Discussione:Architettura Radicale

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Genere o movimento artistico:

Architettura Radicale

Personaggi o Gruppi:

Archizoom, UFO, Superstudio, Archigram, Utopie Group, Ant Farm, 9999,Gianni Pettena, Ugo La Pietra, Pietro Derossi.

Luogo:

Europa

Storia:

Intorno alla metà degli anni '60 in contrapposizione alle convenzioni razionaliste e funzionaliste si sviluppa una nuova corrente artistica basata su una ricerca architettonica d'avanguardia legata a tematiche utopistiche, fantascientifiche e irrazionali che contesta la disciplina progettuale concepita fino ad allora. I promotori di questo cambiamento radicale sperimentano nuovi linguaggi architettonici per esprimere la contemporaneità e per rompere e liberarsi così dal Movimento Moderno.

L'architettura Radicale non si può definire propriamente un movimento ma una serie di atteggiamenti diffusi a livello internazionale che individuano nei concetti di Razionalismo e Funzionalismo una disumanizzazione degli spazi urbani. Difficile quindi tracciarne la mappa del contesto in cui si sviluppa dal momento che non si tratta di una vera e propria corrente ma di un atteggiamento mentale innovativo.

Il merito di aver raccolto questi "atteggiamenti" in un unico fenomeno architettonico e di aver adottato il termine Architettura Radicale nei primi anni 70, lo si deve a Germano Celant. Diversi sono i gruppi architettonici che contribuiscono ad alimentare questo fenomeno, tutti composti da studenti della Facoltà di Architettura a Firenze che nel novembre del 1966 organizzano la prima mostra di "Superarchitettura" a Pistoia. Da questa mostra si formano due gruppi rappresentativi del movimento gli [Archizoom] e i [Superstudio]. I portavoce dell'avanguardia che si va formando sono le riviste "Domus", "Casabella" e successivamente "In". Grazie al lavoro teorico di Andrea Branzi e editoriale di Alessandro Mendini, Franco Raggi e diversi altri ancora, si possiedono oggi accurate informazioni su questo fenomeno. Infatti nonostante l'intenso lavoro avanti rispetto ai tempi, gli esponenti della corrente radicale non riescono a superare il clima di pregiudizio e ad abbattere la critica ostile presente in Italia.

Il riconoscimento arriva dall'estero nel 1972 quando alla mostra di controdesign "Italy: the New domestic Landscape" organizzata dal MOMA di New York vengono invitati i vari esponenti radicali ad esporre le proprie opere. In seguito escono due pubblicazioni importanti nel 1974 e nel 1977 una "Architettura radicale" di Bruno Orlandoni e Paola Navone, introdotta da Andrea Branzi. L'altra "Dalla città al cucchiaio" sempre di Bruno Orlandoni e Giorgio Vallino.

Con il passare del tempo i vari grupppi si trovano a dover scegliere il percorso da intraprendere che li porta ad attuare dei compromessi con la realtà professionale. Intorno agli anni '90 in Francia viene studiato il fenomeno radicale italiano da Dominique Rouillard che lo inquadra come una vera e propria avanguardia e riconosce la sua influenza nei lavori di Rem Koolhaas e Bernarnd Tschumi. Inizia quindi un dibattito critico purtroppo assente in Italia che mette in risalto finalmente il valore concettuale e progettuale dei radicali. Ne conseguono una serie di mostre e di manifestazioni in territorio francese mentre al parte del Centro Georges Pompidou il conservatore Alain Guiheux salva diverse opere dalle cantine degli architetti.

Nel 1996 alla Biennale di Venezia viene allestita una retrospettiva internazionale da Gianni Pettena sul movimento radicale. Sempre Pettena organizza la mostra Archipelago. Architettura sperimentale 1959-99 a Pistoia presso il palazzo Fabroni. Nonostante il lavoro di recupero francese che conserva le tracce significative dell'evoluzione di design e architettura purtroppo i radicali hanno perso la battaglia che cercava di ridefinire la disciplina e il potere accademico. Non si è arrivati a una rottura e a una rigenerazione della disciplina. La colpa la si trova nel vuoto della critica che ha accompagnato il movimento all'epoca o forse la colpa si trova già nei presupposti del movimento perchè fin dall'inizio i radicali si pongono come degli eroici perdenti che nonostante tutto hanno lasciato un importante patrimonio storico e artistico. L'architettura radicale non poteva vincere perchè come sostiene Andrea Branzi in "Radical Notes" di Casabella il "fine ultimo dell'architettura è l'eliminazione dell'architettura stessa."


Poetica:

L'architettura Radicale corrente di neoavanguardia è un movimento che mira al totale cambiamento della disciplina progettuale. Si costituiscono gruppi di giovani architetti che non accettano le convenzioni del Movimento Moderno come basi per l'evoluzione della società. Pur operando in maniera differente e con diversi strumenti operativi si delinea il "comune il rifiuto dello spazio architettonico tradizionalmente progettato e costruito, creatore di disuguaglianze, sostituito da una multidisciplina aperta ai contributi dell’antropologia, delle arti visive, della comunicazione e delle tecnologie."[1]

E' un momento cruciale dove si avvia una sperimentazione di un concetto architettonico che si modella attraverso spazi fisici e mentali anticonformisti alla vita di ogni individuo. Per tale fine si analizza il rapporto dell'uomo e la società dei consumi intervenendo in vari contesti disciplinari come la scrittura, i progetti utopici, le installazioni, i video, interagendo quindi in ambiti interdisciplinari.

Ma oltre che a operare un cambiamento della disciplina progettuale opera un atto di critica sociale, un affronto al potere borghese, all'eredità razionalista e convenzionale a cui Firenze è profondamente legata. Si forma quindi "una ludica, tagliente, provocatoria ribellione, ironica quanto sistematica, dai tratti persino dada, che cercava di ridefinire - con mezzi allegramente eterodossi, allora di largo e trasversale impiego: performance, azioni di strada, manifesti, oggetti disutili, materiali inediti - l’architettura come sovversione scagliata in faccia all’estabilishment."[2]

A distanza di qualche decennio risulta evidente che il movimento radicale è stato fondamentale e rivoluzionario su due fronti: per lo sviluppo del design dove le componenti qualitative dell'oggetto hanno prevalso rispetto alla sua funzionalità e per la generazione di architetti come Arata Isozaki, Rem Koolhaas, Bernard Tschumi che nei loro progetti hanno reso tributo ai radicali fiorentini.


Opere:

Inserire la produzione delle maggiori opere, facendo riferimenti a quelle più significative

Correlazioni:

Inserire le eventuali correlazioni che vi possono essere tra questo genere o movimento artistico e altri generi o movimenti artistici

Bibliografia:

Webliografia:

http://www.fotoartearchitettura.it/architettura-contemporanea/architettura-radicale.html

http://architetturaradicale.blogspot.it/2009/05/architettura-radicale.html

Note:

  1. http://www.turindamsreview.unito.it/link/Radicals_Maraone.pdf
  2. http://firenze.repubblica.it/cronaca/2014/06/30/news/architettura_radicale_il_racconto_di_una_grande_stagione-90386405/

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