Art-free portals or free art portals: differenze tra le versioni

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(Traduzione "Art-free porrtals or free art portals?" di Andy Deck)
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Portali d’arte libera o Portali d’arte gratuiti?
  
[[Categoria: Testo di Deck Andy]]
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Mentre la sfida per gli occhi diventa più intensa online, la fiducia del pubblico sulla direzione degli ingegneri di marketing e sui magici motori di ricerca molto poco probabilmente sarà a favore del contenuto dei produttori indipendenti. I principali portali internet presto saranno concentrati su musica e films, cosicché sempre minor attenzione sarà focalizzata su artisti indipendenti, autori e organizzazioni con fondi più modesti.
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Una caratteristica dei portali d’arte online è la presenza di diversi contenziosi  che stanno trovando una soluzione mediante un dialogo che è già iniziato.
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Il decidere come orchestrare le politiche di selezione è un problema significativo. Gli editori volontari, così come i lavoratori temporanei di Yahoo!, non sono dei buoni candidati. Chi dovrebbe essere pagato, quanto e da chi sono tutte importanti questioni. Un’ ulteriore controversia è il possesso dei contenuti. A questo riguardo può essere d’aiuto distinguere tra un archivio, che deve cercare di preservare nel tempo i lavori, e un portale. Fino a quando il ruolo primario per un portale d’arte sarà di fungere da punto di riferimento per altri luoghi, gli artisti probabilmente non vorranno rinunciare a nessun diritto di proprietà intellettuale.
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Ci furono molti illustri giuristi che discussero del Digital Millenium Copyright Act, sotware gratuiti, ICANN, della costituzionalità della vendita governativa della gamma, e di questioni inerenti ulteriori proprietà intellettuali  e politiche di comunicazione. Dal terzo si cominciò a discutere sui possibili risultati ottenibili con una corretta modalità d’azione.
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Diverse persone proposero obiettivi molto ambiziosi: riscrivere completamente la legge sul copyright, promuovere  una serie di principi coerenti sul copyright, convocare una convenzione costituzionale per internet. È troppo prematuro dire se qualcosa di concreto sia venuto fuori da così grandi propositi. Fa comunque pensare il fatto che liberi intellettuali si siano  riuniti condividendo obiettivi e discutendo su strategie cooperative.
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Nel presentare una prospettiva d’artista alla Law conference, mi sono concentrato sulla minaccia ai produttori di contenuti indipendenti posta dal concentrato e simultaneo possesso di contenuti e dai mezzi scoperti.
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La libertà di possedere un sito internet significa poco se è talmente oscuro da non poter essere raggiunto dal pubblico. Un ulteriore argomento che ho segnalato è il ruolo centrale svolto dai portali nell’influenzare ciò che la gente trova navigando nel Web. La commercializzazione di materiali di rimando, come il sistema di parole-chiave per gli acquisti messo a punto dalla Microsoft e dai suoi RealNames affiliati, offre una buona motivazione per allestire alternative guide per la navigazione in rete.
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È possibile che EAN possa diventare più importante se abbandonasse il proprio status di subalterno diventando più un punto di partenza quotidiano che solamente un’esposizione stagionale.
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Anche così questo rumoroso portale  lodevole. Mentre molti altri portali mostrano contenuti volti al profitto dando la precedenza a spazi pubblicitari, AEN mostra un modello alternativo capace di enfatizzare links interessanti a siti remoti. Invece di favorire propositi commerciali, un portale dovrebbe essere costituito da links verso altri siti e non contenuti dettati da contratti di marketing o dagli stessi proprietari del portale. Come architetto capo della AEN, Steve Dietz ha affermato:
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Alla stessa maniera il miglior sito di news potrebbe essere il non-profit Common Dreams Newscenter che esercitando in modo corretto deve però al momento rinunciare ad ottenere una vasta varietà di storie da vari servizi wire.
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A parte tutte le belle parole a proposito delle strutture del rizoma, stanno emergendo centri nello spazio Web e sia i musei che gli artisti devono negoziare su come chiudere e su come inserirsi nei centri di attenzione. La statistica suggerisce che molta gente sta iniziando la propria esperienza online da un paio di siti, ed in particolare da Yahoo!. E c’è da credere che le nuove combinazioni dei media e l’emergente sistema di web-television rovesceranno questa tendenza.
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A dispetto della comune metafora di navigazione, ci sono un paio di previsioni a medio e lungo termine quando si naviga nello spazio web. Lo spazio è solo simbolico e il marketing adesso svolge un ruolo fondamentale nel determinare quali siano i simboli principali. Al di fuori del cyber-spazio i musei hanno un’altra considerazione. Almeno nelle città stanno orgogliosamente  di fianco a librerie e negozi. Ma online quando la gente inizia a navigare sui portali, le arti sono gerarchicamente dentro o sotto l’esteriorità commerciale.
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Altre volte invece la ricerca attiva è inutile poichè i contenuti dei database sono mancanti. Non tutti i database sono strutturati allo stesso modo. La valutazione dei vari portali dovrebbe coinvolgere e in ultima istanza considerazioni a proposito del software, degli algoritmi e delle motivazioni usate per stabilire, mantenere e rivelare dati. Mentre questo non suona come regione dell’estetica, le arti soffriranno se le decisioni più rilevanti saranno prese da tecnocrati e funzionari d’azienda.
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Con i così veloci cambiamenti e con le così enormi potenzialità di internet non sarebbe saggio per i leader culturali ignorare le emergenti caratteristiche del network. Le future potenzialità della rete sono strettamente collegate al concetto che la gente ha della rete oggi. Friedric Jameson ha scritto:
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qualunque sia la verità delle ipotesi inerenti la rivoluzione cibernetica, è abbastanza da registrare una credenza condivisa nella popolazione degli stati più sviluppati, una credenza così radicata da costituire un fatto di grande importanza che non può essere considerato come un semplice errore.
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Anche se internet è mal rappresentato, adattato a semplici ragioni di marketing e sfruttato per realizzare imperativi di diverse compagnie, rimane l’euforia per le sue infinite potenzialità e per la diversità dei suoi contenuti. Consente ai media di promuovere, monopolizzare ed imporre standard tecnici, pone la propria fondazione su queste convinzioni a  proposito dell’evoluzione dei media. In assenza di metafore azzeccate, l’immaginazione popolare di internet è carica di illusioni. L’enorme complessità di visualizzare e misurare la rete conferisce potere a questa dimensione immaginaria.
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Sebbene il tentativo di mappare il contenuto del web risulti soggettivo e complicato, CultureMap ci rammenta che possono comunque essere fatte osservazioni provvisorie. Il web non è un oggetto immutabile, ma piuttosto un sistema di simboli in flusso continuo.
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A dispetto della somiglianza dei portali dominanti, internet ha potenzialità e qualità che loro tendono ad oscurare. Gli artisti possono lavorare in modo da contribuire ad una scoperta popolare delle nuove informazioni digitali. Considerato l’importante ruolo giocato dai media nella creazione di idee sociali, valori ed aspettative, è ragionevole che artisti e intellettuali si interessino a come la gente ricerca informazioni. A dispetto della loro attuale visibilità, non è detto che le fragili zone autonome che sono emerse ondine possano un giorno essere trovate in un modo più semplice.
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I proto-portali come AEN, Turbolence, Subvertise, così come il net art map di jodi.org dimostrano modi di presentare prodotti d’arte online in modo indipendente. Forse nessuno di loro si evolverà interamente in un portale di utilizzo di massa. Comunque, avendo assistito alla rapida crescita di sistemi operativi gratuiti, ed avendo visto il web apparire a se stesso in modo inaspettato, si possono immaginare centinaia di migliaia di artisti dare un contributo ai Free Art Portals. In società abituate ad un continuo flusso di fresche offerte da parte di media, un apporto ben organizzato potrebbe essere fondamentale per competere coi più ricchi portali commerciali, alcuni dei quali già evocano lo spettro di una Art Free Culture. Probabilmente alla fine questi centri senza arte potranno essere, una buona volta, relegati ai margini.

Revisione 12:21, 26 Mag 2005

Portali d’arte libera o Portali d’arte gratuiti?


Mentre la sfida per gli occhi diventa più intensa online, la fiducia del pubblico sulla direzione degli ingegneri di marketing e sui magici motori di ricerca molto poco probabilmente sarà a favore del contenuto dei produttori indipendenti. I principali portali internet presto saranno concentrati su musica e films, cosicché sempre minor attenzione sarà focalizzata su artisti indipendenti, autori e organizzazioni con fondi più modesti.

Una caratteristica dei portali d’arte online è la presenza di diversi contenziosi che stanno trovando una soluzione mediante un dialogo che è già iniziato.

Il decidere come orchestrare le politiche di selezione è un problema significativo. Gli editori volontari, così come i lavoratori temporanei di Yahoo!, non sono dei buoni candidati. Chi dovrebbe essere pagato, quanto e da chi sono tutte importanti questioni. Un’ ulteriore controversia è il possesso dei contenuti. A questo riguardo può essere d’aiuto distinguere tra un archivio, che deve cercare di preservare nel tempo i lavori, e un portale. Fino a quando il ruolo primario per un portale d’arte sarà di fungere da punto di riferimento per altri luoghi, gli artisti probabilmente non vorranno rinunciare a nessun diritto di proprietà intellettuale.



Ci furono molti illustri giuristi che discussero del Digital Millenium Copyright Act, sotware gratuiti, ICANN, della costituzionalità della vendita governativa della gamma, e di questioni inerenti ulteriori proprietà intellettuali e politiche di comunicazione. Dal terzo si cominciò a discutere sui possibili risultati ottenibili con una corretta modalità d’azione.

Diverse persone proposero obiettivi molto ambiziosi: riscrivere completamente la legge sul copyright, promuovere una serie di principi coerenti sul copyright, convocare una convenzione costituzionale per internet. È troppo prematuro dire se qualcosa di concreto sia venuto fuori da così grandi propositi. Fa comunque pensare il fatto che liberi intellettuali si siano riuniti condividendo obiettivi e discutendo su strategie cooperative.

Nel presentare una prospettiva d’artista alla Law conference, mi sono concentrato sulla minaccia ai produttori di contenuti indipendenti posta dal concentrato e simultaneo possesso di contenuti e dai mezzi scoperti. La libertà di possedere un sito internet significa poco se è talmente oscuro da non poter essere raggiunto dal pubblico. Un ulteriore argomento che ho segnalato è il ruolo centrale svolto dai portali nell’influenzare ciò che la gente trova navigando nel Web. La commercializzazione di materiali di rimando, come il sistema di parole-chiave per gli acquisti messo a punto dalla Microsoft e dai suoi RealNames affiliati, offre una buona motivazione per allestire alternative guide per la navigazione in rete.


È possibile che EAN possa diventare più importante se abbandonasse il proprio status di subalterno diventando più un punto di partenza quotidiano che solamente un’esposizione stagionale.

Anche così questo rumoroso portale lodevole. Mentre molti altri portali mostrano contenuti volti al profitto dando la precedenza a spazi pubblicitari, AEN mostra un modello alternativo capace di enfatizzare links interessanti a siti remoti. Invece di favorire propositi commerciali, un portale dovrebbe essere costituito da links verso altri siti e non contenuti dettati da contratti di marketing o dagli stessi proprietari del portale. Come architetto capo della AEN, Steve Dietz ha affermato:


Alla stessa maniera il miglior sito di news potrebbe essere il non-profit Common Dreams Newscenter che esercitando in modo corretto deve però al momento rinunciare ad ottenere una vasta varietà di storie da vari servizi wire.

A parte tutte le belle parole a proposito delle strutture del rizoma, stanno emergendo centri nello spazio Web e sia i musei che gli artisti devono negoziare su come chiudere e su come inserirsi nei centri di attenzione. La statistica suggerisce che molta gente sta iniziando la propria esperienza online da un paio di siti, ed in particolare da Yahoo!. E c’è da credere che le nuove combinazioni dei media e l’emergente sistema di web-television rovesceranno questa tendenza.

A dispetto della comune metafora di navigazione, ci sono un paio di previsioni a medio e lungo termine quando si naviga nello spazio web. Lo spazio è solo simbolico e il marketing adesso svolge un ruolo fondamentale nel determinare quali siano i simboli principali. Al di fuori del cyber-spazio i musei hanno un’altra considerazione. Almeno nelle città stanno orgogliosamente di fianco a librerie e negozi. Ma online quando la gente inizia a navigare sui portali, le arti sono gerarchicamente dentro o sotto l’esteriorità commerciale.


Altre volte invece la ricerca attiva è inutile poichè i contenuti dei database sono mancanti. Non tutti i database sono strutturati allo stesso modo. La valutazione dei vari portali dovrebbe coinvolgere e in ultima istanza considerazioni a proposito del software, degli algoritmi e delle motivazioni usate per stabilire, mantenere e rivelare dati. Mentre questo non suona come regione dell’estetica, le arti soffriranno se le decisioni più rilevanti saranno prese da tecnocrati e funzionari d’azienda.


Con i così veloci cambiamenti e con le così enormi potenzialità di internet non sarebbe saggio per i leader culturali ignorare le emergenti caratteristiche del network. Le future potenzialità della rete sono strettamente collegate al concetto che la gente ha della rete oggi. Friedric Jameson ha scritto:

qualunque sia la verità delle ipotesi inerenti la rivoluzione cibernetica, è abbastanza da registrare una credenza condivisa nella popolazione degli stati più sviluppati, una credenza così radicata da costituire un fatto di grande importanza che non può essere considerato come un semplice errore.

Anche se internet è mal rappresentato, adattato a semplici ragioni di marketing e sfruttato per realizzare imperativi di diverse compagnie, rimane l’euforia per le sue infinite potenzialità e per la diversità dei suoi contenuti. Consente ai media di promuovere, monopolizzare ed imporre standard tecnici, pone la propria fondazione su queste convinzioni a proposito dell’evoluzione dei media. In assenza di metafore azzeccate, l’immaginazione popolare di internet è carica di illusioni. L’enorme complessità di visualizzare e misurare la rete conferisce potere a questa dimensione immaginaria.

Sebbene il tentativo di mappare il contenuto del web risulti soggettivo e complicato, CultureMap ci rammenta che possono comunque essere fatte osservazioni provvisorie. Il web non è un oggetto immutabile, ma piuttosto un sistema di simboli in flusso continuo. A dispetto della somiglianza dei portali dominanti, internet ha potenzialità e qualità che loro tendono ad oscurare. Gli artisti possono lavorare in modo da contribuire ad una scoperta popolare delle nuove informazioni digitali. Considerato l’importante ruolo giocato dai media nella creazione di idee sociali, valori ed aspettative, è ragionevole che artisti e intellettuali si interessino a come la gente ricerca informazioni. A dispetto della loro attuale visibilità, non è detto che le fragili zone autonome che sono emerse ondine possano un giorno essere trovate in un modo più semplice.

I proto-portali come AEN, Turbolence, Subvertise, così come il net art map di jodi.org dimostrano modi di presentare prodotti d’arte online in modo indipendente. Forse nessuno di loro si evolverà interamente in un portale di utilizzo di massa. Comunque, avendo assistito alla rapida crescita di sistemi operativi gratuiti, ed avendo visto il web apparire a se stesso in modo inaspettato, si possono immaginare centinaia di migliaia di artisti dare un contributo ai Free Art Portals. In società abituate ad un continuo flusso di fresche offerte da parte di media, un apporto ben organizzato potrebbe essere fondamentale per competere coi più ricchi portali commerciali, alcuni dei quali già evocano lo spettro di una Art Free Culture. Probabilmente alla fine questi centri senza arte potranno essere, una buona volta, relegati ai margini.