Discussione:Wilson Bob

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Wilson Bob seguito da un abstract di circa 3 righe di descrizione del personaggio

Didascalia immagine relativa al soggetto

Cognome Nome / Pseudonimo / Denominazione:

Wilson Bob (Robert)

Biografia:

Bob Wilson nasce a Waco in Texas nel 1941 da padre avvocato. Nel 1959 si diploma nel 1959 alla High School e per volontà dei genitori proseguirà gli studi in economia aziendale ad Austin che poi abbandonerà un anno prima della laurea.

Il cambiamento radicale è dovuto all'esperienza passata insieme a bambini diabili e alla frequentazione di teatri per l'infanzia. DEcide così di dedicarsi alle arti figurative e si trasferisce a New York per iscriversi agli studi di architettura e progettazione d'interni al Pratt Institute di Brooklyn dove può accedere anche ai corsi di pittura e design.

La svolta determinante per la sua carriera avviene assistendo agli spettacoli di Martha Graham, Merce Cunnigham e Alwin Nikolais. Rimasto colpito dalla Graham decide di scriverle per ringraziarla e lei lo invita ad assistere alle sue prove. Invece con Nikolais inizia subito un rapporto di collaborazione e nel 1964 diesgnerà due creografie per Junk Dances e Lanscape per Murray Louis assistente di Nikolais.

Continua i suoi studi al Pratt e a dedicarsi sempre ai bambini. Nel 1963 realizza un cortometraggio astratto "Slant" per la WNET-TV e l'estate del 1964 raggiunge Geroge McNeil a Parigi e inizia a studiare pittura.

Nel 1965 realizza alcune performance "Duricglte & Tomorrow" a New York, "Modern Dance" a Waco e "Silent Play" a San Antonio. Sempre lo stesso anno gira il film "The House" che però resta incompiuto e progetta le scene e i costumi di "America Hurrah!" di Jean Claude van Itallie per la compagnia Café La Mama. L'anno successivo si dedica a due spettacoli di danza "Clorox" e "Opus 2" e viee invitato a partecipare all'American Theatre Laboratory da Jerome Robbins. Sempre lo stesso anno collabora con la comunità dell'architetto Solieri intento a progettare la città di Arcosanti recuperando le forme simboliche e i miti arcaici indiani e nordamericani.

La sua opera è sempre denotata da u forte attivismo che però è seguita da una grossa crisi esistenziale che lo porta a curarsi in una clinica di malattie mentali. Una volta ristabilito parte per New York, prende in affitto l'ex Open Theatre e il loft diventa ben presto un luogo d'incontro per artisti ma anche per studenti, pensionati, artigisni, disabili, casalinghe...Il gruppo si nomina Byrd Hoffman School of Byrds. L'attività a cui si dedicano è quella di workshop che a tratti viene interrotta per dare vita a performance come "Baby Blood" del 1967 e l'anno successivo da "Alley Cats", "Theatre Activity 1 e 2" e "ByrdwoMAN". Il lavoro laboratoriale portato avanti in contesti non convenzionali prende spunto dal fertile clima culturale newyorkese.

Nel 1969 invece arriva a progettare "The Kink of Spain" il suo primo spettacolo in un teatro, per la precisione nel Anderson Theatre. Inizia a confrontarsi con gli spazi bidimensionali del palcoscenico e elabora lo stile che lo renderà inconfondibile: la centralità del corpo attraverso la gestualità e il coinvolgimento diretto dello spettatore. La composizione a cui arriva Wilson è di un eccezionale impatto visivo. Questo porterà lo spettacolo ad avere un sucesso inaspettato.

Lo stesso anno alla Brooklyn Academy of Music dove viene invitato Wilson crea "The Life and Times" di Sigmund Frcad. Intorno alla fine degli anni 70 realizza un'opera del silenzio all'Università dello Iowa Deafman Glance dove una partitura musicale scorre di fronte agli occhi di un sordomuto. Nel 1971 esplode il riconoscimento in Europa che lo porta ad essere considerato un regista di culto.

Nel 1972 gira il film monumentale "KA MOUNTAIN AND GUARDenia TERRACE" nelle montagne di Shiraz-Persepoli che verrà presentata per il Festival d'Automne a Parigi. Lo spettacolo montato e ampliato da alcuni "Byrds" girati precedentemente dura 24 ore ininterrotte. Al Festival di Spoleto del 1974 invece presenta "A letter of Queen Victoria" dove l'espressione del tempo e della musica la fanno da protagonisti. Nel 1976 al Festival di Avignone partecipa con "Einstein on the Beach" musicata da Philip Glass e con le coreografie di Andrew Degroat. Nel 1977 mette in scena "I was Sitting On My Patio This Guy Appared I Thonght I Was Allucinating" e nel 1977 con "Death Destruction & Detroit" iniziano le produzioni tedesche che saranno più fortunate. La parola viene sfruttata per il suo valore sonoro con le musiche di Alan Lloyd, Keith Jarret e Randy Newman. Invece in "Edison" del 1979 si consolida l'importanza della luce nell'azione scenica.

Nel 1982 con los pettacolo "Die goldenen Fenster" la parola prevale sulla materialità sonora. Mentre nel 1984 mette in mostra l'opera totale "CIVL warS, a Tree is Best Measured When it is Down" ideata per le olimpiadi di Los Angeles e che coinvolge centinaia di interpreti in sei città diverse, che diventano però poi quattro.

Questa ricerca verso l'opera totale lo prta ad interessarsi alla tragedia greca e quindi nascono "Medea" nel 1984, "Alcesti" del 1986, "Hamletmachine" sempre del 1986 e "Quartett" del 1987. Inizia una nuova fase dove il regista si accosta ad alcuni testi teatrali: Cechov "Il canto del cigno", Ibsen "Quando noi morti ci ridestiamo", Büchner "La morte di Danton". Oppure mette in scena testi narrativi come il romanzo di Virginia Woolf, "Orlando".

Nel 1990 esce lo spettacolo "The Black Rider" dall'unione di tre grandi artisti sperimentali: Bob Wilson nel ruolo di regista, William Burrough in veste di scrittore e Tom Waits cme musicista. Nel 1992 continua la collaborazione per "Alice" ma non conseguono il successo precedente. Dello stesso anno è "Doctor Faustus Lights the Lights" nel 1996 realizza "Time Rock" con le musiche di Lou Reed.

Sito web:

http://www.robertwilson.com/

Poetica:

Robert Wilson è padre fondativo del cosiddetto "Teatro Immagine" che apparso sulla scena alla fine degli anni '60 rompe tutti gli schemi della rappresentazione e inaugura un nuovo periodo di ricerca. Nei primi 35 anni della ricerca artistica di Wilson si delinea un'idea di teatro inteso come 'spettacolo' costruito sull'esasperata ricercatezza delle luci o sull'estrema precisione di ogni gesto che affronta la contemporaneità frantumandola e presentandola nelle sue mille compresenti sfaccettature. Wilson infatti scompone i contenuti della storia per ricomporli in un nuovo immaginario. I temi toccati da Wilson sono sia individuali legati al rapporto corpo-psiche che universali, riguardanti le grandi vicende umane l'avventura del progresso, la tragedia della guerra. Questi temi vengono ripensati secondo un'estetica che trasforma i grandi interrogativi etici in visioni perfette.

Gli spettacoli di importanza internazionale sono di alto livello stilistico e di un freddo rigore formale. Bob Wilson fa uso delle risorse visive e sonore per mettere in mostra un teatro visionario. La luce è l'elemento per eccellenza nela rappresentazione teatrale di Wilson, l'elemento strutturale che definisce lo spazio e le immagini che si lega ai suoi studi di architettura e al contesto delle arti visive. Con l'andare del tempo ha portato avanti una sorta di processo di sottrazione che lo ha avvicinato alla Minimal Art e alle suggestioni della cultura giapponese. La luce non ha più la funzione di illuminare il palco o gli attori, diventa uno strumento per creare nuove forme e per scolpire lo spazio con criteri pittorici che lo portano a dover utilizzare diversi dispositivi luminosi. Il fondale, gli oggetti, gli attori e il palcoscenico sono unità indipendenti, ognuna di esse sono colpite da campiture cromatiche di colore.

Rispetto ai primi spettacoli che prediligevano una comunicazione non verbale, Wilson attualmente si occupa di opere drammaturgiche. Significativo per la relazione con le arti visive è lo spettacolo "Woyzeck" con le musiche di Tom Waits. Wilson crea una scena atratta completamente immersa nel colore e con proiezioni che disegnano figure geometriche storte per rappresentare una sorta di disorientamento. All'interno di questo spazio gli attori si muovono controllando ogni loro gesto e componendo un tracciato di linee. "Ne deriva uno spettacolo di straordinaria bellezza visiva, dove la storia, lineare nella sua semplicità, è consegnata a una suggestiva partitura di immagini e alla forza trainante della tensione espressiva offerta dal colore e dal suono".[1]


Opere:

Elenco esposizioni (anno, titolo, curatela, luogo, città):

File multimediali:

Video:

Audio:

Altro:

Augmented reality:

Latitudine:

Longitudine:

Link verso portali di augmented reality

Bibliografia:

Webliografia:

Note:

  1. http://www.treccani.it/enciclopedia/la-scena-teatrale_%28XXI-Secolo%29/

Tipo di scheda:

InteractiveResource

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Voci correlate: