Centro Videoarte di Palazzo dei Diamanti: differenze tra le versioni

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Revisione 05:28, 30 Giu 2006

==Argomento== Centro Videoarte del Palazzo dei Diamanti


==Luogo== Ferrara


Descrizione

Il Centro è stato fondato nel 1972 da Lola Bonora, che lo ha diretto fino al 1994, con la collaborazione di Carlo Ansaloni come assistente di direzione e di Giovanni Grandi, tecnico audiovisivo che ancora lavora presso le Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara. Il Centro è nato a inizi anni Settanta come struttura pionieristica nel panorama culturale italiano, proprio perché ha sostenuto e promosso non solo la conoscenza di questo linguaggio artistico in Italia, ma soprattutto per il suo impegno militante a fianco di sperimentatori che grazie a quel supporto (non solo logistico ma anche professionale e critico) hanno potuto produrre videotape e videoinstallazioni anche in Italia, senza dover aspettare le borse di studio giapponesi o americane. Oltre ad occuparsi di produzione video che venivano progettati dagli artisti e realizzati dall’équipe tecnica del Centro, il Centro si occupava della programmazione annuale nella Sala polivate che ha visto alternarsi proposte diversificate, sempre situate nell’area della ricerca estetica contemporanea. Infine di occupava di collaborare e partecipare a progetti con altre istituzioni quali teatri, musei e festival.

Il Centro è stato riconosciuto da manifestazioni artistiche di livello internazionale quali la Biennale di Venezia e la Documenta di Kassel. Fin dagli inizi ha chiamato a collaborare alcune delle personalità più interessanti della video arte italiana e straniera: Marina Abramovic e Ulay, Fabrizio Plessi, Mario Schifano, Nam June Paik, Woody e Steina Wasulka, Gianni Toti, Giuseppe Chiari giusto per citarne alcuni. Negli anni Ottanta il Centro dà vita ad alcune manifestazioni di importanza internazionale: U-tape, Videoset sostituita poi da Poliset, L’immagine Elettronica, Eu-video. Nel ’94, andata in pensione Lola Bonora, la direzione delle Gallerie e l’Amministrazione comunale hanno preferito prendersi una pausa di riflessione. Il panorama culturale era molto cambiato e l’attività del Centro si era negli anni trasformata: da un luogo di produzione video aperto ad un gran numero di artisti che lavoravano per lo più nell’Italia centro-settentrionale, l’attenzione dell’istituzione si era concentrata soprattutto sulle installazioni di Fabrizio Plessi di cui l’équipe del Centro realizzava le mostre e seguiva i cataloghi. Attualmente: ridimensionata purtroppo notevolmente l'attività dagli anni in cui il Centro ferrarese rappresentava una delle centrali italiane per la conoscenza delle arti elettroniche, oggi come oggi il Centro conserva un prezioso archivio storico costituito da materiali documentativi ed altro accumulati nel corso di una pluriennale attività di rassegne ed esposizioni.


Bibliografia

  • 2002, Le icone fluttuanti, Madesani Angela, ed. Mondadori, Milano, pp. 97-99, 109-110


Webliografia

http://www.lacritica.net/cavessago.htm

http://www.undo.net/cgi-bin/openframe.pl?x=/generazionemedia/diffusione.htm