Art and the corporate world - A mixed double

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DRUCKREY Timothy


Art and the Corporate World - A Mixed Double (Timothy Druckrey and Benjamin Weil 01.04.1998) http://www.heise.de/tp/english/inhalt/sa/3220/1.html


Titolo originale: Art and the corporate world – A mixed double (Timothy Druckrey and Benjamin Weil 01.04.1998)

Fonte biografica della notizia: http://www.heise.de/tp/english/inhalt/sa/3220/1.html

Personaggio: Benjamin Weil (da una conversazione con Timothy Druckrey)

Autore testo: Timothy Druckrey


Arte e mondo corporativo, un doppio mixed (Timothy Druckrey e Benjamin Weil 01/04/1998)

Una conversazione su adaweb e la funzionalità dei server contenenti arte. E’ avvenuto come un terremoto nella net community che adaweb fu tagliato dai fondi che generano le iniziative di AOL . I dibattiti più ricorrenti sulle mailing list riguardavano autonomia, avidità sociale, aspettative misantropiche o forme patetiche di compromesso. Praticamente nessuno di questi argomenti contestualizza il problema come un qualcosa che può essere esteso ad un fallimento generale dell’arte istituzionale mondiale in termini di net art. Il rifiuto di sponsorizzazione sociale è, alla fine, banalmente accettato.

Il problema gira intorno a parecchie lacune importanti nel sostegno ai mezzi sperimentali negli USA. In primo luogo è una tradizione virtualmente inesistente per il genere di rappresentazione che accadono regolarmente in europa e che sostengono le media art (la lista è lunga e include: Arts Electronica, DEAF, Transmedia,………), in secondo luogo una disattenzione di vecchia data a situare o addirittura accettare arti d’emersione di media nella sfera (in diminuzione, ma ancora attiva), di sedi alternative per la mostra.

I malintesi che continuano circa le arts media e il web nello specifico, ancora provocano qualche deludente dibattito che riempie per esempio la lista eyebeam. Alla fine comunque le differenziazioni stabilirono le richieste in un settore specifico che legittimò l’appoggio istituzionale e che valutò il lavoro storico fatto. Adaweb emerse tra commercio ed arte. Non propose illusioni circa la sua autonomia (era un .com e non un .net o .org). La relativa posizione dei curatori, articolata dalla scelta di progetti e artisti, serviva per rinforzare una piattaforma ragionata in cui richiamare adaweb e altri hosting come terreno differenziato in cui l’adattamento, la riconcettualizzazione e l’esperimetazione potrebbero essere lasciati fuori dall’atmosfera free-for-all attribuita solitamente alle net arts. In un campo guidato dall’istantaneità e dalla mutazione adaweb è sembrato circospetto piuttosto che avventato. Certamente parte della sua reputazione è stata consolidata dalla stabilità che ha rappresentato. Net art ha potuto generare un flusso di traffico, ma non riesce a generare un flusso di reddito. Recentemente ho parlato con Benjamin Weil amministratore adaweb. Piuttosto che presentare un’intervista gli ho chiesto di contribuire con alcuni pensieri.


Benjamin Weil:

I costi molto bassi (prezzi di hosting tendono ad abbassare ), e la facilità di programmare pagine web di base ha abilitato un numero di artisti ad andare avanti e produrre il proprio lavoro senza bisogno di alcuna mediazione.

Personalmente trovo piuttosto difficile seguire i progressi di nuovi progetti.

Il fatto che Wolfgang Staehle proponga hosting del web ed assistenza tecnica ha costituito un luogo di scelta per gli artisti. Questo vuol dire che chiunque accede al sito web ha l’occasione di controllare un numero crescente di progetti di altri artisti in tempo reale. Tuttavia, in quanto molto economico e geniale, gli artisti devono sapere costruire le loro pagine da sé, altrimenti devono pagare un supporto tecnico.



Fu chiesto al nostro collegio elettorale di pagare una quota annuale minima per sostenere i progetti; questo si dimostro’ un ulteriore problema in quanto sarebbe stato antitetico con la relativa struttura di ipermedia in quanto alcuni avrebbero pagato mentre altri no, accettando così la nozione di due categorie di netizens. Il noprofit è stato esplorato ancora una volta dalla società l’ultima estate anche se già si stava andando verso strategie più tradizionali per la costituzione di un fondo. Felice scelta è stata quella di trovare un modo di collaborare con società per azioni e introdurre la nozione di ricerca.


Oggi , il web risulta essere un mezzo amorfo, servente molti interessi differenti. Mentre si evolve sembra che emerga un denominatore comune: la sua forma transactional. I periodici per esempio, tendono sempre più a offrire abbonamenti: il modello free-for-all può essere di conseguenza breve e non essere una vera sorpresa. Tuttavia la nozione della struttura di collegamento di ipermedia può soffrire di quel modello. Considerando che ancora io credo che mantenere la propria pagina web sia una possibilità, è chiaro che se le arti online non sono organizzate precipiteranno culturalmente rimanendo emarginate e l’opportunità di creare un forum per le arti in una posizione centrale della cultura contemporanea sarà perso miserabilmente.