Archiving whit attitude, the unreliable archivist and ada web: differenze tra le versioni

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'''Tratto da:''' [http://www.walkerart.org/gallery9/three www.walkerart.org/gallery9/three]
  
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'''Titolo Originale:''' Archiving with Attitude, The Unreliable Archivist and äda'web
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'''Traduzione di:''' Antonino Di Prinzio
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'''Anno:''' 1999
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'''Archiviare con giudizio, The Unreliable Archivist e äda'web'''
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L'anno è il 2020. Ti sei appena svegliato da una notte di sonno intermittente e decidi di verificare qualcosa che non riesci a toglierti dalla testa. È un primitivo "sito" - così lo chiamavano negli anni ‘90 - di nome äda'web o qualcosa di simile. Ancora un po’ confuso, scuoti uno dei tuoi cuscini, ti appoggi sul gomito e dài istruzioni al tuo assistente personale computerizzato - lo chiameremo cohenfrankippolito - di spegnere il Cosic e visualizzare äda'web. Cohenfrankippolito comincia immediatamente a leggere. "Chiamato come Lady Ada", dice, "figlia del poeta romantico Lord Byron, che è meglio conosciuto per…" Risparmiami, pensi. Con un gesto tagliente attraverso la gola, fai segno all’assistente di fermarsi, chiedendoti per l’ennesima volta che cosa dovresti aggiornare in futuro, se la sua capacità di sintesi o il suo modello di personalità.
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"Ho visto in anteprima äda'web, l'intera libreria di Alexa del 1998 e parecchi casi di tribunale" continua cohenfrankippolito. "Nel contesto dell’epoca, ci sono quattro parametri da esaminare: lingua, immagini, stile e layout. Ciascun parametro ha quattro regolazioni: normale, enigmatico, carico e assurdo. Ciò permette quattro elevato alla quarta potenza, o 256, possibili combinazioni di accesso. Come gradisci cominciare?"
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E’ strano, pensi. Nessun battito. Nessun odore. Decidi di non approfondire la cosa. "Grazie. Dammi solo il modo di farlo io stesso" dici all'assistente. "Ti farò sapere se avrò bisogno di qualcos’altro."
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Cosa significa archiviare nuovi media è di crescente interesse per molte istituzioni ed artisti - giusto dopo aver capito che cosa sono i nuovi media. Tuttavia, come Dolly la pecora clonata ha chiarito - come se ci fossero dei dubbi - gli eventi non sempre aspettano la comprensione o la conclusione e così il Walker Art Center è nella condizione di conservare uno dei più significativi progetti artistici sul primo Web, [http://www.walkerart.org/archive/4/94F053D50B98B58E2E72.htm äda'web], co-fondato e curato da Benjamin Weil, dal 1995 al 1998.
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La missione di parte della [http://www.walkerart.org/archive/7/96D3639B6E5717946167.htm Gallery 9] è di seguire gli artisti. A tal fine, abbiamo incaricato l’artista collaboratore di Janet Cohen, Keith Frank e Jon Ippolito di creare The Unreliable Archivist, con äda'web come suo ospite.
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The Unreliable Archivist fa parte di un genere di net art descritta spesso come "arte parassita". Lontano dall’essere un termine dispregiativo nell’ecologia della rete, "arte parassita" si riferisce semplicemente all’opera basata sul proprio ospite. Il rapporto fra parassita e ospite generalmente deve essere sano per continuare a andare avanti e in questo senso un parassita è differente da un virus. Ad un certo livello, la maggior parte della net art è parassita, basandosi sul suo ospite per molto del proprio significato, che è apparentemente casuale (per esempio, [http://www.irational.org/heath/_readme.html Read Me], di Heath Bunting) o auto-riflessivo (vedi Homework, di Natalie Bookchin ed altri). Altri progetti, come [http://www.numeral.com/alterend.html Alter Stats] di John Simon o [http://www.walkerart.org/archive/6/9F73D52C99CEB080616A.htm Stillman Project] di Lisa Jevbratt nella [http://www.walkerart.org/archive/7/96D3639B6E5717946167.htm Gallery 9], hanno rapporti algoritmici fra i tracciati che essi generano ed i sistemi ospiti che stanno mappando. The Unreliable Archivist, tracciando determinati metadati di äda'web, esplora il rapporto fra ospite e parassita, database e contenuto, punto di vista ed utente in modi illuminanti e sorprendenti.
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Uno dei modi decisivi in cui The Unreliable Archivist non è come altri lavori sistematici e parassiti è che tutte le relazioni con l'ospite - con äda'web - sono state attentamente selezionate dagli artisti. Questa non è una mutazione casuale. Non è neppure un rapporto algoritmico obiettivo. In questo senso, Cohen, Frank e Ippolito, come molti net artisti, negano la retorica utopistica dell'interattività. Permettendo al visore di manipolare i cursori di categoria, danno l'illusione della scelta; le scelte sono, tuttavia, notevolmente circoscritte.
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Il lavoro dell'archivista è complesso, con molte variabili, ma il processo può essere suddiviso in due mansioni fondamentali: protezione/conservazione ed accesso. L'accesso può ulteriormente essere suddiviso in accesso fisico ed accesso intellettuale. L'accesso intellettuale può a sua volta essere diviso in metadati e dati. Se la raccolta include una lettera a qualcuno è descritta con metadati - un indice, per esempio. Quello che la lettera dice sono i dati e possono essere rappresentati da una trascrizione manuale (copia) o da un file immagine ad alta risoluzione. La lettera in se è l'oggetto nell'archivio. Con gli oggetti fisici, la differenza fra un'immagine di una lettera e una lettera - fra accesso intellettuale ed accesso fisico - è spesso chiara. Per fornire l'accesso intellettuale, bisogna generare un sistema di metadati. Un archivista non prenderebbe una scatola piena di lettere, per esempio, per fare le fotografie delle lettere e gettarle a caso in un'altra scatola; piuttosto, lui o lei le archivierebbe basandosi sulle informazioni contenute nell'indice, i metadati. Con äda'web ed originali digitali in generale, tuttavia, la differenza fra accesso fisico ed accesso intellettuale è meno chiara. In breve, qual’è la differenza fra äda'web e una copia di äda'web?
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Nel considerare quale potrebbe essere il ruolo di un archivista di nuovi media, vengono in mente due differenze. Primo, l'accesso intellettuale potrebbe essere differente dall'accesso offerto da äda'web. Infatti, il sistema di accesso di The Unreliable Archivist differisce notevolmente da quello di äda'web, sebbene alla fine entrambi indirizzino gli utenti allo stesso contenuto. In secondo luogo, mentre potrebbe esserci un problema di conservazione con la lettera a qualcuno, il "modello cartaceo" è piuttosto ben definito. Se sappiamo come accedere ad una lettera ora (generalmente, rivolgendola verso l'alto sopra una superficie con luce sufficiente per la lettura), sapremo come accedervi fra 100 anni - ammesso che sia stata conservata correttamente. Con i media digitali, "conservazione" può significare qualcos'altro. Se vogliamo continuare ad accedere a quei media, ciò potrebbe significare conservare i sistemi di visualizzazione indispensabili, o potrebbe significare pro-conservare (conservazione proattiva; cioè, aggiornando) le informazioni di visualizzazione - per esempio, äda'web stesso - in modo che possano essere accessibili sui sistemi correnti (futuri).
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The Unreliable Archivist, come ogni buon archivista, genera i metadati di äda'web. Nella fattispecie essi si trovano ad essere solo per caso un minimo, potremmo dire, peculiari. Secondo gli standards delle "Categorie per la Descrizione delle Opere d’Arte", ci sono categorie di metadati di base, quali autore, titolo, data di creazione e medium. Ma Cohen, Frank e Ippolito hanno scelto lingua, immagine, stile e layout. Ancora, essi hanno applicato un insieme standard di valori - normale, enigmatico, carico e assurdo - ad ogni categoria.
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Il pregio di uno standard come le "Categorie per la Descrizione delle Opere d’Arte" è la sua precisione - almeno per gli esperti. Esso permette di operare minuscole distinzioni fra gli oggetti. Ciò tiene conto del ripescaggio degli specifici oggetti noti da vasti database. Quello in cui non è molto bravo è nel fare i collegamenti o nel trovare cose che non si conoscono. Si pensi alla differenza fra ricercare un ritratto del ventesimo secolo fatto di legno e ricercare qualcosa che abbia una lingua ambigua, immagini enigmatiche e stile assurdo.
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Quando per la prima volta ho visto The Unreliable Archivist, l’ho considerato essere un omaggio agli eccessi meravigliosi e mozzafiato di äda'web ed a coloro che lo hanno creato. Inoltre l’ho considerato una parodia, un commento scherzoso sul massacro che archiviare - mettere in naftalina - un’istituzione così dinamica come il Walker potrebbe richiedere. Penso ancora che queste conclusioni siano vere, ma la mia preoccupazione è cambiata. Piuttosto che preoccuparci di come The Unreliable Archivist è, forse dovremmo mappare l'intera collezione del Walker secondo queste categorie e valori. Che cosa accadrebbe?
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È possibile immaginare un futuro in cui tutto è archiviato - dai nostri dati di credito ai nostri ricordi, dagli eventi del mondo agli incontri appassionati. In che modo allora generiamo i sistemi che permettono a ciascuno di noi di essere un "archivista inaffidabile" Generare l’assurdo, l’enigmatico? Non importa quanto intelligenti gli agenti d’archiviazione saranno nel 2020, saranno poveri surrogati se non saranno in grado di rappresentare un punto di vista specifico.
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[[Categoria:1999_d.c.]]
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[[Categoria:Conservazione_dell'arte_digitale]]
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[[Categoria:Testo_di_Dietz_Steve]]

Versione attuale delle 23:47, 8 Gen 2007

Autore: Steve Dietz

Tratto da: www.walkerart.org/gallery9/three

Titolo Originale: Archiving with Attitude, The Unreliable Archivist and äda'web

Traduzione di: Antonino Di Prinzio

Anno: 1999


Archiviare con giudizio, The Unreliable Archivist e äda'web




L'anno è il 2020. Ti sei appena svegliato da una notte di sonno intermittente e decidi di verificare qualcosa che non riesci a toglierti dalla testa. È un primitivo "sito" - così lo chiamavano negli anni ‘90 - di nome äda'web o qualcosa di simile. Ancora un po’ confuso, scuoti uno dei tuoi cuscini, ti appoggi sul gomito e dài istruzioni al tuo assistente personale computerizzato - lo chiameremo cohenfrankippolito - di spegnere il Cosic e visualizzare äda'web. Cohenfrankippolito comincia immediatamente a leggere. "Chiamato come Lady Ada", dice, "figlia del poeta romantico Lord Byron, che è meglio conosciuto per…" Risparmiami, pensi. Con un gesto tagliente attraverso la gola, fai segno all’assistente di fermarsi, chiedendoti per l’ennesima volta che cosa dovresti aggiornare in futuro, se la sua capacità di sintesi o il suo modello di personalità.

"Ho visto in anteprima äda'web, l'intera libreria di Alexa del 1998 e parecchi casi di tribunale" continua cohenfrankippolito. "Nel contesto dell’epoca, ci sono quattro parametri da esaminare: lingua, immagini, stile e layout. Ciascun parametro ha quattro regolazioni: normale, enigmatico, carico e assurdo. Ciò permette quattro elevato alla quarta potenza, o 256, possibili combinazioni di accesso. Come gradisci cominciare?"

E’ strano, pensi. Nessun battito. Nessun odore. Decidi di non approfondire la cosa. "Grazie. Dammi solo il modo di farlo io stesso" dici all'assistente. "Ti farò sapere se avrò bisogno di qualcos’altro."




Cosa significa archiviare nuovi media è di crescente interesse per molte istituzioni ed artisti - giusto dopo aver capito che cosa sono i nuovi media. Tuttavia, come Dolly la pecora clonata ha chiarito - come se ci fossero dei dubbi - gli eventi non sempre aspettano la comprensione o la conclusione e così il Walker Art Center è nella condizione di conservare uno dei più significativi progetti artistici sul primo Web, äda'web, co-fondato e curato da Benjamin Weil, dal 1995 al 1998.

La missione di parte della Gallery 9 è di seguire gli artisti. A tal fine, abbiamo incaricato l’artista collaboratore di Janet Cohen, Keith Frank e Jon Ippolito di creare The Unreliable Archivist, con äda'web come suo ospite.

The Unreliable Archivist fa parte di un genere di net art descritta spesso come "arte parassita". Lontano dall’essere un termine dispregiativo nell’ecologia della rete, "arte parassita" si riferisce semplicemente all’opera basata sul proprio ospite. Il rapporto fra parassita e ospite generalmente deve essere sano per continuare a andare avanti e in questo senso un parassita è differente da un virus. Ad un certo livello, la maggior parte della net art è parassita, basandosi sul suo ospite per molto del proprio significato, che è apparentemente casuale (per esempio, Read Me, di Heath Bunting) o auto-riflessivo (vedi Homework, di Natalie Bookchin ed altri). Altri progetti, come Alter Stats di John Simon o Stillman Project di Lisa Jevbratt nella Gallery 9, hanno rapporti algoritmici fra i tracciati che essi generano ed i sistemi ospiti che stanno mappando. The Unreliable Archivist, tracciando determinati metadati di äda'web, esplora il rapporto fra ospite e parassita, database e contenuto, punto di vista ed utente in modi illuminanti e sorprendenti.

Uno dei modi decisivi in cui The Unreliable Archivist non è come altri lavori sistematici e parassiti è che tutte le relazioni con l'ospite - con äda'web - sono state attentamente selezionate dagli artisti. Questa non è una mutazione casuale. Non è neppure un rapporto algoritmico obiettivo. In questo senso, Cohen, Frank e Ippolito, come molti net artisti, negano la retorica utopistica dell'interattività. Permettendo al visore di manipolare i cursori di categoria, danno l'illusione della scelta; le scelte sono, tuttavia, notevolmente circoscritte.

Il lavoro dell'archivista è complesso, con molte variabili, ma il processo può essere suddiviso in due mansioni fondamentali: protezione/conservazione ed accesso. L'accesso può ulteriormente essere suddiviso in accesso fisico ed accesso intellettuale. L'accesso intellettuale può a sua volta essere diviso in metadati e dati. Se la raccolta include una lettera a qualcuno è descritta con metadati - un indice, per esempio. Quello che la lettera dice sono i dati e possono essere rappresentati da una trascrizione manuale (copia) o da un file immagine ad alta risoluzione. La lettera in se è l'oggetto nell'archivio. Con gli oggetti fisici, la differenza fra un'immagine di una lettera e una lettera - fra accesso intellettuale ed accesso fisico - è spesso chiara. Per fornire l'accesso intellettuale, bisogna generare un sistema di metadati. Un archivista non prenderebbe una scatola piena di lettere, per esempio, per fare le fotografie delle lettere e gettarle a caso in un'altra scatola; piuttosto, lui o lei le archivierebbe basandosi sulle informazioni contenute nell'indice, i metadati. Con äda'web ed originali digitali in generale, tuttavia, la differenza fra accesso fisico ed accesso intellettuale è meno chiara. In breve, qual’è la differenza fra äda'web e una copia di äda'web?

Nel considerare quale potrebbe essere il ruolo di un archivista di nuovi media, vengono in mente due differenze. Primo, l'accesso intellettuale potrebbe essere differente dall'accesso offerto da äda'web. Infatti, il sistema di accesso di The Unreliable Archivist differisce notevolmente da quello di äda'web, sebbene alla fine entrambi indirizzino gli utenti allo stesso contenuto. In secondo luogo, mentre potrebbe esserci un problema di conservazione con la lettera a qualcuno, il "modello cartaceo" è piuttosto ben definito. Se sappiamo come accedere ad una lettera ora (generalmente, rivolgendola verso l'alto sopra una superficie con luce sufficiente per la lettura), sapremo come accedervi fra 100 anni - ammesso che sia stata conservata correttamente. Con i media digitali, "conservazione" può significare qualcos'altro. Se vogliamo continuare ad accedere a quei media, ciò potrebbe significare conservare i sistemi di visualizzazione indispensabili, o potrebbe significare pro-conservare (conservazione proattiva; cioè, aggiornando) le informazioni di visualizzazione - per esempio, äda'web stesso - in modo che possano essere accessibili sui sistemi correnti (futuri).

The Unreliable Archivist, come ogni buon archivista, genera i metadati di äda'web. Nella fattispecie essi si trovano ad essere solo per caso un minimo, potremmo dire, peculiari. Secondo gli standards delle "Categorie per la Descrizione delle Opere d’Arte", ci sono categorie di metadati di base, quali autore, titolo, data di creazione e medium. Ma Cohen, Frank e Ippolito hanno scelto lingua, immagine, stile e layout. Ancora, essi hanno applicato un insieme standard di valori - normale, enigmatico, carico e assurdo - ad ogni categoria.

Il pregio di uno standard come le "Categorie per la Descrizione delle Opere d’Arte" è la sua precisione - almeno per gli esperti. Esso permette di operare minuscole distinzioni fra gli oggetti. Ciò tiene conto del ripescaggio degli specifici oggetti noti da vasti database. Quello in cui non è molto bravo è nel fare i collegamenti o nel trovare cose che non si conoscono. Si pensi alla differenza fra ricercare un ritratto del ventesimo secolo fatto di legno e ricercare qualcosa che abbia una lingua ambigua, immagini enigmatiche e stile assurdo.

Quando per la prima volta ho visto The Unreliable Archivist, l’ho considerato essere un omaggio agli eccessi meravigliosi e mozzafiato di äda'web ed a coloro che lo hanno creato. Inoltre l’ho considerato una parodia, un commento scherzoso sul massacro che archiviare - mettere in naftalina - un’istituzione così dinamica come il Walker potrebbe richiedere. Penso ancora che queste conclusioni siano vere, ma la mia preoccupazione è cambiata. Piuttosto che preoccuparci di come The Unreliable Archivist è, forse dovremmo mappare l'intera collezione del Walker secondo queste categorie e valori. Che cosa accadrebbe?

È possibile immaginare un futuro in cui tutto è archiviato - dai nostri dati di credito ai nostri ricordi, dagli eventi del mondo agli incontri appassionati. In che modo allora generiamo i sistemi che permettono a ciascuno di noi di essere un "archivista inaffidabile" Generare l’assurdo, l’enigmatico? Non importa quanto intelligenti gli agenti d’archiviazione saranno nel 2020, saranno poveri surrogati se non saranno in grado di rappresentare un punto di vista specifico.