Browser art

Tratto da EduEDA
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Genere o movimento artistico:

Browser art

Personaggi o Gruppi:

Electronic Disturbance Theatre Fuller Matthew Green Colin I/O/D Pope Simon Wisniewski Maciej

Luogo:

Storia:

Joan e Diirk, iniziano a lavorare sull’idea di rivoltare Netscape creando un sito che contiene una serie di codici apparentemente errati e di soluzioni concettualmente innovative quanto esteticamente compatte. Quando il navigatore si imbatte in “Oss, il browser va in pezzi frammentandosi in una decina di finestrelle che schizzano all’impazzata da un lato all’altro dello schermo. Il collettivo londinese I/O/D nel 1997 aveva lanciato un browser “concettuale, basato su una nuova modalità di interpretare l’html: Scritto in Lingo: il “Web Stalker, attaccava le metafore spaziali usate dai browser convenzionali suggerendo un modo completamente diverso di misurare e abitare la rete. Al poso di immagini, frame, Java e plug-in prende corpo una mappa dinamica in cui i singoli documenti Html vengono rappresentati come cerchi e i link che li collegano come linee; così a seconda della profondità del sito la mappa si fa più aggrovigliata e le pagine più linkate vengono rappresentate da cerchi più luminosi. Il Web Stalker ci fa entrare nel cervello di chi ha progettato e disegnato il sito; il browser ci mostra il flusso di dati che scorre continuamente tra il server e il nostro modem che abitualmente rimane celato dietro alle rappresentazioni delle pagine web. Il Web Stalker esamina criticamente il proprio medium ed è anche una riflessione su come la realtà è modellata dal software. Un altro browser è il “Web Tracer‿, pubblicato nel 2001, da Tom Betts. E’un’evoluzione tridimensionale del Web Stalker, aggiunge l’effetto di tridimensionalità rappresentando i siti come galassie o costellazioni ; i siti con molte sotto directory si presentano con una struttura più articolata. Questi due browser (Web stalker e Web tracer) mettono in secondo piano il contenuto delle singole pagine esaltando invece l’aspetto strutturale e architettonico del web.

“Netomat, creato dall’artista newyorkese Maciej Wisniewski nel 1998 fa esattamente il contrario, scardina l’interpretazione dell’Html fondata sul lay-out trasformando le informazioni contenute in una pagina in un flusso di oggetti che scorrono liberamente sul desktop. Mark Napier progetta nel 1998 un nuovo browser: “Shredder‿ (il frammentatore). E’ un programmino in appletjava che si insinua tra il server e il nostro browser alterando il codice html pima che explorer o netscape siano in grado di leggerlo. Visualizza i file sorgenti delle pagine html sovrapponendoli al contenuto delle pagine stesse, l’effetto è quello di un collage impazzito dove i segni grafici e il testo si sovrappongono al codice di controllo (le tag) che dovrebbe disporre i contenuti. Il file di testo Html da nascosto diviene palese. Lo Shredder altera il codice Html, prima che il browser lo possa leggere, si appropria del Web e del modo convenzionale in cui i browser lo rappresentano per trasformarlo in qualcos’altro. I contenuti diventano grafica e l’informazione diventa arte. Il browser “Riot riprende i meccanismi dello Shredder introducendo nuove funzionalità. E’ un browser multi utente, consente all’utente di visualizzare i contenuti dei siti che sta navigando simultaneamente a quelli scelti da altri utenti che sono collegati a Riot nello stesso momento. Il browser tiene infatti in cachetre url per volta. Sovrapponendo più siti all’interno di un’unica finestra, Riot trasforma l’utente in un’artista concettuale. Mina la razionalità e la stabilità delle interfacce convenzionali, introducendo il dubbio che favoriscano un’esperienza della navigazione protetta ma tutto sommato noiosa. “Feed é un java browser che riduce la pagina web a una griglia di testo e pixel, di cui analizza e scompone i colori fondamentali.

Poetica:

Tutto ebbe inizio nel 1997, con The Web Stalker: un browser messo a punto dal collettivo inglese I/O/D per generare confusione tra le regole di navigazione della Rete e costringere gli utenti a vedere i siti nella loro scarna nudità, spogliati dell’interfaccia grafica di abbellimento. Da allora in poi, la Browser art ha preso sempre più campo ed il browser, il navigatore, è diventato il software più manipolato e discusso dagli artisti della programmazione contemporanea.

Opere:

Correlazioni:

Bibliografia:

Webliografia: