Arte telematica

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Arte telematica

Genere o movimento artistico:

Arte telematica

Personaggi o Gruppi:

Adrian Robert Aitiani Marcello Arns Inke Art Com Electronic Network Ascott Roy Balestrini Nanni Bartlett Bill Ben Russel Bergaust Kristine Breland Bruce Bucalossi Federico Caput Thierry Colacevich Giovanna Costa Mario Couey Anna Davis Douglas Decoder Decoder BBS Dieter Daniels Dietz Steve Ferry Byte Forest Fred Foresta Don Galloway Kit Galluzzi Francesco Gidney Eric Golder Gabriela Grundmann Heidi Hacker art BBS Jeron Karl Heinz Kac Eduardo Kriesche Richard Leary Timothy Lobo Loeffler Carl Eugene Malloy Judy Maltinti Carla Mark Amerika Mattei Maria Grazia McVeigh Daniel Parrini Claudio Perretta Gabriele Rabinowitz Sherrie Raqs Media Collective Sansavini Stefano Scarlini Luca Sengmuller Gebhard Shanken Edward A. Sherman Tom Sourkes Cheryl Staehle Wolfgang Storai Francesca Strano network The Temporary Museum The Well The thing Tozzi Tommaso Trini Tommaso Truck Fred Virtual Town TV Virtual rivista Welch Chuck White Norman Zkm

Luogo:

San Fransisco

Storia:

1979 Nata a stretto contatto con le prime sperimentazioni della Satellite Art e con gli sviluppi delle problematiche emerse nella Videoarte degli anni Sessanta e Settanta, lo sviluppo dell’Arte telematica avrebbe fatte proprie le richieste dei teorici dei media invocando un’arte di relazione, multiculturale e transculturale che, ribaltando il tradizionale uso dei mass media, consentisse l’interattività tra artisti e fruitori e la condivisione dell’opera tra utenti non spettatori ma partecipatori ad una specie di grande happening collettivo e in divenire. È dunque l’espressione dei nuovi linguaggi della comunicazione e delle nascenti nuove forme di socialità. I movimenti artistici e controculturali dalla fine degli anni Cinquanta, operando sui concetti di interdisciplinareità, interazione e network, hanno anticipato quello che oggi accade nella società con la diffusione delle reti telematiche. Molti artisti hanno sperimentato una serie di situazioni comunicative al confine tra arte e sociologia. Ci sono stati artisti che hanno realizzato fin dalla fine degli anni Settanta performance con i primi sistemi rudimentali di messaggistica telematica, il telefono, la radio e con tecnologie che oggi sembrano obsolete come il telefax e lo slow scan Television. Tra queste si può citare Interplay, il progetto collettivo di arte e telecomunicazione organizzato da Bill Bartlett con l’IPSA nel 1979, la realizzazione di ARTEX da parte di Robert Adrian nel 1980 e Die Welt in 24 stunden (Il giro del mondo in 24 ore) del medesimo nel 1982 al Festival di Ars Electronica, Artist’s use of telecommunications conference al MOMA di San Francisco nel 1980, La plissure du texte di Roy Ascott del 1983 per la mostra Electra’83 a Parigi, i lavori teorici del gruppo dell’Estetica della comunicazione del 1983 di Mario Costa, Fred Forest e altri, Hersay di Normand White del 1985 e Planetary Network organizzato da Tommaso Trini ed altri alla Biennale di Venezia nel 1986.In questa occasione Giovanna Colacevich diffonde il suo “Manifesto del Tempo Reale” che recita: “La conoscenza scandisce istante per istante ogni vortice d’acqua e turbinio d’aria e ignora il divenire ed oltre il tempo e lo spazio è la potenza della comunicazione totale che vuole l’uomo in un trono telematico stringere l’infinito prolungamento ottico della mente e del corpo”.

Poetica:

Possiamo definire l’arte telematica come arte di relazione, multiculturale e transculturale, che consente l’interattività tra artisti e fruitori e la condivisione dell’opera tra utenti partecipi in una sorta di collettivo work in progress, è dunque l’arte della collaborazione mediatica, sintomo di una nuova forma di socialità. Questo movimento, noto sin dagli anni settanta, ha anticipato, operando sul concetto di network, tutto quello che oggi puntualmente accade nella società con la diffusione delle reti telematiche. Ci sono stati artisti che hanno colto questo enorme potenziale sperimentando una serie di situazioni comunicative al confine tra arte e sociologia; hanno esplorato modalità di comportamento collettivo, di dialogo a distanza e in tempo reale. Mi riferisco all’attività di Roy Ascott, di Robert Adrian, Bill Bartlett, Davis Douglas e Fred Forest. Realizzavano performance con tecnologie che oggi sembrano obsolete come il telefax, lo slow scan Television (in cui immagini video sono trasmesse mediante linea telefonica), la radio. Bartlett Bill nel 1979 organizza Interplay, un progetto di comunicazione tra computer che coinvolge artisti da dodici città diverse dotate di uffici IPSA, (I.P. Shrp Associates) una timesharing company. Nel 1980 realizza con Robert Adrian Artists’ Use of Telecomunications Conferencecon e nel 1982 porta a termine ARTEX, un programma e-mail per l’uso artistico e per coordinare eventi online. Roy Ascott concepisce e Robert Adrian coordina il progetto La Plissure du Text per la mostra ELECTRA ’83, dove i partecipanti sono invitati ad improvvisare un testo narrativo online. Adrian realizza The World In 24 Hours nel 1982 in occasione della terza edizione del festival Ars Electronica di linz, utilizzando tre diversi sistemi di comunicazione: il time sharing, il telefax, e un segnale video trasmesso attraverso la rete telefonica e decodificato da un televisore a bassa scansione. Il lavoro di Ascott va verso una ricerca dei network telematici . Nel 1985 presenta Organe et fonction d’Alice au au pays des merveilles, un altro esempio di testo collaborativi costruito in tempo reale da autori connessi in rete. In Italia troviamo Tommaso Tozzi come erede di questo movimento, nonostante il suo approccio sia decisamente originale. A livello espositivo, il movimento dell’Arte Telematica ha trovato un momento significativo nella Biennale Arti Visive di Venezia dell’86. In quell’occasione risultò evidente che il valore di alcuni interventi stava nell’happening, nella performance e non nella concretizzazione di un oggetto. Possiamo ritrovare nell’arte di Antonio Muntadas tutte le caratteristiche di questa forma d’arte. Il progetto “The file room‿, realizzato tra il 1993 e il 1994 ha ragione di esistere solo nel suo status di lavoro collettivo e Internet è il presupposto irrinunciabile affinchè questa condizione possa realizzarsi. L’Arte Telematica riflette in maniera intelligente sulle potenzialità che il World Wide Web offre agli artisti e alla cultura in generale. La figura tradizionale dell'autore si trasforma diventando un attivatore di processi culturali spostando la ricerca estetica dall’oggetto al concetto e focalizzando l'attenzione non tanto su cosa l'opera rappresenta bensì su come l'opera interagisce. L’artista telematico progetta esperienze, provoca scintille che producono cortocircuiti nel tranquillo paesaggio esperienziale del quotidiano. L'arte diventa sempre più flusso e scambio, collaborazione e relazione. La rotta è irreversibile e porta verso una definitiva liberazione dall'oggettualità del prodotto artistico diventando un’operazione culturale.

Opere:

Correlazioni:

Bibliografia:

Webliografia:

http://vv.arts.ucla.edu/projects/95-97/bodies_inc/award/award.html