Costa Giacomo: differenze tra le versioni

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Giacomo Costa è un’ artista che analizza i comportamenti umani nei confronti dell’ambiente e ciò che questi hanno provocato nel corso degli anni. Purtroppo l’uomo è riuscito a rovinare lo spazio che ci circonda, senza tenere conto delle conseguenze irreversibili. Tale visione è comune a molti, ma non tutti riescono a vedere il disastro che l’uomo è riuscito a creare.<Br> Costa ha interpretato e documentato questa visione catastrofica con opere fotografiche, sfruttando le nuove tecnologie della grafica digitale e cinematografica. L’autore costruisce ambienti e strutture architettoniche a carattere fantascientifico e utopico. Egli riesce a fondere insieme elementi naturali e artificiali in un’unica struttura, molto realistica, che rappresenta il frutto delle azioni umane.<Br> Costa vuole raccontare un’altra realtà, una realtà nuova e peggiore, che ha preso il sopravvento su quella passata. Infatti l’artista unisce passato e presente al fine di creare una realtà futura, dove predominano l’urbanizzazione, il degrado e il cemento delle strutture. All’interno delle sue rappresentazioni ritroviamo spesso degli elementi ricorrenti come l’acqua, il ferro, la ruggine, la città, le dighe e la montagna, i quali vengono sfruttati come componenti scenografiche o soggetti principali.<Br>[[File:Aqua_3.jpg|right|frame|Acqua]]<Br>  Tali elementi nascono dall’immaginario dell’artista e sta a lui collocarli, in base all’importanza che vuole dargli, all’interno delle sue opere, cercando di offrire spunti di riflessione e ampliare l’interpretazione dell’interlocutore.<Br> Da un punto di vista oggettivo si ha la contaminazione tra natura e ambiente urbano, nel quale prendono forza le architetture, sovrastando gli armoniosi paesaggi bucolici. Grazie alle sue capacità tecniche, utilizzando i software della grafica, Costa riesce a realizzare scenari apocalittici in cui il cemento ha il sopravvento sulla natura e l’uomo ne è al di fuori, non compare mai all’interno della scena. Questo perché l’artista non ha un buon giudizio sull’essere umano, egli sostiene che:<< ''Sia la città a rappresentare le persone, in quanto sono loro che hanno creato l’ambiente in cui vivono'' >><ref>Giacomo Costa, TalkingArt Voci del contemporaneo,http://youtu.be/1Eyz8S4NSKo</ref>.<Br> Gli ambienti che vengono creati vanno oltre l’immaginario, ci sono tagli prospettici particolari, colori cupi e le strutture sembrano a dir poco impossibili, ma per quanto lo siano, Costa riesce a farli sembrare veri, come se costruisse un mondo fantascientifico e apocalittico. Le immagini che ci vengono proposte dall’artista rimandano ad una concezione di civiltà in rovina, quale è la nostra e alla fragilità del mondo. Le forme architettoniche sono pilotate dalla fantasia, senza porsi limiti razionali sulla loro costruzione e Costa cura meticolosamente ogni dettaglio, affinché queste possano sembrare reali.<Br> L’immaginazione dell’artista viene guidata da un certo pessimismo, quindi gli scenari fotografici proiettano uno sguardo negativo sul mondo, però sempre rigorosamente corretto a livello compositivo. Lo stesso Costa, in un’intervista, ''afferma di creare universi impossibili e realtà oltre l’immaginario, in quanto la sua visione del mondo è filtrata dalla televisione e da internet. Perciò la sua realtà è vista da un occhio falso, cioè velato da una comunicazione mediatica, influenzata dalla politica e dall’economia''<ref> Giacomo Costa, TalkingArt Voci del contemporaneo,http://youtu.be/1Eyz8S4NSKo</ref>.<Br>  
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Giacomo Costa è un artista che analizza i comportamenti umani nei confronti dell’ambiente e ciò che questi hanno provocato nel corso degli anni. Purtroppo l’uomo è riuscito a rovinare lo spazio che ci circonda, senza tenere conto delle conseguenze irreversibili. Tale visione è comune a molti, ma non tutti riescono a vedere il disastro che l’uomo è riuscito a creare.<Br> Costa ha interpretato e documentato questa visione catastrofica con opere fotografiche, sfruttando le nuove tecnologie della grafica digitale e cinematografica. L’autore costruisce ambienti e strutture architettoniche a carattere fantascientifico e utopico. Egli riesce a fondere insieme elementi naturali e artificiali in un’unica struttura, molto realistica, che rappresenta il frutto delle azioni umane.<Br> Costa vuole raccontare un’altra realtà, una realtà nuova e peggiore, che ha preso il sopravvento su quella passata. Infatti l’artista unisce passato e presente al fine di creare una realtà futura, dove predominano l’urbanizzazione, il degrado e il cemento delle strutture. All’interno delle sue rappresentazioni ritroviamo spesso degli elementi ricorrenti come l’acqua, il ferro, la ruggine, la città, le dighe e la montagna, i quali vengono sfruttati come componenti scenografiche o soggetti principali.<Br>[[File:Aqua_3.jpg|right|frame|Acqua]]<Br>  Tali elementi nascono dall’immaginario dell’artista e sta a lui collocarli, in base all’importanza che vuole dargli, all’interno delle sue opere, cercando di offrire spunti di riflessione e ampliare l’interpretazione dell’interlocutore.<Br> Da un punto di vista oggettivo si ha la contaminazione tra natura e ambiente urbano, nel quale prendono forza le architetture, sovrastando gli armoniosi paesaggi bucolici. Grazie alle sue capacità tecniche, utilizzando i software della grafica, Costa riesce a realizzare scenari apocalittici in cui il cemento ha il sopravvento sulla natura e l’uomo ne è al di fuori, non compare mai all’interno della scena. Questo perché l’artista non ha un buon giudizio sull’essere umano, egli sostiene che:<< ''Sia la città a rappresentare le persone, in quanto sono loro che hanno creato l’ambiente in cui vivono'' >><ref>Giacomo Costa, TalkingArt Voci del contemporaneo,http://youtu.be/1Eyz8S4NSKo</ref>.<Br> Gli ambienti che vengono creati vanno oltre l’immaginario, ci sono tagli prospettici particolari, colori cupi e le strutture sembrano a dir poco impossibili, ma per quanto lo siano, Costa riesce a farli sembrare veri, come se costruisse un mondo fantascientifico e apocalittico. Le immagini che ci vengono proposte dall’artista rimandano ad una concezione di civiltà in rovina, quale è la nostra e alla fragilità del mondo. Le forme architettoniche sono pilotate dalla fantasia, senza porsi limiti razionali sulla loro costruzione e Costa cura meticolosamente ogni dettaglio, affinché queste possano sembrare reali.<Br> L’immaginazione dell’artista viene guidata da un certo pessimismo, quindi gli scenari fotografici proiettano uno sguardo negativo sul mondo, però sempre rigorosamente corretto a livello compositivo. Lo stesso Costa, in un’intervista, ''afferma di creare universi impossibili e realtà oltre l’immaginario, in quanto la sua visione del mondo è filtrata dalla televisione e da internet. Perciò la sua realtà è vista da un occhio falso, cioè velato da una comunicazione mediatica, influenzata dalla politica e dall’economia''<ref> Giacomo Costa, TalkingArt Voci del contemporaneo,http://youtu.be/1Eyz8S4NSKo</ref>.<Br>  
 
Nella mostra di Bologna, Costa espone il progetto “Traces” con immagini di paesaggi distrutti dall’uomo, dal suo comportamento irresponsabile nei confronti dell’ambiente. In questo progetto Costa introduce l’utilizzo della parola, che di solito non compare nei suoi lavori. L’entrata di questo nuovo elemento è il segno della consapevolezza dell’uomo, dei suoi atti volti alla distruzione. L’uomo ormai cosciente del danno fatto cerca di lasciare una testimonianza dei gesti più significativi, che hanno fatto la storia dell’uomo, ai futuri abitanti della Terra. Perciò la parola viene lasciata per altri come simbolo dei grandi successi compiuti dalla precedente generazione.
 
Nella mostra di Bologna, Costa espone il progetto “Traces” con immagini di paesaggi distrutti dall’uomo, dal suo comportamento irresponsabile nei confronti dell’ambiente. In questo progetto Costa introduce l’utilizzo della parola, che di solito non compare nei suoi lavori. L’entrata di questo nuovo elemento è il segno della consapevolezza dell’uomo, dei suoi atti volti alla distruzione. L’uomo ormai cosciente del danno fatto cerca di lasciare una testimonianza dei gesti più significativi, che hanno fatto la storia dell’uomo, ai futuri abitanti della Terra. Perciò la parola viene lasciata per altri come simbolo dei grandi successi compiuti dalla precedente generazione.
  

Versione attuale delle 00:16, 4 Gen 2015

Costa Giacomo nasce nel 1970 a Firenze, inizia gli studi al Liceo Classico, che poi lascerà per dedicarsi all'attività di motocrossista e in seguito si appassionerà totalmente alla fotografia. Nel corso degli anni vedremo come il suo genere fotografico muterà e arriverà a quello che oggi è il suo mondo.

Giacomo Costa

Cognome Nome / Pseudonimo / Denominazione:

Costa Giacomo

Biografia:

Giacomo Costa nasce nell’Ottobre del 1970 a Firenze. Studia al Liceo Classico, che poi lascerà per dedicarsi all’attività di motocrossista. Più tardi si innamorerà dell’alpinismo e degli ambienti di montagna, trasferendosi da Firenze a Courmayeur. Qui inizia a fotografare lo scenario alpino che lo circonda, cogliendone gli aspetti più interessanti, le luci, i colori e le forme.
Chiamato dal servizio civile, è costretto a tornare a Firenze, dove per lui si prospetterà un periodo di profonda crisi, che poi supererà.
Inizialmente Costa comincia a fare i suoi primi esperimenti fotografici con la Polaroid, dedicandosi proprio allo studio di sé stesso. Realizza molti scatti di autoritratti, ricercando, attraverso travestimenti ambigui, la propria sessualità e personalità, che in quel periodo non erano molto chiari.
Più tardi il suo linguaggio fotografico si evolve, grazie all'incontro col fotografo spagnolo Richard Nieto, egli imparerà una nuova tecnica di illuminazione per realizzare particolari effetti di luci sui soggetti, che gli sarà utile anche per le foto di alcune copertine di CD musicali.
Con questa nuova tecnica realizza una serie di fotografie sul corpo umano, chiamate "Frammenti n°1-4", che segnano l'inizio di una lunga ricerca su questo tema. L'incontro con Maria Luisa Frisa permette a Costa di presentare tale lavoro alla mostra "Equinozio d'Autunno" al Castello di Rivara di Franz Paludetto.
Costa si distacca dalla fotografia commerciale per iniziare la sua ricerca nel mondo artistico, dove incontrerà il gallerista M. Margiacchi di Arezzo, con cui collaborerà, ottenendo la sua prima mostra personale. Inizialmente continua a sperimentare le sue tecniche fotografiche con la Polaroid, riuscendo a esporre le opere alla fiera di Bologna e ad una mostra al Trevi Flash Art Museum.
In seguito, Costa scopre le tecniche digitali iniziando la costruzione del suo mondo artistico, dal quale usciranno fuori paesaggi e costruzioni urbane dall'aspetto fantascientifico. Le prime opere digitali fanno parte del ciclo degli “Agglomerati”. Queste vengono esposte a Siracusa, grazie all'incontro col critico Demetrio Paparoni, nella collezione permanente della Galleria Civica di arte contemporanea e alla mostra del “Cyberealismo”, grazie all'incontro con Davide Faccioli della galleria Photology.
Il grande successo, ottenuto alle mostre di Londra e Milano, convincerà Photology ad iniziare una collaborazione e promozione dell'artista all'estero e in Italia. Costa partecipa alla Biennale di fotografia di Torino, alla Quadriennale di Roma, alla X Biennale dell'architettura di Venezia e realizza il sipario al teatro della Pergola di Firenze per uno spettacolo di P. Maccarinelli.
Con i risultati ottenuti alla fiera di Chicago, Costa riesce ad avere due mostre personali: alla Galleria Nocode e alla Galleria di New Orlans di Arthur Roger. Due degli scatti, raffiguranti gli orizzonti fotografati dall'artista, proposti per la galleria di Roger verranno situati uno al museo di New Orlans e l'altro al museo di Huston.
Tali foto vengono esposte anche a Milano ad una mostra personale di Costa, in contemporanea ad un'altra personale "Land e Scape" presso la Galleria Lawrence Miller di New York.
Nel 2001 Costa partecipa al Premio Cairo, dove vengono invitati e premiati i nuovi artisti italiani emergenti, mentre nel 2002 collabora con Sergio Tossi alla mostra "Megàlopolis". Successivamente inizierà una collaborazione con Guidi&Shoen con la mostra di "City and Scapes" per poi presentare la personale "Atti Metropolitani", un ciclo che si divide in una seconda parte chiamata "Cyber-Cities", che gli permetterà una collaborazione con la galleria lussemburghese Clairefontaine.
Nel 2007 Costa presenta un progetto sugli "Atti" per Cphoto Action, esponendo da Phillips De Pury a New York.
Nel 2010 espone a Sidney, poi in Germania, a New Orleans, New York e molte sue opere sono stabili al Museo Pecci di Prato e al Centre Pompidou di Parigi. Oltre alla partecipazione ad importanti mostre internazionali Costa continua a coltivare le sue passioni, come il motociclismo, la barca a vela, il giardinaggio e inizia a fare soccorso all’autodromo del Mugello. Nel 2009 viene scritto “The Chronicles of Time”, che raccoglie lo studio, di dodici anni, sulla città, osservata dal punto di vista metaforico di Costa, dal quale riesce a trarre ispirazione per creare i suoi mondi intrisi di arte e scienze naturali.

Sito web:

http://www.giacomocosta.com

Poetica:

Giacomo Costa è un artista che analizza i comportamenti umani nei confronti dell’ambiente e ciò che questi hanno provocato nel corso degli anni. Purtroppo l’uomo è riuscito a rovinare lo spazio che ci circonda, senza tenere conto delle conseguenze irreversibili. Tale visione è comune a molti, ma non tutti riescono a vedere il disastro che l’uomo è riuscito a creare.
Costa ha interpretato e documentato questa visione catastrofica con opere fotografiche, sfruttando le nuove tecnologie della grafica digitale e cinematografica. L’autore costruisce ambienti e strutture architettoniche a carattere fantascientifico e utopico. Egli riesce a fondere insieme elementi naturali e artificiali in un’unica struttura, molto realistica, che rappresenta il frutto delle azioni umane.
Costa vuole raccontare un’altra realtà, una realtà nuova e peggiore, che ha preso il sopravvento su quella passata. Infatti l’artista unisce passato e presente al fine di creare una realtà futura, dove predominano l’urbanizzazione, il degrado e il cemento delle strutture. All’interno delle sue rappresentazioni ritroviamo spesso degli elementi ricorrenti come l’acqua, il ferro, la ruggine, la città, le dighe e la montagna, i quali vengono sfruttati come componenti scenografiche o soggetti principali.
Acqua

Tali elementi nascono dall’immaginario dell’artista e sta a lui collocarli, in base all’importanza che vuole dargli, all’interno delle sue opere, cercando di offrire spunti di riflessione e ampliare l’interpretazione dell’interlocutore.
Da un punto di vista oggettivo si ha la contaminazione tra natura e ambiente urbano, nel quale prendono forza le architetture, sovrastando gli armoniosi paesaggi bucolici. Grazie alle sue capacità tecniche, utilizzando i software della grafica, Costa riesce a realizzare scenari apocalittici in cui il cemento ha il sopravvento sulla natura e l’uomo ne è al di fuori, non compare mai all’interno della scena. Questo perché l’artista non ha un buon giudizio sull’essere umano, egli sostiene che:<< Sia la città a rappresentare le persone, in quanto sono loro che hanno creato l’ambiente in cui vivono >>[1].
Gli ambienti che vengono creati vanno oltre l’immaginario, ci sono tagli prospettici particolari, colori cupi e le strutture sembrano a dir poco impossibili, ma per quanto lo siano, Costa riesce a farli sembrare veri, come se costruisse un mondo fantascientifico e apocalittico. Le immagini che ci vengono proposte dall’artista rimandano ad una concezione di civiltà in rovina, quale è la nostra e alla fragilità del mondo. Le forme architettoniche sono pilotate dalla fantasia, senza porsi limiti razionali sulla loro costruzione e Costa cura meticolosamente ogni dettaglio, affinché queste possano sembrare reali.
L’immaginazione dell’artista viene guidata da un certo pessimismo, quindi gli scenari fotografici proiettano uno sguardo negativo sul mondo, però sempre rigorosamente corretto a livello compositivo. Lo stesso Costa, in un’intervista, afferma di creare universi impossibili e realtà oltre l’immaginario, in quanto la sua visione del mondo è filtrata dalla televisione e da internet. Perciò la sua realtà è vista da un occhio falso, cioè velato da una comunicazione mediatica, influenzata dalla politica e dall’economia[2].

Nella mostra di Bologna, Costa espone il progetto “Traces” con immagini di paesaggi distrutti dall’uomo, dal suo comportamento irresponsabile nei confronti dell’ambiente. In questo progetto Costa introduce l’utilizzo della parola, che di solito non compare nei suoi lavori. L’entrata di questo nuovo elemento è il segno della consapevolezza dell’uomo, dei suoi atti volti alla distruzione. L’uomo ormai cosciente del danno fatto cerca di lasciare una testimonianza dei gesti più significativi, che hanno fatto la storia dell’uomo, ai futuri abitanti della Terra. Perciò la parola viene lasciata per altri come simbolo dei grandi successi compiuti dalla precedente generazione.

Opere:

  • “Agglomerati” 1995/96/97
  • “Strutture” 1997
  • “Palazzi” 1997
  • “Paesaggi” 1997
  • “Archi” 1998
  • “Architetture fuori controllo” 1999
  • “Video stills” 1999
  • “Quadri” 1999
  • “Orizzonti” 1999
  • “Muraglie” 1999
  • “Cortile interno” 1999
  • “Volumi” 2000
  • “Complessi” 2000
  • “Particolari” 2001
  • “Megalopoli” 2002
  • “Prospettive” 2003
  • “Scene” 2004
  • “Vedute” 2005/06
  • “Atti” 2006/07
  • “Point of view” 2007
  • “Fusioni” 2007
  • “Acqua” 2007/08
  • “Secret gardens” 2008
  • “Persistenze” 2008
  • “Costruzioni” 2008
  • “Consistenze” 2008
  • “Private gardens” 2009
  • “Gardens” 2009
  • “Community garden” 2009
  • “Plants” 2010
  • “Metaballs” 2010
  • “Arene” 2010
  • “Interiors” 2011
  • “Landscapes” 2012/13
  • “Traces” 2013
  • “Grounds” 2013

Elenco esposizioni (anno, titolo, curatela, luogo, città):

Espozioni personali:

  • “Personale”, Galleria Marsilio Margiacchi, Arezzo, Marzo 1997
  • “Personale”, Galleria Guido Allori, Figline v.no, Maggio 1998
  • “Architectures”, Photology, Londra, Gennaio 1999
  • “Architetture fuori controllo”, Galleria no code, Bologna, Gennaio 1999
  • “Land(e)scape”, Laurence Miller Gallery, New York, Gennaio 2000
  • “Megàlopolìs”, Sergio Tossi,curata da Gianluca Marziani, Firenze, Ottobre 2002
  • “City(end)Scapes”, Guidi&Schoen, curata da Maurizio Sciaccaluga, Genova, Settembre 2003
  • “Matteo Basilé - Giacomo Costa”, Dépot, Merate, Marzo 2004
  • “Passages”, Quarter, curata da Sergio Risaliti e Pietro Gaglianò, Firenze, Marzo 2005
  • “Atti Metropolitani” Guidi&Schoen, Genova, Ottobre 2006
  • “Cyber cities”, Galerie Clairefontaine, Lussemburgo, Novembre 2006
  • “Secret garden” guidi&schoen, Genova, Marzo 2008
  • “The chronicles of time”, galerie clairefontaine, Lussemburgo, Marzo 2009
  • “Postnatural”, fuori salone, Idea Store, Milano, Marzo 2010
  • “Arene”, Dominik Mersch Gallery, Sydney, Agosto 2010
  • “Post natural”, Galerie Voss, Düsseldorf, Aprile 2011
  • “Imagine earth”, Hangaram Art Museum, Seoul, Giugno 2011
  • “Private garden”, Cavallerizza reale, Torino, Settebre 2011
  • “Landscape 2012”, Guidi&Schoen, Genova, Marzo 2012
  • “Giacomo costa”, Clara Pacifico Natoli & Stefane Mascarenhas, Principato di Monaco, Marzo 2012
  • “Visioni Apocrife”, Smart, Roma, Ottobre 2013
  • “Clouds” Leopold Museum Wien, 2013
  • “Giacomo Costa” Principauté de Monaco, 2013
  • “Lecture” Iulm Roma e Saturn Store di Firenze, 2013
  • “Trilogia della rivoluzione”, spazio cubo, Bologna, Gennaio 2014
  • “Traces” Bologna | Cubo centro Unipol Bologna-spazio arte, 2014
  • “Art Karlruhe”, Galerie Clairefontaine, Karlruhe, Marzo 2014


Esposizioni collettive:

  • “Equinozio d’Autunno” Castello di Rivara, Rivara, Settembre 1994
  • “Premio Trevi Flash Art Museum”, Palazzo Lucarini, Trevi, Febbraio 1996
  • “Collez. permanente Gall. Civica d'Arte Contemporanea”, Siracusa, Ottobre 1997
  • “Cyber-realismo”, Photology, Londra, Dicembre 1997
  • “Futurshow”, Bologna, Aprile 1998
  • “Blue”, Cineplex, curata da L. Pratesi- P. Magni, Genova, Maggio 1998
  • “Summershow”, Fluirart, New York, Settembre 1998
  • “Nuovo Paesaggio Italiano”, Spazio Consolo, curata da M. G. Torri, Milano, Dicembre 1998
  • “Alta Definizione”, Centrale Montemartini, curata da L. Pratesi, Roma, Febbraio 1999
  • “Effetto Notte”, Napoli Sotterranea, curata da L. Pratesi - P. Magni, Napoli, Maggio 1999
  • “XIII Quadriennale di Roma”, Palazzo delle Esposizioni, Roma, Giugno 1999
  • “VIII Biennale Internaz. di Fotografia”, Palazzo Bricherasio, curata da D. Curti, Torino, Settembre 1999
  • “Art Beat 2”, Acquario romano, curata da L. Pratesi-E. Nobile Mino, Roma, Giugno 2000
  • “Alternative Realities”, Laurence Miller Gallery, New York, Luglio 2000
  • “Photography Now”, Contemporary Art Center, curata da D. Rubin, New Orleans, Luglio 2000
  • “Ipernatura”, Grottammare, curata da G. Marziani, Ascoli, Giugno 2001
  • “Fotografias e Videos”, Banco do Brasil, Rio de Janeiro, Luglio 2001
  • “Premio Cair”, La Posteria, Milano, Novembre 2001
  • “Spaesaggi”, Arte e Ricambi, Verona, Febbraio 2002
  • “Future Visioni”, Museo Provinciale, curata da F. Naldi,Potenza, Maggio 2002
  • “Mountain Wa”, Palazzo Frisacco, curata da S. Zannier, Tolmezzo, Settembre 2002
  • “42° Premio Suzzara”, Gall. Civica di Arte Contemporanea, curata da M. Corgnati, Suzzara, Settembre 2002
  • “I Luoghi Invisibili”, Photology, Milano, Settembre 2002
  • “Alto Impatto Ambientale”, Chiostri S.Domenico, curata da M. Paderni, Reggio Emilia, Gennaio 2003
  • “Città”, Galleria Forni, curata da A. Riva, Milano, Marzo 2003
  • “Italian Six”, Barbara Davis Gallery, Houston, Marzo 2003
  • “Mito Contemporaneo”, Basilica Palladiana, curata da M. Sciaccaluga-B. Buscaroli, Vicenza, Maggio 2003
  • “Young Italian Genome”, Buia Gallery, curata da G. Marziani, New York, Maggio 2003
  • “In Faccia al Mondo”, Museo di Villa Croce, curata da M. Fochessati, Genova, Giugno 2003
  • “XXXVI Premio Vasto”, Musei Civici di Palazzo d’Avalos, curata da L. Canova, Vasto, Luglio 2003
  • “Futuro Italiano”, Parlamento Europeo, curata daL. Canova, Bruxelles, Settembre 2003
  • “Anteprima XIV Quadriennale”, Promotrice delle Belle Arti, Torino, Gennaio 2004
  • “Concrete”, Roberta Lietti Arte Contemporanea, curata da E. Cravagniuolo - P. Noè, Como, Aprile 2004
  • “Medioevo Prossimo Venturo”, Palazzo Pretorio, curata da M. Sciaccaluga, Certaldo, Maggio 2004
  • “Col Segno di Poi”, Palazzo Pitti, curata da A. Amonaci, Firenze, Settembre 2004
  • “Baciamo le mani/Wilkommen”, Kunsthaus Tacheles-Neue Galerie, Berlino, Aprile 2005
  • “Premio Fabbri”, Fondazione del Monte, curata da M. Sciaccaluga, Bologna, Maggio 2005
  • “Padiglione Italia Out of Biennale”, Trevi Flash Art Museum, curata da M. Sciaccaluga, Trevi, Ottobre 2005
  • “Triptyque”, Galleria Forni, Angers, Ottobre 2005
  • “La città che sale”, S. Agostino, curata da S. Raimondi, Bergamo, Ottobre 2005
  • “Come la neve al mare”, Guidi&Schoen, curata da L. Beatrice, Genova, Dicembre 2005
  • “Townloading”, Sergio Tossi Arte Contemporanea, Firenze, Aprile 2006
  • “Photomeetings”, Abbaye de Neumunster, Lussemburgo, Giugno 2006
  • “Suoni e Visioni”, Museo di Villa Croce, Genova, Luglio 2006
  • “X Biennale dell'Architettura di Venezia”, Padiglione Italia, Venezia, Settembre 2006
  • “Peintres de la vie moderne”, Centre Pompidou, Parigi, Settembre 2006
  • “Anima Digitale”, Fortezza da Basso, curata da V. Dehò, Firenze, Dicembre 2006
  • “arTerritory”, Centrale Montemartini, curata da D. Lora, Roma, Dicembre 2006
  • “Is There Anybody Out There?” LjpanjePuntin, Trieste, Gennaio 2007
  • “Blue Stag”, Galerie Clairefontaine, Lussemburgo, Marzo 2007
  • “Art Italien”, Marlborough Gallery, Monaco, Gennaio 2008
  • “53° Biennale di Venezia” Padiglione Italia, Venezia, Giugno 2009
  • “Festival della Creatività”, Fortezza da Basso, Firenze, Ottobre 2009
  • “Digital Brain”, ArtAndGallery, Milano, Aprile 2010
  • “Fernweh”, Galerie Clairefontaine, Lussemburgo, Giugno 2010
  • “Ostrale ‘010”, Dresden, Agosto 2010
  • “La Costante Cosmologica”, Fondazione Rocco Guglielmo, curata da G. Marziani, Catanzaro, Febbraio 2011
  • “Hyper-Realistic”, Dominik Mersch Gallery, Sydney, Marzo 2011
  • “C Action Photo Virus”, Langhans Galerie, Praga, Marzo 2011
  • “A Five Year Gallery Anniversary Exhibition”, Dominik Mersch Gallery, Sydney Gennaio 2012
  • “Il Fuoco della Natura”, Salone degli Incanti, Trieste, Febbraio 2012
  • “Avesta Art 2012”, Avesta, Svezia, Giugno 2012
  • “Clouds Fleeting Worlds”, Leopold Museum, Vienna, Marzo 2013
  • “Turn on the bright lights”, Guidi&Schoen, Genova, Ottobre 2013
  • “25 Years”, Galerie Clairefontaine, Lussemburgo, Novembre 2013
  • “No Place Like Home”, UQ Art Museum, Brisbane, Marzo 2014

File multimediali:

Video:

Audio:

Altro:

Augmented reality:

Latitudine: 43.7731625

Longitudine: 11.2697448,18

Link verso portali di augmented reality

Bibliografia:

  • The Chronicles of Time, Damiani editore, testi di Norman Foster e Luca Beatrice, 2009
  • Wolken, Hatje Cantz Verlag, 2013
  • Padiglione Italia,Silvana Editoriale, L.Beatrice e B.Buscaroli, , 2009
  • Architecture Now, Philip Jodidio, Taschen, 2008
  • CPhoto Magazine, Ivory Press, N.5, London, 2007
  • CPhoto Magazine, Ivory Press, N.3, London, 2007
  • Sound&Vision, Damiani Editore, Luca Beatrice, 2006
  • XIV Quadriennale, Roma-Torino (catalogo), 2004
  • Enciclopedia dell'arte Zanichelli, Zanichelli, Milano, 2004
  • L'arte del novecento, Giunti, 2003
  • Photography Now, Contemporary Art Center, New Orleans (catalogo)
  • Land(E)Scape, Edizioni Photology, Milano
  • VIII Biennale Internazionale di Fotografia, Torino (catalogo)
  • XIII Quadriennale, Roma (catalogo),

Webliografia:

Note:


  1. Giacomo Costa, TalkingArt Voci del contemporaneo,http://youtu.be/1Eyz8S4NSKo
  2. Giacomo Costa, TalkingArt Voci del contemporaneo,http://youtu.be/1Eyz8S4NSKo

Tipo di scheda:

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Arte digitale

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