Discussione:La Societas Raffaello Sanzio: differenze tra le versioni

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'''La Socìetas Raffaello Sanzio''' è uno dei gruppi di '''sperimentazione teatrale''' italiana più noti e richiesti all'estero. Il teatro viene concepito come un'unione di tutte le altre arti e comprende un coinvolgimento di tutti i sensi nella continua ricerca di rappresentare '''un'arte totale'''. Gli spettacoli si distinguono per una '''forte sperimentazione tipica dei movimenti d'avanguardia''' e si sviluppano in '''un teatro immagine che affronta in maniera provocatoria i temi del mito e dell'iconografia sacra'''.  
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'''La Socìetas Raffaello Sanzio''' è una compagnia teatrale italiana fondata nei primi anni '80 in Emilia Romagna da Romeo Castellucci (Cesena 1960). La Raffaello Sanzio, tra i gruppi più contestati e avversati dal pubblico e dalla critica italiani, ha ottenuto importanti riconoscimenti internazionali, mentre lo stesso Castellucci, considerato figura di riferimento del teatro contemporaneo, è particolarmente stimato e amato in Francia.
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Uno dei gruppi di sperimentazione teatrale italiana meno riconosciuti più noti e richiesti all'estero.
 
[[File:Genesi.jpg|right|thumb|400px|"Genesi", La Societas Raffaello Sanzio]]
 
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La Socìetas Raffaello Sanzio
 
La Socìetas Raffaello Sanzio
 
==Biografia:==
 
==Biografia:==
Compagnia teatrale che nasce a Cesena nel 1981 da Romeo Castelluci, sua sorella Claudia Castellucci, la moglie Chiara Guidi e suo fratello Paolo Guidi. Lo stretto legame di parentela li tiene uniti e li rende coplici sia nella vita reale che sul palcoscenico. Tutti si introducono nel mondo del teatro con estrema innocenza proveniendo da studi artistici e non teatrali nè tantomeno musicali. Per quello che riguarda lo scenario dell’avanguardia teatrale italiana che fa da cornice alla nascita della compagnia troviamo esponenti come Carmelo Bene, Carlo Quartucci, Leo De Berardinis, Giuliano Scabia. Questi e molti altri intorno agli anni 60-70 portano il teatro fuori dalle sale per metterlo in sintonia con le esperienze innovetive del 900. Gli esponenti di spicco sono rappresentati da Jerzy Grotowski in Polonia, Living Theatre a New York. Prima di questa grande rivoluzione il teatro era ancora rigido nella sua espressione, nel rapporto con il pubblico e nella preminenza dell’aspetto letterario. In questo contesto '''la Società Raffaello Sanzio si fa strada con fatica attraverso le critiche e le polemiche di chi non accetta in un primo momento un metodo di rappresentazione così stravolgente e innovativo'''.
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A Cesena nel 1981 da Romeo Castellucci, sua sorella Claudia, la moglie Chiara Guidi e suo fratello Paolo, fondano il gruppo teatrale de La Societas Raffaello Sanzio. Lo stretto legame di parentela e un comune ideale di sperimentazione teatrale li tiene uniti e li rende complici sia nella vita reale che sul palcoscenico. Romeo Castellucci viene da studi artistici: scenografo diplomato all'Accademia di Belle Arti di Bologna, orienterà il suo teatro ad una pratica attenta alle arti visive.  
  
La rappresentazione teatrale viene quindi fortemente svincolata dal testo narrativo e dalla raffigurazione tradizionale. Anche dove lo spettacolo prende spunto da temi teatrali conosciuti come l'Amleto, e l'Orestea le manifestazioni sceniche sono riviste con '''una metodologia espressiva totalmente differente che comprende la videoinstallazione, la musica e l'happening'''. Inoltre stringono una stretta collaborazione con '''Plastikart''', ditta che si occupa della realizzazione di scenografie particolari, automi e oggetti di scena complessi. L'esordio avviene nel 1981 realizzando ”Diade incontro a Monade” dove i protagonisti duellano con armi di legno, spostano carni bovine sulla scena e caricano l’azione di elementi surreali e simbolici. Stessa cosa succede in “Persia mondo uno a uno” realizzato lo stesso anno. Nel 1982 seguono “Popolo zuppo”, “Maiali anziani malandati” e l’anno successivo “Fuoriclasse della bontà”.
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L'esordio avviene nel 1981 realizzando ”Diade incontro a Monade” dove i protagonisti duellano con armi di legno, spostano carni bovine sulla scena e caricano l’azione di elementi surreali e simbolici. Analoga messa in scena  in “Persia mondo uno a uno”, realizzato lo stesso anno. Nel 1982 seguono “Popolo zuppo”, “Maiali anziani malandati” e l’anno successivo “Fuoriclasse della bontà”.
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Anche se a far scattare la vocazione del gruppo è stato ”Punto di rottura”, uno spettacolo del 1979 del Carrozzone, compagnia di Federico Tiezzi, in realtà la Raffaello Sanzio trova riferimenti e motivo d'ispirazione nelle arti visive in artisti contemporanei come Chia, Paladino, Cucchi, Clemente ma anche De Dominicis, Nitsch, Bacon per citare i più significativi. All’inizio la compagnia utilizza lo stratagemma dell’ironia per liberarsi da una sorta di cultura e ideologia limitante e si appropria del linguaggio tipico della tradizione sovvertendo i luoghi comuni di cui è permeata la società.  
  
Anche se a far scattare la vocazione del gruppo è stato uno spettacolo del 1979 del Carrozzone, ”Punto di rottura” in realtà gli artisti prendono come '''modello le arti visive''' e quindi hanno come riferimento pittori come Chia, Paladino, Cucchi, Clemente e in seguito si aggiungeranno a questi anche De Dominicis, Nitsch, Bacon e molti altri. All’inizio la compagnia utilizza '''lo stratagemma dell’ironia''' per liberarsi da una sorta di cultura e ideologia limitante e si appropria del linguaggio tipico della tradizione '''sovvertendo in un certo senso i luoghi comuni di cui è permeata la società'''.
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La Socìetas Raffaello Sanzio esordisce a Milano nel 1983 con lo spettacolo “I fuoriclasse della bontà”. La rappresentazione viene messa in scena davanti a una platea quasi deserta e culmina con un surreale dialogo tra Giotto e Cimabue. L’opera è caratterizzata da una forte ironia mescolata da contenuti colti, estetico-filosofici.  
  
La Socìetas Raffaello Sanzio arriva per la prima volta a Milano nel 1983 con lo spettacolo “I fuoriclasse della bontà”. La rappresentazione viene messa in scena davanti a una platea quasi deserta e culmina con un surreale dialogo tra Giotto e Cimabue. L’opera è caratterizzata da '''una forte ironia mescolata da contenuti colti e da gag estetico-filosofiche'''.
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Nel 1984 inizia una nuova fase con lo spettacolo “Kaputt Necropolis” presentato alla biennale di Venezia che rinsalda le fondamenta con la cultura occidentale. In “Santa Sofia. Teatro Khmer” del 1986 vengono messe in discussione la religione e la rivoluzione. L’anno dopo con l’opera “I miserabili” affrontano i temi della politica e della storia e della società dello spettacolo.  
  
Nel 1984 inizia una nuova fase con lo spettacolo “Kaputt Necropolis” presentato alla biennale di Venezia che rinsalda le fondamenta con la '''cultura occidentale'''. In “Santa Sofia. Teatro Khmer” del 1986 vengono messe in discussione '''la religione e la rivoluzione'''. L’anno dopo con l’opera “I miserabili” affrontano i '''temi della politica e della storia e della società dello spettacolo'''.
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Nel 1988 inaugura sotto la direzione di Claudia Castellucci, la Scuola Teatrica della Discesa e le Edizioni Casa del Bello Estremo, che pubblica scritti drammatici, filosofici e lirici. Nel 1995 inoltre, proseguendo un suo progetto legato al mondo dell'infanzia, Chiara Guidi apre la Scuola sperimentale di teatro infantile.  
  
Nel 1988 inaugura sotto la direzione di Claudia Castellucci, la '''Scuola Teatrica della Discesa e le Edizioni Casa del Bello Estremo''', che pubblica scritti drammatici filosofici e lirici. Nel 1995 inoltre, proseguendo un suo progetto legato al mondo dell'infanzia, Chiara Guidi apre la '''Scuola sperimentale di teatro infantile'''.  
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Nel 1989 Castellucci presenta nell’ex chiesa di San Carpoforo a Milano, lo spettacolo “La discesa di Inanna” dove la messa in scena del mito sumero diventa il pretesto per mettere in discussione archetipi presenti e passati. L'anno seguente con "Gilgamesh" approfondisce le tematiche intorno al  recupero del mito, trattando lo scontro fra l’eroe e il suo rivale-alter ego, Enkidu. Seguono nel 1991 "Iside" e "Osiride".  
  
Nel 1989 arriva a Milano nell’ex chiesa di San Carpoforo lo spettacolo “La discesa di Inanna” dove la messa in scena del '''mito sumero diventa il pretesto per mettere in discussione archetipi presenti e passati'''. "Gilgamesh" arriva nel 1990 e ha come tema sempre '''il recupero del mito''', trattando lo scontro fra l’eroe e il suo rivale alter ego Enkidu. Seguono nel 1991 "Iside" e "Osiride".
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Il 1992 è la volta di “Amleto. La veemente esteriorità della morte di un mollusco", dove il personaggio di Amleto viene a mano a mano decostruito, operando sulla drammaturgia in maniera provocatoria ed estrema per restituire alla figura dell'attore) la sua originaria funzione liturgica e  rituale. L’anno successivo arriva il cupo e violento ”Masoch”: sui trionfi del teatro come potenza passiva, colpa e sconfitta", che però viene accolto con freddezza. Del 1994 è “Festa Plebea” dove si discute del rapporto tra cultura e istituzioni. L’anno successivo “Orestea (una commedia organica, da spiegare meglio), mentre il punto di arrivo di questa fase della ricerca è nel 1999  l’opera “Genesi. From the museum of sleep” con le musiche di Scott Gibbons, compositore americano di musica ellettronica e elettroacustica. Da qui in avanti la cooperazione si è consolidata ed è continuata nel tempo.  
  
Il 1992 è la volta di “Amleto La veemente esteriorità della morte di un mollusco", dove '''il mito di Amleto viene a mano a mano decostruito in maniera provocatoria ed estrema e la figura dell'attore recuperando il significato liturgico e sacrificale'''. L’anno successivo arriva il cupo e violento ”Masoch. I trionfi del teatro come potenza passiva, colpa e sconfitta", che però viene accolto con freddezza. Nel 1994 organizzano “Festa Plebea” dove si discute del rapporto cultura e istituzioni. L’anno successivo realizzano “Orestea (una commedia organica?) e il punto di arrivo di una fase di ricerca giunge con l’opera “Genesi. From the museum of sleep” del 1999 e per la composizione musicale collaborano con '''Scott Gibbons''', compositore americano di musica ellettronica e elettroacustica. Da qui in avanti la cooperazione si è cosolidata ed è continuata nel tempo.
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Nel 2000 alla compagnia viene riconosciuto il Premio Europa Nuove Realtà Teatrali e dal 2002 fino al 2004 iniziano a sviluppare un ciclo drammatico sulla Tragedia Endogonidia diviso in 11 episodi.(Da sviluppare)  
  
Nel 2000 alla compagnia viene riconosciuto il Premio Europa Nuove Realtà Teatrali e dal 2002 fino al 2004 iniziano a sviluppare un ciclo drammatico sulla Tragedia Endogonidia diviso in 11 episodi.
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Nel 2006  la compagnia realizza "Hey, girl!" e nel 2007  "Madrigale appena narrabile".  
  
Nel 2006 realizzano "Hey, girl!" seguito da "Madrigale appena narrabile" del 2007.
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Nel 2010  Castellucci crea un dittico tratto da “Il velo nero del pastore” di Nathaniel Hawthorne. Sono due spettacoli:  "Sul concetto di volto nel figlio di Dio" e “Il volto nero del pastore”, dei quali il primo suscita un mare di polemiche e contestazioni, soprattutto da parte dei cattolici, che considerano blasfema e offensiva l'immagine di Dio così come viene proposta da Castellucci sulla scena. Lo stesso anno presentano “Attore, il tuo nome non è esatto”, una riflessione sulla figura dell’attore non vista più come colui che agisce ma come figura influenzata da altre forze tra cui lo spettatore. (da spiegare meglio)
  
Nel 2011 invece l'opera "Sul concetto di volto nel figlio di Dio" viene considerata '''blasfema e oggetto di denuncia da parte di un gruppo di cattolici'''. Nel solito anno presentano “Attore, il tuo nome non è esatto”, '''una riflessione sulla figura dell’attore non vista più come colui che agisce ma come figura influenzata da altre forze tra cui lo spettatore'''.
 
 
==Sito web:==
 
==Sito web:==
 
http://www.raffaellosanzio.org/
 
http://www.raffaellosanzio.org/
 
==Poetica:==
 
==Poetica:==
La Socìetas Raffaello Sanzio elabora una tipologia di teatro basata per lo più sulla '''potenza visiva, plastica e sonora della scena'''. Romeo Castellucci autore e regista è il fautore delle scene, dei costumi e delle luci seguendo come stile la '''composizione drammatica'''. E' conosciuto in Italia e all'estero come autore di un teatro costituito da '''espressioni artistiche nella loro totalità''' e le sue opere tendono ad essere percepite integralmente.  
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Fin dal  nome scelto per il suo gruppo, “Socìetas Raffaello Sanzio” Castellucci manifesta un ricco background culturale e artistico di cui nutre e sostanzia il suo teatro. Con la sua direzione il gruppo si orienta verso una dimensione teatrale fortemente visionaria, evocatrice di antichi archetipi ancestrali, lo sguardo rivolto alla tragedia classica, alla sacralità del rito e ai lontani miti barbarici. Origina dai loro spettacoli un teatro di pura visionarietà, riecheggiante influenze espressioniste e surrealiste delle Avanguardie storiche, reinterpretate alla luce delle nuove istanze poste dal teatro contemporaneo. Spesso sono immagini disturbanti, spaventose, che generano inquietudine per le analogie con il lato tragico della condizione esistenziale contemporanea. Per questo l'opera della Raffaello Sanzio piace o al contrario è detestata dal pubblico,  in ogni caso è raro che  risulti indifferente.
  
Lo stile è rappresentato da un percorso di rottura e di superamento del teatro tradizionale configurandosi come un "teatro dei corpi". '''La sistematica distruzione di ogni valore teatrale è accompagnata da una sottile ironia''' e proprio per questo aspetto si vede in loro l'influenza del drammaturgo '''Alfred Jarry''' i cui testi sull'assurdità dell'esistenza venivano scritti in maniera grottesca e soggetti al fraintendimento.
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La Socìetas pratica una forma di teatro volta a  realizzare  la  potenza visiva, plastica e sonora della scena. Romeo Castellucci è regista e fautore di scene, luci e costumi. Instaura un continuativo rapporto di collaborazione con Plastikart, ditta che si occupa della realizzazione di scenografie particolari, automi e oggetti di scena complessi. Il suo stile si definisce, nel percorso di rottura dal teatro tradizionale, e nel suo superamento. La Raffaello Sanzio si presenta come un "teatro dei corpi". La sistematica distruzione di ogni valore teatrale è accompagnata da una sottile ironia: s'intravvede negli spettacoli della Raffaello Sanzio l'influenza del drammaturgo Alfred Jarry, i cui testi sull'assurdità dell'esistenza, scritti all'insegna del grottesco, volutamente incomprensibili e soggetti al fraintendimento, ricordano le grandi visioni enigmatiche create sulla scena da Romeo Castellucci.  
  
La loro ricerca li porta a creare '''una utopica lingua universale chiamata "generalissima"''' utilizzata nell'opera "Kaputt Necropolis" messa in scena con successo alla Biennale di Venezia nel 1984. Mentre nel 1985 con l'opera "Santa Sofia, Teatro Khmer" dichiarano '''una sorta di guerra alle immagini''' che viene ulteriormente radicalizzata con l'opera "I Miserabili" dove la figura centrale dell'Araldo per tutta la durata della rappresentazione resta immobile e muta.
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La loro ricerca li porta a creare una utopica lingua universale chiamata "generalissima" utilizzata nell'opera "Kaputt Necropolis" messa in scena con successo alla Biennale di Venezia nel 1984. Mentre nel 1985 con l'opera "Santa Sofia, Teatro Khmer" dichiarano una sorta di guerra alle immagini che viene ulteriormente radicalizzata con l'opera "I Miserabili" dove la figura centrale dell'Araldo per tutta la durata della rappresentazione resta immobile e muta.  
  
Con l'opera "La bellezza tanto antica" si avvicinano al carattere mitico della fiaba e ne consegue ''"un orientamento positivo del teatro non in senso morale, ma come situazione di superamento semantico"''. Da questo momento in poi l'elemento animale affiancherà in scena l'attore. La successione di corpi di uomini, donne, animali, di ogni età, dimensione e deformità, diventa quindi una costante. '''Il corpo che rappresenta il segno significante più potente del teatro stesso, diviene un elemento essenziale per le sue componenti comunicative e di diversità'''. Una sorta di smascheramento del teatro attraverso l'azzeramento dell'attore, che con il suo essere esclusivamente "corpo" rende didascalia il linguaggio.  
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Con l'opera "La bellezza tanto antica" si avvicinano al carattere mitico della fiaba e ne consegue ''("un orientamento positivo del teatro non in senso morale, ma come situazione di superamento semantico")''. Da questo momento in poi l'elemento animale affiancherà in scena l'attore. La successione di corpi di uomini, donne, animali, di ogni età, dimensione e deformità, diventa quindi una costante. Il corpo fisico dell'attore nella poetica della Raffaello Sanzio è il segno significante primario del linguaggio teatrale. Una sorta di smascheramento del teatro attraverso l'azzeramento dell'attore tradizionale, che con il suo essere esclusivamente "corpo" rende didascalia il linguaggio.  
  
 
==Opere:==
 
==Opere:==

Revisione 00:55, 13 Feb 2015

La Socìetas Raffaello Sanzio è una compagnia teatrale italiana fondata nei primi anni '80 in Emilia Romagna da Romeo Castellucci (Cesena 1960). La Raffaello Sanzio, tra i gruppi più contestati e avversati dal pubblico e dalla critica italiani, ha ottenuto importanti riconoscimenti internazionali, mentre lo stesso Castellucci, considerato figura di riferimento del teatro contemporaneo, è particolarmente stimato e amato in Francia. Uno dei gruppi di sperimentazione teatrale italiana meno riconosciuti più noti e richiesti all'estero.

"Genesi", La Societas Raffaello Sanzio

Cognome Nome / Pseudonimo / Denominazione:

La Socìetas Raffaello Sanzio

Biografia:

A Cesena nel 1981 da Romeo Castellucci, sua sorella Claudia, la moglie Chiara Guidi e suo fratello Paolo, fondano il gruppo teatrale de La Societas Raffaello Sanzio. Lo stretto legame di parentela e un comune ideale di sperimentazione teatrale li tiene uniti e li rende complici sia nella vita reale che sul palcoscenico. Romeo Castellucci viene da studi artistici: scenografo diplomato all'Accademia di Belle Arti di Bologna, orienterà il suo teatro ad una pratica attenta alle arti visive.

L'esordio avviene nel 1981 realizzando ”Diade incontro a Monade” dove i protagonisti duellano con armi di legno, spostano carni bovine sulla scena e caricano l’azione di elementi surreali e simbolici. Analoga messa in scena in “Persia mondo uno a uno”, realizzato lo stesso anno. Nel 1982 seguono “Popolo zuppo”, “Maiali anziani malandati” e l’anno successivo “Fuoriclasse della bontà”. Anche se a far scattare la vocazione del gruppo è stato ”Punto di rottura”, uno spettacolo del 1979 del Carrozzone, compagnia di Federico Tiezzi, in realtà la Raffaello Sanzio trova riferimenti e motivo d'ispirazione nelle arti visive in artisti contemporanei come Chia, Paladino, Cucchi, Clemente ma anche De Dominicis, Nitsch, Bacon per citare i più significativi. All’inizio la compagnia utilizza lo stratagemma dell’ironia per liberarsi da una sorta di cultura e ideologia limitante e si appropria del linguaggio tipico della tradizione sovvertendo i luoghi comuni di cui è permeata la società.

La Socìetas Raffaello Sanzio esordisce a Milano nel 1983 con lo spettacolo “I fuoriclasse della bontà”. La rappresentazione viene messa in scena davanti a una platea quasi deserta e culmina con un surreale dialogo tra Giotto e Cimabue. L’opera è caratterizzata da una forte ironia mescolata da contenuti colti, estetico-filosofici.

Nel 1984 inizia una nuova fase con lo spettacolo “Kaputt Necropolis” presentato alla biennale di Venezia che rinsalda le fondamenta con la cultura occidentale. In “Santa Sofia. Teatro Khmer” del 1986 vengono messe in discussione la religione e la rivoluzione. L’anno dopo con l’opera “I miserabili” affrontano i temi della politica e della storia e della società dello spettacolo.

Nel 1988 inaugura sotto la direzione di Claudia Castellucci, la Scuola Teatrica della Discesa e le Edizioni Casa del Bello Estremo, che pubblica scritti drammatici, filosofici e lirici. Nel 1995 inoltre, proseguendo un suo progetto legato al mondo dell'infanzia, Chiara Guidi apre la Scuola sperimentale di teatro infantile.

Nel 1989 Castellucci presenta nell’ex chiesa di San Carpoforo a Milano, lo spettacolo “La discesa di Inanna” dove la messa in scena del mito sumero diventa il pretesto per mettere in discussione archetipi presenti e passati. L'anno seguente con "Gilgamesh" approfondisce le tematiche intorno al recupero del mito, trattando lo scontro fra l’eroe e il suo rivale-alter ego, Enkidu. Seguono nel 1991 "Iside" e "Osiride".

Il 1992 è la volta di “Amleto. La veemente esteriorità della morte di un mollusco", dove il personaggio di Amleto viene a mano a mano decostruito, operando sulla drammaturgia in maniera provocatoria ed estrema per restituire alla figura dell'attore) la sua originaria funzione liturgica e rituale. L’anno successivo arriva il cupo e violento ”Masoch”: sui trionfi del teatro come potenza passiva, colpa e sconfitta", che però viene accolto con freddezza. Del 1994 è “Festa Plebea” dove si discute del rapporto tra cultura e istituzioni. L’anno successivo “Orestea (una commedia organica, da spiegare meglio), mentre il punto di arrivo di questa fase della ricerca è nel 1999 l’opera “Genesi. From the museum of sleep” con le musiche di Scott Gibbons, compositore americano di musica ellettronica e elettroacustica. Da qui in avanti la cooperazione si è consolidata ed è continuata nel tempo.

Nel 2000 alla compagnia viene riconosciuto il Premio Europa Nuove Realtà Teatrali e dal 2002 fino al 2004 iniziano a sviluppare un ciclo drammatico sulla Tragedia Endogonidia diviso in 11 episodi.(Da sviluppare)

Nel 2006 la compagnia realizza "Hey, girl!" e nel 2007 "Madrigale appena narrabile".

Nel 2010 Castellucci crea un dittico tratto da “Il velo nero del pastore” di Nathaniel Hawthorne. Sono due spettacoli: "Sul concetto di volto nel figlio di Dio" e “Il volto nero del pastore”, dei quali il primo suscita un mare di polemiche e contestazioni, soprattutto da parte dei cattolici, che considerano blasfema e offensiva l'immagine di Dio così come viene proposta da Castellucci sulla scena. Lo stesso anno presentano “Attore, il tuo nome non è esatto”, una riflessione sulla figura dell’attore non vista più come colui che agisce ma come figura influenzata da altre forze tra cui lo spettatore. (da spiegare meglio)

Sito web:

http://www.raffaellosanzio.org/

Poetica:

Fin dal nome scelto per il suo gruppo, “Socìetas Raffaello Sanzio” Castellucci manifesta un ricco background culturale e artistico di cui nutre e sostanzia il suo teatro. Con la sua direzione il gruppo si orienta verso una dimensione teatrale fortemente visionaria, evocatrice di antichi archetipi ancestrali, lo sguardo rivolto alla tragedia classica, alla sacralità del rito e ai lontani miti barbarici. Origina dai loro spettacoli un teatro di pura visionarietà, riecheggiante influenze espressioniste e surrealiste delle Avanguardie storiche, reinterpretate alla luce delle nuove istanze poste dal teatro contemporaneo. Spesso sono immagini disturbanti, spaventose, che generano inquietudine per le analogie con il lato tragico della condizione esistenziale contemporanea. Per questo l'opera della Raffaello Sanzio piace o al contrario è detestata dal pubblico, in ogni caso è raro che risulti indifferente.

La Socìetas pratica una forma di teatro volta a realizzare la potenza visiva, plastica e sonora della scena. Romeo Castellucci è regista e fautore di scene, luci e costumi. Instaura un continuativo rapporto di collaborazione con Plastikart, ditta che si occupa della realizzazione di scenografie particolari, automi e oggetti di scena complessi. Il suo stile si definisce, nel percorso di rottura dal teatro tradizionale, e nel suo superamento. La Raffaello Sanzio si presenta come un "teatro dei corpi". La sistematica distruzione di ogni valore teatrale è accompagnata da una sottile ironia: s'intravvede negli spettacoli della Raffaello Sanzio l'influenza del drammaturgo Alfred Jarry, i cui testi sull'assurdità dell'esistenza, scritti all'insegna del grottesco, volutamente incomprensibili e soggetti al fraintendimento, ricordano le grandi visioni enigmatiche create sulla scena da Romeo Castellucci.

La loro ricerca li porta a creare una utopica lingua universale chiamata "generalissima" utilizzata nell'opera "Kaputt Necropolis" messa in scena con successo alla Biennale di Venezia nel 1984. Mentre nel 1985 con l'opera "Santa Sofia, Teatro Khmer" dichiarano una sorta di guerra alle immagini che viene ulteriormente radicalizzata con l'opera "I Miserabili" dove la figura centrale dell'Araldo per tutta la durata della rappresentazione resta immobile e muta.

Con l'opera "La bellezza tanto antica" si avvicinano al carattere mitico della fiaba e ne consegue ("un orientamento positivo del teatro non in senso morale, ma come situazione di superamento semantico"). Da questo momento in poi l'elemento animale affiancherà in scena l'attore. La successione di corpi di uomini, donne, animali, di ogni età, dimensione e deformità, diventa quindi una costante. Il corpo fisico dell'attore nella poetica della Raffaello Sanzio è il segno significante primario del linguaggio teatrale. Una sorta di smascheramento del teatro attraverso l'azzeramento dell'attore tradizionale, che con il suo essere esclusivamente "corpo" rende didascalia il linguaggio.

Opere:

  • Santa Sofia.Teatro Khmer (1985)
  • Kaputt Necropolis (1984)
  • Miserabili (1986)
  • Alla bellezza tanto antica (1987)
  • La discesa di Inanna (1989)
  • Gilgamesh (1990)
  • Amleto. La veemente esteriorità della morte di un mollusco (1992)
  • Favole di Esopo (1992)
  • Masoch. I trionfi del teatro come potenza passiva, colpa e sconfitta (1993)
  • Lucifero. Quanto più una parola è vecchia tanto più va a fondo (1993)
  • Orestea (Una commedia organica?) (1995)
  • Buchettino (1995)
  • Giulio Cesare (1997)
  • Genesi. From the museum of sleep (1999)
  • Ciclo "Tragedia Endogonidia":
    • C.#01 CESENA. I Episodio della Tragedia Endogonidia (2002)
    • A.#02 AVIGNON. II Episodio della Tragedia Endogonidia (2002)
    • B.#03 BERLIN. III Episodio della Tragedia Endogonidia (2003)
    • BR.#04 BR.#04 BRUXELLES/BRUSSEL. IV Episodio della Tragedia Endogonidia (2003)
    • BN.#05 BERGEN. V Episodio della Tragedia Endogonidia (2003)
    • P.#06 PARIS. VI Episodio della Tragedia Endogonidia (2003)
    • R.#07 ROMA. VII Episodio della Tragedia Endogonidia (2003)
    • S.#08 STRASBOURG. VIII Episodio della Tragedia Endogonidia (2004)
    • L.#09 LONDON. IX Episodio della Tragedia Endogonidia (2004)
    • M.#10 MARSEILLE. X Episodio della Tragedia Endogonidia (2004)
    • C.#11 CESENA. XI Episodio della Tragedia Endogonidia (2004)
  • The Cryonic Chants (2005)
  • Hey Girl! (2006)
  • Vexilla Regis Prudent Inferni (2007)
  • Madrigale Appena Narrabile (2007)
  • Ciclo "La Divina Commedia":
    • Inferno (2008)
    • Purgatorio (2008)
    • Paradiso (2008)
  • Parsifal (2011)
  • Ciclo "Il velo nero del pastore":
    • Sul concetto di volto nel figlio di Dio (2010)
    • Il velo nero del pastore (2011)
    • Four Seasons Restaurant (2012)
  • Schwanengesang D744 (2013)

Elenco esposizioni (anno, titolo, curatela, luogo, città):

File multimediali:

Video:

Audio:

Altro:

Augmented reality:

Latitudine:

Longitudine:

Link verso portali di augmented reality

Bibliografia:

  • Romeo Castellucci & Socìetas Raffaello Sanzio, Oliviero Ponte Di Pino, Doppiozero, 2013

Webliografia:

Note:

Tipo di scheda:

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Voci correlate: