Cage John

Tratto da EduEDA
Jump to: navigation, search
Cage John

John Cage è stato il compositore sperimentale americano più influente e più discutibile del ventesimo secolo, era il padre dell’ indeterminismo, un estetico ispirato dallo Zen che ha espulso tutte le nozioni della scelta dal processo creativo, rifiutando i principi composizionali più profondamente considerati nel passato come la conseguenza logica, La sensibilità verticale e la tonalità.

Biografia

John Cage, compositore statunitense nato a Los Angeles nel 1912, studia prima negli Stati Uniti e poi in Francia, come allievo di Dillon e Lèvy per il pianoforte, e di Weiss e Schonberg per la composizione. Ha insegnato alla Cornish School di Seattle, al Mills College di Oakland, al Chicago Institute of Design, al Black Mountain College, alla New School for Social Research di New York e in altre scuole nel periodo dal 1936 al 1960. Rispetto ad altri compositori contemporanei quali Boulez e StockausenCharles Ives.


Opere


Musei

Bibliografia

Sito web

Poetica

Cage ha generato un'alternativa al metodo di serializzazione e alle centinaia di tradizioni; il risultato finale era un nuovo metodo artistico radicale che ha avuto effetto su tutta la musica composta nel periodo di quel relativo risveglio.

Intorno al 1934 Cage ha pubblicato le sue prime composizioni. Alla fine degli anni Trenta Cage comincia asperimentare con la musica concreta, con il paesaggio immaginario no. 1, che ha impiegato fonografi di velocità-variabile e le registrazioni di tono di frequenza accanto ad un piano muted e ad un grande cymbal cinese. Inoltre ha inventato "il piano preparato," per il quale ha disposto una varietà di oggetti per generare suoni che suggeriscono un'orchestra individuale di percussione. Cage è entrato poi nell’ottica delle filosofie orientali, del Buddismo Zen, che influenzerà le tecniche composizionali casuali dei suoi lavori successivi; con la scelta della rimozione dal modello creativo, ha precisato di voler eseguire musica in conformità con i principi della I Ching, prevedibili soltanto dalla relativa imprevedibilità stessa.

Il critico d’arte musicale Lange ha dichiarato che Cage "riteneva che per aggirare il nostro desiderio di trovare sempre l'emozione nella musica ed andare oltre le nostre alimentazioni dell'immaginazione, si deve abdicare al controllo composizionale, per rimuovere tutte le tracce di identificazione personale con il materiale musicale. Il paesaggio immaginario no. 4 (1951) era un punto drastico in questo senso ". Il paesaggio immaginario no. 4 è ideato per dodici radio. La notazione è scritta nella forma tradizionale, salvo che le note sono accompagnate dai numeri e da altre marcature dinami,che che dicono agli esecutori a che frequenze e volumi sintonizzare le loro radio. Una nota unita alle marcature dinamiche determina se o non aumentare il volume della radio. Cage ha generato un'esperienza musicale completamente nuova. Secondo Wolff, "era una dimostrazione molto drastica della nozione teorica che non ci dovrebbe essere collegamento fra le sensibilità, le intenzioni, i desideri, le preferenze individuali ed i suoni che come compositore egli stava tirando fuori." La musica radiofonica, come il paesaggio immaginario no. 4, è basata completamente sulle radio come sorgenti sonore. Si differenzia in parecchi sensi, tuttavia. Può essere suonata tramite diversi esecutori. Questi possono tenere ogni nota per tutta la durata del tempo e non ci sono marcature o istruzioni dinamiche, tranne alcune linee che indicano un silenzio. I risultati del paesaggio immaginario no. 4 e della musica radiofonica sono sempre differenti e completamente imprevedibili. La natura delle differenze fra le prestazioni è la che cosa affascinava di più Cage circa le parti radiofoniche. Le prestazioni nei suoni a New York City sono molto differenti dalle prestazioni nel New Hampshire, o da quelle di Pechino in Cina. Invece di tentare di imporre il suo stile ed ego musicale all'ambiente locale, Cage ha lasciato che fosse l'ambiente locale a determinare il risultato della propria arte. Cage non ha scelto personalmente i diversi oggetti presenti nei suoi impianti radiofonici. Secondo Wolff, era intenzione di Cage che queste giustapposizioni accadessero. Inoltre la sua intenzione era non avere il controllo sopra la soddisfazione degli ascoltatori. Nel paesaggio immaginario no. 4 e nella musica radiofonica, i suoni, completamente indipendenti, convergono o si presentano insieme, generando le nuove esperienze di sorpresa. È questa idea che lo ha condotto a generare processi in pezzi musicali basati su campioni selezionati a caso. I campioni sono mescolati e generano un collage che produce occasionalmente le giustapposizioni espressive di materiale sonoro.


Webliografia

http://www.marcosymarcos.com/riga.htm

John Cage è preceduto dalla sua leggenda che, a seconda dei casi, lo vorrebbe un artista votato allo scandalo o un discepolo Zen, un filosofo più che un musicista, quando non un esecutore di opere destinate a non sopravvivergli: un musicista senza musica che oscilla tra il caos e l’ascesi. La leggenda ha superato molto l’effettiva conoscenza della sua opera, che, ai più, rimane ancora sconosciuta. Conoscerla, significa affrontare la sfida dei paradossi che l’hanno sorretta: «Comporre è una cosa, eseguire un’altra, ascoltare un’altra ancora. Che possono avere a che fare l’una con l’altra?» Questo numero di Riga, il primo dedicato a un musicista, si propone di investigare il senso profondo delle innovazioni radicali apportate dal compositore contemporaneo che forse più di ogni altro ha contribuito a deviare il corso e il destino della tradizione musicale dell’occidente: dopo di lui, la musica non è stata più la stessa.

Cage, il musicista che esplorò il silenzio

4.33Yehudi Menuhin, quando era presidente dell'International Music Council dell'Unesco, propose addirittura che la giornata Mondiale della Musica fosse celebrata in futuro con un minuto di silenzio. Una rivoluzione estetica, quella cageana, che è andata oltre, e che ha messo in discussione gli stessi fondamenti della percezione nel porre la musica anche in intimo contatto con tutte le arti, senza che ciò venisse motivato da alcun genere di idealismo.