Discussione:Fomasi Stefano - Fake: differenze tra le versioni

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L’artista cura personalmente il backstage dei suoi lavori, realizzando video e backstage fotografici che oltre a essere documenti visivi sono opere d'arte essi stessi. In particolare le fotografie delle sale immersive, con la presenza del pubblico, sono composizioni fotografiche con valore di opera d'arte.<br>
 
L’artista cura personalmente il backstage dei suoi lavori, realizzando video e backstage fotografici che oltre a essere documenti visivi sono opere d'arte essi stessi. In particolare le fotografie delle sale immersive, con la presenza del pubblico, sono composizioni fotografiche con valore di opera d'arte.<br>
 
<<Nel 2001 fonda The Fake Factory, uno studio (la cui sede principale è situata a Firenze) specializzato in Arte Immersiva, Projection Art e Videomapping.>><ref> sito, stefanofake.com</ref>. Questo laboratorio in pochi anni diventa un punto di riferimento nel contesto dell'arte digitale e immersiva a livello nazionale e internazionale, partecipando alla realizzazione di diverse centinaia di progetti (esposizioni immersive, videomapping, installazioni luminose architetturali, produzione video, scenografie video per teatro, sfilate di moda, ambienti visivi per musei, gallerie ed eventi culturali, produzione di opere multisensoriali, videoinstallazioni, opere di video arte), non solo per mostre o gallerie ma anche per  riviste e grandi firme della moda e del furniture design (es. Ferragamo, Bulgari, Zegna, Guess, Diesel, Deborah, Pirelli, Interni Mondadori), quelli che l’artista definisce : i “Nuovi Mecenati”<ref> intervista a Stefano Fake, realizzata da Sara Marinangeli, il 29/01/2015</ref> delle nuove forme di espressione artistica, in particolare dell'uso delle estetiche e delle tecnologie digitali. La sua intenzione è di portare lo spettatore all'interno dell'opera d'arte stessa, facendogli vivere un'esperienza immersiva multisensoriale.<br>
 
<<Nel 2001 fonda The Fake Factory, uno studio (la cui sede principale è situata a Firenze) specializzato in Arte Immersiva, Projection Art e Videomapping.>><ref> sito, stefanofake.com</ref>. Questo laboratorio in pochi anni diventa un punto di riferimento nel contesto dell'arte digitale e immersiva a livello nazionale e internazionale, partecipando alla realizzazione di diverse centinaia di progetti (esposizioni immersive, videomapping, installazioni luminose architetturali, produzione video, scenografie video per teatro, sfilate di moda, ambienti visivi per musei, gallerie ed eventi culturali, produzione di opere multisensoriali, videoinstallazioni, opere di video arte), non solo per mostre o gallerie ma anche per  riviste e grandi firme della moda e del furniture design (es. Ferragamo, Bulgari, Zegna, Guess, Diesel, Deborah, Pirelli, Interni Mondadori), quelli che l’artista definisce : i “Nuovi Mecenati”<ref> intervista a Stefano Fake, realizzata da Sara Marinangeli, il 29/01/2015</ref> delle nuove forme di espressione artistica, in particolare dell'uso delle estetiche e delle tecnologie digitali. La sua intenzione è di portare lo spettatore all'interno dell'opera d'arte stessa, facendogli vivere un'esperienza immersiva multisensoriale.<br>
Nel 2005 The Fake Factory realizza uno dei suoi primi 3D videomapping (videoproiezioni architetturali che ridisegnano con illusioni ottiche le facciate dei palazzi), questa tecnica verrà riutilizzata più volte da The Fake Factory: Bastioni di Porta Venezia, Piazza Campidoglio Roma, Castello Sforzesco Milano, Ponte Vecchio, Cave di Marmo di Carrara, Palazzo del Senato Milano, Basilica di Santo Spirito Firenze, Villa Ephrussi de Rotschild, Teatro della Pegola  Firenze, Stazione Leopolda, Palazzo Marino, Palazzo Corsini, Opera di Firenze.<br>
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Nel 2005 The Fake Factory realizza uno dei suoi primi 3D videomapping (videoproiezioni architetturali che ridisegnano con illusioni ottiche le facciate dei palazzi), questa tecnica verrà riutilizzata più volte da The Fake Factory: Bastioni di Porta Venezia, Piazza Campidoglio Roma, Castello Sforzesco Milano, Ponte Vecchio, Cave di Marmo di Carrara, Palazzo del Senato Milano, Basilica di Santo Spirito Firenze, Villa Ephrussi de Rotschild, Teatro della Pegola  Firenze, Stazione Leopolda, Palazzo Marino, Palazzo Corsini, Opera di Firenze.<br> Nel 2006 inizia a lavorare alle Immersive Mirror Rooms, stanze con videoproiezioni e superfici riflettenti. Dal 2010 collabora con L'Orchestra Italiana del Cinema per portare attraverso concerti multimediali le colonne sonore dei film nel mondo. Dal 2015 inizia a realizzare Mostre Immersive in Italia e nel Mondo, reinterpretando con linguaggi e tecnologie digitali  le opere di artisti del passato (The Italian Beauty, Caravaggio Experience, Klimt Experience, Monet e gli Impressionisti francesi, Modigliani Art Experience, Leonardo da Vinci Body Immersion, Inside Magritte). <<Dal 2010 THE FAKE FACTORY  è stata inclusa nel prestigioso International Lighting Design Index, pubblicato dal Luminale di Francoforte>><ref>sito, stefanofake.com</ref>.
<<Nel 2010 è stata inclusa nel prestigioso International Lighting Design Index, pubblicato dal Luminale di Francoforte>><ref>sito, stefanofake.com</ref>.
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Revisione 21:01, 19 Nov 2019

Stefano Fake (7 Ottobre1971), in arte THE FAKE FACTORY, <<è un artista e video designer italiano, che realizza installazioni utilizzando video, film, fotografie, design, sculture e tecnologie interattive. E' fra i principali esponenti della Immersive Art, le cui opere hanno lo scopo dichiarato di immergere lo spettatore all'interno dell'opera d'arte stessa. >>[1].

Stefano Fake

Cognome Nome / Pseudonimo / Denominazione:

Stefano Fake (THE FAKE FACTORY)

Biografia:

Originario del Lago di Como, Stefano Fake (nome d'arte di Stefano Fomasi), studia Sociologia, Scienze Politiche e comunicazione a Milano e Madrid. Parallelamente lavora nelle produzioni televisive, cinematografiche e teatrali in Italia e all'estero. Stabilitosi a Firenze nel 1997, inizia a lavorare nel campo artistico realizzando le scenografie virtuali della Compagnia Teatrale Krypton di Giancarlo Cauteruccio, innovativo regista teatrale italiano. Egli stesso si definisce “figlio d’arte di Cauteruccio” [2], grazie al quale Stefano Fake sviluppa un forte interesse per l'applicazione del linguaggio video nelle scenografie teatrali e nelle installazioni urbane.
Sentendosi sempre più legato al mondo dell’arte contemporanea, in particolare alle scenografie virtuali e alla video arte (influenzato dall’opere di Bill Viola, Matthew Barney, Pipillotti Rist, Gary Hill, Bruce Nauman, Tony Oursler, Nam June Paik, Studio Azzurro), e alle installazioni luminose di Olafur Eliasson, James Turrell e Dan Flavin, fra gli altri, decide di cominciare a sperimentare una nuova forma di arte digitale, capace di immergere lo spettatore in un ambiente virtuale con forte impatto estetico ed emozionale.'[3].
Mentre generalmente negli spettacoli e nelle performance il pubblico e il palcoscenico sono disposti su due piani ben distinti, Stefano Fake decide di rompere questa separazione, riprendendo le stesse tecnologie usate nelle scenografie teatrali ed inserendole all’interno di piccoli spazi, delle Immersive Rooms, ambienti dove attraverso l'uso delle videoproiezioni e delle tecnologie digitali il pubblico non è solo spettatore ma diviene attore e protagonista dell’opera stessa.
L’arte immersiva è una forma d’arte che utilizza videoproiezioni multiple, luci, suoni, musiche e a volte anche essenze profumate, per avvolgere e coinvolgere lo spettatore in una esperienza d’arte totalizzante, stimolandone i sensi e attivandone le emozioni.
Per molti musei diventa un’opportunità di rinnovamento delle regole della fruizione. Un progetto innovativo che tende a scuotere l’osservatore sia sul piano sensoriale che su quello intellettuale, suggerendo e stimolando nuove letture visive, narrative, critiche e pedagogiche sull’Arte. "Tutto il mio lavoro, essendo legato principalmente alle videoproiezioni e alle installazioni luminose monumentali, è sempre stato percepito dal pubblico come immersivo. La mia prima opera pubblica con il nome FAKE nella Casa Museo di Goethe era già di per sè un’installazione video immersiva, seppur su scala minore (“Room with color TV”, Weimar 2001). A Firenze abbiamo spesso realizzato ambienti immersivi , come era il lavoro alla Limonaia di Villa Strozzi a Firenze nel 2002 (A.N.S: ambienti di nuova sensibilità, Firenze 2002). In quel momento si utilizzava già il temine “ambiente” per definire un’opera d’arte che coincideva con lo spazio stesso (si pensi gli ambienti sensibili di Studio Azzurro, mostra del 1999 al Palazzo delle Esposizioni di Roma) e al termine “esperienza” per definire il modo di fruizione delle arti digitali. Cosi, dopo anni di ricerca e sperimentazione, è stato quasi naturale che ci fosse un’apertura alle mostre immersive da parte di istituzioni prestigiose e di committenti legati al mondo dell'innovazione, in particolare del Fashion e del Furniture Design. Si tratta di un lungo percorso di sperimentazione che ci ha portato ad essere fra i maggiori esponenti dell’arte immersiva a livello italiano e internazionale."
L’artista cura personalmente il backstage dei suoi lavori, realizzando video e backstage fotografici che oltre a essere documenti visivi sono opere d'arte essi stessi. In particolare le fotografie delle sale immersive, con la presenza del pubblico, sono composizioni fotografiche con valore di opera d'arte.
<<Nel 2001 fonda The Fake Factory, uno studio (la cui sede principale è situata a Firenze) specializzato in Arte Immersiva, Projection Art e Videomapping.>>[4]. Questo laboratorio in pochi anni diventa un punto di riferimento nel contesto dell'arte digitale e immersiva a livello nazionale e internazionale, partecipando alla realizzazione di diverse centinaia di progetti (esposizioni immersive, videomapping, installazioni luminose architetturali, produzione video, scenografie video per teatro, sfilate di moda, ambienti visivi per musei, gallerie ed eventi culturali, produzione di opere multisensoriali, videoinstallazioni, opere di video arte), non solo per mostre o gallerie ma anche per riviste e grandi firme della moda e del furniture design (es. Ferragamo, Bulgari, Zegna, Guess, Diesel, Deborah, Pirelli, Interni Mondadori), quelli che l’artista definisce : i “Nuovi Mecenati”[5] delle nuove forme di espressione artistica, in particolare dell'uso delle estetiche e delle tecnologie digitali. La sua intenzione è di portare lo spettatore all'interno dell'opera d'arte stessa, facendogli vivere un'esperienza immersiva multisensoriale.
Nel 2005 The Fake Factory realizza uno dei suoi primi 3D videomapping (videoproiezioni architetturali che ridisegnano con illusioni ottiche le facciate dei palazzi), questa tecnica verrà riutilizzata più volte da The Fake Factory: Bastioni di Porta Venezia, Piazza Campidoglio Roma, Castello Sforzesco Milano, Ponte Vecchio, Cave di Marmo di Carrara, Palazzo del Senato Milano, Basilica di Santo Spirito Firenze, Villa Ephrussi de Rotschild, Teatro della Pegola Firenze, Stazione Leopolda, Palazzo Marino, Palazzo Corsini, Opera di Firenze.
Nel 2006 inizia a lavorare alle Immersive Mirror Rooms, stanze con videoproiezioni e superfici riflettenti. Dal 2010 collabora con L'Orchestra Italiana del Cinema per portare attraverso concerti multimediali le colonne sonore dei film nel mondo. Dal 2015 inizia a realizzare Mostre Immersive in Italia e nel Mondo, reinterpretando con linguaggi e tecnologie digitali le opere di artisti del passato (The Italian Beauty, Caravaggio Experience, Klimt Experience, Monet e gli Impressionisti francesi, Modigliani Art Experience, Leonardo da Vinci Body Immersion, Inside Magritte). <<Dal 2010 THE FAKE FACTORY è stata inclusa nel prestigioso International Lighting Design Index, pubblicato dal Luminale di Francoforte>>[6].

Sito web:

http://stefanofake.com/ http://thefakefactory.com/ http://immersiveartexperience.com/

Poetica:

<<Tutto ciò che vedi è falso>>[7] questa la sintesi poetica dell’artista.
Il Fake è ironicamente una rappresentazione del mondo contemporaneo, diviso fra reale e realtà virtuali, immateriali e digitali. Con l’inizio della rivoluzione digitale, la nascita d’identità informatiche, storytelling irreali, e lo sviluppo di una vera e propria realtà virtuale, il mondo, afferma l’artista,diventa sempre più inconsistente, il fake rappresenta appunto il falso, l’illusorietà della società odierna.[8]

collage, mixedmedia,2010,Stefano Fake

FAKE FACTORY, oltre ad essere un chiaro rimando ad Andy Warhol e alla spettacolarizzazione pop dell’arte, significa letteralmente Laboratorio del falso. In questo studio sono creati dei “fakes”, poiché le opere essendo per lo più in formato digitale, non sono reali o tangibili e per questo si possono definire falsi[9].
La parola d’ordine è ironia, solo in questo modo si può comprendere la filosofia di Stefano Fake.
Il tema del falso viene inoltre ripreso da grandi esponenti dell’arte italiana, come Gian Lorenzo Bernini il quale affermava che: “l’arte sta nel far che il tutto sia finto, e paia vero”; e da un regista (studiato a fondo dall’artista): Federico Fellini, secondo il quale l’unico modo per ricostruire la realtà era attraverso il falso (Il regista infatti, ricostruiva tutte le sue scenografie all’interno dello Studio 5 di Cinecittà). Inoltre la vitalità di cui parlava Fellini è un altro elemento importante nella creazione dei fakes.
L’Arte Contemporanea per Stefano Fake è profondamente influenzata dalla multimedialità e dalla globalizzazione, i suoi lavori possono essere interpretati su piani diversi, come dissacrazione del ruolo dell’artista contemporaneo(l’artista che vive nel mondo immaginifico da cui scaturisce la creazione dell’opera d’arte) e critica della società moderna.[10]
Stimoli visivi a cui siamo costantemente sottoposti, vengono ripresi e rielaborati nell’opera dell’artista, vediamo chiare citazioni da film ed altri mezzi mediatici.
Tra le pellicole che hanno maggiormente influenzato l’artista possiamo annoverare Strange Days, Matrix, Blade Runner; accomunati dall’idea di un mondo futuro che si svolge al di là del reale, come in un reticolato, un piano infinito o per meglio dire una matrice che svela una verità situata dietro la realtà (tutto ciò che vedi è falso).
Stefano Fake trasmette la sua poetica principalmente attraverso lo strumento del video.
<<Video non è qualcosa che guardiamo unicamente, ma qualcosa di cui facciamo esperienza, che ha la capacità di riempire tutti i nostri sensi.>>[11].

Opere:

Stanza con Tv color, 2001
  • Stanza con Tv color, 2001

Installazione luminosa, video, Monitor TV, Casa Museo di Johann Wolfgang von Goethe, Weimar.
https://vimeo.com/28629131
In una stanza vuota un televisore trasmette 16milioni di colori in un loop di 30 minuti. L’intento è quello di rappresentare il potere del tubo catodico, che attraverso il colore riempie tutto l’ambiente, illuminando non solo la stanza ma anche gli spettatori, influenzando tutto ciò che lo circonda. Una critica e presa di coscienza del potere del mezzo televisivo, il quale modifica la percezione di tutto.


Inno a Kazimir, 2009
  • Inno a Kazimir, 2009

Video installazione, Festival della Creatività di Firenze.
https://vimeo.com/3579515
In questa Istallazione realizzata per il festival della creatività di Firenze, viene ripreso il tema della pittura astratta. L’opera rappresenta la mano anonima di un artista nel tentativo di ricreare, su una lavagna luminosa , la perfezione formale dei quadri di Kazimir Malevič (pittore russo dell’ astrattismo geometrico). Il quadro video appare ben diverso dal quadro reale, in particolare perché ha a diposizione un’ulteriore dimensione: quella temporale. Scopo dell’Inno è quello realizzare un’opera non assoluta ma basata sull’esperienza. La ricerca di una forma perfetta, il tentativo di arrivare alla perfezione, l’indagine artistica che in questo caso è destinata al fallimento.


Revelation Revolution, FakeFactory 2010
  • Revelation Revolutionl, 2010

Museo Arte Contemporanea di Prato Luigi Pecci di Prato.
https://vimeo.com/32141509
Videoproiezione che mostra una rivisitazione del simbolo degli illuminati: l’occhio di una donna all’interno di una piramide, contornato da una luce quasi divina. L’occhio di ragazza sembra come osservare il pubblico dall’alto, l’artista in questo modo cerca di trattare con ironia un argomento molto discusso nell’attualità, come la massoneria e gli illuminati. Un simbolo che rappresenta una società controllata dall’occhio degli illuminati, qui viene presentato come un occhio femminile, bello, buono, quasi un dio ironico di cui l’uomo non deve temere. Argomenti che vengono presi troppo seriamente nel reale hanno nell’opera dell’artista una trasposizione ironica.


Real Smoke, Fake Smoke, 2012
  • Real Smoke, fake Smoke, 2012

Video installazione, Milano.
http://vimeo.com/52270972
Video installazione, proiettata durante una sfilata di moda per il Milan Fashion week del 2012. Definita dall’artista come una stranezza estetica per spettacolizzare l’ambiente,[12] presentava all’interno della stanza (adibita a passerella) delle nuvole di fumo proiettate sul muro. Del falso fumo in un ambiente chiuso, per distrarre ed incuriosire il pubblico, rendendo unica anche l’esperienza della sfilata.


Sniffin glue, 2012
  • Everything You See is Fake, 2012

Mixed- media, Stazione Ceramica San Giovanni Valdarno
https://vimeo.com/44793841
Una sorta di personale di Stefano Fake , presenta:Ambienti Immersivi in cui la luce tridimensionale (erogata da apparecchi video) è protagonista assoluta, sculture estemporanee come “Sniffin’’ glue”, (un barattolo di Bostik lasciato aperto su un tavolo, in modo che il materiale ne fuoriesca permettendo allo spettatore di toccare l’oggetto, che al tatto sprigionava un forte odore di colla. Sniffin’ Glue è un chiaro riferimento ad Existence di Cronenberg, il bostik sembra essere un elemento biologico con cui il pubblico può giocare) e i Collages mixmediali realizzati con volti femminili della comunicazione pubblicitaria aggiungendo una video casetta o due dvd al posto degli occhi della modella. Il supporto magnetico, rappresenta il tema dello sguardo fortemente legato alla realtà virtuale. Prendono il posto degli occhi degli elementi che ne influenzano profondamente la visione; esibendo una ulteriore denuncia al potere del mezzo televisivo.


Mosaico Digitale,2012
  • Mercato Centrale di Firenze: Mosaico Digitale, 2012

Flight Light Firenze Light Festival.
https://vimeo.com/67123869
Realizzato per il Festival della Luce di Firenze, sotto richiesta dello stesso Comune. Un mosaico digitale, una videoinstallazione realizzata all’interno del Mercato Centrale di Firenze; come per altri suoi lavori Stefano Fake ne realizza il backstage. Il Mercato Centrale completamente vuoto appare come una cattedrale spoglia al suo interno, sulle cui vetrate vengono proiettati mosaici digitali, dei pixel colorati, i quali mettono in risalto l’elemento suggestivo di un luogo che sembra quasi di culto.


Tuscan Soul
  • Tuscan Soul, 2013

Cava Michelangelo, Carrara.
https://vimeo.com/78273921
Questa videoproiezione promozionale viene proiettata sulla parete di marmo della cava usando la tecnica del 3D videomapping. La performance inizia con un’azione reale: il colpo di uno scalpello,i giunge quindi al fake, presentando la proiezione sulla parete, con immagini direttamente riconducibili al particolare tipo di marmo che si trova a Carrara. Opere dell’Arte Classica, Rinascimentale e Neoclassica realizzate con il marmo di Carrara (opere di Michelangelo, del Bernini, Tempi romani, ecc… ) prendono vita, attraverso delle illusioni ottiche/prospettiche. Il concetto base della scultura: togliere il superfluo per liberarne la bellezza nascosta, viene riproposto attraverso dei crolli fittizi della parete. Attuando una sintesi di arte Classica e Neoclassica, naturalmente fake, una materia altrimenti statica ed immobile si anima sotto gli occhi del pubblico.

Life is full of emotions, Ponte Vecchio, Firenze, 2014
  • Life is Full of Emotions, 2014

Audiovisual live performance.
https://vimeo.com/116209248
Varie location: Ponte Vecchio, la Pergola, Palazzo del Senato Milano, Residenz Museum Munchen, Casa della Cultura italiana Tokyo. Una performance caratterizzata da una proiezione video 3D che accompagna l’esibizione di Ludovico Einaudi, la musica si unisce alla video arte per ricreare una sensazione puramente estetica. A concludere l’esibizione viene proiettato su uno schermo d’acqua l’ologramma del prodotto. un profumo. L’arte in questo caso è usata come nuovo mezzo promozionale, in un certo senso una rielaborazione del concetto alla base della famosa zuppa Campbell di Andy Warhol.

Elenco esposizioni:

<<The Fake Factory ha realizzato visuals e curato videoinstallazioni per istituzioni pubbliche e private in contesti prestigiosi:

  • Poste Italiane
  • Diesel
  • Braccialini
  • Levi’s
  • Biennale d’arte di Carrara
  • Felissimo Design House New York
  • Sketch Gallery Londra
  • Moma New York
  • Tate Modern London
  • Ice Room Bordeaux
  • Palais de Tokyo Paris
  • Centre Pompidou Paris
  • Daikanayama Hillside Terrace Tokyo
  • Visionaire Club Berlino
  • Museo Pecci di Prato
  • Museo Nazionale RPC di Beijing
  • Billionaire Club Porto Cervo-Montecarlo-IsTanbul
  • Fairmont Luxury Hotels
  • Palazzo Reale Milano
  • Nokia
  • Swarovski
  • Guess
  • Le Notti Bianche di Roma e Firenze
  • Telecom Progetto Italia
  • Pitti Immagine Firenze
  • Castello Sforzesco Milano
  • Università degli Studi di Milano
  • Salone del Mobile di Bahia Salvador
  • Palazzo Ducale Sabbioneta
  • Festival di Ravello
  • Salone del Mobile di Milano
  • National Centre for Performing Arts di Beijing.>>[13]


File multimediali:

Video:

Audio:

Altro:

Augmented reality:

Latitudine: 43.7794356

Longitudine: 11.25554

Link verso portali di augmented reality

Bibliografia:

Webliografia:

Note:

  1. sito, stefanofake.com
  2. intervista a Stefano Fake, realizzata da Sara Marinangeli, il 29/01/2015
  3. intervista a Stefano Fake, realizzata da Sara Marinangeli, il 29/01/2015
  4. sito, stefanofake.com
  5. intervista a Stefano Fake, realizzata da Sara Marinangeli, il 29/01/2015
  6. sito, stefanofake.com
  7. intervista a Stefano Fake, realizzata da Sara Marinangeli, il 29/01/2015
  8. intervista a Stefano Fake, realizzata da Sara Marinangeli, il 29/01/2015
  9. intervista a Stefano Fake, realizzata da Sara Marinangeli, il 29/01/2015
  10. intervista a Stefano Fake, realizzata da Sara Marinangeli, il 29/01/2015
  11. intervista a Stefano Fake, realizzata da Sara Marinangeli, il 29/01/2015
  12. intervista a Stefano Fake, realizzata da Sara Marinangeli, il 29/01/2015
  13. sito,stefanofake.com

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