Arte dell'open content: differenze tra le versioni

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Parte dello sviluppo dell’economia nell’epoca moderna si fonda sul concetto di [[copyright]] che impedisce la duplicazione, divulgazione e libera circolazione di un patrimonio dell’intelletto. Lo sviluppo delle rotative e dei media elettrici a inizio dell’Ottocento è corrisposto con lo sviluppo del concetto di [[copyright]]. Allo sviluppo delle nuove tecnologie della comunicazione digitale corrispondono oggi delle trasformazioni nei modelli di produzione e diffusione che, come nel caso dell’[[Open source]] e dell’Open Content, dimostrano che anche questi sistemi funzionano e sono efficienti. Al 1971 risale il Progetto Gutenberg del Prof. Michael Hart che intraprende l’impresa di creare una biblioteca di libri digitali da rendere fruibili liberamente a tutti. Nel 2004 la nascita delle licenze di tipo Creative Commons hanno rafforzato la possibilità di sviluppo di questo tipo di pratiche in rete. Nello stesso anno il DEAF (Dutch Electronic Arts Festival) ha organizzato sull’argomento un meeting dal titolo "The Art of Open Content". L’arte che si fonda sul concetto di Open Content prosegue una linea millenaria di tensione verso i valori dell’universalità e della condivisione dei saperi.
  
 
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Open Content, ovverosia contenuto aperto, deriva da un termine noto, Open Source ovvero codice sorgente aperto: la differenza sta nel fatto che ad essere liberamente disponibile ed utilizzabile non è il codice sorgente di un software ma dei contenuti editoriali. I contenuti come video, testi, musica e immagini sono disponibili e fruibili dalla rete, senza impedimenti. L’impiego e l’utilizzo dei contenuti sono comunque garantiti da una licenza di pubblicazione decisa dall’autore che, concedendogli il diritto di copia e ricombinazione dell’opera, lo vincola ad alcuni aspetti tra cui il principale può essere l’obbligo a permettere a propria volta la libera divulgazione dell’opera prodotta.
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Open Content, ovverosia contenuto aperto, deriva da un termine noto, [[Open source]] ovvero codice sorgente aperto: la differenza sta nel fatto che ad essere liberamente disponibile ed utilizzabile non è il codice sorgente di un software ma dei contenuti editoriali. I contenuti come video, testi, musica e immagini sono disponibili e fruibili dalla rete, senza impedimenti. L’impiego e l’utilizzo dei contenuti sono comunque garantiti da una licenza di pubblicazione decisa dall’autore che, concedendogli il diritto di copia e ricombinazione dell’opera, lo vincola ad alcuni aspetti tra cui il principale può essere l’obbligo a permettere a propria volta la libera divulgazione dell’opera prodotta.
Parte dello sviluppo dell’economia nell’epoca moderna si fonda sul concetto di copyright che impedisce la duplicazione, divulgazione e libera circolazione di un patrimonio dell’intelletto. Lo sviluppo delle rotative e dei media elettrici a inizio dell’Ottocento è corrisposto con lo sviluppo del concetto di copyright. Allo sviluppo oggi delle nuove tecnologie della comunicazione digitale corrispondono oggi delle trasformazioni nei modelli di produzione e diffusione che, come nel caso dell’Open Source e dell’Open Content, dimostrano che anche questi sistemi funzionano e sono efficienti. Al 1971 risale il Progetto Gutenberg del Prof. Michael Hart che intraprende l’impresa di creare una biblioteca di libri digitali da rendere fruibili liberamente a tutti. Nel 2004 la nascita delle licenze di tipo Creative Commons hanno rafforzato la possibilità di sviluppo di questo tipo di pratiche in rete. Nello stesso anno il DEAF (Dutch Electronic Arts Festival) ha organizzato sull’argomento un meeting dal titolo The Art of Open Content. L’arte che si fonda sul concetto di Open Content prosegue una linea millenaria di tensione verso i valori dell’universalità e della condivisione dei saperi.
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[[categoria:No copyright]]
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[[categoria:Arte del no copyright]]

Versione attuale delle 17:41, 31 Dic 2012

Genere o movimento artistico:

Arte dell'open content

Personaggi o Gruppi:

Luogo

Storia:

Parte dello sviluppo dell’economia nell’epoca moderna si fonda sul concetto di copyright che impedisce la duplicazione, divulgazione e libera circolazione di un patrimonio dell’intelletto. Lo sviluppo delle rotative e dei media elettrici a inizio dell’Ottocento è corrisposto con lo sviluppo del concetto di copyright. Allo sviluppo delle nuove tecnologie della comunicazione digitale corrispondono oggi delle trasformazioni nei modelli di produzione e diffusione che, come nel caso dell’Open source e dell’Open Content, dimostrano che anche questi sistemi funzionano e sono efficienti. Al 1971 risale il Progetto Gutenberg del Prof. Michael Hart che intraprende l’impresa di creare una biblioteca di libri digitali da rendere fruibili liberamente a tutti. Nel 2004 la nascita delle licenze di tipo Creative Commons hanno rafforzato la possibilità di sviluppo di questo tipo di pratiche in rete. Nello stesso anno il DEAF (Dutch Electronic Arts Festival) ha organizzato sull’argomento un meeting dal titolo "The Art of Open Content". L’arte che si fonda sul concetto di Open Content prosegue una linea millenaria di tensione verso i valori dell’universalità e della condivisione dei saperi.

Poetica:

Open Content, ovverosia contenuto aperto, deriva da un termine noto, Open source ovvero codice sorgente aperto: la differenza sta nel fatto che ad essere liberamente disponibile ed utilizzabile non è il codice sorgente di un software ma dei contenuti editoriali. I contenuti come video, testi, musica e immagini sono disponibili e fruibili dalla rete, senza impedimenti. L’impiego e l’utilizzo dei contenuti sono comunque garantiti da una licenza di pubblicazione decisa dall’autore che, concedendogli il diritto di copia e ricombinazione dell’opera, lo vincola ad alcuni aspetti tra cui il principale può essere l’obbligo a permettere a propria volta la libera divulgazione dell’opera prodotta.

Opere

Correlazioni

Bibliografia

Webliografia