Arte telematica

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ARTE TELEMATICA

Possiamo definire l’arte telematica come arte di relazione, multiculturale e transculturale, che consente l’interattività tra artisti e fruitori e la condivisione dell’opera tra utenti partecipi in una sorta di collettivo work in progress, è dunque l’arte della collaborazione mediatica, sintomo di una nuova forma di socialità. Questo movimento, noto sin dagli anni settanta, ha anticipato, operando sul concetto di network, tutto quello che oggi puntualmente accade nella società con la diffusione delle reti telematiche. Ci sono stati artisti che hanno colto questo enorme potenziale sperimentando una serie di situazioni comunicative al confine tra arte e sociologia; hanno esplorato modalità di comportamento collettivo, di dialogo a distanza e in tempo reale. Mi riferisco all’attività di Roy Ascott, di Robert Adrian, Bill Bartlett, Douglas Davies e Fred Forest. Realizzavano performance con tecnologie che oggi sembrano obsolete come il telefax, lo slow scan Television (in cui immagini video sono trasmesse mediante linea telefonica), la radio. Bartlett Bill nel 1979 organizza Interplay, un progetto di comunicazione tra computer che coinvolge artisti da dodici città diverse dotate di uffici IPSA, (I.P. Shrp Associates) una timesharing company. Nel 1980 realizza con Robert Adrian Artists’ Use of Telecomunications Conferencecon e nel 1982 porta a termine ARTEX, un programma e-mail per l’uso artistico e per coordinare eventi online. Roy Ascott concepisce e Robert Adrian coordina il progetto La Plissure du Text per la mostra ELECTRA ’83, dove i partecipanti sono invitati ad improvvisare un testo narrativo online. Adrian realizza The World In 24 Hours nel 1982 in occasione della terza edizione del festival Ars Electronica di linz, utilizzando tre diversi sistemi di comunicazione: il time sharing, il telefax, e un segnale video trasmesso attraverso la rete telefonica e decodificato da un televisore a bassa scansione. Il lavoro di Ascott va verso una ricerca dei network telematici . Nel 1985 presenta Organe et fonction d’Alice au au pays des merveilles, un altro esempio di testo collaborativi costruito in tempo reale da autori connessi in rete. In Italia troviamo Tommaso Tozzi come erede di questo movimento, nonostante il suo approccio sia decisamente originale. A livello espositivo, il movimento dell’Arte Telematica ha trovato un momento significativo nella Biennale Arti Visive di Venezia dell’86. In quell’occasione risultò evidente che il valore di alcuni interventi stava nell’happening, nella performance e non nella concretizzazione di un oggetto. Possiamo ritrovare nell’arte di Antonio Muntadas tutte le caratteristiche di questa forma d’arte.

L’Arte Telematica riflette in maniera intelligente sulle potenzialità che il World Wide Web offre agli artisti e alla cultura in generale. La figura tradizionale dell'autore si trasforma diventando un attivatore di processi culturali spostando la ricerca estetica dall’oggetto al concetto e focalizzando l'attenzione non tanto su cosa l'opera rappresenta bensì su come l'opera interagisce. L’artista telematico progetta esperienze, provoca scintille che producono cortocircuiti nel tranquillo paesaggio esperienziale del quotidiano. L'arte diventa sempre più flusso e scambio, collaborazione e relazione. La rotta è irreversibile e porta verso una definitiva liberazione dall'oggettualità del prodotto artistico diventando un’operazione culturale.

Webibliografia: http://vv.arts.ucla.edu/projects/95-97/bodies_inc/award/award.html