Arte concettuale: differenze tra le versioni

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Revisione 23:25, 7 Feb 2006

Genere o movimento artistico: Arte Concettuale

Personaggi o Gruppi: Joseph Kosuth, Art & Language, Douglas Huebler, Laurence Wiener, Victor Burgin, Giulio Paolini, Vincenzo Agnetti.



Ma è sul finire degli anni settanta che l’arte concettuale assume un ruolo di primo piano, anche grazie a movimenti come Art & Language e artisti come John Kosuth. Da allora la musica e le arti visive si sono contaminate a vicenda, ma la dimensione concettuale è diventata sempre più importante rispetto a quella estetica e percettiva.

Poetica: L’opera d’arte è formulata come progetto; la sua dimensione concettuale, ideale, astratta deve prevalere su quella estetica, percettiva e tangibile. I teorici dell’arte concettuale pongono il cardine della loro poetica sul pensiero e la progettazione. L’oggetto d’arte quindi diventa importante in quanto manifestazione e rappresentazione del pensiero, e resta quindi del tutto slegato dall’esecuzione. Si viene a delineare così un nuovo tipo di estetica, che si scontra direttamente con il modo di fare arte inteso in senso tradizionale: un’estetica concreta e in aperta opposizione con la produzione artistica tradizionale. Uno dei principi fondamentali dell’arte concettuale è inoltre lo schierarsi contro le regole del mercato, del capitalismo dell’arte. Esso, infatti, rappresenta il mondo del consumo che muta le opere da arte in merce da vendere. L'arte, invece, secondo gli artisti concettuali, deve essere intesa come rappresentazione delle idee dell’uomo.

Opere: One and three chairs di Joseph Kosuth (1965). Riflessione sul linguaggio e sulla rappresentazione di esso. In quest’opera abbiamo l’idea di sedia, cioè un noumeno non esistente nel mondo fisico, usando la terminologia kantiana, e le possibili rappresentazioni della stessa nel reale: una sedia vera, una fotografia e la definizione di sedia data dal linguaggio umano. Tutti e tre tentativi ed interpretazioni di un concetto, di un’idea.

One and eight (pink) di Joseph Kosuth (1965) Opera che consiste nella scritta al neon di otto parole che descrivono lo stesso concetto, ovvero ciò che il fruitore dell’opera vede realmente davanti a sé: neon, electrical (l’energia che fa funzionare l’opera), light (la luce che produce), english (cioè la scritta è in inglese), glass (il rivestimento del neon è vetro), letters (l’opera si compone di un insieme di lettere), pink (il colore della luce) e infine eight (cioè otto, ovvero il numero delle parole che compongono l’opera). Il linguaggio e la realtà si compenetrano in maniera eccezionale in quest’opera che rappresenta in modo paradigmatico l’essenza teorica dell’arte concettuale.

Duration Piece 4 di Douglas Huebler (1969) E’ un’opera che riguarda lo scorrere del tempo. E spiega con un programma dettagliato quello che accade entro precisi lassi di tempo. In pratica l’opera consiste nelle istruzioni dettagliate dell’artista che deve fotografare in dieci intervalli una locazione ed un istante. Naturalmente fanno parte dell’opera anche le fotografie, che però non sono importanti per la loro estetica, ma in quanto realizzazione del progetto stesso dell’opera.

Performative Narrative di Victor Burgin (1971). Uno degli artisti fondatori e più attivi del gruppo Art & Language propone in quest’opera delle fotografie dall’aria anonima che moltiplicate e reiterate decontestualizzano il linguaggio fotografico canonico basato su codici estetici pubblicitari.

Map to not indicate di Terry Atkinson – Michael Baldwin (1966) Questi due artisti, esponenti del gruppo art & language, propugnavano sostanzialmente un lavoro totalmente teorico, soprattutto sull’omonima rivista. La loro partecipazione ad esposizioni e mostre avveniva soltanto attraverso dichiarazioni, testi, diagrammi e, come in questo caso, cartine topografiche minimali.


Bibliografia: Art and Language (1969-1972) rivista specializzata



Webliografia: http://www.artlex.com/ArtLex/c/conceptualart.html http://www.museumofconceptualart.com/ http://www.altx.com/vizarts/conceptual.html