Brunelli Giulio Flaminio

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Giulio Flaminio Brunelli 1936-2004


« Quella del medico - e del terapeuta in generale - non può essere un mestiere, è una professione, una professione di fede nel valore terapeutico della verità. Ma la verità non solo è terapeutica, è anche rivoluzionaria. Perciò vi darò un consiglio: per ogni vostro successo autentico preparatevi ad affrontare l'ostilità dei bigotti a qualsiasi parrocchia essi appartengano; e per questo mentre trattate il connetivo dei vostri pazienti, mettete l'anima nelle vostre mani, entrate senza paura in contatto con le loro parti profonde, fatevi portatori di connessione, cercate di essere, in quel vasto connettivo sociale che è il bisogno di salute, un elemento portatore del benessere autentico che deriva dall'integrità. »

G.F. Brunelli


Biografia

Giulio Flaminio Brunelli ( Petrella Salto 20/10/1936- Roma 7/9/2004)

Giulio Flaminio Brunelli, medico, radicato nella tradizione clinico-umanistica della prima metà del ‘900, alla quale appartengono tutti i suoi maestri, inizia, ancora studente, alla fine degli anni ’50, la propria attività di ricercatore presso il Laboratorio di Patologia Sperimentale della Facoltà di Scienze Biologiche dell’Università di Roma, sotto la guida di Domenico Ruffilli (patologo della scuola di Vernoni). In seguito gli viene affidata la guida del laboratorio di Citochimica e la formazione di laureandi ed interni, con alcuni dei quali studia il comportamento di vari infusori(rotiferi, parameci). Parallelamente approfondisce la conoscenza della psicodinamica attraverso un training personale e didattico. Motivato inizialmente da un interesse per la genetica di alcune nevrosi, lascia il laboratorio di Patologia Sperimentale e svolge attività di ricerca presso l’Istituto di Genetica della Facoltà di Scienze(Università di Roma) diretto da Giuseppe Montalenti. Convinto dall’esperienza clinica che l’ereditarietà di certe nevrosi è ampiamente culturale abbandona il progetto iniziale e partecipa ad un programma internazionale di ricerca, occupandosi di talassemie, favismo, polimorfismi enzimatici ed altri problemi di genetica di popolazione. E’ negli anni delle prime indagini sul comportamento(’59-’60) che comincia a teorizzare sui Sistemi biologici, alla ricerca di una griglia che permetta di approcciarne adeguatamente la complessità. Negli anni ’60- incoraggiato da Cesare Musatti- studia algebra astratta con Lucio Lombardo Radice e viene a contatto con lo strumentario logico dei Principia Mathematica di Whitehead e Russel. Quest’opera fornirà il supporto tecnico alla costruzione di un modello di Sistema Complesso Articolare Chiuso(SCAC) dal quale si svilupperanno in seguito varie modalità originali di approccio clinico che costituiscono attualmente la base di formazione in Fisiopatologia Biotransazionale(FBt)[1] e Terapia Biotransazionale(TBt) di numerosi medici, psicoterapeuti, riabilitatori, fisiatri, educatori sportivi. Mentre l’impegno nella teorizzazione dei SCAC si estende lungo un lasso di tempo che va approssimativamente dal ’60 al ’66, le implicazioni cliniche del modello sono state sviluppate in gran parte negli anni ’70, periodo nel quale Brunelli lascia l’ambiente universitario e svolge in prevalenza attività clinica ospedaliera. E’ in questo periodo che la terapia Biotransazionale viene sottoposta ad una vasta verifica sistematica presso l’Ospedale Simondi di Vinadio(CN). Fonda nel 1994, dopo trent’anni di sperimentazione e studio, l’Associazione SISNI, Società Internazionale di Somato Noologia Integrale, della quale è stato presidente fino al 2003. L’Associazione ha lo scopo di promuovere attività di carattere sociale e culturale secondo l’Approccio Biotransazionale: la prospettiva filosofica, scientifica e di metodo- che nasce dalla Teoria dei SCAC- volta a descrivere, spiegare, prevedere, ed intervenire adeguatamente rispetto ai fenomeni legati al vivente. Già dagli anni ’60 attorno a Brunelli e alla Teoria dei SCAC , alcuni fisici, biologi, medici, psicanalisti, matematici, economisti, musicisti, grazie al comune interesse umanistico, hanno dato vita a gruppi di ricerca integrata cosicché attualmente si dispone di una serie di applicazioni del modello:

- un’applicazione clinica elaborata dallo stesso Brunelli

- un’applicazione biologica elaborata in gran parte dallo stesso Brunelli e dal suo più stretto collaboratore nell’ambito della medicina(Giancarlo Risso)

- un’applicazione socio –economica sviluppata da Brunelli in collaborazione col dipartimento di Scienza Politiche dell’Università di Padova

- un’applicazione fisica alla quale Brunelli ha lavorato con un gruppo di fisici dell’Università La Sapienza di Roma

- un’applicazione in ambito musicale (il cui acronimo è MIC (Movimento- Informatica-Composizione) alla quale sta lavorando dal 2006 Emanuele Pappalardo presso il Conservatorio “Licinio Refice” di Frosinone

Teoria dei Sistemi Complessi Articolari Chiusi(SCAC)

La Teoria dei SCAC (Sistemi Complessi Articolari Chiusi) è un Modello scientifico elaborato da Giulio Flaminio Brunelli allo scopo di descrivere le modalità di organizzazione del vivente. Sfrutta un vasto insieme di conoscenze teoriche e pratiche derivanti dall'esperienza Clinica e contiene numerosi elementi ereditati da studi nel campo della genetica, della matematica, della fisica, della teoria dell'informazione, della cibernetica, della biologia e della psicoanalisi. Tale teoria sull'organizzazione del vivente, che rientra nell'ambito del paradigma scientifico degli studi sui Sistemi Complessi, prende appunto il nome di Teoria dei Sistemi Complessi Articolari Chiusi(SCAC) , e dà origine alla Somato Noologia Integrale, la disciplina che studia l’individuo come un sistema complesso e integrato di messaggi. La teoria dei Sistemi Complessi Articolari Chiusi è stata applicata in diversi settori che trattano sistemi complessi, dall’economia alla psicologia, dalla fisica all’arte e alla musica.

Introduzione

Secondo l'approccio della Teoria dei Scac la dimensione psichica e quella corporea dell’individuo non sono separate e il corpo è la manifestazione di un sistema di relazioni strutturanti che si auto-organizzano seguendo la logica dello SCAC. È obiettivo primario della Teoria dei SCAC impostare una metodologia di analisi adeguata alla complessità dialettica dei sistemi e in particolare dei sistemi viventi, pertanto essa trova applicazione in diverse discipline. Questo obiettivo, per quanto riguarda la biologia, si è concretizzato nello sviluppo di una specifica disciplina, che è la fisiopatologia biotransazionale (FBT): termine con il quale, nell'ambito della Teoria dei SCAC, si denota il complesso, normale o patologico, delle transazioni che si svolgono all'interno di un organismo con la finalità di garantirne la persistenza. Secondo questo approccio la dimensione psichica non è separata da quella corporea e il corpo è la manifestazione di un sistema di relazioni strutturanti, che si auto-organizzano, a diversi livelli, secondo una logica definita (che è la stessa in ogni essere vivente dall’ameba all’uomo). La fisiopatologia biotransazionale sostiene che un essere vivente è in sostanza una struttura di messaggi, è una continua comunicazione in un circuito chiuso. Da questo punto di vista, ad esempio, l'osso è il rappresentante di un segnale monotono e persistente nella comunicazione fra due articolazioni; dove il segnale è monotono e persistente si deposita il calcio. In sostanza non è l’osso che regge il sistema ma il sistema che regge l’osso. La Terapia Biotransazionale (TBt) nasce come applicazione clinica della Fisiopatologia Biotransazionale. L'Approccio Biotransazionale offre una griglia di interpretazione degli eventi riguardanti il vivente adeguata alla sua complessità. In altre parole esso origina una filosofia che consente un autentico rispetto dell' "oggetto d'indagine", sia esso un organismo monocellulare, un individuo umano, un gruppo, un sistema sociale...

Opere

La maggior parte della sua produzione scientifica, divulgata in circa 90 seminari e conferenze, nell'arco di oltre 20 anni, e nelle lezioni cliniche raccolte dagli allievi, è raccolta negli Archivi di Fisiopatologia Biotransazionale per essere sottoposta ad accurata ricostruzione storica e ad analisi critica, con la finalità di essere sintetizzata in una trattazione metodica e ordinata per uso didattico e clinico. E' da segnalarsi la collaborazione di Brunelli alla pubblicazione del Manuale di Pechino, uno dei primi manuali di agopuntura che siano stati tradotti dal cinese all' italiano.


Bibliografia

Vengono qui segnalati solo gli scritti facilmente reperibili. Non dovrà stupire l’esiguità dei materiali bibliografici in quanto Giulio Flaminio Brunelli ha cercato di comunicare il suo pensiero creando gruppi di studio con cui condividere lunghi processi cognitivi. Inoltre, come segnalato nelle note biografiche, la maggior parte della sua produzione scientifica, dispersa in circa 90 seminari e conferenze, che coprono un arco di oltre 20 anni, e nelle lezioni cliniche raccolte dagli allievi, è stata riunita negli 'Archivi di Fisiopatologia Biotransazionale', per essere sottoposta ad un’accurata ricostruzione storica e ad un’analisi critica con la finalità di sintetizzarne una trattazione sistematica e ordinata per uso didattico.

• Giulio Flaminio Brunelli, Prevenzione , conservazione della salute e pratica sportiva, in Cultura salute benessere, Teramo, Atti del Convegno, 1994.

• Giulio Flaminio Brunelli, Significato dell’articolazione nell’analisi biologica del movimento, Teramo, Atti del Convegno, 1994.

• Giulio Flaminio Brunelli,Valentina Terlato, Ciclicità affettive nella relazione psicoterapeutica, in «Archivio di psicologia neurologia e psichiatria», LVIII, luglio-agosto 1997.

• Giulio Flaminio Brunelli, L’antica Cina, in Il corpo tra arte e medicina, Roma, Sisni, 1999.

• Giulio Flaminio Brunelli, L’altro lato della strada: dalla parte del corpo in Paola Carbone Le ali di Icaro. Rischio e incidenti in adolescenza, Torino, Bollati Boringhieri, 2003.

• Giulio Flaminio Brunelli, L’avvenire di una realtà, in Claudio Gioè Caligola night live, Roma, Vivalibri/Reading Theatre, 2006.

Tesi di laurea inerenti alla Teoria dei Sistemi Complessi Articolari Chiusi(SCAC)

• Alessandra Casciani, Riabiltazione motoria attraverso il Tai Chi Chuan, aspetti pedagogici della logica di movimento nella filosofia orientale. Tesi di laurea, I.U.S.M.,Foro Italico Roma, a.a. 1997/1998, rel. Giuseppe Massara

• Paola Munari, Il linguaggio come strumento di integrazione individuale nella prospettiva sistemica dei SCAC (Tesi di laurea, Università di Padova, Facoltà di Lettere e Fiolosofia, a.a. 2000-2001, rel. Giagiorgio Pasqualotto).

• Maurizio Bertolini, Studio di sistemi complessi articolari chiusi tramite una successione particolare di vettori a valori complessi (Tesi di laurea, Università degli studi di Torino, Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali, Corso di laurea Triennale in Matematica, a.a. 2002-2003, rel.Hisao Fujita-Yashima).

• Simona Bonucci, Il modello biotransazionale in ambito riabilitativo. Un caso clinico (Tesi di laurea, Università degli studi di Roma La Sapienza, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Corso di laurea Triennale in Fisioterapia-Azienda ospedaliera San Giovanni-Addolorata, a.a. 2003-2004, rel. Rita Vieri).

• Concetta Russo, Applicazione dell'Approccio Biotransazionale all'insegnamento della danza contemporanea, tesi di Diploma Accademico di II livello, Accademia Nazionale di Danza, Biennio Specialistico in Arti Coreutiche per la formazione di docenti in discipline coreutiche - indirizzo danza contemporanea, a.a. 2006-2007, rel. Francesca Falcone.


Webliografia

https://en.wikipedia.org/wiki/Flaminio_Giulio_Brunelli



VIDEO

Conferenze presso la facoltà di Psicologia de l'Università La Sapienza di Roma: Psicoanalisi e corpo

http://youtu.be/Wbnsbu0GQFE I parte del seminario del 17 marzo 2001

http://youtu.be/vMUeAROirVo II parte del seminario del 17 marzo 2001

http://youtu.be/HL_-8BlTUmI III parte del seminario del 17 marzo 2001


http://youtu.be/iaTD5KFASX8 I parte del seminario del 7 luglio 2001

http://youtu.be/a_aTZnCO4IY II parte del seminario del 7 luglio 2001

http://youtu.be/8lpXyzRY2xg III parte del seminario del 7 luglio 2001


AUDIO

Conferenza al Master in MUSICARTERAPIA nella GLOBALITA' DEI LINGUAGGI-metodo Stefania Guerra Lisi- Presidente Gino Stefani. Università degli studi di Roma "Tor Vergata". Maggio 2003

https://youtu.be/JkVBimxYTS4 I parte

https://youtu.be/t8zs1qFDU90 II parte


Conferenza presso la facoltà di Psicologia-Roma Università "La Sapienza" sul tema PSICOPATOLOGIA DEL CONSUMO- Febbraio 2002

https://youtu.be/HuZEnh1arHM I parte

https://youtu.be/jZ56IF9f0HE II parte

https://youtu.be/0Rhf_QEjG10 III parte

https://youtu.be/esUZNq5v9pw IV parte


NOTE

[1] È obiettivo primario della Teoria dei SCAC impostare una metodologia di analisi adeguata alla complessità dialettica dei sistemi e in particolare dei sistemi viventi, pertanto essa trova applicazione in diverse discipline. Questo obiettivo, per quanto riguarda la biologia, si è concretizzato nello sviluppo di una specifica disciplina, che è la fisiopatologia biotransazionale (FBT): termine con il quale, nell'ambito della Teoria dei SCAC, si denota il complesso, normale o patologico, delle transazioni che si svolgono all'interno di un organismo con la finalità di garantirne la persistenza. Secondo questo approccio la dimensione psichica non è separata da quella corporea e il corpo è la manifestazione di un sistema di relazioni strutturanti, che si auto-organizzano, a diversi livelli, secondo una logica definita (che è la stessa in ogni essere vivente dall’ameba all’uomo). La fisiopatologia biotransazionale sostiene che un essere vivente è in sostanza una struttura di messaggi, è una continua comunicazione in un circuito chiuso. Da questo punto di vista, ad esempio, l'osso è il rappresentante di un segnale monotono e persistente nella comunicazione fra due articolazioni; dove il segnale è monotono e persistente si deposita il calcio. In sostanza non è l’osso che regge il sistema ma il sistema che regge l’osso. La Terapia Biotransazionale (TBt) nasce come applicazione clinica della Fisiopatologia Biotransazionale.

Voci correlate