Anna: differenze tra le versioni

Tratto da EduEDA
Jump to: navigation, search
(Nessuna differenza)

Revisione 03:12, 9 Mar 2007

Titolo

Anna

Anno

1972

Luogo

Italia

Autore

Grifi Alberto

Descrizione

Anna, film del 1972, girato interamente da Alberto grifi con un videoregistratore Akai; segna il passaggio di codice fra le esigenze fisiche, che anche il cinema sperimentale possedeva, e le potenzialità inesplorate del nuovo mezzo rapprentato dal video. Il progetto nacque nelle intenzioni di Alberto Grifi e Massimo Sarchielli come una sorta di direct cinema, imperniato sulla storia di una sedicenne alla deriva, senza casa, incinta e con una vita già segnata da droghe e da tentativi di suicidio, incontrata e ospitata da Sarchielli stesso. Il film si dipana su un doppio registro: le riprese in esterno restituiscono una sorta di documento storico di quegli anni e l’intromissione del video nelle discussioni nei bar o sui marciapiedi ne rivela lo stupore e le contraddizioni; parallelamente il video segue la vicenda di Anna, instaurando con essa un rapporto estremamente intimo. Grifi riflette profondamente sul videotape, non solo dal punto di vista economico, ma anche estetico; in Anna l’uso del video incide sulla struttura stessa del film, sia nell’evolversi in una forma di narratività discontinua, sia nel rifiuto di regole cinematografiche che diventa, però, invenzione di un nuovo linguaggio. L’economicità e la maneggevolezza del video non identificano solo una questione puramente tecnica, ma diventano per estensione, simboli rispettivamente di povertà e di libertà, da leggere in chiave rivoluzionaria. Dal punto di vista estetico, la rivoluzione del video si concretizza in un rinnovamento radicale dei procedimenti stilistici: il recupero degli “spazi morti”, quelli, cioè, non funzionali alla creazione del senso filmico ed esterni allo schermo rettangolare del cinema, diventa per Grifi una sfida ai meccanismi capitalistici del cinema stesso. In Anna il video frantuma sia la realtà filmata sia quella nascosta all’occhio del videotape e ne ricompone i pezzi in un’esperienza che non è più solo cinematografica. L’esempio di questo sfaldamento della realtà filmica si ritrova ad esempio nel momento in cui Vincenzo irrompe sulla ‘scena’ e da operaio del cinema diventa coprotagonista; imponendosi alla videocamera, fa una dichiarazione d’amore ad Anna nel corso delle riprese stravolgendo il copione. Un altro passaggio interessante in questo senso, è quando Anna trascorre dieci minuti al telefono nel tentativo di rintracciare una zia, e il video registra ininterrottamente il volto della ragazza restituendo il tempo reale di quei dieci minuti: un’esperienza quasi insostenibile!