Discussione:Artist Run Spaces

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Argomento:

Artist Run Spaces

Descrizione:

Lo spirito di ribellione che è stato alla base delle avanguardie artistiche alimentato dalla critica della società e da uno spirito anticonformista ha cambiato i concetti tradizionali pittorici in pratiche artistiche sperimentali. Grazie a questo numerosi movimenti artistici hanno preso piede: fluxus, arte minimale, arte concettuale, body art e media art. Le avanguardie hanno allargato così i confini delle belle arti contaminandole con la musica, la letteratura, la filosofia, il teatro e la scienza. In tutto questo gli artisti si sono trovati in una fase di sperimentazione e di ripensamento costretti in qualche modo a guardare oltre. Questo particolare contesto storico, sociale e artistico ha creato i presupposti per nuove forme di spazi e esibizioni dedicate all'arte contemporanea.

La nascita degli artist run spaces o in italiano degli spazi autogestiti da artisti è un fenomeno alquanto recente che riguarda tutto il mondo. Il loro massimo sviluppo si ebbe intorno agli anni 70 grazie all'euforia che si respirava nel dopoguerra e che proiettava le aspettative verso l'inizio di una nuova era. Quest'epoca era contraddistinta inoltre da profondi cambiamenti economici e tecnologici che influenzarono notevolmente l'uomo e la società. Successivamente nel 1973/74 con l'arrivo della crisi economica e della terza rivoluzione industriale si è generato un clima di insicurezza che ha avuto un impatto profondo nel mercato dell'arte. Allo stesso tempo la crescita del numero di artisti è aumentata e di conseguenza anche la produzione artistica, determinando delle forme di autogestione basate sui modelli partecipativi di comunicazione e di interazione.

In questa condizione prendono vita gli Artist Run Spaces, collettivi e associazioni no profit costituite direttamente dagli artisti. Alcuni precursori sono l'Art Metropole di Toronto fondato nel 1974 grazie al gruppo artistico canadese General Idea e specializzato in arte contemporanea. A New York il Franklin Furnace nacque nel 1976 per dare un supporto a quegli artisti al di fuori di qualsiasi istituzione artistica esistente. Anche in Italia nel 1974 un gruppo di giovani artisti fondò Zona in alternativa agli spazi espositivi convenzionali. Anche se queste realtà erano costituite da strutture interne organizzate in maniera differente, tutte avevano in comune lo stesso obiettivo: la libera collaborazione e contaminazione fra artisti al fine di creare nuove forme sperimentali di arte.

Oltre a un comune obiettivo, è possibile constatare degli elementi caratterizzanti che contraddistinguono queste associazioni:

  • un'organizzazione no-profit
  • dei programmi indipendenti ed autonomi
  • il fatto di essere autogestiti
  • il non avere nessuna gerarchia interna
  • l'aiuto reciproco e la responsabilità sociale
  • un programma di esibizioni d'avanguardia
  • la pubblicazione e la distribuzione di libri e riviste inerenti all'arte
  • una rete di contatti
  • la continuità negli anni
  • degli archivi accessibili


Viene meno quindi l'atto individuale della creazione per lasciare spazio a un'opera partecipativa collettiva. Questi nuovi spazi artistici hanno ridotto l'isolamento dell'artista in termini sia sociali che economici. Non essendo finanziati da aziende, non nascono a scopo di lucro ma in maniera indipendente si basano su progetti d'arte sperimentali che raramente troverebbero posto nei circuiti d'arte tradizionali. Gli artisti che espongono in questi luoghi non hanno alcuna pressione commerciale e possono così concentrarsi sulla sperimentazione e sullo sviluppo di progetti artistici innovativi.

Quando in un luogo dedicato all'arte coesistono lo spazio di lavoro e la vita quotidiana, si rinforza l'integrazione artistica e il senso di responsabilità verso un progetto comune. Si mette in moto una nuova socialità che non ha alcun interesse nella mera promozione di un luogo come era solito nelle tradizionali gallerie ma si mette in risalto piuttosto l'attività e la creatività collettiva. Questa interazione unita alla responsabilità riguardante l'autogestione delle risorse e la riuscita di obiettivi comuni dà agli artisti più opportunità rispetto al mercato dell'arte tradizionale dove gli interessi commerciali mettono in competizione piuttosto che creare una più proficua rete collaborativa.

Bibliografia:

  • 2013, Gabriele Detterer & Maurizio Nannucci,Artist-Run Spaces, Jrp Ringier Kunstverlag Ag, Zurigo.

Webliografia: