Database art practice

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Database Art Practice

http://vv.arts.ucla.edu/publications/thesis/official/NET_thesisF.doc


Database Arte Pratica

Gli artisti hanno lungamente riconosciuto il potere concettuale ed estetico del database e l’attività artistica ha usato gli archivi come un punto intenzionale di esplorazione. In considerazione delle attività come quelle citate sopra, questo è un ricco territorio per artisti al lavoro in molti livelli. Il database e gli archivi servono come cronache belle e pronte sul nostro sociale contemporaneo e sulle vite politiche e persino i luoghi che sono sbocchi tradizionali per il lavoro si trasformano in oggetti per l’intervento. Il museo come istituzione, e l’atteggiamento generale nei confronti degli oggetti d’arte possono essere visualizzati da questa prospettiva. La galleria così diventa la pubblica faccia mentre i magazzini sono le sue parti private, con la maggior parte della collezione che risiede nelle relative viscere nascoste. I magazzini sono i luoghi dove l’arte lavoro risiede tagliata dall’aura critica, e nella forma sgraziata di un gran numero di rovine, gli artisti hanno prodotto il lavoro che commenta queste dinamiche di collezione ed esposizione da musei, le istituzioni su cui dipendono tradizionalmente .


Il progetto della Capsula del Tempo di Warhol molto simile a Fuller’s Chronofile, consiste di documenti registrati della vita quotidiana di Warhol’s come posta non aperta e un enorme quantità di note a margine, di ricevute, scarti, e atri piccoli dettagli senza importanza. La rassomiglianza trovata nell’approccio di non mancare a categorizzare i punti riuniti o concedere un altro tipo di significato specifico o speciale. La raccolta ossessiva di Warhol’s durante il corso della sua vita ha provocato in quaranta – due album ritagli collegati al suo lavoro ed alla sua vita pubblica; rifornimenti e materiali di arte usati; manifesti che reclamizzano le sue manifestazioni e i film; un intero tragitto di interviste sulla rivista che Warhol ha fondato nel 1969; la sua vasta biblioteca di libri e periodici; centinaia di oggetti decorativi di arte; e molti articoli personali quali vestiti ed oltre trenta delle parrucche argento-bianco che si sono trasformate in una delle sue caratteristiche fisiche. Warhol inoltre possiede parecchi lavori di Marcel Duchamp, che hanno avuto un’influenza importante, incluse due copie del Boite – en – Valises (J. Smith 279).

Gli artisti che lavorano con i mezzi digitali particolarmente sulla rete, sono estremamente consapevoli delle informazione straripanti e che il progetto di navigazione attraverso questi spazi sono diventati una richiesta di pratica estetica, uno dei primi artisti che ha usato il World Wide Web (con l’ormai obsoleto browser Mosaico) fu Antonio Muntades. Il progetto di Muntades, il File Room , è stato dedicato alla documentazione dei casi di censura che non sono frequentemente disponibili a tutti o altrimenti esistono da qualche parte come dati inattivi/latenti. Allo stesso modo, Vera Frankel ha creato una installazione che si estende fuori dal Web e indirizza le questioni della collezione di arte, specificamente dell’ossessione di Hitler :

Frankel invita altri artisti a contribuire al lavoro con i loro racconti, lavori, e bibliografie, così facendo il pezzo stesso diventa un tipo di archivio il cui contenuto non appartiene ad un solo artista. Internet via Web, e le opere che sono parti di meta-arte, incluso il lavoro non solo di altri artisti ma dello stesso pubblico. Durante il corso della mia ricerca ho pubblicato un edizione speciale per il giornale Al & Society dedicato al database estetico che includeva i saggi di artisti che attivamente si agganciano nei progetti di database nel loro pensare e praticare. Gli artisti Sharon Daniel, Fabian Wagmister, Karen O’Rourke e Eduardo Kac descrivono e contestualizzano perché e come portano i particolari dati che interessano alla vita. Lev Manovich, un’artista, rimuove se stesso dal suo lavoro e analizza il racconto in relazione al database. Gli storici di arte come Bruce Robertson e Mark Meadow portano in una prospettiva storica descrivendo Microsms, un progetto che nette a fuoco come le categorie, le collezioni, e le esposizioni di arte nei musei emergono e funzionano. Robert Nideffer discute in linea l’agente mobile, o le informazioni di Persone (il progetto a cui lui e io stiamo collaborando) da un punto di vista di un sociologo eseguita dall’artista. John Cage