TRAX: differenze tra le versioni

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TRAX ("Tracks"- tracce, solchi - o, leggendo al contrario, "X-Art", arte proibita) il progetto cercava di coinvolgere il maggior numero possibile di persone, parodiando le multinazionali per quanto riguardava i modelli produttivi. In pratica, TRAX era una specie di griffe con cui chiunque poteva firmare i propri lavori. Chiunque aderiva al progetto diventava un'unità TRAX, contrassegnata dalla parola magica e da un numero che indicava solamente l'ordine progressivo di adesione (es. "Piermario Ciani - TRAX 01; "Vittore Baroni"- TRAX 02... Shozo Shimamoto - TRAX 0383..."etc.). Il progetto prevedeva due ruoli operativi intercambiabili: erano dette Unità Centrali quelle che organizzavano e producevano un dato "modulo"(vale a dire un evento, una collana, una determinata ramificazione del progetto), e Unità Periferiche tutti gli altri partecipanti. Dal giugno 1981 al giugno 1987 operarono come Unità Periferiche circa 500 persone da una trentina di nazioni diverse, e dieci Unità Centrali. Tra i media coinvolti in Italia, le riviste Frizzer, Frigidaire e Tempi supplementari, che nel 1985-86 pubblicarono a puntate il fumetto "TRAXMAN"(testi di TRAX 02, disegni di TRAX 03). I moduli furono performances, concerti, dischi, cassette, fumetti, racconti, poesie, films, videoinstallazioni, T-shirts, cartoline etc. Il primo prodotto di Trax, denominato Xact, è stata una serie di composizioni modulari realizzate con primi piani di organi genitali in attività. Quadrati di cinque centimetri di lato, ripetuti all’infinito, tutti abbastanza simili ma anche diversi uno dall’altro, che idealmente potessero tappezzare delle stanze intere, annullandosi in una texture indefinita, se guardati a distanza, perdendo quindi la loro connotazione di immagini pornografiche e trasformandosi in elementi decorativi senza sovraccarichi moralistici. Anche questa serie di lavori non è mai stata pubblicata, se escludiamo il resoconto finale del progetto Trax (autoprodotto) o la versione edulcorata che Oliviero Toscani ha presentato parecchi anni dopo alla Biennale di Venezia».
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TRAX ("Tracks"- tracce, solchi - o, leggendo al contrario, "X-Art", arte proibita) il progetto cercava di coinvolgere il maggior numero possibile di persone, parodiando le multinazionali per quanto riguardava i modelli produttivi. In pratica, TRAX era una specie di griffe con cui chiunque poteva firmare i propri lavori. Chiunque aderiva al progetto diventava un'unità TRAX, contrassegnata dalla parola magica e da un numero che indicava solamente l'ordine progressivo di adesione (es. "Piermario Ciani - TRAX 01; "Vittore Baroni"- TRAX 02... Shozo Shimamoto - TRAX 0383..."etc.). Tra i media coinvolti in Italia, le riviste Frizzer, Frigidaire e Tempi supplementari, che nel 1985-86 pubblicarono a puntate il fumetto "TRAXMAN"(testi di TRAX 02, disegni di TRAX 03). I moduli furono performances, concerti, dischi, cassette, fumetti, racconti, poesie, films, videoinstallazioni, T-shirts, cartoline etc. Il primo prodotto di Trax, denominato Xact, è stata una serie di composizioni modulari realizzate con primi piani di organi genitali in attività. Quadrati di cinque centimetri di lato, ripetuti all’infinito, tutti abbastanza simili ma anche diversi uno dall’altro, che idealmente potessero tappezzare delle stanze intere, annullandosi in una texture indefinita, se guardati a distanza, perdendo quindi la loro connotazione di immagini pornografiche e trasformandosi in elementi decorativi senza sovraccarichi moralistici. Anche questa serie di lavori non è mai stata pubblicata, se escludiamo il resoconto finale del progetto Trax (autoprodotto) o la versione edulcorata che Oliviero Toscani ha presentato parecchi anni dopo alla Biennale di Venezia».

Revisione 17:34, 23 Mag 2009

TRAX ("Tracks"- tracce, solchi - o, leggendo al contrario, "X-Art", arte proibita) il progetto cercava di coinvolgere il maggior numero possibile di persone, parodiando le multinazionali per quanto riguardava i modelli produttivi. In pratica, TRAX era una specie di griffe con cui chiunque poteva firmare i propri lavori. Chiunque aderiva al progetto diventava un'unità TRAX, contrassegnata dalla parola magica e da un numero che indicava solamente l'ordine progressivo di adesione (es. "Piermario Ciani - TRAX 01; "Vittore Baroni"- TRAX 02... Shozo Shimamoto - TRAX 0383..."etc.). Tra i media coinvolti in Italia, le riviste Frizzer, Frigidaire e Tempi supplementari, che nel 1985-86 pubblicarono a puntate il fumetto "TRAXMAN"(testi di TRAX 02, disegni di TRAX 03). I moduli furono performances, concerti, dischi, cassette, fumetti, racconti, poesie, films, videoinstallazioni, T-shirts, cartoline etc. Il primo prodotto di Trax, denominato Xact, è stata una serie di composizioni modulari realizzate con primi piani di organi genitali in attività. Quadrati di cinque centimetri di lato, ripetuti all’infinito, tutti abbastanza simili ma anche diversi uno dall’altro, che idealmente potessero tappezzare delle stanze intere, annullandosi in una texture indefinita, se guardati a distanza, perdendo quindi la loro connotazione di immagini pornografiche e trasformandosi in elementi decorativi senza sovraccarichi moralistici. Anche questa serie di lavori non è mai stata pubblicata, se escludiamo il resoconto finale del progetto Trax (autoprodotto) o la versione edulcorata che Oliviero Toscani ha presentato parecchi anni dopo alla Biennale di Venezia».