Biennale.py

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Biennale.py

Titolo

biennale.py

Autore

0100101110101101.org e EpidemiC

Anno:

2001

Luogo:

Venezia

Sito web:

http://epidemic.ws/biennale.htm

http://0100101110101101.org/home/biennale_py/

Descrizione

Il collettivo 0100101110101101.org ha lanciato il virus biennale.py in collaborazione con il gruppo milanese EpidemiC. Nella galleria sono esposti due computer "infettati", un grande telone con il codice sorgente del virus e due ordini di teche trasparenti contenti il cd rom del programma e magliette con stampato il medesimo codice. Sarà probabilmente questo l'unico modo in cui il virus si diffonderà: non da PC a PC ma da uomo a uomo perchè gli antivirus sono già pronti a divorarlo. Il suo codice sorgente, sritto in Python sarà esposto e mostrato al pubblico nel Padiglione della Repubblica di Slovenia. L'iniziativa del gruppo è una vera provocazione, l'obiettivo è quello di stupire e la principale ed unica funzione di biennale.py è sopravvivere.

Collezione:

Genere artistico di riferimento:

Hacktivism

Bibliografia:

COMUNICATO STAMPA, 1 giugno 2001

49esima Biennale Internazionale d’Arte di Venezia

Vernice stampa: 6, 7, 8 giugno 2001; Inaugurazione 9 giugno 2001.

Padiglione della Repubblica di Slovenia

Galleria A+A, San Marco 3073, Venezia 30124.

Tel/Fax 041 2770466 e-mail: spignotti@iol.it

Press office: Roberta Lombardo - hurstel.roberta@wanadoo.fr

UN VIRUS NELLA BIENNALE

Gruppo di artisti e programmatori esporrà un nuovo virus informatico

Un virus è solitamente considerato il male, il caos. Ma cosa succede quando a diffondere il caos è il tempio dell’arte contemporanea?

Ideato e compilato - scritto- nell’occasione dell’invito alla 49esima Biennale d’Arte di Venezia, "biennale.py" è il frutto della collaborazione tra due entità, 0100101110101101.ORG e epidemiC, già note per azioni scandalo, spesso ai limiti della legalità. "biennale.py" è allo stesso tempo un’opera d’arte e un virus informatico. Il codice sorgente del virus verrà reso pubblico e diffuso il giorno dell’apertura della Biennale, 6 giugno 2001, dal Padiglione della Repubblica di Slovenia. Le maggiori società anti-virus e software house sono già state informate delle specifiche tecniche di "biennale.py", e al virus verranno allegate le istruzioni per la disinstallazione.

I virus informatici, o programmi autoriproducenti, si comportano con il medesimo modus operandi dei virus biologici: si attaccano ad un "organismo", ossia un file, per rimanerci e installarvi il proprio habitat, talvolta, e in casi più rari, per distruggerlo. I virus, pertanto, si diffondono rispettando perfettamente le leggi della conservazione della specie e dell’istinto di sopravvivenza. Un virus è, anzi vuole "esistere", istintivamente e senza mediazioni, ed è proprio questa la principale ed unica funzione di "biennale.py": sopravvivere.

La creazione di virus tout court, se si preferisce gratis, senza scopo e senza finalità, si presenta nella peggiore delle ipotesi, come testaggio, come sondaggio dei limiti della Rete, ma nella migliore delle stesse ipotesi essa è invece una forma di contropotere globale, forma generalmente prepolitica, ma che si oppone ai poteri forti, li riequilibra, li scompagina e li riassembla. Si fa strada l’idea che "un virus non sia semplicemente un virus", ma piuttosto l’irruzione del sociale in ciò che di più sociale esiste: la Rete.

All’interno del Padiglione della Repubblica di Slovenia sarà possibile leggere il codice sorgente di "biennale.py" e testarne il funzionamento su un computer infettato. Durante i giorni d’apertura della Biennale compariranno migliaia di tshirt con stampato il codice sorgente del programma. Paradossalmente, proprio come i virus biologici, "biennale.py" si diffonderà non soltanto attraverso le macchine, ma anche attraverso gli uomini. Il paradosso si fa ancora più evidente se si pensa che il virus, entità per eccellenza impalpabile e pericolosa, è in vendita a galleristi e collezionisti particolarmente spregiudicati. Acquistare un virus informatico è forse uno dei più eccitanti investimenti economici oggi realizzabili.

Il progetto "biennale.py" si inserisce perfettamente nel contesto del Padiglione della Repubblica di Slovenia, che quest’anno presenterà il progetto Absolute One. Con Absolute One il Padiglione Sloveno, partendo dalla domanda base su come l’artista possa operare costruttivamente e rispondere attivamente al processo di globalizzazione, offre un segnale forte e carico di ottimismo al posto del dilagante fatalismo e all’idea di inevitabilità. Gli artisti che rappresenteranno la Slovenia nell’ambito della 49esima Biennale d’Arte Contemporanea di Venezia, oltre a quelli sopra citati, sono Vuk Cosic e Tadej Pogacar. Nuovo commissario del Padiglione Sloveno e curatrice del progetto: Aurora Fonda.

Webliografia: