Brand Stewart: differenze tra le versioni

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Revisione 12:21, 15 Dic 2005

Stimato esperto di computer e new media, dedito anche alla formazione ed alla media art, Stewart Brand deve la sua fama internazionale principalmente al Whole Earth Catalog, di cui è stato ideatore e promotore.



Biografia

Stewart Brand nasce il 14 Dicembre 1938 a Rockford, nell’Illinois. Dopo essersi laureato in biologia alla Stanford University nel 1960, ed avere trascorso un periodo di due anni a servizio dell’esercito degli Stati Uniti, Brand diventa fotoreporter ed inizia ad interessarsi all’arte multimediale. Successivamente decide di studiare design presso il San Francisco Art Institute, cogliendo anche l’opportunità di familiarizzare con gli indiani d’America delle riserve della California: l’interesse per questo popolo e per la sua cultura lo accompagnerà nel corso di tutta la vita. Nella metà degli anni '60 Brand crea una associazione che coinvolge, tra gli altri, Ken Kesey e i "Merry Pranksters," e dette vita al Trips Festival, un evento d’avanguardia che combina nello stesso evento artistico musica rock e giochi di luce. Nel 1966 Brand è alla guida di una fortissima campagna di sensibilizzazione nei confronti dei vertici della NASA, affinché vengano rese pubbliche le immagini della Terra provenienti dal satellite. Per Brand la visione di tali immagini, nelle quali la terra vista dallo spazio appare come un’isola circondata dal vuoto, ribalta la nostra prospettiva usuale e rappresenta un nuovo punto di vista dal quale possono scaturire interessanti riflessioni. Nel1968 Brand è a fianco dell’ingegnere elettrico Douglas Engelbart come assistente nello sviluppo di apparati tecnologici a servizio del computer; in quegli stessi anni partecipa al pionieristico progetto Augmented Human Intellect che ha gettato le basi per una ricerca approfondita sui dispositivi di interfaccia uomo-calcolatore. Sempre nel 1968 esce il primo numero de The Whole Earth Catalog, un elenco elettronico di tutti le possibili invenzioni e gli strumenti culturali che Brand riteneva utili per l’uomo. Per la compilazione del Catalogo, Brand si rivolge direttamente agli specialisti dei più vari settori disciplinari, chiedendoli di partecipare attivamente all’iniziativa. L’idea del Catalogo risente dell’atmosfera di contestazione degli ambienti culturali e giovanili di fine anni ’60; in Europa e anche in America si respira il desiderio di rompere con le convenzioni, di sostenersi gli uni con gli altri, di insegnare e di imparare a fare da soli, di condividere il sapere e le conoscenze. Tante sono infatti le testimonianze di chi ha beneficiato di questo nuovo modo di diffondere informazione, cultura, innovazione; c’è chi, ad esempio, proprio grazie al Catalogo apprende per la prima volta della possibilità di produrre energia in modo alternativo, impiegando fonti rinnovabili e tecnologie ecocompatibili. Per portare avanti il lavoro - soprattutto per quanto riguarda quelle aree nelle quali la ricerca procede con passo più serrato, come le scienze, le arti o la storia contemporanea - Brand fonda nel 1974 il trimestrale CoEvolution Quarterly, che darà voce a tanti studiosi e pensatori poco famosi o pressoché sconosciuti e che si concentrerà principalmente sui rischi connessi alla modernità. Il CoEvolution Quarterly sarà pubblicato dal 1974 al 1985, a cui sarà affiancato, nel1983, il progetto del Whole Earth Software Catalog. Di tutti questi progetti Brand è ideatore e coordinatore, oltre che autore ed editore. Nel 1986 inizia per Brand la collaborazione, come scienziato, con il Media Laboratory al MIT. Nel periodo compreso tra il 1987 ed il 1989 Brand tiene una serie di conferenze sull’apprendimento dei sistemi complessi (Learning in Complex Systems) ed entra a far parte del comitato scientifico del Santa Fe Institute, un istituto che fa ricerca interdisciplinare sulle scienze di complessità. E’ di quegli anni il suo testo più famoso – The media lab: inventing the future at MIT – che ha vinto il premio Eliot Montroll Award ed è stato tradotto in italiano, giapponese, tedesco, e spagnolo. Nel 1988 è tra i soci fondatori del Global Business Network, struttura dedita all’esplorazione degli scenari futuri ed allo sviluppo di strategie di business compatibili con quella scala di valori che Brand ritiene di vitale importanza, come la responsabilità ambientale e sociale. Ai primi anni ’80 risale il primo congresso degli hackers organizzato da Brand, che si è ormai trasformato in un appuntamento annuale. Sempre connesso al tema dei nuovi media, è da evidenziare la creazione della community The Well, una chat room che conta più di 10.000 utenti attivi e che si è rivelato un ottimo osservatorio capace di intercettare le nuove tendenze della Rete. The Well nel 1990 ha ricevuto il premio come migliore pubblicazione online da parte della Computer Press AssociationI. Nel 1994, al termine di un percorso di ricerca durato più di otto anni, esce How Buildings Learn: What Happens After They're Built, un libro nel quale Brand spinge ad osservare i cambiamenti intervenuti nelle costruzioni al fine di adattarsi ai nuovi usi ed alle nuove sensibilità; utilizzato come testo di riferimento anche dai disegnatori di sistemi computerizzati, dai costruttori, dagli ingeneri, dagli architetti, ha saputo ritagliarsi un posto di primo piano sul tema delle costruzioni e del nostro modo di viverle ed interpretarle. Per la sua capacità di guardare dentro la società odierna e di rintracciare in essa le tracce ancora non completamente manifeste della modernità che verrà, Brand è stato tra gli esperti interpellati da Spielberg che hanno contribuito alla stesura della sceneggiatura del film Minority Report.


Opere

La presenza di Brand all’interno di molteplici progetti si deve soprattutto alla sua partecipazione, a partire dal 1996, all’interno de The Long Now Foundation. Tra i progetti più rilevanti possiamo citare quello dell'orologio destinato a funzionare per oltre 10,000 anni: uno sforzo tecnico ed artistico che per Brand rappresenta un vero e proprio monumento al tempo e che sarà collocato all'interno di una montagna nel Nevada orientale. Il primo prototipo funzionante è in esposizione permanente presso il Science Museum di Londra.

Il progetto Rosetta punta invece alla realizzazione del più grande Web site del mondo dedicato alla catalogazione, allo studio ed all’approfondimento di tutte le lingue viventi sul nostro pianeta.

Long Bets è un’altra interessante intuizione di Brand e consiste in una sorta di gigantesco deposito delle previsioni: tutte le previsioni, le intuizioni, le premonizioni, sono custodite in uno stesso ambiente, all’interno del quale possono essere non solo discusse, ma anche votate, potendo così trasformarsi in vere e proprie scommesse con tanto di posta reale in gioco.

All Species Inventory è invece un ciclopico progetto di catalogazione di tutte le specie di forme viventi esistenti sul pianeta.

Long Server è un progetto operante a lunga scadenza espressamente dedicato allo studio dei sistemi tecnologici e dei materiali per la conservazione dei materiali digitali nel tempo.


Musei

Bibliografia

1974 – Two Cybernetic Frontiers. Il testo si propone di fare il punto con il lettore riguardo allo stato dell’arte nella computer science; per la prima volta veniva impiegato il termine "personal computer" e si parlava degli hackers.

1987 - The media lab: inventing the future at MIT (successivamente tradotto in altre lingue, tra cui l’italiano: 1993 - Media Lab : il futuro della comunicazione; la cui traduzione è curata da Valerio Saggini)

1994 - How buildings learn : what happens after they're built

1999 - The clock of the long now : time and responsibility. In questo testo Brand avvia una riflessione sull’importanza della prospettiva a lungo termine.

Per quanto concerne l’attività di editore di Brand dobbiamo ricordare: The Whole Earth Catalog 1974 - Whole Earth Epilog: Access to Tools 1975 - The (Updated) Last Whole Earth Catalog: Access to Tools, 16th edition 1977 - Space Colonies, Whole Earth Catalog (come co-editore insieme a J. Baldwin) 1978 - Soft-Tech 1980 - The Next Whole Earth Catalog: Access to Tools 1981 - The Next Whole Earth Catalog: Access to Tools, revised 2nd edition 1984 - Whole Earth Software Catalog 1985 - Whole Earth Software Catalog for 1986, "2.0 edition" (come co-editore insieme a Art Kleiner) 1986 - News That Stayed News, 1974-1984: Ten Years of CoEvolution Quarterly 1986 - The Essential Whole Earth Catalog: Access to Tools and Ideas 1988 - Communication Tools for the Information Age 1989 - The Fringes of Reason: A Whole Earth Catalog 1990 - Whole Earth Ecolog: The Best of Environmental Tools & Ideas


Sito web

www.edge.org

www.longnow.org

Poetica

Le idee di Brand hanno anticipato molte delle istanze che sarebbero diventate di attualità con l’avvento di Internet. Di questo mezzo infatti, e di molte spinte innovative di cui la Rete si fece portavoce, Brand fu un autentico precursore. Brand ha sempre creduto nell’importanza della disponibilità delle informazioni, in quanto il patrimonio del sapere e della conoscenza deve essere condiviso dal numero più ampio possibile di persone. Solo attraverso un sapere e una conoscenza veramente accessibile ed aperto a tutti sarà possibile avanzare sulla strada dell’emancipazione sociale. Il suo intento con il Whole Earth Catalog era quello di rendere disponibile agli uomini ogni sorta di informazione utile. L’informazione, diceva Brand, deve essere libera: «Information wants to be free».

Il contributo più importante sul fronte delle tecnologie, Brand lo ha dato nel cercare di stimolare un modo nuovo di guardare all’innovazione, cercando di sottolineare l’importanza di un approccio sostenibile, dal punto di vista ambientale, e rispettoso dell’integrità culturale. Secondo Brand, le più avanzate tecnologie non rappresentano il problema, ma casomai sono la soluzione a tanti problema esistenti; come disse: «…la tecnologia può essere buona per l’ambiente ».

Celebre è una frase - «il miglior modo per controllare una tecnologia discutibile è abbracciarla» - dalla quale emerge la speranza e l’incrollabile fiducia nell’uomo con la quale Brand sa guardare al domani. Tacciato da alcuni critici di tecno-utopismo, Brand è fermamente convinto che se all’uomo venisse data la necessaria conoscenza, tutta l’informazione e gli strumenti di cui ha bisogno, egli sarebbe capace di dare una nuova forma più sostenibile al mondo che ha creato. Questa nostra Terra, secondo Brand, non è soltanto tutto ciò che abbiamo, ma in essa è anche racchiuso tutto ciò di cui abbiamo bisogno per farla funzionare.

Webliografia

www.edge.org/3rd_culture/bios/brand.html

www.gbn.com/PersonBioDisplayServlet.srv?pi=24825

www.well.com/user/sbb/bio.html

www.renegademedia.info/media/radio-mp3/Stewart_Brand.mp3

http://longnow.chubbo.net/salt-apr02005-brand/salt-apr02005-brand.mp3