Discussione:Scrittura Elettronica

Tratto da EduEDA
Versione del 28 Dic 2014 alle 01:32 di Cristina (Discussione | contributi) (Descrizione:)

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Argomento:

Scrittura Elettronica

Descrizione:

La scrittura fin dalla sua nascita ha come oggetto le parole ed è finalizzata alla comunicazione di un pensiero nel tempo e nello spazio. La funzione primaria dei segni grafici è stata quella di rendere permanenti e conoscibili le leggi, si ricordino i dieci comandamenti scolpiti su pietra oppure il codice di Hammurabi scolpito su una stele di marmo. I supporti di scrittura possono essere di vario tipo a seconda della funzione e del luogo preso in consederazione, dalla pietra si è passati al bronzo, alla cera, al legno, al papiro e infine alla carta. Gli strumenti per imprimere i segni allo stesso modo sono stati molteplici, dallo scalpello, allo stilo, alla penna e al gesso.

Nella metà del '400 avviene il primo salto che porta a una grande rivoluzione, Johann Gutemberg inventa la stampa a caratteri mobili che permetterà la diffusione di migliaia di libri non più scritti a mano ma stampati da una macchina. Successivamente nel 1823 un'altra invenzione di Pietro Conti determinò la fine del lavoro amanuense: la macchina da scrivere.

Un'ulteriore grande rivoluzione avviene nel 1845 e segna l'inizio della scrittura elettronica: Samuel Morse inventa il telegrafo, un metodo di scrittura non più basato sulla carta ma sull'uso dell'elettricità come mezzo tecnico per scrivere utilizzando al posto delle parole il punto e la linea. Questa invenzione ha permesso una comunicazione veloce a lunghe distanze. Da quel momento in poi il mondo diventa un villaggio globale grazie alla diffusione e alla rapidità delle notizie. Si è andata quindi a costituire la società dell'informazione fondata sull'utilizzo dell'energia elettrica come mezzo di scrittura.

La scrittura elettrica differisce da quella elettronica perchè mentre nella prima serve solo la corrente elettrica per emettere dei segnali, nella seconda il messaggio passa attraverso dei materiali semiconduttori oppure nell'aria o nei gas inerti. La radio e la televisione sono un esempio di dispositivi elettronici. Anche il computer ne fa parte ed è l'unico che può trasmettere messaggi scritti, anche se in questo caso più che di scrittura elettronica bisogna cominciare a parlare di scrittura informatica.

Il computer è diverso da tutte le altre macchine elettroniche perchè a un dato input corrisponde in uscita un segnale digitale in codice binario i cui unici elementi sono lo 0 e l'1. Questi due simboli si chiamano BIT. L'uomo non comunica attraverso questi simboli, lascia al computer il compito di conversione da linguaggio naturale a binario.

La scritttura elettronica in un computer comporta di conseguenza l'utilizzo di dati digitali che hanno la proprietà di essere riproducibili, duplicabili e accessibili su diversi dispositivi. I supporti delle memorie possono essere elettronici, magnetici e ottici. Quelli elettronici sono volatili perchè spariscono una volta scollegati dall'energia elettrica, quelli magnetici sono cancellabili perche smagnetizzabili e quelli ottici sono indelebili.

La registrazione di dati nella memoria di un computer è un vero e proprio modo di scrivere, l'alfabeto è quello dei BIT, l'inchiostro è il flusso di elettroni e il supporto è elettronico. Tutto questo ha permesso una nuova forma di editoria elettronica. L'uomo adattandosi al mondo telematico ha imparato a lavorare senza l'utilizzo di supporti cartacei e a leggere testi digitali. Grazie allo sviluppo di reti via cavo i giornali hanno potuto essere trasmessi per poter essere stampati in paesi lontani. Alcuni studiosi trasmettono una visione non proprio positiva di questa galassia elettronica, secondo la loro opinione infatti le parole dette unite a quelle scritte e a quelle virtuali hanno creato un'informazione eccessiva, satura causando un'opacizzazione del linguaggio e banalizzando il significato stesso dell'espressione verbale.

Questa innovazione tecnologica però ha portato degli indiscutibili elementi positivi che sono la maggiore quantità di informazioni disponibili, la democraticità del sapere e la nascita di nuove forme di scrittura grazie a internet. Rheingold a questo proposito sostiene che "i membri delle comunità virtuali usano le parole sullo schermo per scambiarsi cortesie e dialogare, discutere di argomenti intellettuali, combinare affari, scambiarsi informazioni, dare e ricevere sostegno emotivo, fare progetti, stimolare la creatività, spettegolare, litigare, innamorarsi, trovare amici e perderli (...). Per milioni di persone che si sono fatte coinvolgere, la ricchezza e la vitalità delle culture legate al computer è affascinante, quasi al punto di dare assuefazione. Non esiste una singola monolitica subcultura online; semmai siamo di fronte ad un ecosistema di subculture, alcune frivole, altre serie" [1]

Il mondo della comunicazione ha subito tre rivoluzioni importanti: quella chirografica per l'invenzione della scrittura, quella gutemberghiana per l'invenzione della stampa e quella elettrica o elettronica per l'invenzione del telegrafo e dei dispositivi radiotelevisivi. Queste rivoluzioni hanno determinato una velocità sempre maggiore dell'informazione e ogni volta hanno provocato consensi o ostilità nella società. Quello che si può affermare con certezza però è che ogni rivoluzione non ha mai soppiantato il medium precedente infatti ancora si comunica oralmente, scrivendo oppure attraverso la stampa.

Il cambiamento dovuto all'introduzione dell'informatica nella comunicazione ha portato il testo fisico in uno stato di virtualità ma l'innovazione notevole si ha quando dal testo si passa all'ipertesto. Theodor Nelson ne dà una definizione già negli anni '60 affermando che l'ipertesto è un testo elettronico "costituito da una serie di brani di testo tra cui sono definiti dei collegamenti che consentono al lettore differenti cammini". Mentre un libro cartaceo ha dei limiti ben precisi spaziali e strutturali, l'ipertesto presenta piuttosto un'apertura ad ulteriori integrazioni esterne e non tende più ad essere autosufficiente. L'ipertesto è una rete di testi decentrati dove il lettore può muoversi liberamente.

La comunicazione in rete ha portato inoltre ad elaborare una sorta di convenzioni creative per esplicare al meglio il messaggio che si sta trasmettendo. Per esempio i caratteri maiuscoli stanno a significare un volume più alto nella voce mentre l'uso di asterischi pone l'enfasi su alcune parole. Inoltre la necessità di scrivere velocemente su di una tastiera ha incentivato l'uso di abbreviazioni che ha determinato la nascita di numerosi acronimi.

Bibliografia:

  • La parola nella galassia elettronica, Massimo Baldini, Donatella Marucci, Armando Editore, 2005

Webliografia:

Note:

  1. http://books.google.it/books?id=ZOoxvsuIcZoC&pg=PA85&lpg=PA85&dq=primi+esperimenti+di+scrittura+elettronica&source=bl&ots=caU6Qxyg9E&sig=QPHpUn_C1uNVXbfuyPb-q6yZW6o&hl=it&sa=X&ei=SAl7VIKhNsXWapnjAg&ved=0CCYQ6AEwAQ#v=onepage&q=primi%20esperimenti%20di%20scrittura%20elettronica&f=false