Arte Egizia

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Culla di un antica, meravigliosa civiltà l'Egitto nata sulle rive del suo fiume Nilo non cessa di affascinare con un arte che ha origini antichissime, precedenti al III millenio a.C., testimonianze di un'arte assolutamente originale perché il territorio in cui si sviluppa, chiuso fra deserti e mare, impedì per lungo tempo i contatti con le altre civiltà. Costruttori di grandiose costruzioni funerarie (Piramidi) e monumentali templi, caratterizzati dall'uso di altissime colonne, con capitelli dalle forme assai varie, spesso ispirate ad elementi naturali. L'arte egiziana è l'espressione di uno Stato organizzato assai rigidamente dove a capo si ha una figura che fa la funzione di sovrano e sommo sacerdote, il Faraone. Accanto a lui, la casta sacerdotale è la più privilegiata e potente. L'arte egiziana deve glorificare attraverso imponenti edifici la divinità e il faraone per incutere nel popolo rispetto sacro e venerazione per una classe politica forte e immutabile nel tempo. L'artista è un artigiano anonimo, spesso uno schiavo che non può esprimersi liberamente, ma obbedisce a precise disposizioni imposte dall'alto. Se il popolo può ammirare le grandi costruzioni, simbolo di potere sul territorio, pittura e scultura si trovano soprattutto in ambienti destinati alle classi che detengono questo potere.

Storia:

La civiltà egiziana si sviluppò in un ampio periodo storico, dal IV millennio al VI secolo a.C. Verso il 2850 a.C. il territorio dell'Egitto, inizialmente diviso in due grandi Regni, venne unificato da re Menes, che stabilì la capitale a Tinis, nel Medio Egitto. A partire da questo momento, la storia della civiltà egiziana si suole dividere in quattro periodi:
- Regno Antico (2850-2050 a.C.): la capitale, da Tinis, viene spostata a Menfi, nel Basso Egitto;
- Regno Medio (2050-1580 a.C.): durante il quale la capitale è Tebe, nell'Alto Egitto;
- Regno Nuovo (1580-663 a.C.): detto anche «secondo periodo tebano» perché la capitale è ancora Tebe. Durante questo periodo, lungo circa nove secoli, la civiltà egiziana raggiunse il massimo del suo splendore ed entrò in contatto con i popoli dell'Oriente.
- Bassa epoca (663-525 a.C.): detta anche «periodo saitico» perché la capitale è Sais, sul delta del Nilo.
Nel 525 a.C. il re persiano Cambise invase l'Egitto. Nonostante la conquista straniera, la cultura egiziana continuò a manifestare, ancora per lungo tempo, i suoi modi espressivi tradizionali.

Architettura:

Ben poco c'è rimasto dell' epoca preistorica o delle prime dinastie delle opere architettoniche egizie, infatti sono arrivate a noi perlopiù tombe semplici di argilla o mattoni di fango del Nilo, materiale usato anche per la costruzioni di case e templi. I tronchi di palme servivano a reggere i soffitti e per la copertura dei vani, spesso chiusi con volte a botte.

L’ANTICO REGNO soltanto all'inizio dell'antico regno con la costruzione delle tombe dei regnanti delle prime dinastie, imitavano la struttura dei palazzi o dei templi; il gran numero di ceramiche e oggetti in pietra, in avorio e in osso intagliato che vi sono stati rinvenuti attestano l'elevato livello di sviluppo artistico e artigianale dell'Egitto dell'Antico Regno fece la sua comparsa l'architettura litica, ma l'uso dei mattoni rimase sempre predominante. Durante la III dinastia,fu costruito un intero complesso funerario composto da un gruppo di templi ed edifici annessi, e dalla grande piramide a gradoni nella quale fu deposto il corpo del re .Gli Egizi furono capaci di edificare monumenti che sono ancora oggi considerati fra le meraviglie del mondo, le piramidi di Giza testimoniano la perizia ingegneristica degli architetti egizi ed intorno a queste si sviluppò una necropoli formata da numerose mastabe (termine antico che significa "panche in mattoni d'argilla"), cioè tombe a tronco di piramide, con tetto piatto e pareti a scarpata.

IL MEDIO REGNO ancora meno che i templi dell'antico ci è giunto a noi delle testimonianze dei santuari del Medio Regno , probabilmente decaddero tutti nei tempi inquieti della dominazione degli Hyksos e durante la XVIII dinastia furono reimpiegati materiali dei vecchi edifici per farne nuovi. Notevole è solo un piccolo edificio, risalente al periodo di Sesostri I venuto alla luce fra i templi di Karnak. Si tratta di una sorta di cappella, corrispondente a una stazione della processione del battello sacro: la sua struttura cubica, realizzata con un sistema complesso di pilastri e architravi, è caratterizzata da purezza di linee e proporzioni armoniose.


NUOVO REGNO quasi tutti i faraoni del Nuovo Regno del XVIII, XIX e XX commissionarono nuovi templi e costruzioni a Karnak, centro del culto di Ammone, dove vennero deposte le spoglie dei faraoni scavate nella roccia della Valle dei Re contribuendo così a creare uno dei più imponenti complessi religiosi della storia. I lunghi e ripidi corridoi, le scale e le camere funerarie erano decorati con bassorilievi e affrescati con scene ispirate a testi religiosi I reperti conservati rivelano che le case aristocratiche si articolavano in più stanze, con pavimenti, mura e soffitti dipinti. Gli esponenti dei ceti benestanti abitavano in piccole tenute, con edifici residenziali e altri di servizio, circondate da un recinto.


Pilastri e colonne:

Tempio di Luxor, Egitto
pilastro quadrangolare compare per la prima volta nelle tombe dell'Antico Regno. Non ha né stilobate né abaco. Iscrizioni o immagini si fregiano spesso sulle superfici laterali, troviamo decorazioni ornamentali sulle facciate. Con l'aumento degli angoli si poteva rendere il pilastro ottagonale o decaesagonale (pilastri decaesagonale scanalati, chiamate anche colonne protodoriche perché ricordano quelle greche per la stretta scanalatura e la rastremazione del fusto; se ne differenziano invece per la mancanza dell'echino e sopratutto per la presenza di una base, si trovano nei sepolcri del Medio Regno e nei templi dell'epoca Thumtosi III e per ottenere effetti chiaroscurali si scanalava il pilastro. Il tutto poggiava su una base tonda a forma di ciambella e in cima veniva lasciata una sezione quadrangolare come passaggio al soffitto.

L’elemento che da particolare vivacità all’architettura dei templi è la colonna nella varietà delle sue forme. Nell’architettura egizia vari sono i tipi di colonne, ma la trabeazione è sempre la medesima, (in altre parole non esistono “ordini” come nell’architettura greca). Quattro sono gli elementi caratteristici: il piede (della colonna); il fusto ; il capitello e l’architrave. Particolare interessante è che spesso nei templi troviamo colonne di periodo e di tipologia differente, dato che col passare del tempo si assiste all’ampliamento di questi templi ad opera dei vari regnanti. La colonna, quindi, può essere: papiriforme a fiore aperto (o campaniforme; papiriforme a fiore chiuso; palmeiforme (o dattiliforme), con fusto cilindrico rastremato, [da notare a questo punto che i fusti cilindrici non presentano mai l’Entasi, ossia quel rigonfiamento ad una certa altezza, che caratterizza invece le colonne greche]; lotiforme; composita; a fascio; scanalata (o protodorica); a picchetto e, infine, hathorica.
All'inizio del V secolo viene utilizzata la colonna tonda con una forma molto semplice con una a forma a tronco di palma, che per la prima volta ricorre nel tempio funerario di di Sahura' ad Abusir. La forma vegetale delle colonne rivela che gli egizi ebbero un grande amore per quella forma, due le piante predilette nella configurazione delle colonne: il loto bianco(Nymphaea Lotus) e il papiro (Cyperus Papyrus). Numerosi sono gli esempi di Nymphaea Lotus con capitello aperto ricorrono nei bassorilievi dei sepolcri del Antico e Medio Regno. Nelle raffigurazioni compare la colonna semplice papiriforme con capitello chiuso. Molto più frequentemente troviamo la variante fascicolata, che consiste di solito in otto steli legati in alto da nastri, tra cui si inseriscono fasci più piccoli. Nel XVIII quest'ultime cambiano notevolmente levigandole per eliminare tutte le asperità per poter coprire il fusto con iscrizioni e immagini e il capitello viene arrotondato. Le colonne papirifromi con capitello aperto compaiono nella maggior parte dei templi del Nuovo Regno come sostegno delle navate centrali più alte. Oltre le colonne vegetali, la cosiddetta colonna hathoriche o sistrica (sistro simbolo della dea Hator)ha un fusto cilindrico coronato sui quattro lati della testa di Hathor (con orecchie da vacca) sulla quale poggia anche un sistro in forma di tempio particolarmente frequenti nei templi delle divinità femminili, sopratutto in età tolemaica.

Gli edifici civili:

I Templi:

Nel mondo degli antichi egizi l'universo era formato da due forze contrapposte, fertilità e aridità, vita e morte, ordine e caos, il cui equilibrio era retto dalla dea Maat e dalla costruzione di colossali templi dedicati agli dei. Il tempio di "culto", situato nel centro di ogni insediamento e consacrato a una particolare divinità o a gruppi di dei, serviva a custodire il potere divino, affidato al clero per il bene di tutti. Il tempio rappresentava anche un centro politico ed economico che impiegava numerose comunità locali e serviva come municipio, centro della salute e dell'istruzione. Per l'egizio il tempio è come la casa o la tomba, una raffigurazione su scala ridotta del mondo. Il soffitto corrisponde il cielo ed è quindi ornato di stelle sul fondo azzurro; sul corridoio centrale si lbrano gli avvoltoi a protezione dell'incedere del faraone. Al pavimento corrisponde la terra, qui spuntano fiori o i nomi dei rappresentanti o delle regioni, dei fimui o dei canali per offrire i lori prodotti alle divinità del tempio. Le forme dei templi sono riconducibili a tre tipi: ipetrale, periptero, a penetrale. Il primo a cielo aperto, era riservato al culo del dio Sole; il secondo constava di una cella rettangolare, aperta su entrambi i lati corti o su uno solo ed era circondata da un porticato, più complessa era invece la struttura del terzo, e dopo il secondo millennio resterà immutata, è la struttura del tempio di Amon.
Probabilmente in nessun altro paese sono sopravvissuti in uno spazio circoscritto tanti templi antichi quanto in Egitto. Tutti questi templi risalgono all'età del Nuovo Regno o all'età Tolemaica, ne sono conservati pochi e comunque non intatti del Medio Regno e dell'età tarda. La tipologia dei templi si ispirò ad un modello di base: ciò permette di ritrovare elementi comuni negli edifici sacri di tutte le epoche. Differenze più marcate sono riscontrabili nei complessi piramidali dell’Antico Regno, che comprendevano, oltre a varie cappelle, due edifici con funzione templare, legati al culto del re morto. Si trattava del tempio in valle, che costituiva l’ingresso al complesso, e il tempio funerario, dove venivano svolte le più importanti cerimonie funerarie. Le due strutture erano collegate da una rampa affiancata da mura, spesso ornate con bassorilievi. A partire dalla IV dinastia, con il complesso piramidale di Chefren, la pianta del tempio funerario fu stabilita secondo uno schema fisso che comportava un ingresso a pilastri, cui faceva seguito una corte colonnata aperta, che conduceva alla parte più interna dell’edificio. Questo ambiente chiuso, provvisto di spazi per le statue del sovrano, era seguito da magazzini e dal vero e proprio santuario.

All’Antico Regno risale una variante derivata dal tempio funerario del complesso piramidale, costituita dai templi solari, costruiti da alcuni sovrani della V dinastia in diversi siti della necropoli menfita. L’esempio meglio conservato è quello di Niuserra ad Abu Ghurob.
Tempio di Amon, Karnak-Luxor
Le costruzioni templari del Medio Regno non sono conosciute in modo approfondito perché molto probabilmente decaddero tutti nei tempi inquieti della dominazione degli Hyksos e nelle dinastie successive furono inseriti in programmi costruttivi delle epoche successive, venendo inglobati in strutture più elaborate del Nuovo Regno. Tra i casi più significativi di nucleo originario risalente al Medio Regno,c’è il complesso monumentale del dio Amon a Karnak, che rappresenta un cantiere di restauri, distruzioni e rifacimenti durato due millenni. I templi del Nuovo Regno sono tutti riconducibili a due moduli comuni.
Uno ricorda il tempio periptero greco (quello circondato da un ordine di collone) molto apprezzato dalla dinastia di Thumtosi III e dei suoi successori. Su una base in muratura coronata da una cornice, cui dà accesso ad una scala, una cella rettangolare (santuario). Tutto intorno corre un corridoio coperto retto dai pilastri quadrati (spesso appunto le colonne protodoriche) uniti da transenne. Questo schema passerà poi di moda per ricomparire in età tolemaica, abbastanza modificato, nei cosiddetti templi mammisi (templi della nascita o del parto) consacrati ad esempio a Dendera, Edfu e File, alla venerazione della dea materna (Iside, Hathor) e del suo figlio.
Nei piccoli santuari costruiti da Ramesse III risulta la seconda forma fondamentale del tempio egizio.
La planimetria e il prospetto del tempio di Edfu
L'accesso è costituito da un pilone, due grandi torri tra le quali si apre la porta. L'effetto di imponenza delle torri è accresciuto dagli obelischi e dalle statue colossali collocate davanti e dalle alte antenne per bandiere assicurate con enormi zanche alla muraglia in apposite nicchie piatte. Il popolo si riuniva nelle festività al centro davanti al grande altare sacrificale. In fondo al cortile sorge il vero e proprio tempio, situato su una terrazza poco elevata e ornata da una cornice. La sala ipostila che si trova dietro, ha la stessa larghezza di tutta la costruzione. A partire dal XIX dinastia nei templi di grande dimensioni, questa struttura viene sostituita da quella della basilica a più navate con le navate centrali più alti di quelle laterali e quattro di queste sorreggono il soffitto. Dietro la sala ipostila si trova un vano relativamente stretto ma profondo, il santuario, dove viene conservato il simulacro della divinità: abitualmente veniva portata in spalla dei sacerdoti durante le processioni. Solo il faraone o il sommo sacerdote potevano accedere nella stanza per venerare il dio. Questa pianta di tempio che è la più frequente nei grandi santuari del Nuovo Regno, corrisponde alla pianta della casa o del palazzo dell'antico: il grande cortile aperto dell'abitazione corrisponde al cortile del tempio; alla vasta sala è abbinata la sala ipostila del tempio e al vano profondo dove abitava il padrone di casa, il santuario, casa della divinità Il tempio rappresentava veramente 'la casa di dio'. Si hanno anche varianti di templi in molti la sala ipostila è separata dal santuario da una o più sale di scarsa profondità e di altezza progressivamente inferiore. Alcuni templi come quello di Luxor o il grande tempio di Amon, che hanno una forma più complessa perché non sono stati costruiti secondo un progetto unitario. Altre varianti della forma del tempio sono dovuti alla conformazione del terreno, il più grande esempio è il tempio di Abu Simbel che è interamente scavato nella roccia. I Templi dell'età tarda vennero costruiti perlopiù al posto di antichi templi decaduti. Con i Tolomeo tutti questi santuari hanno uno schema che li differenzia molto poco, la sala ipostila non è a forma di basilica ma di grande sala unitaria e il santuario destinato all'imbarcazione è delimitato da corridoi in cui si aprono stanze più piccole. L'edificio del tempio in tal modo forma una cappella chiusa tutto'intorno.


Le Tombe:

La morte di una persona e' un avvenimento analogo al tramonto del sole alla fine del giorno. Tutte le sepolture nell' Antico Egitto, pertanto, avvenivano sulla sponda occidentale del Nilo per conformarsi al concetto simbolico del tramonto del sole. Akhenaton cambiò questa tradizione ma tuttavia non fu seppellito realmente in Egitto. Fin dai tempi più remoti le tombe venivano allestite nel terreno desertico il quale si presentava molto meglio per la conservazione del cadavere e non del terreno alluvionale, tra l'altro preziosismo per l'agricoltura. La tomba doveva fare una doppia funzione: offrire al defunto un luogo sicuro ( parte sotterranea, il sepolcro) e far si che i congiunti potessero riunirsi per fare un offerta (luogo di culto in superficie).Le tombe dei sovrani sono interamente spirituali. Esse rappresentano la varie fasi della trasformazione, in forma simbolica e metaforica, subite dall' anima nel viaggio verso la resurrezione e/o reincarnazione. Le tombe dei nobili e degli alti ufficiali erano decorate con scene di attivita' quotidiane. Queste scene forniscono una rappresentazione grafica di tutti i piu' svariati tipi di attivita' svolte dagli antichi egizi: la caccia, la pesca, l' agricoltura, la guerra, i tribunali e tutti i generi di attivita' artistiche e d' artigianato . Tutte queste occupazioni terrene sono rivestite di un significato a livello spirituale. Le tombe più antiche erano costituite da semplici fosse spesso ricoperte di mattoni e travi. Davanti si apriva un piccolo cortile utilizzato come luogo di culto, in cui si ponevano le offerte. Le mastabe derivarono da questa struttura, un edificio funerario costituito da un basso tronco a piramide sotto il quale un posso verticale, scavato nella terra conduceva alla camera del sarcofago, in seguito poi evolverà nella piramidi a gradoni che potrebbe derivare dalla Ziggurat mesopotamica. Le mastabe all'interno sulle pareti venivano adornate con le attività preferite e dei possedimenti o anche delle attività degli artigiani che lavoravano per il defunto nella vita passata.

Le Piramidi:

Arti figurative:

Pittura:

Scultura:

Sito Web:

Opere:

Tempio Di Amon:

Bibliografia:

  • Guida de Agostini-Baedeker, titolo originario dell'opera Agypten di Karl Baedeker Gmbh & Co., Ostfildern (Kemnat) bei Stuttgart ,prima stampa 1998
  • Lezioni di Arte 1 di Electa e Bruno Mondadori ,1999
  • L'arte Egizia - La grande storia dell'arte di E-ducation.it S.p.a, Firenze, 2005

Webliografia: