Escher Maurits Cornelis

Tratto da EduEDA
Jump to: navigation, search
Questo articolo è solo un abbozzo (stub). Se puoi contribuisci adesso a migliorarlo. - Per l'elenco completo degli stub, vedi la relativa categoria

Maurits Cornelis Escher nasce il 17 giugno 1898 a Leeuwarden, capoluogo della provincia di Friesland, nei Paesi Bassi settentrionali. Trascorre la giovinezza prima ad Arnhem e poi a Haarlem, dove dal 1919 al 1922 studia dapprima architettura e poi arte grafica con Samuel Jessurum de Mesquita. Nel 1923, terminati gli studi, si trasferisce a Roma dove rimane sino al 1935. In questi anni, ogni primavera intraprende lunghi viaggi in regioni spesso isolate e poco conosciute dell'Italia, prendendo appunti ed eseguendo schizzi che poi, durante l'inverno, utilizza come base per la realizzazione delle opere definitive. Nel 1935 si trasferisce a Châteux d'Oex, in Svizzera; nel 1937 a Ukkel, vicino Bruxelles; nel 1941 a Baarn, nei Paesi Bassi, dove rimane fino al 1970, quando si trasferisce a Laren. Qui muore nel 1972, dopo una lunga malattia. Escher ha saputo con geniale intuito rappresentare l'ambiguità del nostro tempo. I suoi ingannevoli paesaggi, le sue prospettive invertite, le architetture da capogiro, i mosaici fantastici, le figure grottesche umane e animali, le costruzioni geometriche minuziosamente disegnate, incantano e sconcertano l'uomo moderno affascinato dal surreale e insieme ne soddisfano il bisogno di ordine e di equilibrio. Nei contrasti giorno-notte, cielo acqua, pesci-uccelli delle incisioni più famose, l'ambiguità visiva diventa ambiguità di significato e il positivo e il negativo sono diabolicamente intercambiabili. Traspaiono dall'opera e dalle invenzioni di questo artista i suoi molteplici interessi e le variegate fonti di ispirazione, che vanno dalla psicologia alla matematica, dalla poesia alla fantascienza. Partito dall'osservazione accurata della realtà Escher ha finito per rappresentare nelle sue xilografie diversi elementi del visibile accostati in modo da essere ripetuti all'infinito, e plurime strutture spaziali, spesso derivate da modelli topologici, arrivando a esiti di altissimo livello fantastico e simbolico.


“Ritengo molto interessante la pittura di De Chirico, riferita ovviamente agli argomenti che ho trattato precedentemente, linee di costruzione, colori, luce, forme geometriche; tutto è atto alla rappresentazione di un ambiente totalmente anamorfico e allo stesso tempo metafisico, che con inspiegabile naturalezza, mantiene una fisicità ed una semplicità disarmanti.

Opere

Mano, Eye, Relativity