Acentrismo

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''La meditazione sull’opera di Yves Klein ha provocato dentro e fuori di me l'acentrismo. Sono un’artista felice, a dispetto di chi ancora crede che l’arte richieda immolazione"

Mya Lurgo



MANIFESTO ACENTRICO a cura di Mya Lurgo


Per aderire al manifesto: artist@myalurgo.ch oppure contattare l'artista su facebook sotto la voce "acentrismo", qui é anche possibile leggere degli articoli.

Maggiori informazioni sono reperibili nel volume: ACENTRISMO: DAL SOGNO DELL'EGO ALLA DIVINA REALTÀ, manifesto d'arte e spiritualità senza circonferenze

a cura di Mya Lurgo

Bellati Editore


L’acentrismo s’ispira all’Immateriale di Yves Klein (Manifesto di Klein, Chelsea Hotel NY, 1961) ripercorrendone e ampliandone i sentieri concernenti il trascendente, interrotti dalla prematura morte del pittore dell’infinito. Il pensiero acentrico si snoda in quattro fasi concettuali e artistiche, promuoventi l’attività acentrica verso e attraverso l’Immateriale e conseguenti la progressiva decontaminazione dell’io-ego dalle sovrastrutture culturali e pregiudizievoli, sino alla realizzazione (azione reale), stimolata dall’Osservazione Iper-Lucida dell’ordinaria realtà e dall’approfondita contemplazione della componente spirituale dell’esistenza.


1° FASE DELL'ACENTRISMO

Nell’acentrismo l’artista prende coscienza di ciò che considera il proprio potenziale di partenza: l’auto-definizione del soggetto “io sono”, contestualizzato nel qui e ora; dopodiché scompone/acentrizza la forma mentis che pregiudica la percezione che lo anima, esercitandosi iperlucidamente a osservare con neutralità, stando “alla presenza di...” senza schieramenti, aspettative e con un unico punto di riferimento: la propria “dotta ignoranza”, il sapere di non sapere. Questo modus operandi 1) destina nella V.I.T.A. - virtuale interrelazione teoretico affettiva - la benevolenza degli accadimenti, perché svestiti dai SOSpesi emozionali 2) instaura rapporti san(t)i, perché non provoca nell’altro la risposta reattiva, convalidando il motto: io sono tu e tu sei io. Insieme siamo uno, interconnessi, reciproci e integrati nel Sé. L’intuizione diviene trafilo di luce, per staccare la spina dal circolo vizioso delle scelte abitudinarie, perché offre pensieri nuovi per agire anziché reagire.

I VICOLI VERTICALI sono il primo di-segno di questa ricerca improntata al trascendente, una sorta di ascensore per il paradiso: trait-d’union tra la soggettiva percezione del divenire e l’Immateriale LE CIRCO-STANZE figurano i ripetitivi circoli viziosi del divenire: “nodi gordiani” esistenziali da sciogliere per consentire l’interruzione del ciclico e karmico giogo. Il “GRATTAGE” è la tecnica impiegata quale discriminante esistenziale “né questo, né quello”, fino alla resa che riconosce l’essenza.

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2°FASE DELL'ACENTRISMO

A seguito della prima fase (“pulizia mentale” dell’artista e materiale dell’opera), l’artista si rende gradualmente acentrico e di conseguenza senza circonferenze; in questo farsi minimalista, riesce a cogliere, tra le righe della materia, la presenza extrasensibile e ultraumana: il vuoto in potenza. Le proiezioni di luce “LIGHT-ART, Di Luce dipinti”, sono opere illuminate, visioni / porzioni del materiale in divenire estrapolate all’Immateriale: una sorta di trama e ordito subatomico, inteso quale potenziale combinazione (agglomerati d’Esistenza) pronta a trasdursi in consistente in-form-azione. Il divenire è espresso nell’opera quale dinamica configurazione fluttuante, malleabile al credo e alle aspettative individuali, ragion per cui il divenire stesso è ritenuto psico-somatico. Una bolla a orologeria.

[2]


3°FASE DELL'ACENTRISMO

L’arte digitale è strumento elettivo per di-segnare l’Immateriale, per questo segna il punto di coincidenza tra il pensiero di Yves Klein, introdotto dal critico Pierre Réstany - promotore del Nouveau Realisme - e l’Acentrismo. La terza fase è quotidiana messa in opera delle esperienze contemplative acquisite nei viaggi di coscienza “à travers l’Immateriel”. Qui l’artista si presta a diventare canale, spugna uni-versatile: impregnato e pregnante strumento del sovrasensibile, atto a compiere azioni-senza-reazionarsi; questo lasciarsi agire nella compresenza di essere e non essere, enuncia nell’opera la Sensibilità Pittorica Immateriale, necessaria a stimolare per induzione, nell’osservatore e nell’artista stesso che ne risulta sorpreso, la Rimembranza. Sensibilità Pittorica Immateriale intesa quale capacità di collocamento psico-cardiaco, finalizzato a suscitare la consapevolezza di essere già Divina-Mente integri e integrati, quale unico habitat reale, senza necessità di fare nulla per meritarlo e senza possibilità di potersi dimettere dall’unica Esistenza che c’è; la meta è pertanto un luogo non luogo. Una sorta di sintonizzazione_comunione_comunicazione tra il proprio corpo di pensiero individualizzato e il potenziale incondizionato della matrice immateriale. Nell’istante del contatto è il tutt’uno a prevalere su tutti i concetti dell’io. Quel tutt’uno è inteso quale unico centro, senza circonferenze. Lo spazio-tempo in tali esperienze sembra fissarsi sull’adesso, quale unico momento possibile e senza fine, da siffatta sintesi, il paradiso perduto non è più tale, perché l’artista acentrico nel solversi, attraverso il grattage interiore ed esteriore, si assolve proporzionalmente alla pratica, risolvendo il timore della morte per infusione nell’Immutabile Immateriale Verbo Divino, nel quale tuttora sussiste, inconcepibilmente senza memoria e conseguentemente, senza testimonianze percepibili nel qui e ora.

Il divenire è inteso quale:

campus virtuale per attuare la legge immateriale dell’Amore Incondizionato, per se stessi e per gli “altri”; “altri” che non vengono percepiti Real-Mente – nella loro verità – bensì interpretati dalla nostra impalcatura mentale; per questo, sono persone (= maschere), simboli e sintomi di risposta al nostro stato mentale, condizionato da chi crediamo di essere e chi vorremmo essere. “Altri” che sono altresì occasioni possibili per scegliere di nuovo ...

mondo_bolla a orologeria centro di gravità temporaneo, sensibile alle credenze che ci con-vincono. La v.i.t.a - virtuale interconnessione teoretico affettiva – nel divenire, è altalenante stato mentale, regno dell’impermanenza, per questo viene rappresentata come una bolla a orologeria ... una bolla che reinterpreta, metafisicamente, l’architettura e l’urbanesimo dell’aria di Klein.

Dalla serie "Bolla a orologeria": [3]


Dalla serie "Stargates Ascensionali": [4]


Gli "Stargetes Ascensionali" raffigurano passaggi ascensionali di coscienza - non evoluzioni, bensì riappropriazioni di memorie - che destinano opportunità alternative e parallelamente accessibili, proporzionali all’individuale riconoscimento di essere, qui-ora (unico tempo possibile), vaso comunicante e avatar individualizzato di un’Entità Immateriale a noi connessa.


4°FASE DELL'ACENTRISMO

si esprime attraverso i video e le installazioni. Opere visibili sul sito [5]

E' inoltre stato concepito un luogo dove é possibile sperimentare l'acentrismo sulla propria pelle e nella propria coscienza: L'OlosPeak Art Habitat Concept (marchio internazionale registrato il 29.8.2006 a Berna Svizzera – Nr.: 01753/2006 tutti i diritti riservati)

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ELABORAZIONE ACENTRICA DEL MANIFESTO DI YVES KLEIN NEI PUNTI EVIDENZIATI (si consiglia di leggere il manifesto di Yves Klein prima di addentrarsi nella lettura)


• il problema del distacco dall’opera (Manifesto YK):

L’artista acentrico sviluppa dei passaggi metafisici per distaccarsi ulteriormente dall’opera: 1) rinuncia volontaria al proprio fulcro accentratore, dove ogni circo-stanza è centripeta, quindi orientata all’avatar_io, tramite l’applicazione della dotta ignoranza e dell’IperLucida Osservazione esteriore e interiore, fase 1° e 2° 2) attivazione di uno stargate esistenziale incoraggiando l’equazione propositiva “tutto e tutti = Dio”, ipotizzata per eludere la parzialità delle proprie interpretazioni e per garantirsi una piattaforma mentale esponenziale. Quest’integrazione con l’Intera Espressione della Vita apre il portale della comunicazione e della comunione, amplificando le intuizion / ispirazioni ultrasensibili, fase 3°e 4°

• rinnovare la leggenda del paradiso perduto (Manifesto YK):

Concettualmente, la 4° fase è il culmine dell’intuizione acentrica e della comunicazione/ comunione tra l’Entità Immateriale e l’avatar_io, Suo continuum. Per meglio addentrarsi nella visione di Klein e per affiancare acentricamente la sua ricerca artistico-spirituale nei punti evidenziati, si è scelto un linguaggio consono al personaggio - uomo devoto a Santa Rita da Cascia, influenzato dalla teosofia cosmologica di Max Heindel, membro dei Rosacroce - e così presentato dal critico-mentore Pierre Réstany, nella citazione tratta dal suo libro YVES KLEIN IL FUOCO NEL CUORE DEL VUOTO, traduzione di Cristina Trivellin - capo redattore della rivista D’Ars fondata da Réstany a Milano nel 1984 - Giampaolo Prearo Editore, 2008:

... Attraverso il blu della sensibilità pittorica immateriale, Klein si identifica col Figlio della Trinità liturgica. Egli prende posto alla destra del Padre, l’oro assoluto dell’immortalità e alla sinistra dello Spirito Santo, il sangue dell’amore divino.

Il lessico applicato al manifesto dell’acentrismo è “universatile”, privo di accezioni ideologiche pre-giudicate di natura filosofica, religiosa, scientifica e ha come unico riferimento l’Immateriale: spirituale da trasdursi in arte.


CHIAVI INTERPRETATIVE

• Dio = Causa non causata, Incondizionato, Motore Immoto, Creatore

• Figlio di Dio = Effetto generato dalla Causa non causata, perpetuamente Uno con la Stessa. Co-creatore. Sé Superiore. Cristo. Unigenito. Campo Unificato. Immagine e Somiglianza di Dio. Entità Immateriale

• io = sé inferiore, ego, proiezione immaginaria (avatar_io = manifestazione in forma umana della divinità suprema) / corpo di pensiero del Figlio di Dio

• Mondo = “bolla a orologeria”, simbolo e sintomo dello stato mentale dell’avatar_io disconnesso dal Figlio di Dio, Uno con Dio.

• Vita = v.i.t.a_virtuale interrelazione_teoretico_affettiva dell’avatar_io


Rinnovare la leggenda del paradiso perduto per l’acentrismo significa riconnettere e destinare l’avatar_io nella coscienza di Sé, Uno con Dio, attraverso l’amor proprio, l’altruismo e la realizzazione del proprio talento. Il Figlio di Dio Immagine, Somiglianza e Sostanza del Creatore, Uno con Lo Stesso nell’intenzione-tentazione di farsi causa della propria immagine (peccato originale) ha inteso di alterare la volontà divina, in virtù della Simbiosi Originaria e della capacità creativa ereditata, come se fosse attuabile deprivare Dio dei Suoi Effetti (il Figlio di Dio, Sua Immagine e Somiglianza-Sostanza) e della Sua volontà-realtà-verità. Intenzione-tentazione irrealizzabile, perché nulla è reale/vero se non generato dalla Causa e con la Causa. “Nell’eternità, dove tutto è uno, si insinuò una piccola, folle idea, della quale il Figlio di Dio si è dimenticato di ridere” (T.27.VIII.6:2 / Un corso in miracoli) Dal conseguente terrore (big bang!) di aver snaturato - per dissociazione – la realtà ricevuta, il Figlio di Dio, nostro Sé superiore, si è percepito orfano, nudo e colpevole e per non annichilire sotto il peso della presunta rivendicazione divina, ha rimosso la propria intenzione-tentazione cadendo nell’oblio (chi sono? dove vado?) e proiettando la colpa e la negazione della stessa, in altro da Sé (l’avatar_io del Figlio di Dio, in pratica, noi tutti) fatto a Immagine e Somiglianza di Sé, già Immagine e Somiglianza di Dio. Altro da Sé che si figura material-mente polare e duale, quale simbolo e sintomo di disconnessione da Sé e da Dio e quale autopunizione per mitigare l’attesa (vana) dell’ira divina. Proiezione (avatar_io) che soggiace alla propria percezione; percezione, quindi, da mondare (liberare dagli elementi nocivi, impuri, inutilizzabili) divenendo (lat. devenire, “venir giù) al mondo (mondo = idea di massima ampiezza e sostrato della vicenda umana, diz. Devoto-Oli). Il Figlio di Dio, cacciatosi nel mondo (bolla a orologeria, regno del libero arbitrio, degli opposti, di probabilità interconnesse e parallele, illusione virtualmente consistente) quale avatar di Se Stesso, riacquista focus sulla Sua Realtà, acentrizzando la propria percezione, ripristinando nel divenire psico-somatico, la com-prensione* dell’altro, quale estensione del proprio IO SONO e riabilitando l’amor proprio necessario a riaccoglierSi in ciò che già è: la nostra realtà, Divina-Mente congiunta, integra e integrata con la Causa, grazie alla Causa. Dio, Motore Immoto, non salva Suo Figlio, perché significherebbe conferire Verità al mai accaduto e rendere reale l’illusione; in tal senso “Dio è morto” ossia è esente dal bisogno di ri_sanare ciò che ha creato irreversibilmente san(t)o e salvo, senza modalità di corruzione e dimissione dalla congenita unità. Il Figlio di Dio, indipendentemente dalla percezione del suo avatar_io, mantiene tuttora le Coordinate Ricevute, grazie allo Spirito Santo legante e garante etereo che trasforma la soggettiva percezione in barlumi di conoscenza, quale assaggio del Cielo ... nessuna scissione dunque, nessuna cacciata dal Paradiso da parte di Dio e nessuno spazio che Paradiso non sia, nemmeno il corpo. Corpo che è habitat ideale dell’illusione della disconnessione dal Sé e simulacro perituro dell’Esistenza; corpo che si fa rifugio e costituzione dello stato relativo, in cui l’avatar_io riversa. Corpo che, senza il delirio di colpevolezza, sarebbe san(t)o o quantomeno strumento neutrale. Siamo salvi? Si, da sempre, ma l’avatar_io lo riconoscerà solo quando avrà acquisito l’arte di ricondurre la propria percezione di separazione, moltitudine e diversità nel Cristo, Figlio di Dio, che insieme siamo. La visione unificata è un re-garder / ri-guardare / égard / riguardo: riguardare con rispetto al prossimo, evocando il rinnovarsi di un’empatia pre-esistente. “Riguardarsi”, non vuol dire solo prendersi cura di sé, ma scegliere di nuovo e concepire per l’avatar_io un rinnovato corpus di pensiero, atto a ripristinare il paradiso perduto e la pace mentale. Cambiare la mente per cambiare la percezione del mondo.


• ... nel nostro spazio comune, che dopo tutto non è altro che lo spazio di un solo essere vivente ... (Manifesto YK)

La salvezza è risveglio di coscienza a carico dell’avatar_io, attraverso la riunificazione/ comprensione/compassione, senza eccezioni, degli altri aspetti/specchi disconnessi di sé (gli altri avatar_io partecipanti al mondo-bolla), nella relazione “ama il prossimo tuo come perché è te stesso”. Il perdono del prossimo risulta fruttuoso soltanto nella v.i.t.a, dove il distacco dell’io dal tu congela la comunione/comunicazione a discapito della naturale compatibilità; siccome dietro alle apparenze/differenze percepite soggettivamente, c’è un piano che non cambia, (il Figlio di Dio - il “noi” inconsapevole - è tuttora come e dove Dio lo ha creato), non esiste e non serve nell’Incondizionato. La guarigione, a qualsiasi livello, è l’effetto di menti che si uniscono, “ciò che è vero per te, può esserlo anche per me”, così come la serenità nel mondo-bolla è direttamente proporzionale al ben-essere concesso al prossimo, perché nell’intrinseca unità/reciprocità dare è ricevere, spazio comune che dopo tutto non è altro che lo spazio di un solo essere vivente ...

• la forma non è oramai più un semplice valore lineare, ma un valore di impregnazione (Manifesto YK)

Nel sacrificio dell’altrui primigenia innocenza alla credenza nella colpa, l’avatar_io in-forma il destino-destinazione-divenire delle circo-stanze mondo-bolla; mondo-bolla che é sintomo e simbolo pregnante di ciò che l’avatar_io anima e sostiene, attraverso il libero arbitrio (percezione individuale), di ciò che è suo scopo-bisogno vedere/esperire nel soggettivo disegno di espiazione, dove la forma assume valore d’impregnazione.

• È sempre necessario creare e ricreare un’incessante fluidità fisica in modo da ricevere questa grazia che permette una reale creatività del vuoto (Manifesto YK)

L’artista acentrico, intendendo la costituzione fisica quale corpo di pensiero, mater, matrice, richiama il ben-essere/la grazia nel proprio mondo-bolla (strumento valido per capire, attraverso la percezione di problematiche di vario genere, il correlato pensiero “scosceso”) attraverso ricercate verbalizzazioni, contemplazioni ultrasensibili, visualizzazioni creative e revisioni della percezione (vedi opere: abiti di san(t)ità e profezie del divenire), da intendersi quali in_formazioni/creazioni del vuoto.

• l’immaginazione è il veicolo della sensibilità! Trasportati dall’arte, si materializza istantaneamente (Manifesto YK)

L’artista acentrico in tali esercitazioni, volontariamente zittisce l’ordinaria percezione, addentrandosi nel proprio intimo, luogo-non-luogo dove i confini corporei e il tempo non hanno più gli abitudinali canoni di riferimento; in questo affidarsi e confluire nell’Incondizionato Esistere, il corpo di pensiero dell’avatar_io, reintegra “la mente corretta”, assimilando nuove in-formazioni (da un nuovo stato d’animo, sorgono nuovi pensieri, dai quali dipendono nuove scelte che fanno nascere nuove circo-stanze che inducono una nuova visione/versione della quotidianità percepita) da attuarsi nel proprio mondo-bolla, vaso comunicante con “gli altri”.

• Con l’avere respinto il nulla, io avevo scoperto il vuoto. Il significato delle zone pittoriche immateriali, derivate dal profondo del vuoto che in quel momento ero giunto a dominare, era veramente d’ordine materiale ((Manifesto YK)

L’arrendevolezza all’Immateriale comporta il graduale disfacimento (acentrismo) del “nulla”, proprio credo limitato, generando la necessaria fiducia/fede per creattivare nel mondo_bolla (architettura e urbanesimo dell’aria)circo-stanze sincroniche (creatività del vuoto) quale testimonianza/effetto dello stato mentale dell’avatar_io; la v.i.t.a così facendo diviene in primis progressivo percepibile Eden e in seguito, Divina Realtà: fine della bolla, Seconda venuta del Cristo, Illuminazione, Risveglio e com-prensione del Sé, Resurrezione, ascesa della Kundalini, rinvenimento di essere già il Cristo, l’Uno con Dio. In questa integrazione consapevole, viene riabilitato il proprio riconoscimento di essere partecipi della Divina Realtà e causa della quotidiana percezione (piccola realtà); per questo, l’avatar_io non delega più a Dio il compito di salvarlo da se stesso e dai propri pensieri, ma si autoassolve, perdonando al Figlio di Dio che è, la percezione del proprio concepirSi ai minimi termini (l’io), separato da Dio (D’io) e frammentato nel dualismo. Sviluppare la coscienza di essere tuttora come e dove Dio ci ha creato, è di certo il punto di partenza per trascendere qualsiasi problema dell’avatar_io, poiché le volontà sono congiunte (“sia fatta la tua volontà perché di fatto è anche la mia) e sinergiche. Il ripristino della comunicazione-comunione dell’avatar_io con il Sé-Figlio di Dio è un passaggio obbligato: questo significa intraprendere un percorso interiore, in primis adatto alla mentalità acquisita e in seguito, sempre più sostenuto dall’Intermediazione ultrasensibile (Spirito Santo), che l’io riceve dal Sé Superiore - Uno con la Causa.

• Non mi sembrava più che la pittura dovesse essere funzionalmente legata al vedere, quando, nel corso del mio periodo monocromo blu del 1957, presi coscienza di ciò che ho definito la sensibilità pittorica. Questa sensibilità pittorica esiste di là da noi, e tuttavia appartiene ancora alla nostra sfera. Noi non deteniamo alcun diritto sul possesso della vita. È soltanto con l’intermediario (sottolineatura ndr) della nostra presa di possesso della sensibilità che possiamo acquistarci la vita ((Manifesto YK)

L’Intermediario è Ciò che consente di correlare l’umana percezione “materiale” con la realtà Immateriale che ci anima. Tale contatto impregna e impronta il divenire delle circo- stanze favorendo l’eden/pane quotidiano. Essere il Figlio di Dio è compiere la Natura che ci è stata data. Fare i comuni mortali, specializzati nel bene e nel male dell’auto-immagine (avatar_io), è presunzione e illusione di poter ridimensionare la gratuità della nostra Natura Condivisa. C’è da augurarsi che gli esperimenti di clonazione sull’uomo siano in grado di trapassare la scintilla del Sé al nuovo format_avatar dell’io, in questo caso: immagine dell’immagine dell’Immagine di Dio. In caso contrario, continueremo a essere salvi e divini senza rendercene cerebralmente conto. Un peccato davvero originale!


Citatazione: Lauretus, op. cit., I, c.476v – tradotto:

“Per immagine si intende prima di tutto il Figlio di Dio, che è lo splendore della gloria – e visibile raffigurazione della sostanza del Padre. E secondo tale immagine è stato fatto l’uomo. Il Figlio di Dio non è “fatto a immagine”, ma è Egli stesso Immagine; invece l’uomo non è di per se stesso Immagine, bensì “fatto a immagine”. Per immagine presente ai nostri occhi, si intende il Figlio di Dio quando è percepito mediante la contemplazione. Per immagine si intende l’uomo non in quanto figlio, ma in quanto immagine impressa in un sigillo”.


• ... mi preoccupa in particolare l’influenza della mia arte sulle giovani generazioni d’artisti oggi nel mondo. Sono imbarazzato nel sentire che alcuni di loro pensino che io rappresenti un pericolo per l’avvenire dell’arte e che io sia uno di quei prodotti disastrosi e nocivi della nostra epoca, che occorre eliminare e distruggere prima che il progredire del male possa estendersi. Sono desolato di doverli informare che tali non erano le mie intenzioni, e di dover dichiarare con piacere, per coloro che non credono alla molteplicità di nuove possibilità che la mia ricerca lascia intravvedere, che: Attenzione! Nessuna cristallizzazione di questo genere s’è ancora prodotta e non mi è possibile pronunciarmi su quanto avverrà in seguito (Manifesto YK)

Le opere (4° fase) della serie “Profezie del Divenire” e “Abiti di San(T)ità sono un esempio di questa “cristallizzazione”, perché trasfigurano la percezione sensoriale e intellettiva per evocare il potenziale d’Innocenza Primigenia, congenito a ogni avatar_io, quale grazia ricevuta per estensione dal Creatore. Si vedano le opere sul sito www.myalurgo.ch

La serie “abiti di san(t)ità” travalica la camicia di forza della soggettiva percezione, proponendo fisionomie ri-trattate (ritratti modificati nell’immagine cui siamo devoti) per avvicinarci a tutto l’Essere che c’è da essere. Questa serie orienta una versione alternativa di arte sacra.

Un Abito di san(t)ità è artisticamente un atto vudù, restituendo a tale termine il significato primigenio di “spirito”, “divinità” o ancor più letteralmente “segno del profondo”.


• L’artista futuro non sarà forse colui che, attraverso il silenzio, ma eternamente, esprimerà un’immensa pittura, cui mancherà ogni concetto di dimensione? (Manifesto YK)

L’artista acentrico risponde sì!

Di-segnare la nostra immagine con nuovi riferimenti (aureola, anima-li, simboli ...) significa alterare l’abituale percezione di noi stessi, per integrarsi in una prospettiva più ampia, extra- ordinaria (fuori dall’ordinario delle soggettive circo-stanze). Le opere acentriche non hanno l’ambizione e l’illusione di redimere/salvare qualcuno perché ognuno è concepito redento e salvato. Tutt’al più possono indurre la fragranza di tale intrinseca salvezza sia all’artista sia al fruitore che lo necessita; pertanto l’artista offre l’ispirazione/mediazione ricevuta attraverso il proprio talento espressivo per ancorare il ricordo dell’Immateriale nel proprio e altrui mondo-bolla, sino al risveglio.

Le opere acentriche sono quindi ponti per ricontattare la propria dimensione esistenziale: a-spaziale, a-temporale, a-centrica.


CONCLUSIONI:

L’acentrismo é il mio pensiero e la mia opera; un binomio che nasce da un profondo stimolo di ricerca interiore e verifica esteriore. Il linguaggio, mi rendo conto, spesso divide anziché instaurare i presupposti per la reale condivisione. Auspico che il lettore possa valicare questo limite e riflettere libera-mente sulla mia indagine, che vuole essere solo un ragionamento fine a se stesso e utile a me, quale memoria del mio percorso umano e artistico.

Mya Lurgo