Beyond interface - net art e arte nella rete I e II: differenze tra le versioni

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<b>Autore:</b> Steve Dietz<br>
 
<b>Tratto da:</b> http://www.archimuse.com/mw98/beyondinterface/dietz_bi.html<br>
 
<b>Titolo Originale:</b> Beyond Interface: net art and Art on the Net II<br>
 
<b>Traduzione di:</b> Donato caleo<br>
 
<b>Anno:</b> 1998<br><br>
 
<b>Beyond interface (oltre l'interfaccia) - net art e Arte nella Rete I e II</b><br>
 
  
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==Autore==
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[[Dietz Steve|Steve Dietz]]
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==Tratto da==
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http://www.archimuse.com/mw98/beyondinterface/dietz_bi.html<br>
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==Titolo Originale==
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<b>Beyond interface - net art e Arte nella Rete I e II</b><br>
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==Traduzione di==
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</b> Donato caleo<br>
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==Anno==
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1998
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==Descrizione==
  
 
L'effetto di una rivoluzione scientifica determinata da nuove idee è quello di spiegare fenomeni noti in maniera diversa. L'effetto di una rivoluzione scientifica determinata da nuovi strumenti è quello di scoprire fenomeni nuovi che dovranno essere spiegati.
 
L'effetto di una rivoluzione scientifica determinata da nuove idee è quello di spiegare fenomeni noti in maniera diversa. L'effetto di una rivoluzione scientifica determinata da nuovi strumenti è quello di scoprire fenomeni nuovi che dovranno essere spiegati.
 
--Freeman Dyson, Imagined Worlds
 
--Freeman Dyson, Imagined Worlds
b e y o n d  i n t e r f a c e : net art and Art on the Net II
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[http://www.archimuse.com/mw98/beyondinterface/dietz_pencilmedia.html b e y o n d  i n t e r f a c e : net art and Art on the Net II]
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è l’applicazione delle nostre scoperte, riformulando il concetto originale, sd
 
è l’applicazione delle nostre scoperte, riformulando il concetto originale, sd
  
 
  
In Holy Fire di [[Bruce Sterling]], gli artisti digitali del 21° secolo non sono più net-artisti o ibridi. Essi sono semplicemente artigiani. E in Interface Culture, [[Steven Johnson]] si riferisce ad una fusione simile, una sorta di vocazione: “Gli artigiani della cultura dell’interfaccia…sono diventati una qualche nuova fusione di artista e ingegnere - -
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Non siamo ancora giunti all’epoca d’oro degli artigiani e degli , ma le possibilità si possono già intravedere. E sono gli artisti – come ora li chiamiamo – che hanno, come nessun altro, così tanto da dirci su come formare, modellare ed estendere questo medium.  
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Questa esposizione on-line presenta una semplice affermazione. Esiste dell’arte che è creata per '''“stare on-line‿.''' Dopodiché, essa si complica molto velocemente. '''Beyond Interface''' esplora alcune delle questioni complicate ma non tenta un’indagine globale. E, mentre nel contesto di una conferenza su “i musei e il web‿, ci possono essere strategie interessanti da imparare dagli artisti riguardo come presentare una collezione di musei in rete, gli obiettivi di Beyond Interface sono quelli di presentare esempi rilevanti di attività artistica basata sulla rete, e cercare di cominciare a capire meglio e ad apprezzare questa arte e il suo contesto.
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In Holy Fire di [[Bruce Sterling]], gli artisti digitali del 21° secolo non sono più net-artisti o ibridi. Essi sono semplicemente artigiani. E in Interface Culture, [[Steven Johnson]] si riferisce ad una fusione simile, una sorta di vocazione: “Gli artigiani della cultura dell’interfaccia…sono diventati una qualche nuova fusione di artista e ingegnere - esperti d’interfaccia'''(“interfacciatori‿),''' cyberpunks, Web masters-  incaricati dell’epico compito di rappresentare le nostre macchine digitali, dando senso all’informazione nella sua forma grezza‿.
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Non siamo ancora giunti all’epoca d’oro degli artigiani e degli “interfacciatori‿, ma le possibilità si possono già intravedere. E sono gli artisti – come ora li chiamiamo – che hanno, come nessun altro, così tanto da dirci su come formare, modellare ed estendere questo medium.  
  
 
Beyond Interface presenta il lavoro di un gruppo di artisti, designers, codificatori, architetti e scrittori che lavorano con la rete. Allo scopo di incorporare sia la capacità collaborativa sia la necessità di filtraggio della rete, diamo anche una serie di risposte ad ognuno dei progetti selezionati, nello sforzo di costruire un contesto allargato per il lavoro in particolare e la net art in generale. In più, i partecipanti ad un forum on line potranno aggiungere i loro commenti sul materiale illustrativo
 
Beyond Interface presenta il lavoro di un gruppo di artisti, designers, codificatori, architetti e scrittori che lavorano con la rete. Allo scopo di incorporare sia la capacità collaborativa sia la necessità di filtraggio della rete, diamo anche una serie di risposte ad ognuno dei progetti selezionati, nello sforzo di costruire un contesto allargato per il lavoro in particolare e la net art in generale. In più, i partecipanti ad un forum on line potranno aggiungere i loro commenti sul materiale illustrativo
 
Postato sul sito Web Museums & the Web il gennaio 1998
 
Postato sul sito Web Museums & the Web il gennaio 1998
 
Riveduto aprile 1998  
 
Riveduto aprile 1998  
b e y o n d . i n t e r f a c e :
 
net art and Art on the Net II
 
 
[[David Antin]]*_
 
  
Il saggio fondamentale sul video di David Antin è istruttivo per diverse ragioni. La più evidente, il modo in cui o “attività di possono essere chiaramente dei sostituti per di 25 anni dopo che il saggio apparve per la prima volta—potrebbe concederci un po’ di pausa nel nostro fervore rivoluzionario.
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[http://www.archimuse.com/mw98/beyondinterface/dietz_pencilmedia.html b e y o n d  i n t e r f a c e : net art and Art on the Net II]
Il video è divenuto, come John Baldessari una volta predisse, come una matita
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--David A.Ross
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[http://www.archimuse.com/mw98/beyondinterface/bio_dietz_gray.html Steve.Dietz]
Oltre ai discorsi di Antin su cyberscat e formalism rap, un altro filo conduttore da seguire sarebbe quello che vede la rete (o il video) soltanto come un altro strumento. Nel post studio del mondo dell’arte, ciò che conta non è tanto quali media un artista usa, ma cosa fa con questi. E ci possono essere pochi dubbi che la rete troverà sempre più la sua via in installazioni d’arte orientate al sito. Ma ciò che è più istruttivo nel saggio di Antin non è tanto la sua difesa della video arte di per se, quanto la sua esplorazione dell’ . Egli scrisse: “la televisione si aggira per tutte le esposizioni di video . Nel complesso le “caratteristiche del video, che Antin sostiene, non derivano dal campo formalista/essenzialista o dal campo della rivoluzione utopica o neppure dal campo del “solo un'altra freccia nella . Esse sono definite in relazione alla schiacciante della televisione. Esiste una simile presenza esplicativa che possa aiutare a formulare le caratteristiche distintive della net art? Cosa persege la net art?
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Spia contro Spia: net art e net.art
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<BLOCKQUOTE><B>Net</B>''Net art. Il nome è equivoco. Un buon nome. Lascia aperte tutte le domande e comunque le propone. È questa una forma d’arte, un nuovo genere? È un antologia di attività preziosa condotta in un’arena particolare definita dal display del monitor di un computer? È La specie dell’attività di rete fatta da una particolare classe di persone –gli artisti- i cui lavori sono principalmente esposti in quello che è detto “il mondo dell’arte‿—ATTIVITA’ IN RETE DEGLI ARTISTI? Un esame dei nomi nel [http://www.archimuse.com/mw98/beyondinterface/00_artists.html catalogo on-line] ci da la facile e non abbastanza sufficiente risposta che è quest’ultima ciò che stiamo considerando, ATTIVITA’ IN RETE DEGLI ARTISTI. Ma questa è una classe a parte? Gli artisti fanno “pezzi net‿ da dieci anni scarsi-- se trascuriamo uno o due inconsistenti lavori hacker e [http://www.pbs.org/nerds/timeline/mini.html "Sketchpad‿] di Ivan Sutherland del 1962— e l’attività in rete è un fatto della vita di galleria da appena 5 anni. Certo Avevamo già avuto esibizioni di gruppo, gruppi d’esperti, simposi, numeri di giornali dedicati a questo fenomeno, per la più che buona ragione che sempre più artisti usano la rete e che qualcuno dei migliori lavori fatti nel mondo dell’arte è stato fatto in rete. Ecco perché un discorso è già stato avviato per accoglierla. In verità due discorsi: uno, una sorta di prosa di entusiastico benvenuto infarcita di frammenti di teoria della comunicazione e di “McLuhaneschi‿ discorsi sui media; l’altro, un tentativo alquanto nervoso di localizzare le “proprietà uniche del medium‿. “Il Discorso 1 potrebbe essere chiamato “cyberscat‿ e il Discorso 2, perché coinvolge le questioni che passano per “formalismo‿ nel mondo dell’arte, potrebbe essere chiamato “il colpo formalista‿ [sostituzioni di parole enfatizzate]''
La net.art non può essere considerata in nessun modo una dottrina sistematica, comunque essa costituisce una scuola
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[[David Antin]]*_>*</A></BLOCKQUOTE>
--Vuk Cosic
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Il saggio fondamentale sul video di David Antin è istruttivo per diverse ragioni. La più evidente, il modo in cui “rete‿ o “attività di rete‿ possono essere chiaramente dei sostituti per “video‿—più di 25 anni dopo che il saggio apparve per la prima volta—potrebbe concederci un po’ di pausa nel nostro fervore rivoluzionario.
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<BLOCKQUOTE>''Il video è divenuto, come John Baldessari una volta predisse, come una matita
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''--David A.Ross
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Oltre ai discorsi di Antin su cyberscat e formalism rap, un altro filo conduttore da seguire sarebbe quello che vede la rete (o il video) soltanto come un altro strumento. Nel post studio del mondo dell’arte, ciò che conta non è tanto quali media un artista usa, ma cosa fa con questi. E ci possono essere pochi dubbi che la rete troverà sempre più la sua via in installazioni d’arte orientate al sito. Ma ciò che è più istruttivo nel saggio di Antin non è tanto la sua difesa della video arte di per se, quanto la sua esplorazione dell’ ‿Altra Cosa—Televisione‿. Egli scrisse: “la televisione si aggira per tutte le esposizioni di video arte‿. Nel complesso le “caratteristiche distintive‿ del video, che Antin sostiene, non derivano dal campo formalista/essenzialista o dal campo della rivoluzione utopica o neppure dal campo del “solo un'altra freccia nella faretra‿. Esse sono definite in relazione alla schiacciante “presenza‿ della televisione. Esiste una simile presenza esplicativa che possa aiutare a formulare le caratteristiche distintive della net art? Cosa persege la net art?
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'''Spia contro Spia: net art e net.art'''
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''La net.art non può essere considerata in nessun modo una dottrina sistematica, comunque essa costituisce una scuola''
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[http://www.factory.org/nettime/archive-1996/0218.htmL --Vuk Cosic]
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''Il termine net.art, per esempio, per molti dei praticanti è uno scherzo e un imbroglio. Tuttavia, in qualche modo è stato preso seriamente''
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[http://www.factory.org/nettime/archive/0680.html --Heath Bunting]
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''Non ho davvero un opinione sul gioco del nome e alla fine probabilmente concordo con Josephine Bosma che scrisse: “Mi piace il termine net.art, specialmente per quel puntino‿''
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[http://www.ljudmila.org/nettime/zkp4/37.htm Robert Adrian]
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Il termine net.art, per esempio, per molti dei praticanti è uno scherzo e un imbroglio. Tuttavia, in qualche modo è stato preso seriamente
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E’ importante riconoscere all’inizio che Beyond Interface si trova in un contesto incredibilmente ricco intorno alla net art, che è cresciuto almeno da quando Vuk Cosic organizzò nel 1996 un esposizione alla conferenza [http://www.ljudmila.org/naps/ Net.art perse]. Recentemente, è stato pubblicato [http://www.ljudmila.org/nettime/zkp4/ ZKP4], un “filtro‿ di pubblicazione on line di [http://www.factory.org/nettime/ archivi di liste di discussione] di nettime: Esso include ampi articoli e discussioni riguardo la net.art ed è di gran lunga la migliore annotazione all’interno di questo argomento.
--Heath Bunting
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Non ho davvero un opinione sul gioco del nome e alla fine probabilmente concordo con Josephine Bosma che scrisse: “Mi piace il termine net.art, specialmente per quel
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Ciononostante, mentre si riconosce che non esiste una dottrina “net.art‿ sistematica e che qualsiasi nozione di “scuola‿ è mitigata dalla portata e dal flusso della rete, ci sono molti artisti che stanno creando una specifica net art che non sono particolarmente associati con la net.art. Più al punto, la “net art‿ del sottotitolo di Beyond Interface, non è ne congruente ne in opposizione con net.art. Molti net.artisti sono rappresentati nell’esposizione come lo sono molti altri. Per lo scopo della sua esibizione, “net art‿ è il termine più generico che usiamo per identificare quel lavoro per cui il network è una condizione necessaria e sufficiente, e net.art è il termine che usiamo associato agli artisti più o meno autoidentificati con esso.
--Robert Adrian
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e discussioni riguardo la net.art ed è di gran lunga la migliore annotazione all’interno di questo argomento.
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'''Necessario e Sufficiente.'''
  
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L’approccio di Beyond Interface a ciò che costituisce la net art può forse esser meglio definito come “esplorativo‿. Nelle presentazioni, scrissi:‿Beyond Interface è un esposizione on line di progetti net art giudicati e curati per i quali '''la rete è condizione sia sufficiente che necessaria per vedere/sperimentare/partecipare.'''
Necessario e Sufficiente
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L’approccio di Beyond Interface a ciò che costituisce la net art può forse esser meglio definito come . Nelle presentazioni, scrissi:Interface è un esposizione on line di progetti net art giudicati e curati per i quali la rete è condizione sia sufficiente che necessaria per vedere/sperimentare/partecipare.
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Come ci si potrebbe attendere con un termine come , siamo corsi velocemente dentro il fatto che molto del lavoro a cui siamo interessati potrebbe non avere effetto in una installazione locale. Potreste, in teoria, inviare per posta i dischi di questi programmi a chiunque li volesse, invece di inviare il lavoro via rete. Avremmo potuto andare avanti in questo modo per molto tempo.
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Come ci si potrebbe attendere con un termine come “necessario‿, siamo corsi velocemente dentro il fatto che molto del lavoro a cui siamo interessati potrebbe non avere effetto in una installazione locale. Potreste, in teoria, inviare per posta i dischi di questi programmi a chiunque li volesse, invece di inviare il lavoro via rete. Avremmo potuto andare avanti in questo modo per molto tempo.
  
 
Invece, abbiamo combinato una filosofia duchampiana modificata—è net art se l’artista intende che lo sia—con una prospettiva utente-finale—non importa quanto la rete fosse integrale al progetto, se una connessione network da sola non era sufficiente[ ], allora non lo si faceva. Il primo rammarico di questa condizione recente è che essa ha precluso molte affascinanti esperienze performative, on line e in tempo reale che non funzionano davvero in maniera asincrona. Dovevi essere là, allora, e non abbiamo visto un’enorme differenza tra la documentazione di un tale evento e la documentazione di un’ esposizione di pittura, sebbene i due eventi originali siano ovviamente molto differenti.
 
Invece, abbiamo combinato una filosofia duchampiana modificata—è net art se l’artista intende che lo sia—con una prospettiva utente-finale—non importa quanto la rete fosse integrale al progetto, se una connessione network da sola non era sufficiente[ ], allora non lo si faceva. Il primo rammarico di questa condizione recente è che essa ha precluso molte affascinanti esperienze performative, on line e in tempo reale che non funzionano davvero in maniera asincrona. Dovevi essere là, allora, e non abbiamo visto un’enorme differenza tra la documentazione di un tale evento e la documentazione di un’ esposizione di pittura, sebbene i due eventi originali siano ovviamente molto differenti.
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Ecco in pratica come funzionava. Tornando ad Antin, c’era anche un costrutto teoretico che si celava sullo sfondo.
 
Ecco in pratica come funzionava. Tornando ad Antin, c’era anche un costrutto teoretico che si celava sullo sfondo.
  
Ho due cose da dire. La prima, quando parliamo di video art, che questa nozione è obsoleta, ma guardate, ciò che accade qui a Liverpool e a Manchester, è un grande festival di specifica video art. Esso raccoglie ancora molto denaro, un sacco di gente e notevole attenzione. E parlando di net art in tutti questi dibattiti la gente scrive net.art. Questo, più che altro, rimanda al nome di un file piuttosto che a un nuovo –ismo. E penso che sia molto importante perché il termine net.art include molta autoironia verso il nome esatto. Anche quando parliamo di net.art e di arte in rete alcune persone dicono che dovremmo sbarazzarci della nozione esatta di arte e che dobbiamo realizzare qualcosa che non sia relazionato al sistema dell’arte, etc. Penso che questo sia del tutto impossibile, specialmente in rete, a causa del sistema a hyperlink. Qualsiasi cosa tu faccia può essere posta in un contesto artistico e può essere collegata ad istituzioni artistiche, siti relativi all’arte.
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<FONT
--Alexei Shulgin
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      face="geneva, arial, helvetica" color=#999999 size=-1>
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Ho due cose da dire. La prima, quando parliamo di video art, che questa nozione è obsoleta, ma guardate, ciò che accade qui a Liverpool e a Manchester, è un grande festival di specifica video art. Esso raccoglie ancora molto denaro, un sacco di gente e notevole attenzione. E parlando di net art in tutti questi dibattiti la gente scrive net.art. Questo, più che altro, rimanda al nome di un file piuttosto che a un nuovo –ismo. E penso che sia molto importante perché il termine net.art include molta autoironia verso il nome esatto. Anche quando parliamo di net.art e di arte in rete alcune persone dicono che dovremmo sbarazzarci della nozione esatta di arte e che dobbiamo realizzare qualcosa che non sia relazionato al sistema dell’arte, etc. Penso che questo sia del tutto impossibile, specialmente in rete, a causa del sistema a hyperlink. Qualsiasi cosa tu faccia può essere posta in un contesto artistico e può essere collegata ad istituzioni artistiche, siti relativi all’arte.<BR>--<A
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[http://www01.heise.de/tp/english/special/ku/6173/1.html --Alexei Shulgin]
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<P><BR><BR><BR>Sento che è l’ora di fare luce sull’origine del termine – “net.art‿. In realta, esso è un preconfezionato. Nel dicembre del 1995 Vuk Cosic ricevette un messaggio, inviatogli da un anonimo mittente. Per l’incopatibilità del software, il testo aperto appariva praticamente come un abracadabra illeggibile in codice ascii. L’unico frammento al suo interno che avesse un qualche senso somigliava a qualcosa come:
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<P>[...] J8~g#|\;Net. Art{-^s1
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[...]
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<P>Vuk fù molto stupito e eccitato. La rete stessa gli aveva dato un nome per l’attività in cui era coinvolto! Egli iniziò immediatamente ad usare questo termine. Pochi mesi dopo inoltrò il misterioso messaggio a Igor Markovic, il quale riuscì a decifrarlo correttamente. Il testo apparve essere piuttosto un proclama controverso e vago nel quale il suo autore incolpava le istituzioni artistiche tradizionali di ogni possibile peccato e dichiarava la libertà di auto-espresione e indipendenza per un artista in Internet. La parte di testo con il sopra citato frammento così stranamente decifrato dal software di Vuk era (virgolettato dalla memoria) “Tutto ciò diventa possibile solo con la comparsa della rete. L’arte come nozione diventa obsoleta…‿, etc.
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<P>Quindi, il testo non era molto interessante. Ma il termine che esso aveva indirettamente portato in vita era già in uso a quel tempo. Mi dispiace per i futuri storici della net.art – non abbiamo più il proclama. È andato perduto, assieme ad altri dati preziosi, l’estate scorsa a seguito del tragico crash dell’hard disk di Igor.
  
 
[...] J8~g#|\;Net. Art{-^s1 [...]
 
 
Quindi, il testo non era molto interessante. Ma il termine che esso aveva indirettamente portato in vita era già in uso a quel tempo. Mi dispiace per i futuri storici della net.art – non abbiamo più il proclama. È andato perduto, assieme ad altri dati preziosi, l’estate scorsa a seguito del tragico crash dell’hard disk di Igor.
 
 
Mi piace molto questa strana storia, perché è un illustrazione perfetta del fatto che il mondo in cui viviamo è più ricco di tutte le nostre idee al  suo riguardo.
 
Mi piace molto questa strana storia, perché è un illustrazione perfetta del fatto che il mondo in cui viviamo è più ricco di tutte le nostre idee al  suo riguardo.
 
Alexei
 
Alexei
http://www.factory.org/nettime/archive/0282.html
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[http://www.factory.org/nettime/archive/0282.html]
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.....moscow wwwart centre......
 
.....moscow wwwart centre......
 
http://sunsite.cs.msu.su/wwwart
 
http://sunsite.cs.msu.su/wwwart
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* filtraggio di testo collaborativo e politiche culturali della rete
 
* filtraggio di testo collaborativo e politiche culturali della rete
 
* informazioni: majordomo@is.in-berlin.de e "info nettime" nel corpo del messaggio
 
* informazioni: majordomo@is.in-berlin.de e "info nettime" nel corpo del messaggio
* URL: http://www.desk.nl/~nettime/ contatti: nettime-owner@is.in-berlin.de  
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* URL: http://www.desk.nl/~nettime/ contatti: nettime-owner@is.in-berlin.de </FONT>
Il meta medium
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      </P></FONT>
I computer sia producono il materiale che sperimentiamo sia ci permettono di accedevi. Il computer è un linguaggio macchina. …Turino definiva semplicemente il computer come una macchina che poteva essere qualsiasi macchina. Poteva essere ciò perché era programmabile—come tale, operando simbolicamente su cose simboliche. Questo universo di forme simboliche include il computer stesso, e l’aspetto ricorrente del medium è ciò che conduce al suo potere tecnologico e dunque sociale. Parafrasando Turing, il computer è il medium che piò essere qualsiasi medium
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--Simon Biggs**
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Ciò che si aggira per la net art è solo parzialmente la mutabilità che ne è alla base. Diversamente dal video, non esiste una TV Grande Fratello che getta un ombra sulla rete. Se il computer è il meta medium, allora la rete è il vettore onnipresente. Si sta incorporando in ogni aspetto delle nostre vite, dai tostapane alla TV, e sta contagiando ogni industria maggiore, dall’elettricità fino a Hollywood. Combinate un medium infinitamente malleabile con un istantaneità onnivora e avrete qualcosa che può essere unico ma che non è facile identificare: net art
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'''Il meta medium''
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I computer sia producono il materiale che sperimentiamo sia ci permettono di accedervi. Il computer è un linguaggio macchina. …Turino definiva semplicemente il computer come una macchina che poteva essere qualsiasi macchina. Poteva essere ciò perché era programmabile—come tale, operando simbolicamente su cose simboliche. Questo universo di forme simboliche include il computer stesso, e l’aspetto ricorrente del medium è ciò che conduce al suo potere tecnologico e dunque sociale. Parafrasando Turing, il computer è il medium che piò essere qualsiasi medium
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[http://www.archimuse.com/mw98/beyondinterface/biggs_fr.html --Simon Biggs**]
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Ciò che si aggira per la net art è solo parzialmente la mutabilità che ne è alla base. Diversamente dal video, non esiste una TV Grande Fratello che getta un ombra sulla rete. Se il computer è il meta medium, allora la rete è il vettore onnipresente. Si sta incorporando in ogni aspetto delle nostre vite, dai tostapane alla TV, e sta contagiando ogni industria maggiore, dall’elettricità fino a Hollywood. Combinate un medium infinitamente malleabile con un istantaneità onnivora e avrete qualcosa che può essere unico ma che non è facile identificare: net art.
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'''Seguire i leader: gli artisti'''
  
Seguire i leader: gli artisti
 
 
L'effetto di una rivoluzione scientifica determinata da nuove idee è quello di spiegare fenomeni noti in maniera diversa. L'effetto di una rivoluzione scientifica determinata da nuovi strumenti è quello di scoprire fenomeni nuovi che dovranno essere spiegati.
 
L'effetto di una rivoluzione scientifica determinata da nuove idee è quello di spiegare fenomeni noti in maniera diversa. L'effetto di una rivoluzione scientifica determinata da nuovi strumenti è quello di scoprire fenomeni nuovi che dovranno essere spiegati.
 
--Freeman Dyson, Imagined Worlds
 
--Freeman Dyson, Imagined Worlds
Nei termini di Dyson, la pratica della net art è una rivoluzione determinata da strumenti. Gli artisti creano cose nuove che a loro piacerebbe esplorare. Beyond Interface segue il solco, piuttosto che tentare di attraversarlo. Una degli effetti potrebbe avere i seguenti nodi. (In un formato lineare a 2D, è difficile sfuggire alle implicazioni della classificazione e della gerarchia, ma non è questo l’intento. Fluidità, ibridità, molteplicità tutti caratterizzano molta della miglior arte presente in rete.
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Nei termini di Dyson, la pratica della net art è una rivoluzione determinata da strumenti. Gli artisti creano cose nuove che a loro piacerebbe esplorare. Beyond Interface segue il solco, piuttosto che tentare di attraversarlo. Una “mappa‿ degli effetti potrebbe avere i seguenti nodi. (In un formato lineare a 2D, è difficile sfuggire alle implicazioni della classificazione e della gerarchia, ma non è questo l’intento. Fluidità, ibridità, molteplicità tutti caratterizzano molta della miglior arte presente in rete.
  
 
Mentre la cultura nerd riconosce il punto di partenza della condizione umana, la sua speranza non è espressione ma esperienza. Per la nuova cultura, un giro nella realtà virtuale è molto più importante che ricordare Proust
 
Mentre la cultura nerd riconosce il punto di partenza della condizione umana, la sua speranza non è espressione ma esperienza. Per la nuova cultura, un giro nella realtà virtuale è molto più importante che ricordare Proust
 
--Kevin Kelly, "The Third Culture"
 
--Kevin Kelly, "The Third Culture"
  
net.art
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I net.artisti sono i più rigorosi circa la necessità della rete di implementare il loro lavoro. Collaborazione, processo, sistemi aperti. Questi termini sono tutti descrittivi la net.art, oltre che ad essere stati cinti da qualche teorizzazione seriosa. I paragoni sono spesso portati con il Dada, il Fluxus, l’arte concettuale—e sempre discussa. Non diversamente dal lavoro di questi altri gruppi, l’arte net.art è a volte la più difficile da apprezzare nei termini delle nostre comprensioni più tradizionali dell’arte. Guardate, ad esempio, la discussione che si è prodotta tra il comitato esecutivo a causa del desktop IS di Shulgin. Identificare progetti specifici non rende l’immagine più completa della net.art, e irational.org di Bunting, easylife.org di Shulgin, e altri siti che servono alcuni degli specifici Progetti Homework, sono tutti costellazioni importanti di attività.
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'''net.art'''
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I net.artisti sono i più rigorosi circa la '''necessità''' della rete di implementare il loro lavoro. Collaborazione, processo, sistemi aperti. Questi termini sono tutti descrittivi la net.art, oltre che ad essere stati cinti da qualche teorizzazione seriosa. I paragoni sono spesso portati con il Dada, il Fluxus, l’arte concettuale—e sempre discussa. Non diversamente dal lavoro di questi altri gruppi, l’arte net.art è a volte la più difficile da apprezzare nei termini delle nostre comprensioni più tradizionali dell’arte. Guardate, ad esempio, la discussione che si è prodotta tra il comitato esecutivo a causa del desktop IS di Shulgin. Identificare progetti specifici non rende l’immagine più completa della net.art, e irational.org di Bunting, easylife.org di Shulgin, e altri siti che servono alcuni degli specifici Progetti Homework, sono tutti costellazioni importanti di attività.
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d a n i e l  g a r c i a  a n d u j a r  
 
d a n i e l  g a r c i a  a n d u j a r  
. technologies to the people®
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[http://www.archimuse.com/mw98/beyondinterface/andujar_fr.html . technologies to the people®]
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b o o k c h i n  /  s h u l g i n  /  s u z u k i  /  7 - 1 1  
 
b o o k c h i n  /  s h u l g i n  /  s u z u k i  /  7 - 1 1  
.  homework
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[http://www.archimuse.com/mw98/beyondinterface/bookchin_fr.html .  homework]
+
 
 
h e a t h  b u n t i n g  
 
h e a t h  b u n t i n g  
.  own, be owned or remain invisible.
+
[http://www.archimuse.com/mw98/beyondinterface/bunting_fr.html .  own, be owned or remain invisible.]
 
   
 
   
 
a l e x e i  s h u l g i n  
 
a l e x e i  s h u l g i n  
.  desktop is
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[http://www.archimuse.com/mw98/beyondinterface/shulgin_fr.html .  desktop is]
http://www.hgb-lepzig.de/ theorie/mailart.htm)
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--Joachim Blank
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Narrativa
 
  
Da un lato, gli evangelisti dell’ipertesto come Mark Amerika proclamano che, sicuramente, l’ipertesto è il “genere del , mentre sul New York Times Laura Miller attacca duramente Robert Coover e il programma Brown da cui proviene Amerika. Persino all’interno del campo della rete, un artista come Simon Biggs è molto netto sul fatto che l’ipertesto da soltanto l’illusione di una navigazione dinamica. Tuttavia, l’hyperlink è una della capacità fondamentali della rete. Usandolo non sparirà. Ognuno di questi cinque artisti lo sfrutta per raccontare i loro tipi di storie—e sono pure divertenti! Non perdetevi anche il peana molto informativo di Randall Packer' su Grammatron e Jodi.
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La net art funziona solo sulla rete e seleziona la rete o il “mito della rete‿ come tema. Essa si occupa spesso di concetti strutturali. Un gruppo o un individuo progetta un sistema che può essere espanso da altre persone. Assieme a ciò sta l’idea che la collaborazione di un certo numero di persone diverrà la condizione per lo sviluppo di un sistema globale. I progetti di  net art senza la partecipazione di persone esterne sono concetti forse interessanti, ma non si dimostrano come una creatività collettiva in rete (Dieter Daniels, http://www.hgb-lepzig.de/ theorie/mailart.htm)
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[http://www.ljudmila.org/nettime/zkp4/41.htm --Joachim Blank]
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Ciò che è più straordinario circa “l’ipernarrativa‿ è che nessuno vuole davvero leggerla, neanche al di fuori di curiosità inutile. Le anime più avventurose che conosco, le  persone sottoposte al campionamento di performance artistiche criptiche e anche quelle rarissime ed esotiche creature,i lettori di poesie che non sono poeti—rabbrividiscono al pensiero, perché è proprio il concetto di narrativa ipertestuale che la rende noiosa ed inutile ai lettori.
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[http://www.nytimes.com/glogin?URI=http://www.nytimes.com/books/98/03/15/bookend/bookend.html&OQ=_rQ3D2Q26orefQ3Dslogin&OP=31b74814Q2FIhHoIUzQ24FmzzsIozzcFI7Q7EI!eI5Q3DIozzcHQ23UIozzcHQ23U_fsgN Laura Miller, NYT Book Review]
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'''Narrativa'''
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Da un lato, gli evangelisti dell’ipertesto come Mark Amerika proclamano che, sicuramente, l’ipertesto è il “genere del futuro‿, mentre sul New York Times Laura Miller attacca duramente Robert Coover e il programma Brown da cui proviene Amerika. Persino all’interno del campo della rete, un artista come Simon Biggs è molto netto sul fatto che l’ipertesto “statico‿ da soltanto l’illusione di una navigazione dinamica. Tuttavia, l’hyperlink è una della capacità fondamentali della rete. Usandolo non sparirà. Ognuno di questi cinque artisti lo sfrutta per raccontare i loro tipi di storie—e sono pure divertenti! Non perdetevi anche il peana molto informativo di [http://www.archimuse.com/mw98/beyondinterface/bi_frpacker.html Randall Packer'] su Grammatron e Jodi.
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m a r k  a m e r i k a  
 
m a r k  a m e r i k a  
.  grammatron
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[http://www.archimuse.com/mw98/beyondinterface/amerika_fr.html .  grammatron]
 
   
 
   
 
c o h e n  /  f r a n k  /  i p p o l i t o  
 
c o h e n  /  f r a n k  /  i p p o l i t o  
.  agree to disagree online
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[http://www.archimuse.com/mw98/beyondinterface/cohen_fr.html .  agree to disagree online]
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o l i a  l i a l i n a  
 
o l i a  l i a l i n a  
.  my boyfriend came back from the war
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[http://www.archimuse.com/mw98/beyondinterface/lialina_fr.html .  my boyfriend came back from the war]
 
   
 
   
 
m e l i n d a  r a c k h a m  
 
m e l i n d a  r a c k h a m  
.  line
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[http://www.archimuse.com/mw98/beyondinterface/rackham_fr.html .  line]
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a n n e t t e  w e i n t r a u b  
 
a n n e t t e  w e i n t r a u b  
.  pedestrian
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[http://www.archimuse.com/mw98/beyondinterface/weintraub_fr.html .  pedestrian]
 
   
 
   
Ciò che è , neanche al di fuori di curiosità inutile. Le anime più avventurose che conosco, le  persone sottoposte al campionamento di performance artistiche criptiche e anche quelle rarissime ed esotiche creature,i lettori di poesie che non sono poeti—rabbrividiscono al pensiero, perché è proprio il concetto di narrativa ipertestuale che la rende noiosa ed inutile ai lettori.
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Sia il termine “navigazione‿, sia il senso in cui è usato, rappresentano un restringimento delle possibilità per i media interattivi. L’idea della navigazione è fondata principalmente su una nozione molto tradizionale di ciò che dovrebbe essere un materiale illustrativo. L’uso di questa parola, fondamentalmente, implica un lavoro il quale sia più o meno stabile nel suo contenuto, e che attraverso il quale il lettore possa “navigare‿ in maniera non lineare. Ciò permette l’illusione emergente che il lettore stia provando l’esperienza di un lavoro dinamico e interattivo.
Laura Miller, NYT Book Review
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[http://www.archimuse.com/mw98/beyondinterface/biggs_fr.html --Simon Biggs**]
  
 
Simon Biggs
 
  
Socio-Culturale
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'''Socio-Culturale'''
Molti progetti in rete hanno un inclinazione politica o sociale. Questi tre sono esemplari di direzioni poco differenti—che siano vicini non significa che siano esaustivi delle miriadi di possibilità. Il General Hospital  di Crane e Winet è sia sofisticato nella sua comprensione della cultura contemporanea dei media sia congeniale e provvido di aiuti pratici per i bisogni della salute delle persone. Temple of Confessions, di tutti i progetti Beyond Interface, è quello che più si avvicina ad essere un’appendice alle performance situate e non un altra maniera al riguardo, ma il modo in cui Gomez-Pena e Sifuentes usano la rete per raccogliere i loro materiali è istruttivo e di per sé divertente e rivelatore. Infine, Hutton schiera abilmente la rete la nostra natura umana (maschile) per connettersi veramente con il visore su un aspetto della rete talvolta noioso, sebbene importante—Qual è il modo migliore (o, in questo caso, uno dei modi peggiori) per regolare la rete?
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Molti progetti in rete hanno un inclinazione politica o sociale. Questi tre sono esemplari di direzioni poco differenti—che siano vicini non significa che siano esaustivi delle miriadi di possibilità. Il General Hospital  di Crane e Winet è sia sofisticato nella sua comprensione della cultura contemporanea dei media sia congeniale e provvido di aiuti pratici per i bisogni della salute delle persone. Temple of Confessions, di tutti i progetti Beyond Interface, è quello che più si avvicina ad essere un’appendice alle performance situate e non un altra maniera al riguardo, ma il modo in cui Gomez-Pena e Sifuentes usano la rete per raccogliere i loro materiali è istruttivo e di per sé divertente e rivelatore. Infine, Hutton schiera abilmente la rete “contro‿ la nostra natura umana (maschile) per connettersi veramente con il visore su un aspetto della rete talvolta noioso, sebbene importante—Qual è il modo migliore (o, in questo caso, uno dei modi peggiori) per regolare la rete?
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m a r g a r e t  c r a n e  /  j o n  w i n e t  
 
m a r g a r e t  c r a n e  /  j o n  w i n e t  
.  general hospital
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[http://www.archimuse.com/mw98/beyondinterface/winet_fr.html .  general hospital]
 
   
 
   
 
g u i l l e r m o  g o m e z - p e n a  
 
g u i l l e r m o  g o m e z - p e n a  
.  temple of confessions
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[http://www.archimuse.com/mw98/beyondinterface/pena_fr.html .  temple of confessions]
 
   
 
   
 
l i s a  h u t t o n  
 
l i s a  h u t t o n  
.  cyber*babes
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[http://www.archimuse.com/mw98/beyondinterface/hutton_fr.html .  cyber*babes]
 
   
 
   
 
Quasi tutti i giudizi sulla cultura digitale – specialmente quelli espressi in anni recenti da giornalisti, politici, intellettuali, e altri spaventati guardiani dell’ordine esistente – sono assolutamente errati. Internet si rivela, non è un terreno fertile per la disconnessione, la frammentazione, la paranoia e l’apatia. I cittadini digitali non sono alienati, ne dalle altre persone ne dalle istituzioni civiche. Essi non ignorano i funzionamenti interni dei nostri sistemi, ne sono indifferenti alle questioni politiche e sociali con cui la nostra società deve confrontarsi. Pittosto, il mondo online include molti dei cittadini più informati e partecipativi che abbiamo mai avuto o che è probabile avere.  
 
Quasi tutti i giudizi sulla cultura digitale – specialmente quelli espressi in anni recenti da giornalisti, politici, intellettuali, e altri spaventati guardiani dell’ordine esistente – sono assolutamente errati. Internet si rivela, non è un terreno fertile per la disconnessione, la frammentazione, la paranoia e l’apatia. I cittadini digitali non sono alienati, ne dalle altre persone ne dalle istituzioni civiche. Essi non ignorano i funzionamenti interni dei nostri sistemi, ne sono indifferenti alle questioni politiche e sociali con cui la nostra società deve confrontarsi. Pittosto, il mondo online include molti dei cittadini più informati e partecipativi che abbiamo mai avuto o che è probabile avere.  
--Jon Katz
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[http://www.hotwired.com/special/citizen/netizen_survey_2.html --Jon Katz]
Biografico
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É attorno a questioni di identità e ragnatele autobiografiche che si manifestano in rete alcuni degli effetti più straordinari. Come gli artisti.net, molto di questo lavoro può anche essere più difficile da adattare alle nozioni tradizionali di arte. Esso è sempre in processo. Non è semplice prenderne le distanze. Generalmente è molto contorto. Nessun stupore, è perfetto per il Web. Per il comitato esecutivo di Beyond Interface, questi lavori furono generalmente anche tra quelli discussi caldamente, precisamente perché tendono a non avere un singolo punto focale ma sono veramente . Alla fine, ognuno ha un così forte punto di vista, che percepimmo che erano differenti dal gruppo dei siti, sebbene ci siano anche forti similarità e qualcuno si sia dibattuto veementemente per una definizione più ampia di “net che includerebbe tali siti come nuove forme d’arte di per sé. Questo dibattito non si è mai risolto.
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In senso tecnico, ’hypomnemata potrebbero essere libri contabili, registri pubblici, agende personali che servono come promemoria. Il loro uso come libri di vita, guide di comportamento, sembra essere diventato una cosa ricorrente tra un intero pubblico colto. Dentro di essi uno ha immesso preventivi, frammenti di lavori, esempi, e azioni alle quali sia stato testimone o che delle quali abbia letto il resoconto, riflessioni o ragionamenti che abbia ascoltato o che gli siano venuti in mente. Essi hanno costituito una memoria materiale di cose lette, udite, o pensate, presentandole perciò come un tesoro accumulato per la rilettura e la meditazione a posteriori. Inoltre essi hanno formato un materiale grezzo per la scrittura di trattati più sistematici nei quali sono stati presi argomenti e significati con cui lottare contro qualche difetto (come l’ira, l’invidia, il pettegolezzo, l’adulazione) o superare qualche circostanza difficile (un lutto, un esilio, una rovina, un disonore)
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Da un intervista a Michel Foucault
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per saperne di più circa [http://www.artnetweb.com/iola/journal/index.html hypomnemata]  vedi [http://www.archimuse.com/mw98/beyondinterface/murphy_fr.html Robbin Murphy]
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'''Biografico'''
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É attorno a questioni di identità e ragnatele autobiografiche che si manifestano in rete alcuni degli effetti più straordinari. Come gli artisti.net, molto di questo lavoro può anche essere più difficile da adattare alle nozioni tradizionali di arte. Esso è sempre in processo. Non è semplice prenderne le distanze. Generalmente è molto contorto. Nessun stupore, è perfetto per il Web. Per il comitato esecutivo di Beyond Interface, questi lavori furono generalmente anche tra quelli discussi caldamente, precisamente perché tendono a non avere un singolo punto focale ma sono veramente “siti‿. Alla fine, ognuno ha un così forte punto di vista, che percepimmo che erano differenti dal gruppo dei siti, sebbene ci siano anche forti similarità e qualcuno si sia dibattuto veementemente per una definizione più ampia di “net art‿ che includerebbe tali siti come nuove forme d’arte di per sé. Questo dibattito non si è mai risolto.
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u d i  a l o n i  
 
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.  re-u-man
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[http://www.archimuse.com/mw98/beyondinterface/aloni_fr.html .  re-u-man]
 
   
 
   
 
r o b b i n  m u r p h y  
 
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.  project tumbleweed
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[http://www.archimuse.com/mw98/beyondinterface/murphy_fr.html .  project tumbleweed]
  
 
c a r y  p e p p e r m i n t  
 
c a r y  p e p p e r m i n t  
.  temporal Illuminations
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[http://www.archimuse.com/mw98/beyondinterface/peppermint_fr.html .  temporal Illuminations]
In senso tecnico, ’hypomnemata potrebbero essere libri contabili, registri pubblici, agende personali che servono come promemoria. Il loro uso come libri di vita, guide di comportamento, sembra essere diventato una cosa ricorrente tra un intero pubblico colto. Dentro di essi uno ha immesso preventivi, frammenti di lavori, esempi, e azioni alle quali sia stato testimone o che delle quali abbia letto il resoconto, riflessioni o ragionamenti che abbia ascoltato o che gli siano venuti in mente. Essi hanno costituito una memoria materiale di cose lette, udite, o pensate, presentandole perciò come un tesoro accumulato per la rilettura e la meditazione a posteriori. Inoltre essi hanno formato un materiale grezzo per la scrittura di trattati più sistematici nei quali sono stati presi argomenti e significati con cui lottare contro qualche difetto (come l’ira, l’invidia, il pettegolezzo, l’adulazione) o superare qualche circostanza difficile (un lutto, un esilio, una rovina, un disonore)
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Da un intervista a Michel Foucault
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per saperne di più circa hypomnemata  vedi Robbin Murphy
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'''Strumenti'''
Strumenti
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All’inizio sembrava ovvio che come i/o/d 4 “il cacciatore di e il perpendicolare progetto di mappa mentale/visuale thesaurus non erano progetti artisitici. È ancora qui, comunque, che la nozione di “al di là – di sfocare le distinzioni tra arte e design, arte e ingegneria—entra più fortemente in gioco. Vedere, in particolare, il saggio di Susan Hazan "Are the Engineers Holding hands with the Artists? (Ingegneri e Artisti si tengono per mano?) riguardo questi due progetti
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All’inizio sembrava ovvio che “strumenti‿ come i/o/d 4 “il cacciatore di ragnatele‿ e il perpendicolare progetto di mappa mentale/visuale thesaurus non erano progetti artisitici. È ancora qui, comunque, che la nozione di “al di là dell’interfaccia‿ – di sfocare le distinzioni tra arte e design, arte e ingegneria—entra più fortemente in gioco. Vedere, in particolare, il saggio di Susan Hazan [http://www.archimuse.com/mw98/beyondinterface/bi_fr.html "Are the Engineers Holding hands with the Artists?] (Ingegneri e Artisti si tengono per mano?) riguardo questi due progetti.
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i / o / d  
 
i / o / d  
.  i/o/d 4: "the web stalker"
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[http://www.archimuse.com/mw98/beyondinterface/fuller_fr.html.  i/o/d 4: "the web stalker"]
 
   
 
   
 
p l u m b  d e s i g n  
 
p l u m b  d e s i g n  
.  plumb design visual thesaurus
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[http://www.archimuse.com/mw98/beyondinterface/plumb_fr.html .  plumb design visual thesaurus]
  
 
È  piacevole trovare nuove metafore visive per l’interpretazione dei dati della rete. Ritengo che in Beyond Interface questi due progetti Web stanno proprio facendo questo. Guardare oltre la superficie della rete per ridefinire i componenti elementari dell’ambiente interconnesso, la materia grezza che è parte della nuova interfaccia.
 
È  piacevole trovare nuove metafore visive per l’interpretazione dei dati della rete. Ritengo che in Beyond Interface questi due progetti Web stanno proprio facendo questo. Guardare oltre la superficie della rete per ridefinire i componenti elementari dell’ambiente interconnesso, la materia grezza che è parte della nuova interfaccia.
 
--Susan Hazan
 
--Susan Hazan
  
Oggetti Digitali
 
 
j o h n  f .  s i m o n  j r .
 
.  every icon
 
 
 
Un oggetto è composto sia dai dati che descrive sia dal codice che opera su di esso. Quindi, ogni oggetto ha al suo interno tutto ciò che gli occorre per funzionare riguardo i suoi compiti. Se un oggetto deve essere disegnato lo disegnerà esso stesso. L’oggetto conterrà il proprio codice per sapere come fare ciò, non avrà bisogno di riferirsi a, o di essere interpretato da, nessun programma esterno.
 
Un oggetto è composto sia dai dati che descrive sia dal codice che opera su di esso. Quindi, ogni oggetto ha al suo interno tutto ciò che gli occorre per funzionare riguardo i suoi compiti. Se un oggetto deve essere disegnato lo disegnerà esso stesso. L’oggetto conterrà il proprio codice per sapere come fare ciò, non avrà bisogno di riferirsi a, o di essere interpretato da, nessun programma esterno.
--Simon Biggs
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[http://www.archimuse.com/mw98/beyondinterface/biggs_fr.html --Simon Biggs**]
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Sensori ad alta prestazione, economici, onnipresenti daranno forma al prossimo decennio. Negli anni ’80, abbiamo creato le nostre “intelligenze‿ basate sul processore di un computer. Negli anni ’90, abbiamo interconnesso in rete tra loro quelle intelligenze con la larghezza di banda permessa dal laser. Ora nel prossimo decennio aggiungeremo organi sensoriali ai nostri dispostivi e alle nostre interconnessioni. Gli ultimi due decenni hanno servito più delle loro porzioni di sorprese digitali, ma anche quelle sorprese impallidiranno di fronte a ciò che si distende innanzi. L’elaborare accesso extra, sensori extra preparerà la fase per la prossima ondata d’interazione. Con “interazione‿ non intendiamo soltanto la  varietà dell’interazione tra varie persone tramite Internet—intendiamo l’interazione a nostro favore di dispositivi elettronici con il mondo fisico.
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[http://www.iftf.org/sensors/sensors.html Paul Saffo]
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Il termine interattività può essere usato per riferirsi a quei lavori che presentano qualche forma di sollecito per il lettore, dove quel sollecito causa che il contenuto del lavoro sia modificato. Un approccio simile è in marcato contrasto con il carattere inerte del lavoro navigabile in maniera non lineare
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[http://www.archimuse.com/mw98/beyondinterface/biggs_fr.html --Simon Biggs**]
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[http://www.easynet.net/simonbiggs/navigate1.htm On Navigation and Interactivity: interactive work]
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In Holy Fire di Bruce Sterling, gli artisti digitali del 21° secolo non sono più net-artsiti o ibridi. Essi sono semplicemente artigiani. E in Interface Culture, Steven Johnson si riferisce ad una fusione simile, una sorta di vocazione: “Gli artigiani della cultura dell’interfaccia…sono diventati una qualche nuova fusione di artista e ingegnere - esperti d’interfaccia(“interfacciatori‿), cyberpunks, Web masters-  incaricati dell’epico compito di rappresentare le nostre macchine digitali, dando senso all’informazione nella sua forma grezza‿.
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[http://www.archimuse.com/mw98/beyondinterface/bi_fr.html b e y o n d  i n t e r f a c e]
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'''Oggetti Digitali'''
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Gran parte del mondo dell’arte è orientata verso oggetti—dipinti, sculture, fotografie. Cos’è un oggetto sulla rete? Esiste, certamente, una definizione tecnica, che Biggs spiega piuttosto elegantemente nella sua descrizione di “arte interattiva‿. Un altro esempio è l’applet java Every Icon di John Simon. Fondamentalmente essa consiste in una serie di istruzioni – non diversa, forse, da quella di Sol Lewitt o di Cristo—che sono eseguite in maniera standardizzata—es. il linguaggio di programmazione java. John scrive persino la proprietà dell’applet all’interno del codice, così mentre essa è “infinitamente‿ e perfettamente riproducibile come oggetto digitale, porta altresì sempre con se la conoscenza della sua proprietà. Una benedizione per i futuri storici dell’arte, forse.
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j o h n  f .  s i m o n  j r .
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[http://www.archimuse.com/mw98/beyondinterface/simon_fr.html .  every icon]
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'''Performance'''
  
Performance
 
 
Le performance Real-Time che usano la rete, come le serie Franklin Furnace o Adrift sono un lido sempre più significativo dell’arte basata sulla rete. Per Beyond Interface, tuttavia, abbiamo deciso che dopo la documentazione del fatto dei persino straordinari sforzi orientati alla rete non necessariamente si muoveva verso l’interessante net art (preso a sé).
 
Le performance Real-Time che usano la rete, come le serie Franklin Furnace o Adrift sono un lido sempre più significativo dell’arte basata sulla rete. Per Beyond Interface, tuttavia, abbiamo deciso che dopo la documentazione del fatto dei persino straordinari sforzi orientati alla rete non necessariamente si muoveva verso l’interessante net art (preso a sé).
Anologico-Ibrido
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'''Anologico-Ibrido'''
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Dall’altro lato, entrambe i progetti di Goldberg e di Fujihata, anche se—in realtà perché—hanno una componente mondiale, sono esperienze straordinariamente mobili attraverso la rete. Sembra credibile che con lavori come questi che mostrano la via, in futuro non avermo solo web cams "real live video" per surfare. Piuttosto il contrario. Dato che i costi dei dispositivi digitali che possono interagire con il mondo analogico scendono e le loro capacità aumentano , le possibilità per l’invenzione artistica sembrano illimitate.
 
Dall’altro lato, entrambe i progetti di Goldberg e di Fujihata, anche se—in realtà perché—hanno una componente mondiale, sono esperienze straordinariamente mobili attraverso la rete. Sembra credibile che con lavori come questi che mostrano la via, in futuro non avermo solo web cams "real live video" per surfare. Piuttosto il contrario. Dato che i costi dei dispositivi digitali che possono interagire con il mondo analogico scendono e le loro capacità aumentano , le possibilità per l’invenzione artistica sembrano illimitate.
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m a s a k i  f u j i h a t a  
 
m a s a k i  f u j i h a t a  
.  light on the net
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[http://www.archimuse.com/mw98/beyondinterface/fujihata_fr.html .  light on the net]
 
   
 
   
 
k e n  g o l d b e r g  
 
k e n  g o l d b e r g  
.  memento mori
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[http://www.archimuse.com/mw98/beyondinterface/goldberg_fr.html.  memento mori]
  
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'''Arte interattiva'''
Paul Saffo
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Arte interattiva
 
 
L’idea di una pratica artistica autonoma, che replichi se stessa è difficile persino da immaginare, lasciamo stare da accettare. Tuttavia, entrambi questi progetti puntano verso un lido di arte basata sulla rete e sul computer che non se ne andrà. Dato che le nostre vite, che ci se ne renda conto o no, arrivano a comunicare sempre più con una comunicazione macchina a macchina (pensate all’approvazione della vostra carta di credito), gli artisti interverranno. Questi sono progetti affascinanti.
 
L’idea di una pratica artistica autonoma, che replichi se stessa è difficile persino da immaginare, lasciamo stare da accettare. Tuttavia, entrambi questi progetti puntano verso un lido di arte basata sulla rete e sul computer che non se ne andrà. Dato che le nostre vite, che ci se ne renda conto o no, arrivano a comunicare sempre più con una comunicazione macchina a macchina (pensate all’approvazione della vostra carta di credito), gli artisti interverranno. Questi sono progetti affascinanti.
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s i m o n  b i g g s  
 
s i m o n  b i g g s  
.  the great wall of china
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[http://www.archimuse.com/mw98/beyondinterface/biggs_fr.html .  the great wall of china]
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p a u l  v a n o u s e  
 
p a u l  v a n o u s e  
.  persistent data confidante
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[http://www.archimuse.com/mw98/beyondinterface/vanouse_fr.html .  persistent data confidante]
Il termine interattività può essere usato per riferirsi a quei lavori che presentano qualche forma di sollecito per il lettore, dove quel sollecito causa che il contenuto del lavoro sia modificato. Un approccio simile è in marcato contrasto con il carattere inerte del lavoro navigabile in maniera non lineare
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Simon Biggs
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On Navigation and Interactivity: interactive work
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'''Interfacciatori e Artigiani'''
Interfacciatori e Artigiani
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Non c’è molto, che io sappia, da dire qui. Per me, il team artistico jodi e Piotr Szyhalski sono veramente artigiani digitali che parlano attraverso l’interfaccia con una tale scioltezza che è impossibile immaginarli fare la stessa cosa in qualsiasi altro medium. E creano dell’arte fantastica.
 
Non c’è molto, che io sappia, da dire qui. Per me, il team artistico jodi e Piotr Szyhalski sono veramente artigiani digitali che parlano attraverso l’interfaccia con una tale scioltezza che è impossibile immaginarli fare la stessa cosa in qualsiasi altro medium. E creano dell’arte fantastica.
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j o d i  
 
j o d i  
.  jodi.org
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[http://www.archimuse.com/mw98/beyondinterface/jodi_fr.html .  jodi.org]
 
   
 
   
 
p i o t r  s z y h a l s k i  
 
p i o t r  s z y h a l s k i  
.  the final analysis
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[http://www.archimuse.com/mw98/beyondinterface/szyhalski_fr.html.  the final analysis]
In Holy Fire di Bruce Sterling, gli artisti digitali del 21° secolo non sono più net-artsiti o ibridi. Essi sono semplicemente artigiani. E in Interface Culture, Steven Johnson si riferisce ad una fusione simile, una sorta di vocazione: “Gli artigiani della cultura dell’interfaccia…sono diventati una qualche nuova fusione di artista e ingegnere - -
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b e y o n d  i n t e r f a c e  I
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Note
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'''Note'''
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* David Antin, "Video: The Distinctive Features of the Medium," Video Art, ed. Ira Schneider and Beryl Korot. New York: Harcourt Brace Jovanovich, 1976, p. 174* David Antin, "Video: The Distinctive Features of the Medium," Video Art, ed. Ira Schneider and Beryl Korot. New York: Harcourt Brace Jovanovich, 1976, p. 174.
 
* David Antin, "Video: The Distinctive Features of the Medium," Video Art, ed. Ira Schneider and Beryl Korot. New York: Harcourt Brace Jovanovich, 1976, p. 174* David Antin, "Video: The Distinctive Features of the Medium," Video Art, ed. Ira Schneider and Beryl Korot. New York: Harcourt Brace Jovanovich, 1976, p. 174.
Video art. Il nome è equivoco. Un buon nome. Lascia aperte tutte le domande e comunque le propone. È questa una forma d’arte, un nuovo genere? È  Un antologia di attività preziosa condotta in un’arena particolare definita dal display di un tubo catodico? È la specie di video realizzata da una speciale classe di persone –gli artisti- i cui lavori sono principalmente esposti in quello che è detto “il mondo DEGLI ARTISTI? Un esame dei nomi nel catalogo ci reca la facile e non abbastanza sufficiente risposta che è quest’ultima ciò che stiamo considerando, VIDEO DEGLI ARTISTI. Ma questa è una classe a parte? Gli artisti fanno “pezzi “ video da dieci anni scarsi-- se trascuriamo uno o due inconsistenti lavori di studio e " kamikaze TV modifications di Nam June Paik del 1963— e il video è un fatto della vita di galleria da appena 5 anni. Certo Avevamo già avuto esibizioni di gruppo, gruppi d’esperti, simposi, numeri di giornali dedicati a questo fenomeno, per la più che buona ragione che sempre più artisti usano il video e che qualcuno dei migliori lavori fatti nel mondo dell’arte è stato fatto con il video. Ecco perché un discorso è già stato avviato per accoglierlo. In verità due discorsi: uno, una sorta di prosa di entusiastico benvenuto infarcita di frammenti di teoria della comunicazione e di discorsi sui media; l’altro, un tentativo alquanto nervoso di localizzare le “proprietà uniche del . “Il Discorso 1 potrebbe essere chiamato e il Discorso 2, perché coinvolge le questioni che passano per nel mondo dell’arte, potrebbe essere chiamato “il colpo
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'''Video''' art. Il nome è equivoco. Un buon nome. Lascia aperte tutte le domande e comunque le propone. È questa una forma d’arte, un nuovo genere? È  Un antologia di attività preziosa condotta in un’arena particolare definita dal display di '''un tubo catodico?''' È la specie di '''video''' realizzata da una speciale classe di persone –gli artisti- i cui lavori sono principalmente esposti in quello che è detto “il mondo dell’arte‿—VIDEO DEGLI ARTISTI? Un esame dei nomi nel catalogo ci reca la facile e non abbastanza sufficiente risposta che è quest’ultima ciò che stiamo considerando, VIDEO DEGLI ARTISTI. Ma questa è una classe a parte? Gli artisti fanno “pezzi “ video da dieci anni scarsi-- se trascuriamo uno o due inconsistenti lavori di studio e " kamikaze TV modifications di Nam June Paik del 1963— e il video è un fatto della vita di galleria da appena 5 anni. Certo Avevamo già avuto esibizioni di gruppo, gruppi d’esperti, simposi, numeri di giornali dedicati a questo fenomeno, per la più che buona ragione che sempre più artisti usano il video e che qualcuno dei migliori lavori fatti nel mondo dell’arte è stato fatto con il video. Ecco perché un discorso è già stato avviato per accoglierlo. In verità due discorsi: uno, una sorta di prosa di entusiastico benvenuto infarcita di frammenti di teoria della comunicazione e di “McLuhaneschi‿ discorsi sui media; l’altro, un tentativo alquanto nervoso di localizzare le “proprietà uniche del medium‿. “Il Discorso 1 potrebbe essere chiamato “cyberscat‿ e il Discorso 2, perché coinvolge le questioni che passano per “formalismo‿ nel mondo dell’arte, potrebbe essere chiamato “il colpo formalista‿
 
** Simon Biggs, "Multimedia, CD-ROM, and the Net," in Clicking In, Lynn Hershman, ed., p. 320
 
** Simon Biggs, "Multimedia, CD-ROM, and the Net," in Clicking In, Lynn Hershman, ed., p. 320
  
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Robert Adrian
 
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net.art on nettime
 
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Simon Biggs
 
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On Navigation and Interactivity
 
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Joachim Blank
 
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Interview with Alexeij E.Shulgin: Balancing between Art and Communication, East and West
 
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Versione attuale delle 18:45, 3 Feb 2010

Autore

Steve Dietz

Tratto da

http://www.archimuse.com/mw98/beyondinterface/dietz_bi.html

Titolo Originale

Beyond interface - net art e Arte nella Rete I e II

Traduzione di

</b> Donato caleo

Anno

1998

Descrizione

L'effetto di una rivoluzione scientifica determinata da nuove idee è quello di spiegare fenomeni noti in maniera diversa. L'effetto di una rivoluzione scientifica determinata da nuovi strumenti è quello di scoprire fenomeni nuovi che dovranno essere spiegati. --Freeman Dyson, Imagined Worlds

b e y o n d i n t e r f a c e : net art and Art on the Net II

è l’applicazione delle nostre scoperte, riformulando il concetto originale, sd




Questa esposizione on-line presenta una semplice affermazione. Esiste dell’arte che è creata per “stare on-line‿. Dopodiché, essa si complica molto velocemente. Beyond Interface esplora alcune delle questioni complicate ma non tenta un’indagine globale. E, mentre nel contesto di una conferenza su “i musei e il web‿, ci possono essere strategie interessanti da imparare dagli artisti riguardo come presentare una collezione di musei in rete, gli obiettivi di Beyond Interface sono quelli di presentare esempi rilevanti di attività artistica basata sulla rete, e cercare di cominciare a capire meglio e ad apprezzare questa arte e il suo contesto.

In Holy Fire di Bruce Sterling, gli artisti digitali del 21° secolo non sono più net-artisti o ibridi. Essi sono semplicemente artigiani. E in Interface Culture, Steven Johnson si riferisce ad una fusione simile, una sorta di vocazione: “Gli artigiani della cultura dell’interfaccia…sono diventati una qualche nuova fusione di artista e ingegnere - esperti d’interfaccia(“interfacciatori‿), cyberpunks, Web masters- incaricati dell’epico compito di rappresentare le nostre macchine digitali, dando senso all’informazione nella sua forma grezza‿.

Non siamo ancora giunti all’epoca d’oro degli artigiani e degli “interfacciatori‿, ma le possibilità si possono già intravedere. E sono gli artisti – come ora li chiamiamo – che hanno, come nessun altro, così tanto da dirci su come formare, modellare ed estendere questo medium.

Beyond Interface presenta il lavoro di un gruppo di artisti, designers, codificatori, architetti e scrittori che lavorano con la rete. Allo scopo di incorporare sia la capacità collaborativa sia la necessità di filtraggio della rete, diamo anche una serie di risposte ad ognuno dei progetti selezionati, nello sforzo di costruire un contesto allargato per il lavoro in particolare e la net art in generale. In più, i partecipanti ad un forum on line potranno aggiungere i loro commenti sul materiale illustrativo Postato sul sito Web Museums & the Web il gennaio 1998 Riveduto aprile 1998

b e y o n d i n t e r f a c e : net art and Art on the Net II

Steve.Dietz

NetNet art. Il nome è equivoco. Un buon nome. Lascia aperte tutte le domande e comunque le propone. È questa una forma d’arte, un nuovo genere? È un antologia di attività preziosa condotta in un’arena particolare definita dal display del monitor di un computer? È La specie dell’attività di rete fatta da una particolare classe di persone –gli artisti- i cui lavori sono principalmente esposti in quello che è detto “il mondo dell’arte‿—ATTIVITA’ IN RETE DEGLI ARTISTI? Un esame dei nomi nel catalogo on-line ci da la facile e non abbastanza sufficiente risposta che è quest’ultima ciò che stiamo considerando, ATTIVITA’ IN RETE DEGLI ARTISTI. Ma questa è una classe a parte? Gli artisti fanno “pezzi net‿ da dieci anni scarsi-- se trascuriamo uno o due inconsistenti lavori hacker e "Sketchpad‿ di Ivan Sutherland del 1962— e l’attività in rete è un fatto della vita di galleria da appena 5 anni. Certo Avevamo già avuto esibizioni di gruppo, gruppi d’esperti, simposi, numeri di giornali dedicati a questo fenomeno, per la più che buona ragione che sempre più artisti usano la rete e che qualcuno dei migliori lavori fatti nel mondo dell’arte è stato fatto in rete. Ecco perché un discorso è già stato avviato per accoglierla. In verità due discorsi: uno, una sorta di prosa di entusiastico benvenuto infarcita di frammenti di teoria della comunicazione e di “McLuhaneschi‿ discorsi sui media; l’altro, un tentativo alquanto nervoso di localizzare le “proprietà uniche del medium‿. “Il Discorso 1 potrebbe essere chiamato “cyberscat‿ e il Discorso 2, perché coinvolge le questioni che passano per “formalismo‿ nel mondo dell’arte, potrebbe essere chiamato “il colpo formalista‿ [sostituzioni di parole enfatizzate] David Antin*_>*</A>

Il saggio fondamentale sul video di David Antin è istruttivo per diverse ragioni. La più evidente, il modo in cui “rete‿ o “attività di rete‿ possono essere chiaramente dei sostituti per “video‿—più di 25 anni dopo che il saggio apparve per la prima volta—potrebbe concederci un po’ di pausa nel nostro fervore rivoluzionario.

Il video è divenuto, come John Baldessari una volta predisse, come una matita

--David A.Ross

Oltre ai discorsi di Antin su cyberscat e formalism rap, un altro filo conduttore da seguire sarebbe quello che vede la rete (o il video) soltanto come un altro strumento. Nel post studio del mondo dell’arte, ciò che conta non è tanto quali media un artista usa, ma cosa fa con questi. E ci possono essere pochi dubbi che la rete troverà sempre più la sua via in installazioni d’arte orientate al sito. Ma ciò che è più istruttivo nel saggio di Antin non è tanto la sua difesa della video arte di per se, quanto la sua esplorazione dell’ ‿Altra Cosa—Televisione‿. Egli scrisse: “la televisione si aggira per tutte le esposizioni di video arte‿. Nel complesso le “caratteristiche distintive‿ del video, che Antin sostiene, non derivano dal campo formalista/essenzialista o dal campo della rivoluzione utopica o neppure dal campo del “solo un'altra freccia nella faretra‿. Esse sono definite in relazione alla schiacciante “presenza‿ della televisione. Esiste una simile presenza esplicativa che possa aiutare a formulare le caratteristiche distintive della net art? Cosa persege la net art?


Spia contro Spia: net art e net.art


La net.art non può essere considerata in nessun modo una dottrina sistematica, comunque essa costituisce una scuola

--Vuk Cosic

Il termine net.art, per esempio, per molti dei praticanti è uno scherzo e un imbroglio. Tuttavia, in qualche modo è stato preso seriamente

--Heath Bunting

Non ho davvero un opinione sul gioco del nome e alla fine probabilmente concordo con Josephine Bosma che scrisse: “Mi piace il termine net.art, specialmente per quel puntino‿

Robert Adrian


E’ importante riconoscere all’inizio che Beyond Interface si trova in un contesto incredibilmente ricco intorno alla net art, che è cresciuto almeno da quando Vuk Cosic organizzò nel 1996 un esposizione alla conferenza Net.art perse. Recentemente, è stato pubblicato ZKP4, un “filtro‿ di pubblicazione on line di archivi di liste di discussione di nettime: Esso include ampi articoli e discussioni riguardo la net.art ed è di gran lunga la migliore annotazione all’interno di questo argomento.

Ciononostante, mentre si riconosce che non esiste una dottrina “net.art‿ sistematica e che qualsiasi nozione di “scuola‿ è mitigata dalla portata e dal flusso della rete, ci sono molti artisti che stanno creando una specifica net art che non sono particolarmente associati con la net.art. Più al punto, la “net art‿ del sottotitolo di Beyond Interface, non è ne congruente ne in opposizione con net.art. Molti net.artisti sono rappresentati nell’esposizione come lo sono molti altri. Per lo scopo della sua esibizione, “net art‿ è il termine più generico che usiamo per identificare quel lavoro per cui il network è una condizione necessaria e sufficiente, e net.art è il termine che usiamo associato agli artisti più o meno autoidentificati con esso.

Necessario e Sufficiente.

L’approccio di Beyond Interface a ciò che costituisce la net art può forse esser meglio definito come “esplorativo‿. Nelle presentazioni, scrissi:‿Beyond Interface è un esposizione on line di progetti net art giudicati e curati per i quali la rete è condizione sia sufficiente che necessaria per vedere/sperimentare/partecipare.

Come ci si potrebbe attendere con un termine come “necessario‿, siamo corsi velocemente dentro il fatto che molto del lavoro a cui siamo interessati potrebbe non avere effetto in una installazione locale. Potreste, in teoria, inviare per posta i dischi di questi programmi a chiunque li volesse, invece di inviare il lavoro via rete. Avremmo potuto andare avanti in questo modo per molto tempo.

Invece, abbiamo combinato una filosofia duchampiana modificata—è net art se l’artista intende che lo sia—con una prospettiva utente-finale—non importa quanto la rete fosse integrale al progetto, se una connessione network da sola non era sufficiente[ ], allora non lo si faceva. Il primo rammarico di questa condizione recente è che essa ha precluso molte affascinanti esperienze performative, on line e in tempo reale che non funzionano davvero in maniera asincrona. Dovevi essere là, allora, e non abbiamo visto un’enorme differenza tra la documentazione di un tale evento e la documentazione di un’ esposizione di pittura, sebbene i due eventi originali siano ovviamente molto differenti.

Ecco in pratica come funzionava. Tornando ad Antin, c’era anche un costrutto teoretico che si celava sullo sfondo.

Ho due cose da dire. La prima, quando parliamo di video art, che questa nozione è obsoleta, ma guardate, ciò che accade qui a Liverpool e a Manchester, è un grande festival di specifica video art. Esso raccoglie ancora molto denaro, un sacco di gente e notevole attenzione. E parlando di net art in tutti questi dibattiti la gente scrive net.art. Questo, più che altro, rimanda al nome di un file piuttosto che a un nuovo –ismo. E penso che sia molto importante perché il termine net.art include molta autoironia verso il nome esatto. Anche quando parliamo di net.art e di arte in rete alcune persone dicono che dovremmo sbarazzarci della nozione esatta di arte e che dobbiamo realizzare qualcosa che non sia relazionato al sistema dell’arte, etc. Penso che questo sia del tutto impossibile, specialmente in rete, a causa del sistema a hyperlink. Qualsiasi cosa tu faccia può essere posta in un contesto artistico e può essere collegata ad istituzioni artistiche, siti relativi all’arte.
--<A --Alexei Shulgin




Sento che è l’ora di fare luce sull’origine del termine – “net.art‿. In realta, esso è un preconfezionato. Nel dicembre del 1995 Vuk Cosic ricevette un messaggio, inviatogli da un anonimo mittente. Per l’incopatibilità del software, il testo aperto appariva praticamente come un abracadabra illeggibile in codice ascii. L’unico frammento al suo interno che avesse un qualche senso somigliava a qualcosa come: <P>[...] J8~g#|\;Net. Art{-^s1 [...] <P>Vuk fù molto stupito e eccitato. La rete stessa gli aveva dato un nome per l’attività in cui era coinvolto! Egli iniziò immediatamente ad usare questo termine. Pochi mesi dopo inoltrò il misterioso messaggio a Igor Markovic, il quale riuscì a decifrarlo correttamente. Il testo apparve essere piuttosto un proclama controverso e vago nel quale il suo autore incolpava le istituzioni artistiche tradizionali di ogni possibile peccato e dichiarava la libertà di auto-espresione e indipendenza per un artista in Internet. La parte di testo con il sopra citato frammento così stranamente decifrato dal software di Vuk era (virgolettato dalla memoria) “Tutto ciò diventa possibile solo con la comparsa della rete. L’arte come nozione diventa obsoleta…‿, etc. <P>Quindi, il testo non era molto interessante. Ma il termine che esso aveva indirettamente portato in vita era già in uso a quel tempo. Mi dispiace per i futuri storici della net.art – non abbiamo più il proclama. È andato perduto, assieme ad altri dati preziosi, l’estate scorsa a seguito del tragico crash dell’hard disk di Igor. Mi piace molto questa strana storia, perché è un illustrazione perfetta del fatto che il mondo in cui viviamo è più ricco di tutte le nostre idee al suo riguardo. Alexei [1] .....moscow wwwart centre...... http://sunsite.cs.msu.su/wwwart

  • distribuito via nettime-l : vietato l’uso commerciale senza permessi
  • è una mailing lista chiusa e noderata per il net criticism,
  • filtraggio di testo collaborativo e politiche culturali della rete
  • informazioni: majordomo@is.in-berlin.de e "info nettime" nel corpo del messaggio
  • URL: http://www.desk.nl/~nettime/ contatti: nettime-owner@is.in-berlin.de </FONT>


'Il meta medium

I computer sia producono il materiale che sperimentiamo sia ci permettono di accedervi. Il computer è un linguaggio macchina. …Turino definiva semplicemente il computer come una macchina che poteva essere qualsiasi macchina. Poteva essere ciò perché era programmabile—come tale, operando simbolicamente su cose simboliche. Questo universo di forme simboliche include il computer stesso, e l’aspetto ricorrente del medium è ciò che conduce al suo potere tecnologico e dunque sociale. Parafrasando Turing, il computer è il medium che piò essere qualsiasi medium

--Simon Biggs**


Ciò che si aggira per la net art è solo parzialmente la mutabilità che ne è alla base. Diversamente dal video, non esiste una TV Grande Fratello che getta un ombra sulla rete. Se il computer è il meta medium, allora la rete è il vettore onnipresente. Si sta incorporando in ogni aspetto delle nostre vite, dai tostapane alla TV, e sta contagiando ogni industria maggiore, dall’elettricità fino a Hollywood. Combinate un medium infinitamente malleabile con un istantaneità onnivora e avrete qualcosa che può essere unico ma che non è facile identificare: net art.


Seguire i leader: gli artisti

L'effetto di una rivoluzione scientifica determinata da nuove idee è quello di spiegare fenomeni noti in maniera diversa. L'effetto di una rivoluzione scientifica determinata da nuovi strumenti è quello di scoprire fenomeni nuovi che dovranno essere spiegati. --Freeman Dyson, Imagined Worlds


Nei termini di Dyson, la pratica della net art è una rivoluzione determinata da strumenti. Gli artisti creano cose nuove che a loro piacerebbe esplorare. Beyond Interface segue il solco, piuttosto che tentare di attraversarlo. Una “mappa‿ degli effetti potrebbe avere i seguenti nodi. (In un formato lineare a 2D, è difficile sfuggire alle implicazioni della classificazione e della gerarchia, ma non è questo l’intento. Fluidità, ibridità, molteplicità tutti caratterizzano molta della miglior arte presente in rete.

Mentre la cultura nerd riconosce il punto di partenza della condizione umana, la sua speranza non è espressione ma esperienza. Per la nuova cultura, un giro nella realtà virtuale è molto più importante che ricordare Proust --Kevin Kelly, "The Third Culture"


net.art

I net.artisti sono i più rigorosi circa la necessità della rete di implementare il loro lavoro. Collaborazione, processo, sistemi aperti. Questi termini sono tutti descrittivi la net.art, oltre che ad essere stati cinti da qualche teorizzazione seriosa. I paragoni sono spesso portati con il Dada, il Fluxus, l’arte concettuale—e sempre discussa. Non diversamente dal lavoro di questi altri gruppi, l’arte net.art è a volte la più difficile da apprezzare nei termini delle nostre comprensioni più tradizionali dell’arte. Guardate, ad esempio, la discussione che si è prodotta tra il comitato esecutivo a causa del desktop IS di Shulgin. Identificare progetti specifici non rende l’immagine più completa della net.art, e irational.org di Bunting, easylife.org di Shulgin, e altri siti che servono alcuni degli specifici Progetti Homework, sono tutti costellazioni importanti di attività.

d a n i e l g a r c i a a n d u j a r . technologies to the people®

b o o k c h i n / s h u l g i n / s u z u k i / 7 - 1 1 . homework

h e a t h b u n t i n g . own, be owned or remain invisible.

a l e x e i s h u l g i n . desktop is


La net art funziona solo sulla rete e seleziona la rete o il “mito della rete‿ come tema. Essa si occupa spesso di concetti strutturali. Un gruppo o un individuo progetta un sistema che può essere espanso da altre persone. Assieme a ciò sta l’idea che la collaborazione di un certo numero di persone diverrà la condizione per lo sviluppo di un sistema globale. I progetti di net art senza la partecipazione di persone esterne sono concetti forse interessanti, ma non si dimostrano come una creatività collettiva in rete (Dieter Daniels, http://www.hgb-lepzig.de/ theorie/mailart.htm) --Joachim Blank


Ciò che è più straordinario circa “l’ipernarrativa‿ è che nessuno vuole davvero leggerla, neanche al di fuori di curiosità inutile. Le anime più avventurose che conosco, le persone sottoposte al campionamento di performance artistiche criptiche e anche quelle rarissime ed esotiche creature,i lettori di poesie che non sono poeti—rabbrividiscono al pensiero, perché è proprio il concetto di narrativa ipertestuale che la rende noiosa ed inutile ai lettori. Laura Miller, NYT Book Review


Narrativa

Da un lato, gli evangelisti dell’ipertesto come Mark Amerika proclamano che, sicuramente, l’ipertesto è il “genere del futuro‿, mentre sul New York Times Laura Miller attacca duramente Robert Coover e il programma Brown da cui proviene Amerika. Persino all’interno del campo della rete, un artista come Simon Biggs è molto netto sul fatto che l’ipertesto “statico‿ da soltanto l’illusione di una navigazione dinamica. Tuttavia, l’hyperlink è una della capacità fondamentali della rete. Usandolo non sparirà. Ognuno di questi cinque artisti lo sfrutta per raccontare i loro tipi di storie—e sono pure divertenti! Non perdetevi anche il peana molto informativo di Randall Packer' su Grammatron e Jodi.

m a r k a m e r i k a . grammatron

c o h e n / f r a n k / i p p o l i t o . agree to disagree online

o l i a l i a l i n a . my boyfriend came back from the war

m e l i n d a r a c k h a m . line

a n n e t t e w e i n t r a u b . pedestrian

Sia il termine “navigazione‿, sia il senso in cui è usato, rappresentano un restringimento delle possibilità per i media interattivi. L’idea della navigazione è fondata principalmente su una nozione molto tradizionale di ciò che dovrebbe essere un materiale illustrativo. L’uso di questa parola, fondamentalmente, implica un lavoro il quale sia più o meno stabile nel suo contenuto, e che attraverso il quale il lettore possa “navigare‿ in maniera non lineare. Ciò permette l’illusione emergente che il lettore stia provando l’esperienza di un lavoro dinamico e interattivo. --Simon Biggs**


Socio-Culturale

Molti progetti in rete hanno un inclinazione politica o sociale. Questi tre sono esemplari di direzioni poco differenti—che siano vicini non significa che siano esaustivi delle miriadi di possibilità. Il General Hospital di Crane e Winet è sia sofisticato nella sua comprensione della cultura contemporanea dei media sia congeniale e provvido di aiuti pratici per i bisogni della salute delle persone. Temple of Confessions, di tutti i progetti Beyond Interface, è quello che più si avvicina ad essere un’appendice alle performance situate e non un altra maniera al riguardo, ma il modo in cui Gomez-Pena e Sifuentes usano la rete per raccogliere i loro materiali è istruttivo e di per sé divertente e rivelatore. Infine, Hutton schiera abilmente la rete “contro‿ la nostra natura umana (maschile) per connettersi veramente con il visore su un aspetto della rete talvolta noioso, sebbene importante—Qual è il modo migliore (o, in questo caso, uno dei modi peggiori) per regolare la rete?

m a r g a r e t c r a n e / j o n w i n e t . general hospital

g u i l l e r m o g o m e z - p e n a . temple of confessions

l i s a h u t t o n . cyber*babes

Quasi tutti i giudizi sulla cultura digitale – specialmente quelli espressi in anni recenti da giornalisti, politici, intellettuali, e altri spaventati guardiani dell’ordine esistente – sono assolutamente errati. Internet si rivela, non è un terreno fertile per la disconnessione, la frammentazione, la paranoia e l’apatia. I cittadini digitali non sono alienati, ne dalle altre persone ne dalle istituzioni civiche. Essi non ignorano i funzionamenti interni dei nostri sistemi, ne sono indifferenti alle questioni politiche e sociali con cui la nostra società deve confrontarsi. Pittosto, il mondo online include molti dei cittadini più informati e partecipativi che abbiamo mai avuto o che è probabile avere. --Jon Katz

In senso tecnico, ’hypomnemata potrebbero essere libri contabili, registri pubblici, agende personali che servono come promemoria. Il loro uso come libri di vita, guide di comportamento, sembra essere diventato una cosa ricorrente tra un intero pubblico colto. Dentro di essi uno ha immesso preventivi, frammenti di lavori, esempi, e azioni alle quali sia stato testimone o che delle quali abbia letto il resoconto, riflessioni o ragionamenti che abbia ascoltato o che gli siano venuti in mente. Essi hanno costituito una memoria materiale di cose lette, udite, o pensate, presentandole perciò come un tesoro accumulato per la rilettura e la meditazione a posteriori. Inoltre essi hanno formato un materiale grezzo per la scrittura di trattati più sistematici nei quali sono stati presi argomenti e significati con cui lottare contro qualche difetto (come l’ira, l’invidia, il pettegolezzo, l’adulazione) o superare qualche circostanza difficile (un lutto, un esilio, una rovina, un disonore) Da un intervista a Michel Foucault per saperne di più circa hypomnemata vedi Robbin Murphy


Biografico

É attorno a questioni di identità e ragnatele autobiografiche che si manifestano in rete alcuni degli effetti più straordinari. Come gli artisti.net, molto di questo lavoro può anche essere più difficile da adattare alle nozioni tradizionali di arte. Esso è sempre in processo. Non è semplice prenderne le distanze. Generalmente è molto contorto. Nessun stupore, è perfetto per il Web. Per il comitato esecutivo di Beyond Interface, questi lavori furono generalmente anche tra quelli discussi caldamente, precisamente perché tendono a non avere un singolo punto focale ma sono veramente “siti‿. Alla fine, ognuno ha un così forte punto di vista, che percepimmo che erano differenti dal gruppo dei siti, sebbene ci siano anche forti similarità e qualcuno si sia dibattuto veementemente per una definizione più ampia di “net art‿ che includerebbe tali siti come nuove forme d’arte di per sé. Questo dibattito non si è mai risolto.

u d i a l o n i . re-u-man

r o b b i n m u r p h y . project tumbleweed

c a r y p e p p e r m i n t . temporal Illuminations


Strumenti

All’inizio sembrava ovvio che “strumenti‿ come i/o/d 4 “il cacciatore di ragnatele‿ e il perpendicolare progetto di mappa mentale/visuale thesaurus non erano progetti artisitici. È ancora qui, comunque, che la nozione di “al di là dell’interfaccia‿ – di sfocare le distinzioni tra arte e design, arte e ingegneria—entra più fortemente in gioco. Vedere, in particolare, il saggio di Susan Hazan "Are the Engineers Holding hands with the Artists? (Ingegneri e Artisti si tengono per mano?) riguardo questi due progetti.

i / o / d i/o/d 4: "the web stalker"

p l u m b d e s i g n . plumb design visual thesaurus

È piacevole trovare nuove metafore visive per l’interpretazione dei dati della rete. Ritengo che in Beyond Interface questi due progetti Web stanno proprio facendo questo. Guardare oltre la superficie della rete per ridefinire i componenti elementari dell’ambiente interconnesso, la materia grezza che è parte della nuova interfaccia. --Susan Hazan

Un oggetto è composto sia dai dati che descrive sia dal codice che opera su di esso. Quindi, ogni oggetto ha al suo interno tutto ciò che gli occorre per funzionare riguardo i suoi compiti. Se un oggetto deve essere disegnato lo disegnerà esso stesso. L’oggetto conterrà il proprio codice per sapere come fare ciò, non avrà bisogno di riferirsi a, o di essere interpretato da, nessun programma esterno. --Simon Biggs**

Sensori ad alta prestazione, economici, onnipresenti daranno forma al prossimo decennio. Negli anni ’80, abbiamo creato le nostre “intelligenze‿ basate sul processore di un computer. Negli anni ’90, abbiamo interconnesso in rete tra loro quelle intelligenze con la larghezza di banda permessa dal laser. Ora nel prossimo decennio aggiungeremo organi sensoriali ai nostri dispostivi e alle nostre interconnessioni. Gli ultimi due decenni hanno servito più delle loro porzioni di sorprese digitali, ma anche quelle sorprese impallidiranno di fronte a ciò che si distende innanzi. L’elaborare accesso extra, sensori extra preparerà la fase per la prossima ondata d’interazione. Con “interazione‿ non intendiamo soltanto la varietà dell’interazione tra varie persone tramite Internet—intendiamo l’interazione a nostro favore di dispositivi elettronici con il mondo fisico. Paul Saffo

Il termine interattività può essere usato per riferirsi a quei lavori che presentano qualche forma di sollecito per il lettore, dove quel sollecito causa che il contenuto del lavoro sia modificato. Un approccio simile è in marcato contrasto con il carattere inerte del lavoro navigabile in maniera non lineare --Simon Biggs** On Navigation and Interactivity: interactive work

In Holy Fire di Bruce Sterling, gli artisti digitali del 21° secolo non sono più net-artsiti o ibridi. Essi sono semplicemente artigiani. E in Interface Culture, Steven Johnson si riferisce ad una fusione simile, una sorta di vocazione: “Gli artigiani della cultura dell’interfaccia…sono diventati una qualche nuova fusione di artista e ingegnere - esperti d’interfaccia(“interfacciatori‿), cyberpunks, Web masters- incaricati dell’epico compito di rappresentare le nostre macchine digitali, dando senso all’informazione nella sua forma grezza‿. b e y o n d i n t e r f a c e


Oggetti Digitali

Gran parte del mondo dell’arte è orientata verso oggetti—dipinti, sculture, fotografie. Cos’è un oggetto sulla rete? Esiste, certamente, una definizione tecnica, che Biggs spiega piuttosto elegantemente nella sua descrizione di “arte interattiva‿. Un altro esempio è l’applet java Every Icon di John Simon. Fondamentalmente essa consiste in una serie di istruzioni – non diversa, forse, da quella di Sol Lewitt o di Cristo—che sono eseguite in maniera standardizzata—es. il linguaggio di programmazione java. John scrive persino la proprietà dell’applet all’interno del codice, così mentre essa è “infinitamente‿ e perfettamente riproducibile come oggetto digitale, porta altresì sempre con se la conoscenza della sua proprietà. Una benedizione per i futuri storici dell’arte, forse.

j o h n f . s i m o n j r . . every icon

Performance

Le performance Real-Time che usano la rete, come le serie Franklin Furnace o Adrift sono un lido sempre più significativo dell’arte basata sulla rete. Per Beyond Interface, tuttavia, abbiamo deciso che dopo la documentazione del fatto dei persino straordinari sforzi orientati alla rete non necessariamente si muoveva verso l’interessante net art (preso a sé).

Anologico-Ibrido

Dall’altro lato, entrambe i progetti di Goldberg e di Fujihata, anche se—in realtà perché—hanno una componente mondiale, sono esperienze straordinariamente mobili attraverso la rete. Sembra credibile che con lavori come questi che mostrano la via, in futuro non avermo solo web cams "real live video" per surfare. Piuttosto il contrario. Dato che i costi dei dispositivi digitali che possono interagire con il mondo analogico scendono e le loro capacità aumentano , le possibilità per l’invenzione artistica sembrano illimitate.

m a s a k i f u j i h a t a . light on the net

k e n g o l d b e r g memento mori

Arte interattiva

L’idea di una pratica artistica autonoma, che replichi se stessa è difficile persino da immaginare, lasciamo stare da accettare. Tuttavia, entrambi questi progetti puntano verso un lido di arte basata sulla rete e sul computer che non se ne andrà. Dato che le nostre vite, che ci se ne renda conto o no, arrivano a comunicare sempre più con una comunicazione macchina a macchina (pensate all’approvazione della vostra carta di credito), gli artisti interverranno. Questi sono progetti affascinanti.

s i m o n b i g g s . the great wall of china

p a u l v a n o u s e . persistent data confidante


Interfacciatori e Artigiani

Non c’è molto, che io sappia, da dire qui. Per me, il team artistico jodi e Piotr Szyhalski sono veramente artigiani digitali che parlano attraverso l’interfaccia con una tale scioltezza che è impossibile immaginarli fare la stessa cosa in qualsiasi altro medium. E creano dell’arte fantastica.

j o d i . jodi.org

p i o t r s z y h a l s k i the final analysis




Note

  • David Antin, "Video: The Distinctive Features of the Medium," Video Art, ed. Ira Schneider and Beryl Korot. New York: Harcourt Brace Jovanovich, 1976, p. 174* David Antin, "Video: The Distinctive Features of the Medium," Video Art, ed. Ira Schneider and Beryl Korot. New York: Harcourt Brace Jovanovich, 1976, p. 174.

Video art. Il nome è equivoco. Un buon nome. Lascia aperte tutte le domande e comunque le propone. È questa una forma d’arte, un nuovo genere? È Un antologia di attività preziosa condotta in un’arena particolare definita dal display di un tubo catodico? È la specie di video realizzata da una speciale classe di persone –gli artisti- i cui lavori sono principalmente esposti in quello che è detto “il mondo dell’arte‿—VIDEO DEGLI ARTISTI? Un esame dei nomi nel catalogo ci reca la facile e non abbastanza sufficiente risposta che è quest’ultima ciò che stiamo considerando, VIDEO DEGLI ARTISTI. Ma questa è una classe a parte? Gli artisti fanno “pezzi “ video da dieci anni scarsi-- se trascuriamo uno o due inconsistenti lavori di studio e " kamikaze TV modifications di Nam June Paik del 1963— e il video è un fatto della vita di galleria da appena 5 anni. Certo Avevamo già avuto esibizioni di gruppo, gruppi d’esperti, simposi, numeri di giornali dedicati a questo fenomeno, per la più che buona ragione che sempre più artisti usano il video e che qualcuno dei migliori lavori fatti nel mondo dell’arte è stato fatto con il video. Ecco perché un discorso è già stato avviato per accoglierlo. In verità due discorsi: uno, una sorta di prosa di entusiastico benvenuto infarcita di frammenti di teoria della comunicazione e di “McLuhaneschi‿ discorsi sui media; l’altro, un tentativo alquanto nervoso di localizzare le “proprietà uniche del medium‿. “Il Discorso 1 potrebbe essere chiamato “cyberscat‿ e il Discorso 2, perché coinvolge le questioni che passano per “formalismo‿ nel mondo dell’arte, potrebbe essere chiamato “il colpo formalista‿

    • Simon Biggs, "Multimedia, CD-ROM, and the Net," in Clicking In, Lynn Hershman, ed., p. 320

Links

Robert Adrian net.art on nettime http://www.ljudmila.org/nettime/zkp4/37.htm

Simon Biggs On Navigation and Interactivity http://www.easynet.co.uk/simonbiggs/navigation.htm

Joachim Blank What is netart ;-)? http://www.ljudmila.org/nettime/zkp4/41.htm

Josephine Bosma <nettime> Ljubljana interview with Heath Bunting http://www.factory.org/nettime/archive/0680.html

Vuk Cosic The net.artists http://www.factory.org/nettime/archive-1996/0218.html Net.art per se http://www.ljudmila.org/naps/

Jon Katz The Digital Citizen http://www.hotwired.com/special/citizen/

Armin Medosch Interview with Alexeij E.Shulgin: Balancing between Art and Communication, East and West http://www01.heise.de/tp/english/special/ku/6173/1.html

Laura Miller http://www.nytimes.com/books/98/03/15/bookend/bookend.html http://www.nytimes.com/books/98/03/15/bookend/bookend.html

nettime discussion list archives http://www.factory.org/nettime/

Paul Saffo Sensors: The Next Wave of Infotech Innovation http://www.iftf.org/sensors/sensors.html

ZKP4 http://www.ljudmila.org/nettime/zkp4

s t e v e . d i e t z