Antunez Roca Marcel-Li: differenze tra le versioni

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Revisione 00:28, 5 Dic 2005

Antunez Roca Marcel-Li lavora come regista, musicista e performer esplorando l’uso di materiali biologici nella robotica, il controllo telematico da parte dello spettatore di un corpo alieno, l’espansione dei movimenti del corpo con dresskeletons.




Biografia

Nato a Moià (Barcellona) nel 1959; laureato all'Accademia di Belle Arti di Barcellona, fonda, nel 1979, il celebre gruppo di sperimentazione teatrale La Fura dels Baus dove lavora come regista, musicista e performer dal 1979 al 1989, mettendo in scena le macro-performances Accions (1984), Suz/o/Suz (1985) e Tier Mon (1988). Diviene poi cofondatore dei gruppo musicale e scenico Error Genetico (1981-1983), fonda il gruppo d'Arte Totale Los Rínos (1985), la compagnia teatrale El artificio (1991-92) e fa parte dei gruppo Los lberians (1995). Negli anni novanta incomincia la sua attività di performer individuale e nelle sue performances tecnologiche combina Bodybots (robots controllati dal corpo), Systematugy (narrazione interattiva) e Dresskeleton (l’interfaccia esoscheletrica). I temi esplorati nel suo lavoro includono: l’uso di materiali biologici nella robotica, come in JoAn, l’uomo di carne (1992); controllo telematico da parte dello spettatore di un corpo alieno nella performance Epizoo (1994); l’espansione dei movimenti del corpo con dresskeletons nella performance Afasia (1998) Antúnez ha presentato i suoi lavori in numerosi convegni internazionali: La Fundación Telefónica in Madrid, the P.A.C. in Milano, the Lieu Unique in Nantes, the I.C.A. in London, SOU Kapelica Ljubljana, Cena Contemporanea in Rio de Janeiro, the Barcelona MACBA and the DOM Cultural Center of Moscow. Ha presentato le sue performances all’International Festivals EMAF Osnabruc Germany, al Muu Media Festival, Helsinki, al Noveaux Cinema Noveaux Medias Montreal, al DEAF Rotterdam, allo Spiel.Art Munich. Ha ricevuto i seguenti riconoscimenti: First Prize al Festival Étrange, Paris 1994; Best New Media Noveaux Cinéma Noveaux Médias Montreal 1999; Max New Theatre award, Spain 2001; FAD Award Barcelona 2001, e Honorary Mention al Prix Ars Electronica 2003


Opere

Musei

Bibliografia

- Roberto Velázquez, Claudia Giannetti, Erkki Huhtamo, Margaret A. Boden, Sybille Krämer, Peter Weibel, Hans Moravec, Bartomeu Marí y Mercé Saumell, (1999), Epifania Marcel – Li Antunez Roca, Fundacion Telefonica,

- Giannetti Claudia, (1998), Performances, objectos y dibujos , Mecad, Barcelona.

- Macrì Teresa, (1996), Il Corpo Postorganico, Costa & Nolan, Genova.

- Alfano Miglietti Francesca, (1996), Intervista ad Antunez Roca, Virus n°4.

- Macrì Teresa, (1996), Marcel – Li Antunez Roca, Artel n°47.

- Infante Carlo, (1995), Ipermartire, Virtual n°21.


Sito web

http://www.marceliantunez.com/


Poetica

Nelle Performance assieme alla Fura Dels Baus, Marcel – Li Antunez Roca si oppone al teatro tradizionale , ricercando nuovi spazi espressivi , lontani dai vincoli tradizionali del teatro ottocentesco, e nuovi linguaggi, in stretta relazione col pubblico: questo rapporto col pubblico e l'interazione tra tecnologia e corpo, permangono anche nel lavoro autononomo dell'artista. Joan L' Hombre De Carne, prima opera dell'artista,stabilisce una sintonia perfetta tra sistema informatico e carattere postorganico: è un corpo inquietante tra splatter e fantasmatico, con un'anima cyber che porta a quelle zone liminari che legano vita e non vita , uomo e macchina, corpo e cervello e che suscita forti emozioni sul pubblico


Da mettere a fuoco è l’azione dello spettatore che cliccando sul simulacro grafico del performer provoca la reazione del corpo dello stesso. Un vero e proprio paradosso dell’attore. Marcel.li per rendere evidente questo approccio evolutivo con le tecnologie si è messo in gioco a tal punto da passare per un cybermartire. Ma l’ironia è tanta: conosce le esperienze radicali di Orlan e di Stelarc ed è cosciente che la ricerca ai limiti dell’arte non può rivelarsi in un gioco, fisico o concettuale che sia, al massacro. Rivendica bensì una riscoperta della vecchia idea di Body Art per rilanciarla nel campo di una sperimentazione teatrale in cui agire in modo spregiudicato, stanando lo spettatore dall’inerzia della platea , mettendolo in gioco con soluzioni interattive come quelle realizzate per "Epizoo": se lo spettatore non clicca non accade niente. Se in "Epizoo" l'artista, immobile, esposto come una scultura di carne, viene agito, mosso dalla macchina e il computer è messo a disposizione dello spettatore interattivo, in "Afasia" il gioco si ribalta: è il suo corpo ad intervenire in modo esteso, protesico, sulla scena. L'artista diventa uomo-orchestra: si muove e suona, estendendo l'azione del suo corpo non solo nello spazio ma "nelle" macchine elettroniche che traducono i suoi gesti in informazioni dinamiche, bit che muovono le cose, il suo corpo con quelle protesi elettromeccaniche muove la macchina, la informa.

Dà così corpo e senso al titolo stesso dello spettacolo: Afasia dimostrando che al di là della perdita di linguaggio delle narrazioni alfabetiche c'è una potente condizione espressiva che partendo dal corpo può attraverso la gestualità pilotare un complesso sistema di comunicazione multimediale. Il corpo si fa orchestra polisemica, traducendo la sua afasia in un clamore audiovisuale di strraordinario impatto spettacolare.


Webliografia

- http://www.mecad.org/afasia/menu.html

- http://www.teatron.org/agapow/perf/articoli/afasia.htm

- http://www.kapelica.org/epizoo/