NL).<br />
<br />
-1996: I love the market, group exhibition, Leiden (NL)/ LighttowersNoordwijk, Katwijk <br />
(NL)/ Peace buddha's, Taipeh, Taichung, Koahsiung, Taiwan.<br />
<br />
-1997: Peace buddha's Royal garden, Praga/ Scenography ''Moving tears'' Beurs van berlage (NL).<br />
<br />
-1998: Sans culottes, Maastricht (NL)/ Hai koe, Hoorn (NL).<br />
<br />
-1999: Hai koe, Oostende, Belgio/ Source of Rozenburg.<br />
<br />
-2000-2001: A cool beauty, city council building Groningen.<br />
<br />
Nel 2004 la Meester partecipa all'Amsterdam Art Show con un'opera che più delle altre la include nel movimento Biopunk: ''Skin Gun'' realizzata tramite l'ingegneria tissutale rappresenta una provocazione nei confronti della Guerra e dell'uso delle armi da fuoco in generale. <br />
<br />
'''Luogo dove lavora:'''<br />
Principalmente Paesi Bassi (ma espone anche in Cina e Giappone).<br />
<br />
'''Periodo in cui svolge la sua pratica artistica:'''<br />
Dal 1992.<br />
<br />
'''Tipologia di intervento:'''<br />
Attivismo; Arte e Scienza; Manipolazione materia organica; Interazione dei media; Movimento Biopunk; Le sue opere manifestano il vuoto esistenziale e la violenza del mondo in cui viviamo.<br />
==Opere==<br />
*''Skin Gun''<br />
Nel 2004 Meester partecipa all'Amsterdam Art Show con un'opera che più delle altre la include nel movimento Biopunk.<br />
Per rappresentare l'idea della violenza nella società e mostrare simbolicamente ciò che l'utilizzo di un'arma può causare al corpo umano, l'artista olandese Joanneke Meester ha riprodotto ''Skin Gun'', una pistola, della grandezza di una scatola di fiammiferi (5.5 cm x 3 cm), trattando un lembo di pelle (circa 20 cm), in precedenza fatto asportare chirurgicamente dal suo stesso addome. L'opera è stata esibita in una teca di vetro durante l'Amsterdam Art Show tenutosi dall'8 al 16 maggio scorso. La Meester spiega: "Se ognuno di noi arrivasse a realizzare una pistola con la propria pelle, ritengo che ci penserebbe due volte prima di usarla", questo è il messaggio che l'artista ha voluto comunicare, attraverso un'azione che richiama l'attenzione sul corpo e sul prodotto ottenuto dal corpo stesso, entrambi investiti del ruolo di media e depositari di specifici segni culturali e sociali.<br />
<br />
*''Video portrait''<br />
Durante l'esposizione intitolata Transfiction del 2003, tenutasi ad Amsterdam presso il W 139, sono stati presentati i lavori video degli olandesi Joanneke Meester e Raymond Taudin Chabot, insieme alla collezione di Murales dell' artista belga Jan van Imschoot.<br />
Il nome della mostra è una sorta di allusione alla frase letteraria ''faction''.<br />
In questo genere, i testi giornalistici e novellistici mescolano attraverso un'elaborazione mentale, fatti e romanzo, generando incertezza da parte del lettore su ciò che è reale e ciò che è inventato e fittizio.<br />
Come indicato dal neologismo ''transfiction'', gli artisti partecipanti scelgono di varcare i confini della rappresentazione fedele della realtà e della relativa finzione visiva.<br />
Le opere presentate per tanto si muovono liberamente tra varie categorie, mantenendo costante l'interesse per una maggiore stabilizzazione visiva e per l'immagine di per sè.<br />
Joanneke Meester in questa esibizione, conduce un'indagine molto intima su una serie di ritratti - video che utilizzano un linguaggio semi - astratto per occuparsi di tematiche quali la limitazione e la dominazione, l'oppressione e la sicurezza.<br />
Gli attori dei digital tableaux vivants della Meester, sono in parte ''deumanizzati'', privati dei tratti somatici che ci distinguono l'uno dall'altro rendendo uniche le nostre espressioni emozionali, esasperando l'effetto d'alienazione collettiva e la drammaticità insita nella clonazione (intesa come riproduzione in serie).<br />
<br />
==Poetica==<br />
Joanneke Meester conduce un'indagine legata alla solitudine dell'uomo contemporaneo, alle sue paure e manifestazioni di forza, di potere, per auto illudersi di controllare ancora qualcosa dei processi naturali o artificiali che governano il mondo moderno.<br />
Nella società di ibridi e cloni ipotizzata dalla Meester, si percepisce l'esigenza di ripristinare un contatto con la dimensione ''umana - individuale'', che ci distingue come individui a se stanti e soprattutto, unici e pensanti.<br />
<br />
==Musei==<br />
<br />
==Bibliografia==<br />
ABC-NEWS ONLINE (a cura di), (Sabato, 24 Aprile del 2004), ''Dutch artist shoots from the hip'', indirizzo internet: http://www.abc.net.au/news/newsitems/s1094043.htm<br />
<br />
==Sito web==<br />
[http://www.joannekemeester.nl/ www.joannekemeester.nl]<br />
<br />
==Webliografia==<br />
http://www.anecdotage.com/index.php?aid=18776<br />
<br />
http://www.livejournal.com/users/jwz/2004/04/26/<br />
<br />
http://beverlytang.com/archives/art/epidermic_pistol.html<br />
<br />
http://www.sudsandsoda.com/notebook/archives/000667.html<br />
<br />
<br />
<br />
[[Categoria:Scheda]]<br />
[[Categoria:Meester Joanneke]]<br />
[[Categoria:1966 d.c.]]<br />
[[Categoria:Amsterdam]]<br />
[[Categoria:Olanda]]<br />
[[Categoria:Europa]]<br />
[[Categoria:Arte e scienza]]<br />
[[Categoria:Arte e corpo post_organico]]</div>Daniele Trengiahttps://www.edueda.net/index.php?title=File:Mediazioni.jpg&diff=56822File:Mediazioni.jpg2010-02-14T14:16:00Z<p>Daniele Trengia: </p>
<hr />
<div></div>Daniele Trengiahttps://www.edueda.net/index.php?title=Meditazioni_mediterraneo&diff=56821Meditazioni mediterraneo2010-02-14T14:15:48Z<p>Daniele Trengia: </p>
<hr />
<div>{{stub}}<br />
<br />
<small><Font color=red></font></small><br />
<br />
[[Image:mediazioni.jpg|right|frame|Meditazioni mediterraneo]] <br />
==Titolo:== <br />
Meditazioni mediterraneo<br />
<br />
<br />
==Autore:== <br />
[[Studio Azzurro]]<br />
<br />
<br />
==Anno:== <br />
2003<br />
<br />
==Luogo:==<br />
Napoli, castel Sant'Elmo<br />
<br />
==Sito web:== <br />
<br />
<br />
==Descrizione:== <br />
<br />
In viaggio attraverso cinque paesaggi instabili<br />
19 programmi video interattivi e 16 programmi video sincronizzati<br />
<br />
"Attraverso questo progetto vogliamo condurre lo spettatore – il viaggiatore – a compiere un itinerario nei sensi e nei luoghi e nell’arte di vivere del Mediterraneo. Come un moderno Ulisse cerchiamo di indurlo nell’avventura dell’incontro imprevisto, della scoperta sviante, della incertezza d’identità. Ma cerchiamo anche di orientarlo con la sensazione improvvisa, la bellezza accecante, con lo sguardo profondo nella realtà. Un autentico viaggio nei possibili territori delle sensibilità."<br />
La mostra è costruita attorno a cinque grandi paesaggi "instabili" che rappresentano in modo emblematico le tappe di un vero e proprio itinerario nei sensi e nei luoghi del Mediterraneo. E’ il risultato di un viaggio compiuto all’interno di un’area geografica la cui condensazione di segni trae origine dallo straordinario e tormentato fascino del suo territorio, ma anche dalla antica ricchezza delle sue culture e dalla mescolanza di razze, religioni e costumi, rappresentate nei popoli che abbracciano questo specchio di mare. E’ una ricerca che, tra le differenze, attraversa anche l’ideale codice genetico di una comune identità stratificata, costituita da elementi primari: materie, suoni, colori, odori, gesti, processi e relazioni. Accostati in insiemi, questi elementi generano paesaggi, formano scenari che divengono attivi: sono videoinstallazioni, dispositivi interattivi che utilizzano la tecnologia come linguaggio per favorire la partecipazione dello spettatore e il suo coinvolgimento, invitandolo a condividere con noi le innumerevoli questioni che questo itinerario ci ha posto. Il tutto nell’ottica propositiva che «il Mediterraneo è un divenire, una speranza, non solo una radice» (Adonis).<br />
<br />
==Collezione:==<br />
<br />
<br />
==Genere artistico di riferimento:==<br />
<br />
<br />
==Bibliografia:==<br />
<br />
<br />
==Webliografia:==<br />
http://www.studioazzurro.com/opere/ambienti_sensibili/meditazioni_mediterraneo<br />
<br />
<br />
[[categoria:Opera]]<br />
[[categoria:Opera di Studio Azzurro]]<br />
[[Categoria:2003 d.c.]]<br />
[[Categoria:Napoli]]<br />
[[Categoria:Europa]]<br />
[[categoria:Videoarte]]<br />
[[categoria:Arte e scienza]]<br />
[[categoria:Arte e tecnologia]]<br />
[[categoria:Pratiche e culture artistiche]]<br />
[[categoria:Installazioni interattive]]</div>Daniele Trengiahttps://www.edueda.net/index.php?title=File:Mediaperre.jpg&diff=56820File:Mediaperre.jpg2010-02-14T14:14:01Z<p>Daniele Trengia: </p>
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<div></div>Daniele Trengiahttps://www.edueda.net/index.php?title=Medialismo&diff=56819Medialismo2010-02-14T14:13:49Z<p>Daniele Trengia: </p>
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<div>{{stub}}<br />
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[[Image:mediaperre.jpg|right|frame|Medialismo]] <br />
<br />
=='''Titolo: '''==<br />
Medialismo<br />
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=='''Autore: '''==<br />
[[Perretta Gabriele]]<br />
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=='''Anno: '''==<br />
1993 d.c.<br />
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=='''Luogo: '''==<br />
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=='''Sito web: '''==<br />
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=='''Descrizione: '''==<br />
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Medialismo: Termine coniato dal critico napoletano Gabriele Perretta e poi riproposto in articoli su riviste specializzate come Flash Art e anche in una mostra collettiva nell’ottobre 1993 al Flash Art Museum di Trevi (Perugia). Il medianismo non considera l'opera d'arte come totalità autonoma. Esso trova riscontro in un concetto di arte-costruzione libera e autonoma della mente e del sentimento. E consente un sistema di critica fondamentalmente estetico: un modo libero di recensire ed individuare i valori espressi in un certo prodotto poetico variandone continuamente il senso di ammirazione e di riconoscimento. A partire da ciò i medialismi smentiscono subito quell'apparente raccolta di segmenti artistici già visti. Il medialismo su piano dell'applicazione, pur prestandosi come tutt'altro che sistematico, si manifesta in diverse forme tra cui la pittura mediale, il medialismo analitico e l'anomia mediale. La pittura, ad esempio, agisce su un'ampia gamma iconografica evocando immagini frequenti dell'imprinting popolare; la medial-analysis, invece, muovendosi con particolare contrasto verso l'idealismo concettuale, sostituisce la formalizzazione estetica in tutte le sue derivazioni come processo stesso dell'opera; l'anomia mediale, infine, comprende artisti che intervengono sull'immagine del mondo dell'economia e degli affari o che comunque si spogliano delle rispettive identità anagrafiche e si pongono come collettivi di comunicazione. I medialismi nascono dalle ricerche sviluppate negli ultimi anni, analizzando le radici del lavoro di un novero di artisti italiani e stranieri e riconoscendone un fondamento comune che critichi il concetto stesso di genere usato dall'avanguardia. Individuare e scegliere l'area spetta al fruitore senza perdere di vista lo scenario socio-economico, iconografico e tecnologicamente avanzato che fa da sfondo. Unisce questi artisti il rifiuto di una manipolazione meramente descrittiva della comunicazione fondata sull'accumulo di discipline collaterali, assimilabili piuttosto alle realtà più disparate della trasfigurazione sociale. L'artista mediale infatti, non rifà il verso a nessuno strumento particolare dei mass-media; in effetti non è importante che ci sia un riferimento esplicito alla mediologia, ma è più importante che ponga in discussione e prenda le distanze da quella recente storia che voleva riportare i temi dell'arte al proprio specifico attestandosi su di un'ambigua filosofia di transizione. Tratto da G, Perretta, Medialismo, Milano, 1993.<br />
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=='''Collezione: '''==<br />
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=='''Genere artistico di riferimento: '''==<br />
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=='''Bibliografia: '''==<br />
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=='''Webliografia: '''==<br />
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[[categoria:Opera]]<br />
[[categoria:Opera di Perretta Gabriele]]<br />
[[categoria:1993 d.c.]]<br />
[[categoria:Europa]]<br />
[[categoria:Media art]]<br />
[[categoria:Arte e scienza]]</div>Daniele Trengiahttps://www.edueda.net/index.php?title=File:Medea.jpg&diff=56818File:Medea.jpg2010-02-14T14:09:58Z<p>Daniele Trengia: </p>
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<div></div>Daniele Trengia