Anton Corbijn

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Anton Corbijn è un noto fotografo e regista olandese.

Biografia

Anton Corbijn, il fotografo rivelazione che con i suoi scatti ha affascinato il pubblico di mezzo mondo, puntando sulla trasgressione, sulle facce note dei personaggi famosi, è nato a Strijen in Olanda nel 1955. La vena artistica comincia ad alimentarla Corbijn fin dall’infanzia, cercando giorno dopo giorno l’ispirazione giusta per realizzare la sua "arte" ancora nascosta. Nel 1972 affascinato dal mondo musicale, durante un concerto dal vivo scatta le prime fotografie; da quelle immagini capisce che è proprio quel tipo di emozioni che vuole catturare, quelle vive, concrete, quasi rubate alle scene quotidiane. Nel 1979 l’amore per la fotografia e per la musica, altra sua grande passione, lo spingono a trasferirsi a Londra dove entra subito in contatto con le band ed il sound più originale del momento, i Post Punk, Magazine, i Joy Division. Dopo il 1985 fotografa principalmente personaggi del mondo dello spettacolo, sia per ricerca personale che per numerose riviste e magazines, Vogue, Rolling Stones, Details, Icon, The Independent Magazine, W Magazine, e sulle pagine patinate appaiono i suoi primi ritratti di musicisti e attori, tra i quali i REM, Lee Hooker, Ferry, Rolling Stones, Cave, Depeche Mode, e non ultimo gli U2. Con la band irlandese Corbijn instaura subito un rapporto professionale basato sulla stima e la fiducia reciproca, un rapporto che sfocia con il tempo in una bellissima amicizia. Da 25 anni ormai, Corbijn segue la band in giro per il mondo e ne cura l’immagine, specie quella del leader il cantante Bono Vox. Agli U2 ha dedicato diversi lavori, ma sicuramente quello che ha riscosso maggior successo è stato il libro U2, uno straordinario viaggio nel tempo, sulla pelle e "dentro il cuore" della più celebre band rock del pianeta. Corbijn prende Bono, ragazzino fragile e The Edge anima acerba e li accompagna negli anni, li vede crescere e li fa crescere, con le sue immagini di profondo Nord, buio e freddo, con la fantastica idea delle rovine del Moydun Castle (la copertina di The Unforgettable Fire) e i quattro nel deserto a Zabriskie Point (quella di The Joshua Tree). Scolpisce la loro storia giovane in un violento bianco e nero secentesco e poi cambia con loro: nella inquieta vicenda U2 anni '90, quella di Zooropa e Achtung Baby, appaiono sempre più spesso lampi di colore, e con i colori stessi, con le gradazioni acide di verde e blu, Corbijn come sempre sogna oltre le apparenze. L’ultima parte è dedicata agli scatti più intimi e privati degli U2: c'è tutta una sequenza di U2 in abiti femminili di disturbante bellezza e un'altra session, più casta ma non meno geniale, in cui i quattro boys posano con i loro padri a ruoli invertiti - sono i genitori a essere pronti per lo show, in tiro perfetto di abito scuro con cravatta, come i figli. Ma Corbijn non è solo un fotografo, e nello stesso periodo in cui lavora per le più importanti riviste, inizia anche, a sperimentarsi come regista, girando i suoi primi video-clip per gli artisti più disparati: Nirvana, Joni Mitchell, Front 242, Henry Rollins, Metallica, Naomi Campbell, e naturalmente gli U2. Nel 1994 ha realizzato un cortometraggio per la BBC dal titolo 'Some Yo Yo Stuff'. E’ stato premiato con un MTV award per il video dei Nirvana 'Heart Shaped Box'. Nel 1994 ha vinto il Dutch Photography Award e nel 1998 ha collaborato alla campagna per la rielezione del Primo Ministro Olandese Wim Kok, lavorando inoltre per la pubblicità BMW e Tag Heuer. La fotografia rimane però sempre il suo primo lavoro e amore, perché come ha affermato più di una volta solo l’obiettivo di una macchina fotografica può dargli la vera opportunità di rottura contro l’inafferrabilità del reale, e l’ambiguità insita nel miscuglio di delusione creato dal flusso dell’immaginario. Contro le ipocriti immagini plastificate degli uomini dediti all’apparenza, egli fa dell’"apparire" un senso cercando le bellezze e le verità dell’uomo solo nel regno della percezione emotiva.

Opere

VIDEOCLIP

  • "Suffer well", Depeche Mode (2006)
  • "Talk", Coldplay (2005)
  • "All these things that I've done" [version 2: b&w], The Killers (2005)
  • "Zum Meer", Herbert Gronemeyer (2003)
  • "Re-offender", Travis (2003)
  • "Electrical storm", U2 (2002)
  • "Mensch", Herbert Gronemeyer (2002)
  • "Freelove" [version 2: live], Depeche Mode (2001)
  • "Invalid Litter Dept" [uncredited], At the Drive-In (2001)
  • "In the Sun", Joseph Arthur (2000)
  • "Chemical" [version 1], Joseph Arthur (2000)
  • "Stars", Roxette (1999)
  • "Opus 40" [version 1], Mercury Rev (1999)
  • "Salvation", Roxette (1999)
  • "Goddess on a hiway" [version 2: cops], Mercury Rev (1998)
  • "Fantastich", Herbert Gronemeyer (1998)
  • "Bleibt alles Anders", Herbert Gronemeyer (1998)
  • "Please" [version 1: concept], U2 (1997)
  • "Useless", Depeche Mode (1997)
  • "It's no good", Depeche Mode (1997)
  • "Barrel of a gun", Depeche Mode (1997)
  • "Mama said", Metallica (1996)
  • "Hero of the day" [version 1], Metallica (1996)
  • "My friends", The Red Hot Chili Peppers (1995)
  • "Have you ever really loved a woman?", Bryan Adams (1995)
  • "Love & tears", Naomi Campbell (1994)
  • "Liar", Rollins Band (1994)
  • "In your room", Depeche Mode (1994)
  • "Mockingbirds", Grant Lee Buffalo (1994)
  • "Delia's gone", Johnny Cash (1994)
  • "Heart-shaped box", Nirvana (1993)
  • "Condemnation" [version 1], Depeche Mode (1993)
  • "Walking in my shoes", Depeche Mode (1993)
  • "I feel you", Depeche Mode (1993)
  • "Do I have to say the words?", Bryan Adams (1992)
  • "Dirty black summer", Danzig (1992)
  • "Straight to you", Nick Cave & the Bad Seeds (1992)
  • "One" [version 1: b&w / drag], U2 (1992)
  • "Lover lover lover", Ian McCulloch (1992)
  • "Hail hail rock 'n' roll", Garland Jeffreys (1992)
  • "Front by front", Front 242 (1992)
  • "Halo", Depeche Mode (1991)
  • "Tragedy (for you)", Front 242 (1991)
  • "Two faces", Rainbirds (1991)
  • "Marie", Herbert Gronemeyer (1991)
  • "Clean", Depeche Mode (1991)
  • "May this be your last sorrow", Banderas (1991)
  • "World in my eyes", Depeche Mode (1990)
  • "Policy of truth", Depeche Mode (1990)
  • "Enjoy the silence" [version 1], Depeche Mode (1990)
  • "Killer wolf", Danzig (1990)
  • "Personal Jesus", Depeche Mode (1989)
  • "White city of light", Rainbirds (1989)
  • "Sea of time", Rainbirds (1989)
  • "Faith and healing", Ian McCulloch (1989)
  • "Headhunter", Front 242 (1988)
  • "Atmosphere", Joy Division (1988)
  • "Blueprint", Rainbirds (1988)
  • "My secret place", Joni Mitchell & Peter Gabriel (1988)
  • "Welcome to Paradise", Front 242 (1988)
  • "Behind the wheel", Depeche Mode (1987)
  • "Lips like sugar" [version 1: b&w], Echo & the Bunnymen (1987)
  • "Never let me down again", Depeche Mode (1987)
  • "The game", Echo & the Bunnymen (1987)
  • "Pimpf", Depeche Mode (1987)
  • "Strangelove", Depeche Mode (1987)
  • "Bedbugs and ballyhoo", Echo & the Bunnymen (1987)
  • "A question of time", Depeche Mode (1986)
  • "Quiet eyes", Golden Earring (1986)
  • "Bring on the dancing horses", Echo & the Bunnymen (1985)
  • "Pride (in the name of love)" [version 3: faces], U2 (1984)
  • "The ink in the well", David Sylvian (1984)
  • "Seven seas", Echo & the Bunnymen (1984)
  • "Red guitar", David Sylvian (1984)
  • "Dr. Mabuse", Propaganda (1984)
  • "Beat box", Art of Noise (1984)
  • "Hockey", Palais Schaumburg (1983)


Musei

Bibliografia

Sito web

http://www.corbijn.co.uk/


Poetica

Lo stile di Anton Corbijn è molto chiaro: narrazione enigmatica, impostazione visiva (sia in bianco e nero che a colori) basata su una luce sfibrata e sgranata, grande robustezza delle inquadrature (studiate fin nei minimi dettagli), sofisticati sistemi dialettici tra sfocature, in primo piano, e sfondo (invece perfettamente a fuoco). L’autore dei Paesi Bassi è stato palesemente influenzato dalle avanguardie storiche. In particolar modo, dall’espressionismo, per quel che riguarda Dr. Mabuse dei Propaganda (1984) e dal surrealismo, per quasi tutte le sue prove successive. Corbijn, infatti, è affascinato dalle giustapposizioni di elementi reali, accostati in maniera incongruente, dunque secondo un procedimento di stampo surrealista. Il suo video capolavoro è senza dubbio Heart Shaped Box dei Nirvana (1993). Si tratta di un’opera felicemente visionaria e provocatoria nella quale alcuni fattori di carattere religioso sono collocati in un contesto estetico in cui il colore gioca un ruolo fondamentale. Il dvd dedicato ai suoi videoclip, pubblicato dalla etichetta PALM, contiene ventisei opere girate tra il 1984 e il 2005, e rappresenta un supporto audiovisivo importantissimo per chiunque voglia approfondire uno studio sulla figura artistica di Anton Corbijn.


Webliografia

http://www.directorslabel.com/
http://www.correrenelverde.it/fotografia/fotografi/antoncorbijn.htm
http://www.cultframe.com/default.asp?content=%2F27%2F1608%2F5485%2Farticolo%5Fcrediti%2Easp%3F
http://www.imdb.com/name/nm0179221/