Dreyfus Hubert

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Dreyfus Hubert:

Professore di Filosofia presso l’università di Berkeley in California, studioso della fenomenologia, dell’esistenzialismo e delle implicazioni filosofiche in campo scientifico. E’ noto anche per aver contribuito alla critica della cosiddetta Intelligenza artificiale forte e per il suo contributo allo studio delle relazioni tra mente umana e macchine.

Biografia:

Hubert Lederer Dreyfus è nato il 15 ottobre 1929 a Terre Haute nello stato dell’Indiana (USA). Iscrittosi alla facoltà di Fisica ad Harvard, passa in seguito a Filosofia, considerandola piu’ vicina alla vita reale delle persone. Ottiene il B.A. nel 1951, il M.A. nel 1952 ed il Ph.D. nel 1964. Inizia la sua carriera di insegnante proprio ad Harvard, ancora prima di concludere gli studi. Dopo un periodo alla Brandeis University, dal 1960 al 1968 è professore al MIT. Da allora fino ad oggi insegna filosofia all’Università di Berkeley, pur avendo insegnato in molte università anche europee, tra le quali l’Università di Francoforte.

Sito web:

Sito web personale ancora in lavorazione

Pagina personale sul sito dell'Università di Berkeley

Poetica:

I filosofi che maggiormente hanno influenzato il pensiero di Dreyfus sono Martin Heidegger, Ludwig Wittgenstein, Maurice Merleau-Ponty (del quale ha tradotto Sense and Non-Sense), Søren Kierkegaard, Friedrich Nietzsche, Michel Foucault. E’ autore di Being-in-the-World (Essere nel mondo): un commento ad Essere e tempo, la piu’ importante opera di Heiddeger. E’ inoltre autore insieme a Paul Rabinow, di “Michel Foucault: Beyond Structuralism and Hermeneutics. I suoi lavori filosofici hanno influenzato Richard Rorty, Charles Taylor, John Searle, e il suo ex allievo John Haugeland. Durante gli anni di insegnamento al MIT ha modo di osservare da vicino il lavoro dei pionieri degli studi sull’intelligenza artificiale (Artificial Intelligence: AI), scienza nascente che studiava la progettazione di sistemi artificiali, capaci di prestazioni paragonabili a quelle umane, ad esempio la comprensione del linguaggio naturale. Le sue maggiori perplessità sono legate ai presupposti alla base delle teorie sull’AI, secondo le quali l’intelligenza umana può essere ricondotta alla manipolazione di simboli secondo precise regole. Rispetto al concetto di AI “forte”, Dreyfus è fautore della cosiddetta AI "debole", che pur cercando di trasferire nelle macchine i processi cognitivi umani, non si propone né s'illude di renderle simili all'uomo. il punto debole delle tesi dell’AI sta infatti a suo parere proprio nella mancanza di un’analisi filosofica di fondamento del concetto di rappresentazione simbolica. Inoltre, i computers non possono simulare il corpo umano, non possono riprodurre il livello sensoriale ne’ quello esperienziale, che costituiscono un’aspetto imprescindibile nella descrizione dell’intelligenza umana. A partire da un’attenta analisi filosofica di derivazione heiddegeriana, Dreyfus sostiene che tra uomo e mondo esiste un rapporto di coappartenenza originaria, dato dal fatto che l’essere dell’uomo è originariamente un”essere-nel-mondo”. Per questo, la distinzione tra soggetto e oggetto è fittizia e artificiale, in quanto siamo noi ad attribuire un significato agli oggetti e a operare la distinzione tra soggetto e oggetto. Traslando questo assunto nel campo dell’intelligenza artificiale, Dreyfus, osserva come le macchine non siano assolutamente in grado di ricreare questa situazione in cui si trova “gettato” l’uomo, perché le macchine possono solo ricreare stati discreti e regole che relazionano gli oggetti del mondo alle capacità di elaborazione di un soggetto, mentre l’uomo ha gli stati del sè riuniti in una unica sfera indifferenziata, più il suo costitutivo essere in situazione, la sua costitutiva familiarità con il mondo, che potemmo vedere come uno sfondo costante, e che non è assolutamente ricreabile da una macchina, perché implica un avere vissuto “già-sempre” nel mondo, stato che può appartenere solo all’ “essere-nel-mondo”, cioè all’uomo.


Opere:

Nel 1964 pubblica un trattato Alchemy and Artificial Intelligence, di aspra critica nei confronti del lavoro svolto da John McCarty, Allen Newell e Herbert Simon, padri fondatori dell’AI, dove si oppone fermamente all’idea che l’intelligenza si basi sulla manipolazione di simboli tramite regole formali e che la mente possa ridursi ad intelligenza meccanica. Ritenendo che gli esperimenti fino ad allora condotti e gli studi futuri sono destinati a fallire , nel 1972 scrive What Computers Can't Do, il suo primo libro di critica all’intelligenza artificiale, ripubblicato poi in una nuova edizione nel 1979 ed infine, in terza edizione, nel1992, con il nuovo titolo What Computers Still Can't Do.

Bibliografia:

LIBRI

∗ 1964, Traduzione e introduzione di Sense and Nonsense di Maurice Merleau-Ponty, Northwestern University Press.

∗ 1972, What Computers Can't Do: The Limits of Artificial Intelligence, Harper and Row. Seconda edizione con nuova prefazione ,1979, Harper and Row.

∗ 1982, Michel Foucault: Beyond Structuralism and Hermeneutics, University of Chicago Press.

∗ 1986, Mind over Machine: The Power of Human Intuitive Expertise in the Era of the Computer (con il fratello Stuart Dreyfus), Free Press.

∗ 1987, cura di Mental Illness and Psychology di Michel Foucault, University of California Press.

∗ 1991, Being-in-the-World: A Commentary on Heidegger's Being and Time, Division I, MIT Press.

∗ 1992, What Computers Still Can't Do, MIT Press.

∗ 1997, Disclosing New Worlds: Entrepreneurship, Democratic Action, and the Cultivation of Solidarity, con Charles Spinosa and Fernando Flores, MIT Press.

∗ 2001, On the Internet, Routledge, Londra.


DVD E VIDEO CASSETTE

∗ 1983, Beyond Philosophy: The Thought of Martin Heidegger, 12-part series, University of California Extension Media Center.

∗ 1999, Husserl, Heidegger and Modern Existentialism, Great Philosophers, Films for the Humanities and Sciences, Princeton, NJ.

∗ 2003, The Skill Model Applied, for KUNNSKAPSKANAL on NrK1, Oslo, Norway.


ANTOLOGIE

∗ 1982 Husserl, Intentionality and Cognitive Science, Bradford/M.I.T. Press.

∗ 1992, con Harrison Hall, Heidegger: A Critical Reader, Basil Blackwell.

∗ 2002, con Mark Wrathall, Heidegger Reexamined, Vol. 1: Dasein, Authenticity, and Death; Vol. 2 Truth, Realism, and the History of Being; Vol. 3 Art, Poetry, and Technology; Vol. 4 Language and the Critique of Subjectivity; Routledge.

∗ 2005, con Mark Wrathall, A Companion to Heidegger, Blackwell Publishing.

∗ 2005, con Mark Wrathall, A Companion to Phenomenology and Existentialism, Blackwell Publishing.


Ha inoltre pubblicato circa duecento articoli e ha partecipato a piu' di cinquanta interviste.

Webliografia:

http://garnet.berkeley.edu/~hdreyfus/

http://en.wikipedia.org/wiki/Hubert_Dreyfus

http://carbon.cudenver.edu/~mryder/itc_data/cogsci.html#dreyfus

http://globetrotter.berkeley.edu/people5/Dreyfus/dreyfus-con0.html

http://files.podcast.com/aftertv/After_TV_Hubert_Dreyfus.mp3

http://andrewkeen.typepad.com/aftertv/2006/02.hubert_dreyfus.html