Curating and conserving new media

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Rae Huffman Kathy

Autore

Rae Huffman Kathy

Tratto da

http://www.heise.de/tp/english/pop/event_2/4114/1.html

Titolo Originale

Curating and conserving new media

Traduzione di

Clelia Corda

Anno

28.06.1998

Titolo

SINOSSI

Nel 1998 il Banff Centre for the Arts ha ospitato una conferenza internazionale, lanciando il messaggio che per i rappresentanti delle maggiori istituzioni era giunto il momento di incontrare un gruppo di networkers (artisti, produttori, finanziatori, programmatori e distributori) provenienti da tutto il mondo. Durante la conferenza, i membri del gruppo - riunito da Sara Diamond, direttore artistico del Dipartimento di Media e Arti Visive e produttore esecutivo per Television and New Media presso il Banff Centre - hanno avuto modo di discutere dei problemi relativi alla gestione, conservazione e produzione sia dei nuovi media che della Net.art, concentrandosi in particolare sulla questione della necessità di una teoria critica concernente tali temi.



Artisti e curatori discutono di "gestione"

Il Banff Centre for the Arts, situato nella zona delle Montagne Rocciose dell'Alberta, in Canada, è stato nell'ultimo decennio un centro produttivo ed espositivo, nonchè una delle principali sedi per la trattazione di temi legati alla cyber art, alla virtual reality ed all'arte dei nuovi media.

La conferenza "Gestione e conservazione dei nuovi media" - svoltasi tra il 25 e il 30 maggio 1998 - si è sviluppata intorno al tema della gestione dell'ambiente online, un tema caldo, spesso discusso in modo informale tra gli artisti o nel corso di riunioni di famiglia della Net.community, tema che ha assunto maggiore importanza negli ultimi anni, man mano che istituzioni ufficiali, musei ed enti pubblici operanti nel settore artistico si sono stabiliti nel World Wide Web.

Il paradosso è che molti degli artisti che hanno istituito siti web legati all'arte sono in effetti diventati organizzatori di Net.galleries e redattori di riviste online, boicottando così il sistema dell'arte contemporanea, che in genere non riconosce Internet come un ambiente artistico degno di considerazione.

Nell'ambito di tale evoluzione, la Net.community ha creato le proprie gerarchie e le proprie Net.cliques, vale a dire dei gruppi che non solo si incontrano regolarmente online, ma che si riuniscono anche in occasione di congressi, mostre e festival sull'arte nei media.

Ora, all'inizio della fase meno euforica di Internet come Arte, il fatto che chiunque possa definirsi un Net.artist contrasta con la pratica che da lungo tempo tenta di mantenere delle linee di demarcazione. Lo stesso fatto, tuttavia, ha evidenziato come l'enorme quantità di pagine web che si presentano come arte siano in realtà una forma di auto-promozione di artisti o istituzioni, e che, nella maggioranza dei casi, la rappresentazione dell'arte che si trova online rispecchia l'arte al di fuori del WWW.

Già nelle fasi iniziali della conferenza, i partecipanti si sono trovati d'accordo nel dire che i nuovi media non sono una versione digitale di arti tradizionali come la pittura, nè un rimaneggiamento delle Media Arts (video, computer e performance art). Non a caso, i temi al centro della discussione e del workshop sono stati quelli connessi alla Net.art, vale a dire la multimedialità, la convergenza di nuove pratiche comunicative, e il modo in cui vengono create nuove forme d'arte sul web.


Esercizi di gestione per la Net.art

Sara Diamond











Sara Diamond durante tutta la settimana di svolgimento della conferenza ha condotto una serie di riunioni (un workshop) finalizzate alla definizione dei principi di gestione della Net.art ed alla loro attuazione. Le discussioni, che si svolgevano giornalmente dalle 9.30 alle 18.30 all'interno dello studio televisivo del Banff Centre (privo di finestre), ed alle quali ha partecipato Su Ditta in veste di moderatrice, proseguivano fino a tarda notte ai tavolini del bar, di fronte al panorama delle vette rocciose canadesi. Le conclusioni sono state poi esposte ad un vasto pubblico di rappresentanti di istituzioni canadesi attive nel settore delle Media Arts parallele (o alternative).

Su Ditta, artista, curatrice indipendente ed ex-funzionario del Consiglio del Canada, ha spronato il gruppo dei partecipanti al workshop affinchè fossero sensibili ai temi politici, sociali ed intellettuali, senza affidarsi alla convinzione che le risposte ai nuovi problemi fossero da ricercare nelle Media Arts del passato.


Il grande interrogativo: cosa è la Net.art? e l'evoluzione del ruolo dei Net.artists

Alexei Shulgin and Vuk Cosic: Net.artists with Attitude











Che cosa è la Net.art - e cosa non è - e come può essere definita è stato uno dei primi punti in discussione. Tra gli esperti in creazione e presentazione della Net.art c'erano tre membri famosi della Net.mafia europea: Alexei Shulgin (da Mosca), Vuk Cosic (sloveno) e Heath Bunting (da Londra).

Ciascuno a suo modo, i tre hanno spiegato come lo scenario europeo della Net.art si sia evoluto rapidamente, e quanto i membri della Net.community siano legati tra loro, grazie soprattutto all'abbondanza di festival, mailing lists e progetti collaborativi. Tra le mailing lists citate ed analizzate dai tre esperti ci sono la 7-11 (che - ha spiegato Cosic - era una forma di Net.art collaborativa), la Nettime(una lista basata sulla Net.theory) e la Syndicate (una lista creata da V2 per mettere in contatto artisti dell'Est-Europa). Il progetto Refresh, creato nel 1996 da Shulgin e Cosic come un work in progress collaborativo, era aperto invece ad artisti di ogni provenienza, ciascuno dei quali contribuiva con una nuova immagine, che veniva aggiornata via via che c'erano nuove adesioni.

Shulgin, che istituì uno dei primi spazi adibiti a Net.gallery (The Moscow WWWArt Centre), riconobbe l'importanza di una simile iniziativa per la Net.community russa, sebbene in un secondo momento definì tale spazio un archivio e minacciò di cancellarlo dal web. A tal proposito, Shulgin ha spiegato al pubblico che tutto cominciò dal desiderio di un gruppo di amici di sfuggire alla realtà culturale repressiva e fortemente controllata che regnava a Mosca nel 1994, e che il gruppo era anche troppo consapevole della propria "importanza". Sebbene Shulgin non si consideri un curatore, ha ammesso con una certa cautela di essere un comunicatore, ed ha spiegato che la differenza sta nel fatto che online molte persone possono essere coinvolte e possono comunicare.


I musei si avvicinano a Internet

Il ruolo del museo nella Net.art è stato analizzato nel corso delle relazioni tenute da Barbara London, curatrice di Media Art presso il Museo d'Arte Moderna (MoMA) di New York, e da Carl Goodman, curatore presso il Museo Americano dell'Immagine in Movimento (AMMI) di Queens (nello stato di New York), ma anche da diversi artisti canadesi, ex-curatori di musei.

Barbara London in particolare (che al termine della conferenza ha intrapreso un viaggio in Russia con l'obiettivo di entrare in contatto con le organizzazioni e gli artisti dei nuovi media, ed ha creato un sito web dove ha ricostruito il viaggio) ha sollevato la questione della lunga tradizione che contraddistingue il MoMA, paragonandolo ad un anziano signore con molte abitudini e tradizioni noiose. Ha poi raccontato al pubblico di come c'era bisogno di raccogliere fondi per ogni progetto, ed ha esposto la sua idea sulla Net.art: la Net.art doveva essere oggetto d'interesse non solo per il suo dipartimento di video e nuovi media, ma anche per i curatori d'arte contemporanei, diventando sia un mezzo educativo utilizzabile dal museo, sia un tema centrale in ambito di gestione.

Carl Goodman, dal canto suo, ha spiegato che il Museo Americano dell'Immagine in Movimento è una nuova istituzione (attiva da solo dieci anni) che si occupa principalmente della storia del cinema e della televisione commerciale. Nella sua veste di curatore (Goodman è responsabile della sezione d'arte popolare) si è detto molto interessato ad introdurre Internet nei futuri programmi del museo, ed ha dato indicazioni su diverse conferenze promosse da musei su temi legati al web.


Il museo virtuale: due possibilità per il futuro dei musei online

Martin Schmitz, Van Gogh TV













La presenza dei musei online è stata delineata in due progetti che hanno dimostrato ciò che è ipotizzabile per il futuro. Il Virtual Museum System della TV Van Gogh, gestita da un collettivo di artisti di Amburgo, è stato presentato da Martin Schmitz. Dotato di una struttura per l'organizzazione dei dati basata sul VRML, il Virtual Museum System utilizza l'HTML e il VRML per la creazione di presentazioni in 3D e può essere adoperato dai curatori, dagli artisti e dal pubblico attraverso avanzate postazioni informatiche. L'esperienza consolidata della TV Van Gogh nell'ambito dell'interattività col pubblico e dei progetti di telecomunicazione (offline e in programmazione) si è rivelata estremamente utile nella progettazione e implementazione del Virtual Museum System.

David Plant, rappresentante della Silicon Valley North, ha illustrato il secondo progetto: il SGI Virtual Museum. Questo sistema, con i suoi 20 Terabyte di trashcan, fa, secondo Plant, "quasi tutto ciò che può esser fatto con la tecnologia digitale". Necessita di un Onyx Reality Engine per funzionare in tempo reale, ma permetterà di realizzare rappresentazioni minuziose delle opere d'arte originali, perfino a livello di interpretazione artistica. Plant ha dato poi una dimostrazione del funzionamento del sistema attraverso una documentazione video, ed ha mostrato come le opere d'arte possono diventare una sorta di setting per un'animazione e come si possono esaminare i temi trattati dagli artisti. Si pensa che per completare il SGI Virtual Museum, attualmente in fase di sperimentazione presso il British Museum, saranno necessari 20 anni (e 20 milioni di sterline), ma che alla fine sarà possibile connettere tra loro i maggiori musei d'Europa. La SGI (Silicon Graphics, Inc.) presenterà il progetto in occasione del 98SIGGRAPH a Orlando.

Il problema del finanziamento: festival, residenze, commissioni e altri progetti per la realizzazione di nuovi lavori


Tra i problemi discussi dagli artisti e dai relatori partecipanti alla conferenza, c'era anche quello relativo ai metodi con cui vengono realizzati i prodotti nell'ambito dei nuovi media, e in particolare della Net.art, ed al modo più innovativo di presentare tali prodotti in occasione di eventi internazionali. In molte presentazioni le residenze ed i festival sono stati citati come possibili soluzioni, ed il caso dell' annuale festival ISEA è stato discusso sia per la sua natura di organizzazione (ora con base a Montreal ed uno staff permanente di cinque persone) sia come occasione di mostre e dibattiti a livello internazionale.

Anche OSTrananie, così come il Festival Nouveau Cinema Montreal, e Ars Electronica sono stati citati come esempi di "luoghi" dove gli artisti possono non solo organizzare mostre dei loro lavori, ma anche trovare gli spazi per crearli. Sono stati inoltre analizzati il caso dei programmi di residenza presso il Banff Centre C3 a Budapest, e progetti come il Circuito Polare in Lapponia o le opere prodotte nel Regno Unito grazie al supporto di ARTEC.

Sara Diamond ha invece discusso il progetto Art and VR Environments realizzato presso il Banff Centre nel 1991. Si trattava di un progetto pionieristico e d'impronta piuttosto tecnica, che offriva uno spazio in cui gli artisti potessero ripensare la realtà virtuale, sia in ambito software, che con la creazione di nuovi lavori. Tale progetto ha attratto enormi finanziamenti per il Banff Centre, grazie ai quali sono stati sviluppati un gran numero di progetti. Ciononostante, a causa dei requisiti tecnici e legali richiesti, solo due di questi sono stati presentati in pubblico, mentre tutti gli altri sono stati inclusi in un libro e in un videotape (per la cui produzione sono stati spesi 15000 dollari).

Il problema dei finanziamenti è stato evidenziato anche grazie alla discussione sul caso della Fondazione Daniel Langlois di Montreal. Il direttore, Jean Gagnon, ha spiegato che, grazie al denaro ricavato dalla vendita di SoftImage alla Microsoft, la fondazione si è impegnata non solo nel restauro di edifici di grande valore culturale (avviando progetti a Soho, New York e Montreal per la realizzazione di centri espositivi), ma anche nell'istituzione di un fondo che finanzi a livello internazionale la ricerca scientifica ed artistica nel campo della Media Art. Il programma della fondazione prevede inoltre numerose commissioni per nuovi lavori e l'istituzione di residenze che richiamino in Canada i maggiori artisti del settore, dando loro la possibilità di insegnare, lavorare e creare.

Il World Wide Web e le telecomunicazioni sono argomenti all'ordine del giorno per il Consiglio del Canada, così come la necessità di divulgare il recente lavoro sui media, e lo sviluppo è considerato un importante investimento. Curatori e programmatori, dal canto loro, hanno l'opportunità di richiedere fondi per viaggi di ricerca o per presentare i propri lavori alle varie mostre.


Cyber Heart: una dimostrazione pratica di Media Art

Catherine Richards with Charged Hearts (detail of interactive installation), in Cyber Heart at the Walter Phillips Gallery, The Banff Centre.












La conferenza "Gestione e conservazione dei nuovi media" si è svolta in contemporanea con la mostra "Cyber Heart", curata da Sara Diamond. La collezione di lavori in mostra alla Walter Phillips Gallery dal 29 maggio al 26 luglio ha fornito un esempio tangibile di nuove opere di Media Art interattiva, opere che esaminano "gli effetti fisici dei sentimenti, di un'immersione nella tecnologia, dell'ingegneria biologica, e di institutional and data body systems".

Heath Bunting, un Net.artist in residenza presso il Banff Centre, ha ideato il "Heath's Loan Agreement", fornendo un esempio funzionale di produzione di Net.art. L'opera di Catherine Richards, "Charged Hearts: Excitable Tissues", è stata invece analizzata nel corso del workshop su come si producono i progetti su larga scala, al quale hanno partecipato alcune compagnie commerciali e diverse organizzazioni. L'opera di Thecla Shiphorst, "Bodymaps: Artifacts of Touch",ha stimolato il pubblico con la sua sensuale interattività con più utenti contemporaneamente, ed è stata premiata durante la conferenza con il prestigioso premio annuale Petro-Canada del Consiglio del Canada. Tra gli artisti che hanno partecipato alla mostra ci sono anche Natalie Jeremijenko, Jane Prophet, Allucquere Rosanne Stone, Astrid Hadad e la coppia Josephine Starrs/Leon Cmielweski.

Grazie a "Cyber Heart", i partecipanti alla conferenza organizzata dal Banff Centre hanno potuto beneficiare dell'accostamento tra spazio virtuale (quello della discussione) e spazio reale con arte reale (quello della mostra), traendone importanti riflessioni sulle relazioni esistenti tra i due ambiti.


Conclusioni: un riassunto ufficiale chiarisce molte discussioni


Sede di numerose conferenze per oltre dodici anni, il Banff Centre offre un modello significativo per la conduzione di dibattiti e workshops. Segue infatti un metodo molto lineare per favorire lo sviluppo di una discussione e per condurre i singoli dibattiti ad una conclusione pratica. Su Ditta, moderatrice nel corso della conferenza, ha fatto il punto sulle varie presentazioni, riassumendo le affermazioni ed i passaggi più importanti. Ha osservato i frequenti riferimenti alla memoria, alla community ed alla storia, ed ha definito i divulgatori della Media Art come dei network, tra i quali possono essere incluse anche le gallerie d'arte, ed in particolare il sistema espositivo canadese.

Su Ditta ha poi osservato come spesso si sia fatto riferimento ai "contenitori" (ed a come uscirne) ed alla necessità di creare nuovi modelli di produzione. Il web è stato riconosciuto come uno spazio espositivo, e l'attenzione per la community dei web artists si è allargata anche a quella dei Net.artists. E' stata infine riconosciuta l'importanza del ruolo svolto dai festival per il mercato della Net.art, soprattutto in quanto i festival offrono delle opportunità che i musei d'arte contemporanea tradizionali non riescono ancora a fornire.

Alla fine della conferenza i partecipanti hanno costituito una nuova Net.community, ed hanno creato una mailing list che permetterà di comunicare anche attraverso le enormi distanze del Canada.

Gestione e Conservazione dei Nuovi Media: workshop presentato dal Banff Multimedia Institute e dalla Walter Phillips Gallery (25-28 maggio 1998).