Em David

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Titolo

Em David


Biografia

David Em è nato a Los Angeles nel 1952. All’età di un anno i suoi si trasferiscono nell’America del Sud e lui cresce lì. A 17 anni studia pittura alla Pennsylvania Academy a Philadelphia. Più tardi frequenta il Goddard College in Vermont e l’American Film Institute di Hollywood. Ha cominciato la sua carriera come pittore ma nel 1974 inizia a sperimentare la manipolazione elettronica delle immagini tv. Questo lo conduce al Xerox Palo Alto Research Center ed alla collaborazione con i pionieri delle computer grafiche Alvy Ray Smith e Dick Shoup, inventore del frame buffer (Scheda Grafica). Qui crea la sua prima immagine digitale. Dal 1977 al 1989 è stato Artista in Residenza al Jet Propulsion Lab della Nasa a Pasadena, California. I lavori prodotti ai JPL hanno condotto alla prima monografia su un artista di arte digitale, cosa che non era mai accaduta (“The Art of David Em”, pubblicata da Harry N. Abrams). Ha lavorato con i computer desktop per la prima volta nel 1990 ai Evangelism Lab della Apple. Nel 1995 fonda il suo studio d’arte digitale nella Sierra Madre, California.

Sito web


Poetica

Mentre occupa la posizione di Artista in residenza ai Laboratori Jet Propulsion (1978) Em ha accesso a computer potenti ed al software sviluppato da Blinn. L’aspetto delle sue visioni di altri mondi potrebbe essere attribuito al fatto che i programmi che lui stava usando erano stati sviluppati non per fini artistici, ma per la ricerca scientifica, in modo primario per la NASA. I database contenevano fenomeni spaziali di Giove e Saturno ritrasmessi sulla terra dalla luna. Em quindi manipola le immagini disponibili sui mainframe con programmi che lo mettono in grado di simulare ombre, strutture e riflessi. Può creare composizioni di incredibile complessità per esempio applicando nuovi dati alle fotografie delle superfici delle lune di Saturno. Attraverso la rotazione, le immagini - specchio, la gradazione, può trasportare lo spettatore in paesaggi surrealisti di incredibile bellezza. Il notevole lavoro prodotto in questi anni sviluppa l’arte matura dell’artista. Molto interessanti sono le frasi poste nella home page del suo sito in cui commenta il primo periodo della computer art:

Noi viviamo in tempi confusi. I libri non hanno l’aspetto dei libri. Qualche volta assomigliano ai chip dei computer. Questo crea sdegno in quei lettori che si rifiutano di prendere un chip di un computer per provare a girare pagina. Nel campo dell’arte serpeggia il panico. Gli artisti, come molti altri nei loro campi, temono che la macchina esista per schiacciare loro i piedi, mozzargli le dita o cavare loro gli occhi. Il computer si nasconde con l’intenzione di apparire di sorpresa. Gli uomini corrono lungo le strade urlando nel pianto, “La diga è rotta!” , dimenticando che essi vivono in una città senza acqua e con nessuna diga. Hai sentito o no che il giorno in cui i robot sostituiranno gli artisti sta per venire? Noi tutti ci ritireremo e lasceremo il computer a creare da solo come un Michelangelo forsennato nella Cappella Sistina. Quando Dio tenderà la sua grande mano non vi sarà Adamo ad attendere, ma un Apple, un Commodore o uno Xerox Mark 10. È sufficiente per far screpolare i suoi oli e bruciare le sue tele. E ancora.. E ancora... David Em


Opere

  • Transjovian Pipeline, 1979
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Secondo molti osservatori, le fantasie cosmiche di Em compendiano le estetiche ed espongono le problematiche inerenti la produzione di immagini computer-generate. Sebbene la sua visione possa apparire futuristica, Em pensa alle sue opere come a delle pitture tradizionali; solo gli strumenti cambiano e sono quelli dell’ era del computer.













Bibliografia

  • Cynthia Goodman (1987), Digital Visions Computers and Art, New York, Harry N. Abrams.


Webliografia