Discussioni file:Waterkosuth(1966).jpg: differenze tra le versioni

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L'opera in questione rappresenta uno degli esempi più emblematici dell'arte tautologica - ma naturalmente nemmeno in questo caso scarseggiano installazioni consimili: il linguaggio definisce circolarmente l'opera con lampante chiarezza e rigore logico, informando lo spettatore che l'oggetto della sua osservazione è in effetti costituito da otto parole composte di lettere in lingua inglese formate da una luce elettrica al neon (dunque di vetro) di colore rosa. Nulla più se non una proposizione autoevidente, indicante trasparentemente il significato dell'installazione al di là dei generi artistici, delle considerazioni estetiche, delle interpretazioni soggettive.
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Ed ecco - questa volta nel più totale isolamento - la definizione trascinata fuori del suo contesto proprio (il dizionario), mostrata in negativo in un ingrandimento fotostatico acromatico. Un tentativo di scardinare il gioco linguistico dell'arte presentando nel sacro luogo di tradizionale contemplazione (la galleria) un'opera che costringa a riflettere sul senso di questa operazione, sulla legittimità della presenza di una pura e semplice definizione, priva di qualsivoglia attributo di interesse formale, nel mondo dell'arte - in definitiva, su natura e funzione dell'arte stessa, sul suo concetto e sulla necessità di una sua demistificazione e allargamento.
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Kosuth si serve della definizione di acqua - poichè priva di forma e colore, dunque oggetto evanescente - o di quella di nulla, bianco e nero, arte, idea e quant altro non ha alcuna rilevanza: le definizioni kosuthiane si configurano infatti in termini esclusivamente mentali, come indagini teorico-filosofiche relative all'arte - ''Art as idea as idea'', come recita il sottotitolo comune a tutte queste opere.

Versione attuale delle 13:51, 11 Apr 2007

Ed ecco - questa volta nel più totale isolamento - la definizione trascinata fuori del suo contesto proprio (il dizionario), mostrata in negativo in un ingrandimento fotostatico acromatico. Un tentativo di scardinare il gioco linguistico dell'arte presentando nel sacro luogo di tradizionale contemplazione (la galleria) un'opera che costringa a riflettere sul senso di questa operazione, sulla legittimità della presenza di una pura e semplice definizione, priva di qualsivoglia attributo di interesse formale, nel mondo dell'arte - in definitiva, su natura e funzione dell'arte stessa, sul suo concetto e sulla necessità di una sua demistificazione e allargamento. Kosuth si serve della definizione di acqua - poichè priva di forma e colore, dunque oggetto evanescente - o di quella di nulla, bianco e nero, arte, idea e quant altro non ha alcuna rilevanza: le definizioni kosuthiane si configurano infatti in termini esclusivamente mentali, come indagini teorico-filosofiche relative all'arte - Art as idea as idea, come recita il sottotitolo comune a tutte queste opere.