Brevettario (2000): differenze tra le versioni

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È una macchina combinatoria ideata da Berlinghiero Buonarroti a Compiobbi (Firenze), rielaborando un’intuizione originaria del filosofo catalano Raimondo Lullo (1232-1316). L’apparecchio nomenclatore è in grado di far scaturire la definizione di ben 13 miliardi, 382 milioni, 255 mila e 776 brevetti d’attrezzi e congegni inediti.
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È una macchina combinatoria ideata da Berlinghiero Buonarroti a Compiobbi (Firenze), rielaborando un’intuizione originaria del filosofo catalano Raimondo Lullo (1232-1316). L’apparecchio nomenclatore è in grado di far scaturire la definizione di ben 13 miliardi, 382 milioni, 255 mila 776 brevetti d’attrezzi e congegni inediti.
 
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“Le inutilità sono apparenti per definizione, poiché non ne conosciamo ancora la loro utilità potenziale e futura. Tutto ciò che esiste ha una sua ragione d'essere e porta con sé una conseguente utilità.  <br>
 
“Le inutilità sono apparenti per definizione, poiché non ne conosciamo ancora la loro utilità potenziale e futura. Tutto ciò che esiste ha una sua ragione d'essere e porta con sé una conseguente utilità.  <br>
 
Anche le azioni e le invenzioni che sono realizzate e concepite senza finalizzazioni precise, oltre ad avere una valenza corretta futura, come sopra enunciato, hanno anche una funzione contemporanea che, piuttosto che essere indirizzata ad uno scopo prettamente utilitaristico rivolgono la loro attenzione diretta ad un proposito, in apparenza, superfluo.  <br>
 
Anche le azioni e le invenzioni che sono realizzate e concepite senza finalizzazioni precise, oltre ad avere una valenza corretta futura, come sopra enunciato, hanno anche una funzione contemporanea che, piuttosto che essere indirizzata ad uno scopo prettamente utilitaristico rivolgono la loro attenzione diretta ad un proposito, in apparenza, superfluo.  <br>
In effetti, la loro caratteristica improduttiva, niente toglie ad un'intenzione vantaggiosa e valida, indirizzata piuttosto ad una valenza estetica gioiosa e gratuita. Caratteristica di questo "atteggiamento disinteressato" è la mancanza di una contropartita. Il gratuito senza farsi pagare e riceve senza pagare.  <br>
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In effetti, la loro caratteristica improduttiva, niente toglie ad un'intenzione vantaggiosa e valida, indirizzata piuttosto ad una valenza estetica gioiosa e gratuita. Caratteristica di questo "atteggiamento disinteressato" è la mancanza di una contropartita. Il gratuito concede senza farsi pagare e riceve senza pagare.  <br>
 
La macchina è un concatenamento d'elementi più meno complesso, che utilizza un'energia per trasformarla in un'altra. Una macchina, anche quando non tritura carote ed è destinata solo ad agitare frammenti di carta di vari colori, produce in ogni modo un'azione che può avere finalità poetica destinata a suscitare un'emozione estetica. Per tale ragione l’artista francese Marcel Duchamp (1887-1968) ha partorito le “macchine celibi”, vale a dire macchinari che non hanno "sposato" uno scopo utilitaristico preferendo un'attività a "funzionamento simbolico" col pregio d'immettere nel grigiore freddo della routine giornaliera una vena di lirismo e di follia sognante. Nell'ambito del laboratorio dell'Istituto di Anomalistica e delle Singolarità Berlinghiero Buonarroti ha costruito nell’agosto del 2000 un prototipo ligneo di una "macchina celibe" chiamata "Brevettario" capace di suggerire nomi di oltre 13 miliardi di “macchine celibi”.  <br>
 
La macchina è un concatenamento d'elementi più meno complesso, che utilizza un'energia per trasformarla in un'altra. Una macchina, anche quando non tritura carote ed è destinata solo ad agitare frammenti di carta di vari colori, produce in ogni modo un'azione che può avere finalità poetica destinata a suscitare un'emozione estetica. Per tale ragione l’artista francese Marcel Duchamp (1887-1968) ha partorito le “macchine celibi”, vale a dire macchinari che non hanno "sposato" uno scopo utilitaristico preferendo un'attività a "funzionamento simbolico" col pregio d'immettere nel grigiore freddo della routine giornaliera una vena di lirismo e di follia sognante. Nell'ambito del laboratorio dell'Istituto di Anomalistica e delle Singolarità Berlinghiero Buonarroti ha costruito nell’agosto del 2000 un prototipo ligneo di una "macchina celibe" chiamata "Brevettario" capace di suggerire nomi di oltre 13 miliardi di “macchine celibi”.  <br>
 
Ad esempio uno degli innumerevoli macchinari combinatori proposti, "l'elevatore a soffio per soffriggere le pulci romantiche" è un attrezzo che si può costruire solo utilizzando una capacità immaginativa sconosciuta alle macchine utilitaristiche, definite tali perché obbligate ad essere essenziali, senza fronzoli e, purtroppo, senza possedere lo scarto poetico che apre strade progettuali nuove e propositive.” <br>
 
Ad esempio uno degli innumerevoli macchinari combinatori proposti, "l'elevatore a soffio per soffriggere le pulci romantiche" è un attrezzo che si può costruire solo utilizzando una capacità immaginativa sconosciuta alle macchine utilitaristiche, definite tali perché obbligate ad essere essenziali, senza fronzoli e, purtroppo, senza possedere lo scarto poetico che apre strade progettuali nuove e propositive.” <br>
  
(Voce ''“Scienze delle Apparenti inutilità”  tratta dal II volume  della “Encyclopaedia Heterologica”, Glossario delle 428 indiscipline dell’Istituto di Anomalistica e delle Singolarità'', a cura di Berlinghiero Buonarroti, manoscritto inedito, p. 26)
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(Voce ''“Scienze delle Apparenti inutilità”  tratta dal volume  della “Encyclopaedia Heterologica”, Glossario delle 428 indiscipline dell’Istituto di Anomalistica e delle Singolarità'', a cura di Berlinghiero Buonarroti, manoscritto inedito, p. 26)

Versione attuale delle 21:58, 30 Nov 2009

Brevettario 3928
Brevettario 39261

È una macchina combinatoria ideata da Berlinghiero Buonarroti a Compiobbi (Firenze), rielaborando un’intuizione originaria del filosofo catalano Raimondo Lullo (1232-1316). L’apparecchio nomenclatore è in grado di far scaturire la definizione di ben 13 miliardi, 382 milioni, 255 mila 776 brevetti d’attrezzi e congegni inediti.

Apparenti inutilità

“Le inutilità sono apparenti per definizione, poiché non ne conosciamo ancora la loro utilità potenziale e futura. Tutto ciò che esiste ha una sua ragione d'essere e porta con sé una conseguente utilità.
Anche le azioni e le invenzioni che sono realizzate e concepite senza finalizzazioni precise, oltre ad avere una valenza corretta futura, come sopra enunciato, hanno anche una funzione contemporanea che, piuttosto che essere indirizzata ad uno scopo prettamente utilitaristico rivolgono la loro attenzione diretta ad un proposito, in apparenza, superfluo.
In effetti, la loro caratteristica improduttiva, niente toglie ad un'intenzione vantaggiosa e valida, indirizzata piuttosto ad una valenza estetica gioiosa e gratuita. Caratteristica di questo "atteggiamento disinteressato" è la mancanza di una contropartita. Il gratuito concede senza farsi pagare e riceve senza pagare.
La macchina è un concatenamento d'elementi più meno complesso, che utilizza un'energia per trasformarla in un'altra. Una macchina, anche quando non tritura carote ed è destinata solo ad agitare frammenti di carta di vari colori, produce in ogni modo un'azione che può avere finalità poetica destinata a suscitare un'emozione estetica. Per tale ragione l’artista francese Marcel Duchamp (1887-1968) ha partorito le “macchine celibi”, vale a dire macchinari che non hanno "sposato" uno scopo utilitaristico preferendo un'attività a "funzionamento simbolico" col pregio d'immettere nel grigiore freddo della routine giornaliera una vena di lirismo e di follia sognante. Nell'ambito del laboratorio dell'Istituto di Anomalistica e delle Singolarità Berlinghiero Buonarroti ha costruito nell’agosto del 2000 un prototipo ligneo di una "macchina celibe" chiamata "Brevettario" capace di suggerire nomi di oltre 13 miliardi di “macchine celibi”.
Ad esempio uno degli innumerevoli macchinari combinatori proposti, "l'elevatore a soffio per soffriggere le pulci romantiche" è un attrezzo che si può costruire solo utilizzando una capacità immaginativa sconosciuta alle macchine utilitaristiche, definite tali perché obbligate ad essere essenziali, senza fronzoli e, purtroppo, senza possedere lo scarto poetico che apre strade progettuali nuove e propositive.”

(Voce “Scienze delle Apparenti inutilità” tratta dal 2° volume della “Encyclopaedia Heterologica”, Glossario delle 428 indiscipline dell’Istituto di Anomalistica e delle Singolarità, a cura di Berlinghiero Buonarroti, manoscritto inedito, p. 26)