Holzer Jenny: differenze tra le versioni
(9 versioni intermedie di 4 utenti non mostrate) | |||
Riga 1: | Riga 1: | ||
− | + | [[Image:holzerjenny.jpg|right|frame|Jenny Holzer]] | |
− | + | ||
− | [[categoria: | + | '''Holzer Jenny ''' |
− | [[categoria: | + | |
+ | == Biografia == | ||
+ | |||
+ | Jenny Holzer (Gallipolis, Ohio, USA, 1950) è considerata una delle principali esponenti della corrente concettuale degli anni Settanta. Da allora dissemina nelle città di tutto il mondo i suoi truism (dall'inglese: assiomi o sentenze) ovvero brevi frasi in cui l'artista enuncia visioni contraddittorie del mondo, del rapporto uomo-donna, del potere e della giustizia. | ||
+ | Nel 1990, la Biennale di Venezia le assegna il Leone d'Oro. Al 1995 risale il suo primo progetto in rete: [[Please change beliefs]] per il portale Äda'web. Il tentativo di disseminare le sue idee nello spazio pubblico trova ora uno strumento nuovo ed efficace: il web, che permette una circolazione più vasta e una collaborazione interattiva del pubblico. L'anno successivo Jenny Holzer comincia a utilizzare le proiezioni allo xeno, prima a Firenze sul Lungarno e poi in altre città del mondo. Tra i suoi progetti recenti: le proiezioni notturne a Cannes durante il Festival del cinema (2003) e quelle, che hanno trasformato la facciata del Peggy Guggenheim Museum di Venezia in un immenso schermo a cielo aperto (2003). | ||
+ | |||
+ | == Opere == | ||
+ | |||
+ | [[Scritte elettroniche urbane]] per il Times Square Show (1980) | ||
+ | |||
+ | == Musei == | ||
+ | |||
+ | == Bibliografia == | ||
+ | |||
+ | == Sito web == | ||
+ | |||
+ | == Poetica == | ||
+ | |||
+ | Nei suoi lavori, Jenny Holzer indaga diversi strumenti di comunicazione: dai led luminosi a Internet, cercando di rendere consapevole chi guarda della sua condizione di bersaglio di messaggi ambigui. Jenny Holzer mette a nudo il messaggio e lo veicola attraverso manifesti, led ma anche panchine e magliette, in un costante dualismo tra l'approccio emotivo, tipico del manifesto, e quello razionale, proprio della didascalia. | ||
+ | |||
+ | == Webliografia == | ||
+ | |||
+ | |||
+ | |||
+ | [[categoria: Scheda]] | ||
+ | [[categoria: Holzer Jenny]] | ||
[[categoria: Gallipolis]] | [[categoria: Gallipolis]] | ||
[[categoria: Ohio]] | [[categoria: Ohio]] | ||
− | [[categoria: | + | [[categoria: Usa]] |
+ | [[categoria: Nord America]] | ||
[[categoria: 1950 d.c.]] | [[categoria: 1950 d.c.]] | ||
+ | [[categoria: Precursori]] | ||
+ | [[categoria: Arte concettuale]] | ||
+ | [[categoria: Videoarte]] | ||
+ | [[categoria: Arte delle reti]] | ||
+ | [[categoria: Net art]] |
Versione attuale delle 17:18, 9 Feb 2010
Holzer Jenny
Biografia
Jenny Holzer (Gallipolis, Ohio, USA, 1950) è considerata una delle principali esponenti della corrente concettuale degli anni Settanta. Da allora dissemina nelle città di tutto il mondo i suoi truism (dall'inglese: assiomi o sentenze) ovvero brevi frasi in cui l'artista enuncia visioni contraddittorie del mondo, del rapporto uomo-donna, del potere e della giustizia. Nel 1990, la Biennale di Venezia le assegna il Leone d'Oro. Al 1995 risale il suo primo progetto in rete: Please change beliefs per il portale Äda'web. Il tentativo di disseminare le sue idee nello spazio pubblico trova ora uno strumento nuovo ed efficace: il web, che permette una circolazione più vasta e una collaborazione interattiva del pubblico. L'anno successivo Jenny Holzer comincia a utilizzare le proiezioni allo xeno, prima a Firenze sul Lungarno e poi in altre città del mondo. Tra i suoi progetti recenti: le proiezioni notturne a Cannes durante il Festival del cinema (2003) e quelle, che hanno trasformato la facciata del Peggy Guggenheim Museum di Venezia in un immenso schermo a cielo aperto (2003).
Opere
Scritte elettroniche urbane per il Times Square Show (1980)
Musei
Bibliografia
Sito web
Poetica
Nei suoi lavori, Jenny Holzer indaga diversi strumenti di comunicazione: dai led luminosi a Internet, cercando di rendere consapevole chi guarda della sua condizione di bersaglio di messaggi ambigui. Jenny Holzer mette a nudo il messaggio e lo veicola attraverso manifesti, led ma anche panchine e magliette, in un costante dualismo tra l'approccio emotivo, tipico del manifesto, e quello razionale, proprio della didascalia.