Comunitarte

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Domenico Palumbo

Eclettico artista, attivo in Lombardia, ha dato vita a COMUNITARTE: condividere le proprie opere attraverso un canale non convenzionale, sfruttando gli spazi di grande formato presenti in città, quando non sono occupati da affissioni. L’ultima installazione in ordine di tempo è “Mondi e Mantidi” (7x9 metri) che lunedì 31 gennaio 2011 ha trovato la sua collocazione sul tetto di un palazzo di Piazzale Loreto, spiccando incastonata fra le comunicazioni pubblicitarie.

«COMUNITARTE - spiega Palumbo - rappresenta il tentativo di aprire un nuovo canale comunicativo fra l’artista e l’osservatore svincolandosi da spazi ristretti, asfittici, poco fruibili e accessibili a pochi. L’arte deve essere a disposizione di molti se non di tutti. La pubblicità stradale può essere considerata in questo caso l’estensione per eccellenza dell’elitaria e convenzionale galleria d’arte». Ogni installazione riporta l’indirizzo del sito www.comunitarte.com, che rappresenta il canale diretto con quanti desiderano interagire con le sue opere.

Libero dal concetto di “proprietà artistica”, Domenico Palumbo con l’installazione “MONDI E MANTIDI” prosegue il suo percorso di fuga dalle gallerie d’arte con l’obiettivo di condividere la sua produzione con la comunità tutta. Oggi le installazioni pittorico-fotografiche si possono ammirare anche sui cartelloni stradali nella zona di Inzago, Trezzo sull’Adda e Vaprio d’Adda e presso l’Oriocenter, comune di Orio al Serio (BG) dove spicca l’opera “Sole con farfalle notturne” di 6x9 metri.


Biografia

Domenico Palumbo, nasce a Vimodrone, in provincia di Milano, l’11 dicembre 1961.

1976: si avvicina alla pittura, iniziando il suo percorso artistico da autodidatta.

1980: inizia ad assemblare stracci ed oggetti di scarto per costruire opere dalle sembianze di uomini accartocciati, con significati diversi e di sempre più intensa capacità evocativa; l’esplorazione dell’umano attraverso la continua ricerca artistica conduce alla consapevole necessità di una conoscenza più completa dell’uomo, sia sotto il profilo psichico che organico; approda alla facoltà Universitaria di Medicina e Chirurgia dove viene a contatto con la sofferenza umana, con la devastazione portata al corpo dalla malattia, con un’attenzione sempre più rivolta all’anima di chi gli sta di fronte.

1990: iniziano le esperienze espositive, gratificate sia da un soddisfacente successo di pubblico che dal tenore delle recensioni critiche, avuti nel corso di mostre collettive nell’hinterland milanese. Collabora con il gruppo artistico Vimodronese con l’intento di aprire uno spazio che funzioni da punto d’incontro per giovani che volessero avvicinarsi al mondo dell’arte. Questi ulteriori sviluppi porteranno ad un conflitto tra ispirazione artistica, necessità della vita ed interesse per la professione medica.

2003: un evento chiave: un incendio nella propria abitazione distruggerà gran parte delle sue opere; questo momento così delicato e drammatico è fondamentale per decifrare la svolta artistica che ne seguirà. Da allora Domenico Palumbo “non riuscirà più”, né in seguito “vorrà più”, dipingere su superfici solide quali tele, faesite, legno. L’artista dipingerà esclusivamente su carta, fotografando immediatamente dopo la propria realizzazione, in un lacerante impegno con sé stesso di non perdere la propria creatura. Egli conserverà il prodotto finale come file informatico, distruggendo in prima persona il disegno originale, in una sorta sfida con il destino.

2007: è l’anno della morte di Camilla Piaggio compagna di vita e musa ispiratrice. Dalla sofferenza indicibile per questa perdita inusitata, scaturisce la forza e la volontà di dare forma concreta, visibile sia agli occhi che all’anima, al cammino d’amore e d’arte intrapreso con la propria compagna.

Il libro-catalogo “Il dono dell’anima” è il coraggioso, ma anche dovuto, lavoro che l’artista concepisce a testimonianza del suo amore per Camilla e l’arte. L’ultima pagina è rappresentata da “Uscita di sicurezza con formiche” che, chiude il libro, ma apre il nuovo capitolo espressivo e visionario di Palumbo, che eleva gli insetti come gli unici in grado di intuire una via di fuga, un’uscita di sicurezza attraverso la quale andare in una dimensione diversa e sconosciuta; a differenza degli uomini immersi in un vortice di ansie, dubbi e paure incapaci di orientarsi avendo smarrito il senso ultimo della propria esistenza.

Novembre 2008: notificato il manifesto che pone le basi ideologiche della sua comunicazione esterna.

Dicembre 2008: presentazione del libro-catalogo “Il dono dell’anima” presso la Ex Sala Civica di Brembate.

2009: nasce il sodalizio con Publionda (azienda con sede è a Trezzo sull’Adda che da oltre 30 anni si occupa di pubblicità esterna, sviluppando specifiche competenze nella comunicazione in gergo definita outdoor) per “l’occupazione” degli spazi dedicati alla comunicazione esterna che danno vita alle prime INSTALLAZIONI CROMATICHE.


Manifesto

"È necessario cercare di svincolarsi da spazi ristretti, asfittici, poco fruibili e a pochi accessibili. L’arte deve essere a disposizione di molti se non di tutti. Con questo obiettivo l’artista deve cercare nuove strade comunicative trascendendo l’usuale e vetusto concetto di “area espositiva”. L’esposizione trova oggi nuovi spazi: il mondo stesso. L’artista deve cavalcare la propria contemporaneità e quindi, oggi, utilizzare i canali della pubblicità stradale. La pubblicità stradale può essere considerata l’estensione sociale per eccellenza dell’elitaria e convenzionale galleria d’arte. L’arte diviene così ricchezza della comunità, a disposizione di tutti. Non è necessario essere eruditi d’arte: il messaggio raggiungerà quanti in grado di osservare ed utilizzare le proprie sensibilità percettive come chiave di lettura personale. L’emozione derivante aprirà il nuovo canale comunicativo fra l’artista e l’osservatore, per quanto occasionale esso possa essere. Nell’era della globalizzazione, l’artista è contemporaneo solo se in grado di utilizzare tutti i mezzi che la scienza propone, gestendoli con tecniche proprie e finalizzandoli alla produzione artistica più consona alla propria idea di comunicazione. In questo contesto il “quadro”, sino ad oggi opera finale dell’artista, diviene concettualmente solo una tappa nel processo creativo/comunicativo dell’artista: la rappresentazione del quadro diviene arte essa stessa, la pubblicità diviene arte essa stessa. Anche lo stesso cartello pubblicitario che riproduce un’opera dell’artista, devastato dalle intemperie, può divenire un’opera stessa. Quindi, ecco che anche il concetto di proprietà muta: l’artista perde la proprietà dell’opera originaria essendo divenuta essa stessa non un arrivo ma solo una tappa di passaggio.

DOMENICO PALUMBO 6 novembre 2008"

Tecnica

La tecnica che l’artista predilige, in quest’ultima fase creativa, è quella del ritaglio di profili e sagome (spesso, insetti) posti e talora sovrapposti, attraverso dei collage manuali o digitali, su sfondi realizzati utilizzando la macchina fotografica digitale. Successivamente, attraverso la modulazione dell’intensità della luce e della saturazione del colore, l’artista crea “forti” ed “intensi” cromatismi ricchi di espressività e dinamicità. Questa tecnica, delicata nei materiali e negli equilibri, trasferisce all’osservatore una sorta di fragilità percettiva sul mondo in cui l’uomo vive. Da queste elaborazioni cromatiche prendono forma gli universi fantastici in cui si muove Domenico Palumbo. Il passaggio successivo è la stampa in maxi formato con tecnologia digitale inkjet su supporti quali il PVC ed il Policarbonato a seconda dello spazio disponibile. Una volta installata, attraverso l’interazione con i diversi agenti atmosferici, inizia la vita dell’opera che evolve con il tempo di permanenza espositiva.

Sito web

http://www.comunitarte.com

Poetica

"L’arte deve essere a disposizione di molti se non di tutti. La pubblicità stradale può essere considerata in questo caso l’estensione per eccellenza dell’elitaria e convenzionale galleria d’arte"Italic text