Cypherpunk

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Genere o movimento artistico:

Cypherpunk

Personaggi o Gruppi:

Jude Milhon Eric Hughes John Gilmore Tim May

Luogo:

Storia:

Poetica:

La parola “cypherpunk” – coniata da Jude Milhon per descrivere quei Cyberpunk che utilizzano i programmi di cifratura dei codici non per proteggere/nascondere le informazioni ma per liberarle/renderle pubbliche e farlo in maniera anonima, a beneficio di tutti – indica un movimento fondato nel 1993 da Eric Hughes, John Gilmore e Tim May e basato sull’idea dell’inconsistenza del concetto di “proprietà intellettuale”, nonché sulla necessità di abbattere i limiti imposti dal copyright ad una libera e sana circolazione dei saperi.

Negli anni ottanta nasce una specie di controcultura di programmatori, i così detti Cypher-punk. Che nel 1993 con il Cypherpunk’s Manifesto scritto da Gilmore, May e Hughes dichiarano il loro obbiettivi scrivendo così, "Dobbiamo difendere la nostra privacy, se vogliamo averne una. Dobbiamo unire le nostre forze e creare sistemi che permettano lo svolgersi di transazioni anonime. Da secoli la gente difende la propria privacy con sussurri al buio, buste, porte chiuse, strette di mano segrete e corrieri. Le tecnologie del passato non permettevano una forte privacy, ma le tecnologie elettroniche sì. Noi cypherpunk siamo votati alla costruzione di sistemi di anonimato. Noi difendiamo la nostra privacy con la crittografia, con sistemi di invio di posta anonimi, con firme digitali e con il denaro elettronico". Per comunicare tra di loro i Cypherpunk utilizzano la crittografia, che non è altro che una scrittura segreta basata su un codice condiviso solo fra gli interlocutori. Grazie a questo modo è possibile comunicare via Internet senza timore che le proprie comunicazioni possano essere intercettate e decifrate da altri. Gli attivisti digitali, gli hacktivisti, i cypherpunks e molti altri legittimano e difendono l’utilizzo della crittografia a dispetto delle scelte politiche e militari degli stati e hanno ingaggiato un duro conflitto con i governi per garantirne la libertà di diffusione. Ciò che contestano è la tesi secondo cui i software di crittografia, pensati per tutelare la privacy, possono essere usati anche da chi vuole commettere reati. La maggior parte delle tecnologie di crittazione vengono prodotte al di fuori del controllo degli Stati, e l’idea di limitarne la circolazione è quella di inserire un "backdoor governative" nei sistemi di cifratura che ne scoraggerebbe di fatto l’uso e ne ridurrebbe il mercato. Inoltre, le tecnologie di crittazione vengono utilizzate per gli scambi finanziari e commerciali. Per pagare un bonifico via Internet, giocare in borsa o visualizzare il saldo del conto in banca dal proprio Pc. Una restrizione nell’uso della crittografia danneggerebbe quindi le attività economiche legate al suo utilizzo, dice P. Zimmermann, autore del più noto software di crittografia, il Pgp, «Se la privacy viene messa fuori legge, solo i fuorilegge avranno privacy». I Cypherpunk hanno prodotto inoltre molti materiali teorici e realizzato sistemi per tutelare la privacy e garantire l’anonimato, i due più importanti sono: 1° il progetto Winston Smith, che si propone di creare kit di software e documentazione per lo startup di server Freenet, di Anonymous Remailer, di Proxy per l'accesso anonimo ad Internet e nello stesso tempo diffondere e pubblicizzare in tutti i modi possibili queste risorse 2° il progetto Anonymous Remailer di Isole nella rete, un servizio per nascondere la propria identita' quando si mandano messaggi di posta elettronica.


Opere:

Correlazioni:

Bibliografia:

Webliografia: