Comunita' virtuali

Tratto da EduEDA
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virtual community

Le nuove tecnologie hanno permesso, negli ultimi anni, la nascita di un mondo nuovo, che si affian-ca a quello reale e, se vogliamo, esiste solo "nel computer": il mondo virtuale. Se per alcuni questo può sembrare irreale, o poco attraente, per altri diventa un sostituto della realtà, o comunque una realtà parallela che, a volte, interagisce con le persone, i fatti e le esperienze della "vita vera". In pratica è quello che ci racconta Howard Rheingold nelle sue "Comunità virtuali", dove ci spiega come il cyberspazio sia diventato componente essenziale della sua vita e della sua famiglia, insieme a tutti coloro che ne fanno parte, tanto che sua figlia, di sette anni, è ormai abituata a vedere "papà che dice bla bla al computer", cioè che partecipa alle teleconferenze che si tengono su WELL, e si scambia messaggi con persone di qualsiasi parte del mondo. In questo caso la smaterializzazione investe addirittura la realtà umana intesa come comportamento, usi sociali, pratiche culturali e tutte le forme di interazione che fino a pochi anni fa erano possibili solo nella realtà tangibile.

Storia delle comunità virtuali e The WELL

Il primo tentativo di creare una comunità virtuale, operante all’interno e tramite il cyberspazio, è quello di The WELL (acronimo di Whole Earth ‘Letronic Link).

La sua funzione originaria, secondo le intenzioni di Stewart Brend e Larry Brilliant, che lo fondarono nel 1985, era quella di una bacheca di messaggi, tramite la quale tutti gli utenti potevano scambiare informazioni di interesse comune, che abbracciavano moltissimi argomenti diversi (hobbies, inserzioni con offerte di lavoro, problemi sociali, educazione dei bambini, ecc.).

In seguito, a partire dal 1994, grazie ad un’iniziativa di Bruce Katz, The WELL si collega ad Internet, trasformandosi da bacheca virtuale (Bbs) in una delle più influenti comunità di aggregazione virtuale, la cui principale e più importante caratteristica è la possibilità e la capacità di affrontare gli argomenti più disparati, grazie agli interventi di persone di qualsiasi estrazione e provenienza e di esponenti della cultura cibernetica.

Infatti, come evidenzia John Barlow, scrittore ed "adepto" della comunità in questione "non c’è niente che gli esseri umani pensino o facciano che non venga discusso su the WELL, e spesso in maniera fin troppo eloquente. Il mio problema e’ proprio questo: su alcuni argomenti trovo volumi e volumi di materiale ben scritto ed interessante, e mi sento in colpa a non riuscire a leggere tutto".

Il grande successo ottenuto da The WELL sulla Rete dipende, oltre che dalla varietà delle informazioni che è in grado di veicolare, dal fatto che riesce a rispondere a tutte le prerogative che si richiedono ad una comunità virtuale, ed in particolare a creare un forte senso di appartenenza e di condivisione tra tutti i suoi membri.

Le altre comunità

Come osservato da Rheingold Howard , uno dei più noti studiosi al mondo dei fenomeni comunitari nati su Internet, un tempo la Rete era una sola grande comunità, esclusivamente dedicata agli accademici ed agli studiosi che sapevano usarla e che giorno per giorno contribuivano a crearla.

Tuttavia, con l’ampliarsi degli interessi e del numero degli utenti di Internet, si sono sviluppate comunità diverse, tramite cui convivono, sulla Rete globale, esperienze anche molto differenti tra loro. Tra queste comunità, possiamo ricordare le più importanti:

www.cern.org: si tratta del sito del Cern di Ginevra, dove è stato concepito e realizzato il World Wide Web. Può essere considerato l’antecedente di tutte le comunità virtuali, dato che il fatto di sapere che su qualche sito qualcuno si occupava di pubblicare ed aggiornare sistematicamente informazioni relative all’evoluzione della Rete e delle tecnologie ad essa collegate costituiva, di per sé, il senso di una costruzione comunitaria, se non di una fede comunitaria. Inoltre, questo sito ha avuto un grandissimo impulso per il reperimento e la condivisione delle informazioni tra i soggetti appassionati di un certo argomento.

www.webring.org: i webring possono essere considerati come una specie di alleanza tra siti non commerciali e non istituzionali di argomento affine; di conseguenza, il loro scopo è quello di permettere ai gestori dei vari siti di condividere le informazioni raccolte, di restare in contatto e di pubblicizzare congiuntamente ciascuno le pagine dell’altro.

www.mailgate.org: si tratta di comunità organizzate principalmente in base a mailing list e newsgroup; in pratica, si creano gruppi di discussione planetari, all’interno dei quali si aggregano persone provenienti dalle più diverse parti del mondo, interessate a discutere determinati temi o aree di interesse (per questo motivo, alcuni studiosi considerano questi gruppi come una versione moderna, ed indipendente dai confini nazionali o cittadini, delle antiche agorà).

www.msn.it: msn è uno dei primi portali comunitari, che hanno cominciato a svilupparsi quando il mondo imprenditoriale ha capito l’importanza che rivestivano le comunità in termini di fidelizzazione e coinvolgimento del navigatore; un portale comunitario è una struttura online che fornisce agli utenti tutti gli strumenti necessari a costruire una nuova aggregazione, allo scopo di istituire, tramite pochi e semplici passi, degli spazi di condivisione e comunicazione attraverso web e email.

www.citinv.it: si tratta delle cosiddette reti "civiche", cioè comunità online che, diversamente dalle precedenti, si caratterizzano per un ambito geografico ben definito, cioè limitato alla città. Nonostante le grandi potenzialità offerte dalla creazione di questo tipo di reti, si tratta, ancora, di realizzazioni che presentano ancora un livello primitivo di interazione, sia per quanto riguarda il rapporto cittadino-cittadino, sia relativamente al rapporto cittadino-amministrazione. Di conseguenza, la realizzazione di reti civiche costituisce non tanto una realtà effettiva, quanto un’interessante linea di sviluppo futura delle tecnologie informatiche e telematiche.

In rete come al bar

Tramite Internet, è possibile contattare un numero di persone molto maggiore di quello che si incontrerebbe normalmente passeggiando in centro città, e comunicare anche con persone che mai incontreremmo nella vita quotidiana. Questo può rappresentare, sicuramente, un’opportunità per conoscere situazioni e realtà differenti, ed ottenere informazioni e consigli da parte di persone più esperte, che, a volte, risolvono problemi che, altrimenti, potrebbero essere risolti in maniera più lenta o inefficace; è lo stesso Rheingold che ci racconta la sua esperienza in proposito: "Nell’estate del 1986, scoprimmo che la nostra bambina di due anni aveva una zecca […] e noi non sapevamo cosa fare per toglierla. Mia moglie Judy chiamò il pediatra. Erano le undici di sera. Io mi misi in contatto con il WELL. Ebbi la risposta pochi minuti dopo da un signore che, incredibile ma vero, si chiamava dottor Flash Gordon. Quando Judy fu richiamata dallo studio del pediatra, io ave-vo già tolto la zecca." Di conseguenza, uno dei grandi vantaggi della Rete è la possibilità di accedere a moltissime infor-mazioni, più o meno importanti e vitali, in maniera veloce e nel momento stesso che se ne ha biso-gno. Tuttavia, molte persone, oltre ad accedere ad Internet e alle comunità virtuali per ottenere nuove conoscenze o soddisfare le loro curiosità, considerano il WELL, o gli altri siti ad esso assimilabili, come una "seconda casa", o un luogo dove incontrare gli amici, discutere o scambiare quattro chiacchiere sulle ultime novità, su quello che è successo durante la giornata, condividendo anche emozioni profonde e personali. Infatti, la Rete permette di entrare in contatto, mettendo in gioco "solo" quello che si è, mentre l’apparenza perde importanza: le persone, quindi, possono parlare ed essere giudicate per quello che pensano e sentono, superando le barriere e gli impedimenti fisici (che possono essere più o meno gravi, da un handicap fisico ad una grande timidezza che impedisce di entrare in contatto con le per-sone che fanno parte della vita quotidiana). Per queste persone, ma anche per tutte le altre che entrano in Rete, inizialmente solo per curiosità, ma finiscono per appassionarsi al suo funzionamento ed alle persone che incontrano virtualmente, il fatto di chiacchierare su Internet corrisponde ad incontrare gli amici al bar dopo il lavoro: infatti, i membri della comunità virtuale non sono semplicemente persone che si incrociano per caso, ma di-ventano veri e propri amici, si scambiano notizie, provano affetto l’uno per l’altro, e, magari, a volte si ritrovano insieme, per continuare a parlare come fanno già sulla Rete. La freddezza del mezzo informatico, quindi, viene superata dalle emozioni che le persone possono darsi, e, arrivati a questo punto, la possibilità di comunicare con più persone tutte insieme diventa il primo passo per costruire un specie di famiglia, dove si parla, si litiga, ci si confidano i problemi e le preoccupazioni, e si cercano insieme le soluzioni migliori per risolverli, ci si rallegra per le occa-sioni felici e ci si rattrista per quelle tristi. Questo non significa, tuttavia, l’abbandono della realtà, ma solo il suo arricchimento, grazie alla presenza, accanto a mogli, figli, parenti ed amici vicini, anche di altri amici, non vicini fisicamente, ma che si accolgono con piacere, e con cui è piacevole ritrovarsi, sulla Rete o di persona, durante gli "appuntamenti", spesso frequenti, che si organizzano con essi nel mondo reale.

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