Ascott Roy: differenze tra le versioni

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*[[La Plissure du Texte]] fu prodotto come parte dell’esposizione Electra organizzata nel 1983 dallo storico dell’arte [[Popper Frank|Frank Popper]] al museo dell’arte moderna de La Ville de Paris. Il titolo “La plissure du texte" è un gioco di parole che si riferisce al saggio del semiotico e critico letterario francese Poland Barthes “Le plaisir du texte" (1973).Questo progetto permise ad Ascott e ai suoi collaboratori di sperimentare in undici località negli Stati Uniti, Canada, Europa e Australia, quello che l’artista ha definito “paternità distribuita". Ogni località remota rappresentava un personaggio di una fiaba e partecipava alla creazione collettiva contribuendo ai testi e ASCII-Based immagini per l’aprirsi interattivo o distribuendo la paternità della storia emergente. Il racconto fantastico globale è avvenuto fra l’11 Dicembre e il 23 Dicembre 1983 e I ruoli erano: Alma (Quebec) - BESTIA; Amsterdam - FURFANTE; Bristol - TRICKSTER; Honolulu - UOMO ANZIANO SAGGIO; Parigi - MAGO; Pittsburg - PRINCIPE; San Francisco - SCIOCCO; Sydney - STREGA; Toronto - GODMOTHER FAIRY; Vancouver - PRINCIPESSA; Vienna - APPRENDISTA del SAGGIO. ARTEX era il mezzo per cui LA PLISSURE ed IPSA hanno fornito tempo gratuito sulla rete per le 3 settimane del progetto.  
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*[[La Plissure du Texte]] fu prodotto come parte dell’esposizione Electra organizzata nel 1983 dallo storico dell’arte [[Popper Frank|Frank Popper]] al museo dell’arte moderna de La Ville de Paris. Il titolo “La plissure du texte" è un gioco di parole che si riferisce al saggio del semiotico e critico letterario francese [[Barthes Roland|Roland Barthes]] “Le plaisir du texte" (1973).Questo progetto permise ad Ascott e ai suoi collaboratori di sperimentare in undici località negli Stati Uniti, Canada, Europa e Australia, quello che l’artista ha definito “paternità distribuita". Ogni località remota rappresentava un personaggio di una fiaba e partecipava alla creazione collettiva contribuendo ai testi e ASCII-Based immagini per l’aprirsi interattivo o distribuendo la paternità della storia emergente. Il racconto fantastico globale è avvenuto fra l’11 Dicembre e il 23 Dicembre 1983 e I ruoli erano: Alma (Quebec) - BESTIA; Amsterdam - FURFANTE; Bristol - TRICKSTER; Honolulu - UOMO ANZIANO SAGGIO; Parigi - MAGO; Pittsburg - PRINCIPE; San Francisco - SCIOCCO; Sydney - STREGA; Toronto - GODMOTHER FAIRY; Vancouver - PRINCIPESSA; Vienna - APPRENDISTA del SAGGIO. ARTEX era il mezzo per cui LA PLISSURE ed IPSA hanno fornito tempo gratuito sulla rete per le 3 settimane del progetto.  
  
 
*[[Video Roget]] (1962): una matrice concettuale con una struttura a grata che da la possibilità allo spettatore attivo di cambiare e ricombinare le forme astratte rappresentate.   
 
*[[Video Roget]] (1962): una matrice concettuale con una struttura a grata che da la possibilità allo spettatore attivo di cambiare e ricombinare le forme astratte rappresentate.   

Revisione 13:12, 21 Mar 2007

Roy Ascott

Ascott Roy direttore e fondatore del programma di ricerca CAiiA-STAR afferma che il collegamento in rete è la metafora della cultura della fine del ventesimo secolo in quanto permette l'interattività, il decentramento e la stratificazione di molteplici idee e fonti.


Biografia

Roy Ascott è il fondatore e direttore del programma di ricerca CAiiA-STAR. Alla Biennale di Venezia sono stati presentati i suoi progetti che comprendono: Electra Paris, Ars Electronica Linz, V2 Holland, Triennale di Milano, Biennale do Mercosul, Brazil, e gr2000az a Graz. È stato Preside del San Francisco Art Institute, California, e Professore di Teoria delle Comunicazioni alla Hochschule fuer angewandte Kunst di Wien. È redattore di Leonardo, Convergence, e Digital Creativity, ed è consulente di centri per i nuovi media in Giappone, Corea, Brasile, Nord America ed Europa.


Opere

  • La Plissure du Texte fu prodotto come parte dell’esposizione Electra organizzata nel 1983 dallo storico dell’arte Frank Popper al museo dell’arte moderna de La Ville de Paris. Il titolo “La plissure du texte" è un gioco di parole che si riferisce al saggio del semiotico e critico letterario francese Roland Barthes “Le plaisir du texte" (1973).Questo progetto permise ad Ascott e ai suoi collaboratori di sperimentare in undici località negli Stati Uniti, Canada, Europa e Australia, quello che l’artista ha definito “paternità distribuita". Ogni località remota rappresentava un personaggio di una fiaba e partecipava alla creazione collettiva contribuendo ai testi e ASCII-Based immagini per l’aprirsi interattivo o distribuendo la paternità della storia emergente. Il racconto fantastico globale è avvenuto fra l’11 Dicembre e il 23 Dicembre 1983 e I ruoli erano: Alma (Quebec) - BESTIA; Amsterdam - FURFANTE; Bristol - TRICKSTER; Honolulu - UOMO ANZIANO SAGGIO; Parigi - MAGO; Pittsburg - PRINCIPE; San Francisco - SCIOCCO; Sydney - STREGA; Toronto - GODMOTHER FAIRY; Vancouver - PRINCIPESSA; Vienna - APPRENDISTA del SAGGIO. ARTEX era il mezzo per cui LA PLISSURE ed IPSA hanno fornito tempo gratuito sulla rete per le 3 settimane del progetto.
  • Video Roget (1962): una matrice concettuale con una struttura a grata che da la possibilità allo spettatore attivo di cambiare e ricombinare le forme astratte rappresentate.
  • Aspects of Gaia (1989): I partecipanti sparsi per tutto il mondo interagiscono e collaborarono alla creazione e trasformazione di testi e immagini riguardante la terra secondo prospettive spirituali, scientifiche, culturali e mitologiche.


Musei

Bibliografia

Ascott ha scritto più di 100 testi (molti dei quali tradotti): Art & Telematics: Toward the Construction of New Aesthetics. Tokyo: NTT, 1998; Reframing Consciousness, 1999; Il momento telematico, (tr. It. in Costa, 1999); Art Technology Consciousness, 2000, ( Intellect Books, UK). Una raccolta dei suoi scritti, curata da Edward A. Shanken, sarà pubblicata dalla University of California Press alla fine di quest'anno.

Tra i suoi articoli ricordiamo anche:

-“The construction of change�? (1964),
-“Statement from Control�? (1966),
-“Behaviourist Art and the Cybernetic Vision�? (1966-67),
-“Behaviourables and Futuribles�? (1967),
-�?The Psibernetic Arch�? (1970), “Table�? (1975), -“Connective Criticism�? (1977), -�?Network as Artwork: The Future of Visual Arts Education�? (1978), -“Towards a Field Theory for Postmodernist Art�? (1980), -�?Art and Telematics: Towards a Network Consciousness�? (1984), -�?Concerning Nets and Spurs: Meaning, Mind and Telematic Diffusion�? (1985), -“Art and Education in the Telematic Culture�? (1988), -“Gesamtdatenwerk: Connectivity, Transformation, and Transcendence�? (1989), -“Beyond Time-Based Art: ESP, PDP, and PU�? (1990), -“Is There Love in the Telematics Embrace?�?(1990), -�?Photography at Interface�? (1992), -�?Heavenly Bodies: Teleconstructing a Zodiac for the Twenty-First Century�? (1993), -�?Telenoia�? (1993), -�?From Appearance to Apparition: Communication and Culture in the Cybersphere�? (1993), -“The Ars Electronica Center Datapool�? (1993), -�?The Planetary Collegium: Art and Education in the Post-Biological Era�? (1994), -“The Architecture of Cyberception,�? in M. Toy, ed., Architects in Cyberspace (London: Architectural Design, 1995), -�?Back to Nature II: Art and Technology in the Twenty-First Century “(1995), -�?The Mind of the Museum “(1996), -“Technoetic Aesthetics: 100 Terms and Definitions for the Post-Biological Era�? (1996), -“Weaving the Shamantic Web: Art and Techoetics in the Bio-Telematic Domain�? (1997), -�? Art @ the Edge of the Net�? (2000).


Sito web

[1]


Poetica

Secondo Ascott il collegamento in rete è la metafora della cultura della fine del ventesimo secolo in quanto permette interattività, decentramento, stratificazione di idee di molteplici fonti. Nella sua portata globale, nella sua complessità di elaborazione di idee, nella sua flessibilità di produzione (immagini/musica/testo e l'articolazione di sistemi, strutture e ambienti cibernetici remoti), nella sua capacità di prevedere una gran varietà di modi di emissione, tutti trattati con tecniche digitali in uno spazio dati universale, è particolarmente adatto ad assumersi la grande sfida dell'arte di fine secolo, che si può vedere come il grande progetto del nostro tempo: rendere visibile l'invisibile, cioè portare ai nostri sensi, rendere disponibile alla nostra mente, nei limiti umani di spazio e di tempo, ciò che altrimenti rimarrebbe fuori dalla nostra portata e dalla nostra percezione. Il ruolo fondamentale della sperimentazione artistica nel campo del digitale é quello di modificare il rapporto dello spettatore con l'opera artistica. L’arte interattiva, infatti, mette colui che guarda, l'utente, al primo posto. L'utente é colui che da inizio a una sorta di trasformazione delle immagini, e colui che é al centro dell'esperienza percettiva di un sistema interattivo. L'arte interattiva modifica anche lo statuto dell'artista che deve essere anche un ricercatore e in un certo senso un filosofo perché il campo dell'arte interattiva é un settore emergente della pratica artistica che, come altre forme d'arte, ancora non ha confini ben stabiliti. Ascott Roy é il primo a mettere in chiaro la questione del postindividualismo cioè la formazione di un’intelligenza connettiva distribuita in un contesto (network) in cui potenziamento e autonomia di ogni singola individualità creativa aveva origine dal livello di cooperazione e di interscambio. Egli ha coniato il termine “paternità distribuita" poiché secondo lui l’arte telematica permette una creazione collaborativa e cooperativa: l’arte viene vista come un processo continuo e integrato dove ogni elemento è chiamato a interagire con il tutto. Ascott afferma che è possibile estendere la percezione e la conoscenza umana attraverso le relazioni tra arte/intuizione e tecnologia/ragione e che la networking tecnologica riesce a rappresentarle e a coltivarle.

Ascott si rifà a diverse teorie e culture cercando di trarne considerazioni nuove e più articolate: prende spunto, ad esempio, dagli scritti di cibernetica, da Duchamp, dai Ching e da molte altre correnti; sperimenta in prima persona dispositivi telematici che consentano la realizzazione di testi per opera di autori dislocati lungo i nodi della rete e crede molto nel confronto diretto e nell’interscambio tra i vari artisti. Ascott non si identifica con l’artista tradizionale, diventa egli stesso spettatore, cerca di ricavare informazioni, idee e eventi, con il diretto coinvolgimento di più persone, da luoghi e ruoli diversi.

Linkografia

http://www.cooper.edu/art/techno/essays/ascott.html

http://www.ntticc.or.jp/pub/ic_mag/ic015/ascott/ascott_e.html

http://www.uoc.edu/caiia-star-2001/esp/articles/ascott1101/ascott1101.html

http://aleph-arts.org/pens/ascott.html

http://www-mitpress.mit.edu/LEA/home.html

http://www.t0.or.at/~radrian/artex/plissure/plissartx2.html

http://www.telematic.walkerart.org/overview/overview_ascott.html

http://www.swr.de/swr2/audiohyperspace/engl_version/interview/ascott.html

http://www.retortmag.com/mindcandy/essay03.htm

http://www.heise.de/tp/deutsch/special/mud/6139/1.html

http://homestudio.thing.net/revue/content/ascott.htm

http://www.terra.com.br/bienaldomercosul/ciberporto/artistas/royascott.htm

http://www.btgjapan.org/links/001.html

http://www.unb.br/vis/lvpa/Xamantic_Journey/roy1.html

http://www.phil.uni-sb.de/projekte/HBKS/TightRope/issue.1/texte/royascott_eng.html

http://www.receiver.vodafone.com/07/articles/03_page01.htmlhttp://www.receiver.vodafone.com/07/articles/03_page01.html