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WikiARTpedia è un’enciclopedia on-line che si pone come obiettivo la ricerca, documentazione e promozione delle arti e le culture delle reti telematiche attraverso la collaborazione e partecipazione libera di ogni utente. WikiARTpedia è anche un progetto didattico che coinvolge gli studenti dell’Università di Firenze e del Dipartimento di Arti Multimediali dell’Accademia di Belle Arti di Carrara. All’interno di tale Accademia, WikiARTpedia è il primo passo del Centro di Ricerca e Documentazione sull’Arte e le Culture delle Reti denominato uCAN diretto da Tommaso Tozzi ed i cui redattori sono Massimiliano Menconi e Sara Simonini.

Aspetti principali dell’Arte delle Reti e dell’ambito dei contenuti di WikiARTpedia.

Lo sviluppo della società interconnessa è l’attuale punto di arrivo di un processo secolare in cui il piano artistico e culturale è a sua volta ineludibilmente interrelato, tra gli altri, con quello economico, politico, sociale e scientifico. Ogni indagine critica nel campo artistico ha influenzato o a sua volta è stata condizionata da altri ambiti disciplinari.

Buona parte dell’arte del Novecento ha cercato di indagare sui limiti dei modelli tradizionali di organizzazione della conoscenza. Un esempio tra i tanti possibili è la critica delle avanguardie alle gabbie della prospettiva rinascimentale e al relativo punto di vista centrale sul mondo. La riflessione per cui si ha conoscenza non in istanti congelati e spazi circoscritti, ma attraverso una complessità di esperienze dilatate nel tempo e nello spazio, ha invocato implicitamente la necessità di una nuova forma di organizzazione della conoscenza in cui allo spazio della rappresentazione si sostituisse lo spazio dell’esperienza.

L’arte concettuale, così come gli happening ed altre forme artistiche, contrapponendo all’arte oggettuale l’arte come idea e investigazione sul linguaggio stesso dell’arte, hanno contribuito a legittimare l’idea di un sistema di rappresentazione e mediazione della realtà basato sull’immateriale.

L’arte delle reti telematiche, di cui WikiARTpedia si occupa specificatamente, recupera dunque l’idea di trasformazione e di flusso espressa nelle proposte di opera in divenire del movimento fluxus, così come l’idea di temporaneità e transitorietà. A tali riflessioni si aggiungono quelle tipiche degli anni Sessanta sull’ibridazione tra generi culturali o tra ambiti disciplinari.

Più o meno in modo volontario e diretto, le tensioni verso la cooperazione, la partecipazione e l’interazione nel Novecento hanno spinto da più parti nella direzione di un’arte collettiva, che criticava l’idea di autore unico, di genio individuale e di spettatore passivo. Tali tensioni vanno a toccare anche alcuni tra i cardini dell’economia capitalista: il concetto di copyright e di proprietà privata. In tal senso, il software libero e la premiazione di Linux come opera d’arte al Festival di Ars Electronica a Linz sono la consacrazione e il riconoscimento ufficiale, in ambito informatico oltre che artistico, di un nuovo paradigma sociale possibile.

L’arte della cooperazione e del fare network è allo stesso tempo un progetto millenario che ricorre nell’idea di biblioteca universale, così come di lingua e di calcolatore universale, e che si è solo di recente sviluppato nella progettazione di tecnologie ipertestuali e di rete su cui far nascere forme comunitarie globali.

Negli anni Sessanta e Settanta gli scienziati, i movimenti e poi fin dagli anni Ottanta artisti riconosciuti internazionalmente quali Ascott, Adrian, Forest, Kac ed altri, hanno quindi offerto un percorso di ricerca che portava a pensare la Rete non come un semplice supporto dove appendere una versione digitale di quadri o lavori artistici già esistenti, bensì a pensare la Rete stessa come opera d’arte. L’opera d’arte dunque come luogo comunitario incrocio di relazioni e scambio di saperi. L’opera d’arte come struttura che consente la creazione cooperativa ed orizzontale.

Un processo questo già avviato quando gli artisti, coerentemente con gli assunti fluxus degli anni Sessanta, non si sono limitati più a teorizzare l’idea di spettatore come partecipatore, ma hanno iniziato a considerare anche loro stessi come partecipatori dell’opera, anziché considerarsene i registi.


In qualche modo vicino a tale idea, l’arte del fare network è quella in cui non esiste un singolo che progetta il network, ma l’evolversi del network è un evento collaborativo e partecipato da parte di una collettività che congiuntamente riconosce e coglie come significativo qualcosa che si ripete spontaneamente durante i propri scambi e negoziazioni quotidiane in rete.

A quest’idea di Rete come opera d’arte si affianca il processo millenario di un’arte della memoria che si è da sempre posto il problema di conservare e trasmettere i saperi, le esperienze e le soluzioni ai vari problemi di sopravvivenza e dell’esistenza in generale, elaborati dalle persone durante la loro vita. Per esistere, tale arte ha bisogno di lottare per difendere in primo luogo l’accesso ai saperi da parte di tutti e in seconda battuta per risolvere i problemi di reperibilità conseguenti a tale accesso. Il problema che si pongono molti di coloro che svolgono un’attività rivolta nella direzione dell’arte della memoria è quello dunque di come coniugare gli aspetti della conservazione, indicizzazione e reperibilità, diffusione e riproducibilità necessari a tale arte, con le caratteristiche di immaterialità, indeterminazione e reticolarità già descritte in questo intervento e tipiche dell’organizzazione della conoscenza della società interconnessa.

Il premio di Ars Electronica a Wikipedia (www.wikipedia.org) come migliore opera d’arte comunitaria forse è anche il premio a una forma di arte della memoria collaborativa che riesce a risolvere alcuni dei problemi appena descritti. Wikipedia è uno dei più famosi esempi di Archivio Aperto. L’idea di Open Archive, così come esposta in The Art of Open Archive all’interno della manifestazione DEAF 04 (il Dutch Electronic Art Festival) può essere considerata un altro ottimo esempio di forma di arte della memoria.

In tutto e per tutto analogo al ben più famoso Wikipedia, il nostro WikiARTpedia vuole però limitarsi a concentrare la sua attenzione sull’arte e le culture delle reti le cui tematiche ed i cui assunti sono fortemente in linea con i principi partecipativi e comunitari insiti nel sistema wiki di cui fa uso l’enciclopedia stessa.