Detournement

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Versione del 29 Set 2009 alle 16:13 di Martina (Discussione | contributi) (Storia)

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Metodo

Il detournement è un metodo di straniamento che modifica il modo di vedere oggetti comunemente conosciuti, strappandoli dal loro contesto abituale e inserendoli in una nuova, inconsueta relazione per avviare un processo di riflessione critica. Questo metodo viene utilizzato in ambito visuale per mezzo di collage e montaggio, tuttavia si possono detournare anche concetti: è il caso del plagiarismo digitale e analogico della rivista americana Adbuster.

Storia

Il concetto di detournement venne teorizzato per la prima volta dai situazionisti nel 1957, in particolare da Debord Guy. La creazione artistica culturale situazionista si avvale di progetti per l'urbanismo unitario e della costruzione di situazioni nella vita quotidiana. Per i situazionisti può essere fatta un'arte critica con i mezzi d'espressione disponibili, dai film alle immagini, attraverso un'azione che viene realizzata nell'ambito che si vuole attaccare.

Personaggi

Artisti, critici nel confronto dell'arte, si servono del detournement: Marcel Duchamp, con i suoi ready mades, Joseph Beuys, con i suoi happening straneanti. Attraverso la museificazione di oggetti quotidiani, usando il detournement, si vuole sottolineare la discutibilità artistica della cultura “alta", i situazionisti fecero loro forme della cultura popolare, dalla grafica al fumetto rivestendoli di nuovi contenuti, associandoli ad analisi politiche. Ne Il proletariato come soggetto e come rappresentazione una donna dell'alta borghesia istruisce il suo interlocutore sulla condizione del proletariato, sull'ideologia della classe borghese. Attraverso il detournement di immagini e concetti dei discorsi del potere si mostra e si decostruisce le velata funzione ideologica. Un'importante mezzo di comunicazione sovversiva è un mezzo per la verità, ma diventa anche obbiettivo d'attacco per disturbare l'ordine dei segni, impadronirsi degli spazi vuoti, esprimere il non detto. “Il progetto della comunicazione sovversiva punta non soltanto sulla dialogicità del mezzo e sul linguaggio sporco, ma anche su tecniche sofisticate: confutare la rappresentazione ufficiale della realtà, squilibrare la ferma immagine del mondo, scombinare le coordinate della verità. Ancora una volta è compito del soggetto agire, di una intelligenza dissoluta, e di un linguaggio che mina i codici istituzionali". Roland Barhes ha formulato il concetto di sovversione affermando: “La miglior sovversione non consiste forse nel distorcere i codici anziché nel distruggerli?"

Bibliografia

  • Autonome a.f.r.i.k.a. gruppe, Luther Blisset, Sonja Brünzels, Comunicazione-guerriglia, Tattiche di agitazione gioiosa e resistenza ludica all'oppressione, DeriveApprodi 2001