Celestina del Madagascar: differenze tra le versioni
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Revisione 21:09, 22 Mar 2016
Il cristallo Celestina del Madagascar si riconosce grazie ad abito, colore e saggio alla fiamma. La bellezza dei cristalli, la buona lucentezza e la stupenda tonalità di blu (unica nel mondo dei minerali) rendono la celestina uno dei minerali più ambiti dai collezionisti.
Contents
Cenni storici
Il nome deriva dal latino caelestis=celeste, a causa del colore blu (forse i latini erano lievemente daltonici); in antichità aveva una sua importanza in quanto i preti del Bengala la usavano per colorare di rosso le fiamme sacre (questo effetto stupiva e terrorizzava i credenti), in tempi successivi fu invece utilizzata per i primi rudimentali fuochi d'artificio.
Proprietà
Classe mineralogica
Solfato
Gruppo
Trimetrico
Sistema
Rombico
Abito
I cristalli sono di solito euedrali tabulari o prismatici. Si può trovare anche celestina di aspetto nodulare, fibroso e granulare.
Durezza
3-3.5
Peso specifico
3.9-4.0
Indice di rifrazione
na=1,622 nb=1,624 ng=1,631 (birifrangente)
Colore
Di solito blu, ma anche incolore e giallo con sfumature verdastro, rossastro, brunastro.
Lucentezza
Vitrea (a volte madreperlacea).
Trasparenza
Da trasparente a traslucida.
Sfaldatura
Perfetta in una direzione, debole nelle altre.
Striscio
Polvere bianca.
Frattura
Concoide.
Giacimenti
Stati Uniti (Ohio, Michigan), Madagascar (cristalli ben formati), Inghilterra, Egitto; in Italia vi sono giacimenti in Sicilia.
Caratteristiche ed utilizzi
colore rosso al test alla fiamma (si distingue così dalla barite che alla fiamma è verde pallido); alcuni campioni sono fluorescenti ai raggi UV. La celestina si utilizza come colorante nell'industria chimica; per la produzione di preparati di stronzio utili nel campo della pirotecnia, della ceramica, della cosmesi, dei lubrificanti; a volte si estrae stronzio puro da impiegare come metallo (poco utilizzato)