Foucault Michel

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Michel Foucault (1926 - 1984) è stato un saggista e filosofo francese, particolarmente interessato alle dinamiche del potere. Fu lui ad introdurre concetto di biopolitica nello studio di tali relazioni.

Biografia

Michel Foucault nacque a Poitiers nel 1926. Fu allievo di J. Hyppolite all'Ecole Normale Supérieure di Paris, studiò storia, filosofia e psicologia in Germania, Polonia, Svezia. Nel 1950 aderì al partito comunista, ma lo lasciò già nel 1952 e in seguito, anche quando si accostò con episodico interesse a Trotski e alla sinistra maoista, si mostrò sempre molto critico nei confronti dei regimi comunisti dell’est. Nel 1955 iniziò un’intensa amicizia con Barthes e Dumézil. Gli incarichi culturali lo portarono a lunghi soggiorni all’estero, prima in Svezia, poi in Polonia e infine in Germania. Alla fine dello stesso anno conobbe un giovane studente, Daniel Defert, che rimase suo compagno per tutta la vita. Nel 1966 accettò un incarico a Tunisi. Alla fine degli anni ’60 Foucault tornò a Parigi durante le contestazioni studentesche, che appoggiò, finendo anche in carcere (anche a Tunisi si era più volte esposto per difendere studenti ingiustamente incarcerati, procurando loro, tra l’altro, avvocati dalla Francia). Nel 1970 ebbe la cattedra di Storia dei sistemi di pensiero al Collège de France, la più prestigiosa istituzione culturale francese. Alla fine del 1972 Foucault partecipò alla fondazione del quotidiano Liberation. Nel 1975 venne invitato per la prima volta a Berkeley, università che frequentò spesso negli anni successivi. Nel maggio del 1977 gli fu chiesta una consulenza per la riforma del codice penale francese, per ciò che riguardava le materie della sessualità. Morì il 20 giugno 1984 in ospedale malato di AIDS.

Pensiero

In uno dei suoi ultimi scritti Foucault precisava che il tema generale della sua ricerca era il soggetto e non il potere o, meglio, il modo in cui i soggetti sono collocati entro rapporti di potere molto complessi. Ogni relazione intersoggettiva è, secondo Foucault, una relazione di potere. E ogni relazione di potere, dal rapporto tra due individui ai grandi apparati istituzionali, presuppone le proprie strategie, i propri meccanismi e un sapere specifico che ne è la condizione di esercizio. "Non domandatemi chi sono e non chiedetemi di restare lo stesso: è una morale da stato civile; regna sui nostri documenti. Ci si lasci almeno liberi quando si tratta di scrivere."(M. Foucault, L'Archeologia del sapere). "Per quanto ci proviate, non riuscirete mai a stanarmi", rispondeva Michel Foucault a chi cercava di incasellare la sua filosofia. Filosofo, storico, epistemologo, Foucault ha sempre rifiutato tenacemente ogni etichettatura. E ciò che colpisce soprattutto è la straordinaria fedeltà di Foucault a se stesso. Fedeltà nel non arroccarsi sulle proprie posizioni, nel saper affermare un'idea e poi criticarla, buttando a mare se stesso e il suo lavoro. Perfettamente consapevole dei continui spostamenti - di oggetto, di livelli di indagine, di metodo - con cui lasciava di sasso critici e lettori, amava descrivere i suoi lavori come libri-esperienza: "un'esperienza è qualcosa da cui si esce trasformati. Se dovessi scrivere un libro per comunicare ciò che ho già pensato, non avrei mai il coraggio di cominciarlo. Io scrivo proprio perché non so ancora cosa pensare di un determinato argomento che attira il mio interesse. Facendolo il libro mi trasforma, muta ciò che penso. Scrivere, quindi, per cambiare se stessi, per non pensare più le stesse cose di prima. Per Foucault l'impegno intellettuale si è sempre configurato come un impegno pragmatico, capace cioè di incidere positivamente nella quotidianità, non limitandosi a stilare programmi o manifesti, ma mostrando come ciò che solitamente agli occhi della gente appare come qualcosa di ovvio e abituale sia al contrario effetto di mutamenti storici profondi che non rispondono ad alcuna legge o necessità universali.

La filosofia, dunque, può avere ancora un ruolo di contro-potere "a condizione che smetta di pensarsi come profezia, pedagogia o legislazione, e abbia il compito di analizzare, chiarire, rendere visibile e, quindi, intensificare le lotte che si svolgono intorno al potere, le strategie dagli antagonisti, le loro tattiche...". Una teoria è esattamente come una scatola di attrezzi, come spiega Gilles Deleuze, in una conversazione con Foucault del 1972: bisogna che serva, che funzioni. Ci deve essere della gente che se ne serve, a cominciare dal teorico stesso, che smette allora di essere tale per mettersi in gioco in prima persona.

Diceva Foucault: che cosa c'è di più generale in una società del modo in cui essa definisce il suo rapporto con la follia, con la malattia, con il sesso o, più in generale, del modo con cui essa si riconosce come "razionale"? Con la sua analisi della microfisica dei poteri, Foucault ha messo in luce come il potere sia un rapporto creativo e mobile a cui i soggetti co-appartengono, anche quando si illudono di esserne estranei, nel senso che lo formano e ne sono formati. Questo significava mandare letteralmente in pezzi la logica binaria potere-opposizione (o dominanti-dominati), non solo mostrandone l'inconsistenza, ma individuando i luoghi dove si andavano affermando nuovi tipi di potere.

Foucault designa col termine biopolitica questi sviluppi dell'arte del governo alle origini della nostra epoca. Biopolitica significa soprattutto controllo del vivente, un'articolazione di strategie, scientifiche e politiche, di delimitazione e definizione della vita in un mondo globalizzato. Che possibilità abbiamo, di fronte a ciò? Quali le possibili pratiche di libertà?

Ma Foucault, ancora una volta e fino in fondo fedele a se stesso, non teorizza questa o quella modalità di resistenza, non ci dice cosa dobbiamo o non dobbiamo fare, ma indica solo il percorso di un esserci etico e politico che, come quello praticato nelle lotte sostenute in prima persona negli anni '60-70, mette in discussione le condizioni stesse dell'individuo. E' in questo senso che l'emergere dell'interesse etico nell'ultimo Foucault non rappresenta affatto una rottura, né tanto meno un ripiegamento o una negazione dell'interesse politico che ha diretto i suoi scritti sul potere. Al contrario l'etica si presenta proprio come la scelta di affrontare la politica secondo una modalità estranea a quella del potere. Le ricerca di noi stessi attraverso il pensiero di sé, è allora la navigazione in un mare sconosciuto che, dai porti dell'antichità classica, conduce ad un percorso mai concluso. Ed è proprio l'interminabilità e l'indeterminabilità del lavoro etico, la consapevolezza di un'esistenza in cui la libertà non è mai un fatto ma solo l'esercizio rischioso di un partire da sé, che ci sottrae alle partizioni iscritte nel gioco del potere, e apre invece la possibilità di sperimentare nuovi legami e nuove possibilità di esistenza.


Opere

Foucault ha legato il suo pensiero alla rivolta contro la cultura autoritaria negli anni '60 e '70. Storia della follia (1961) e Nascita della clinica (1963) sono opere in cui ricostruisce le origini della moderna clinica psichiatrica e medica, sia sotto il profilo scientifico che teorico: la definizione di ciò che è dentro e di ciò che è fuori dalla norma serve per capire come una società definisce se stessa. Per questa via, in Sorvegliare e punire (1975) ha elaborato in modo originale i rapporti tra sapere e potere: la società s’organizza in un sistema di pratiche, procedure, strategie per assoggettare i corpi negli ospedali, nell’esercito, in prigione, nelle fabbriche, a scuola. Per Foucault il potere si presenta come qualcosa di disperso in tutta la società, Microfisica del potere, (1977) il che obbliga il pensiero ad indagare i dispositivi che l’uomo attiva per divenire capace di organizzare la propria esistenza e darle significato. È questo l’ultimo segmento della ricerca foucaultiana dispiegato nella trilogia La volontà di sapere. Storia della sessualità I (1976), L’uso dei piaceri. Storia della sessualità II (1984), La cura di sé. Storia della sessualità III (1984). Da questa ricerca, (interrotta al quarto volume Le confessioni della carne è rimasto incompiuto) emerge una differenza tra l’antico ed il moderno nel dispiegamento di giochi di verità attraverso i quali l’uomo si è riconosciuto come uomo di desiderio. Se nella cultura greca e latina i giochi di verità configurano una "estetica della esistenza", nel moderno tracciano una morale prescrittiva e sospettosa del desiderio. Ma, precisa Foucault, non è possibile pensare ad un rilancio della moralità greca, dall’interno delle relazioni di potere date, si deve esercitare la pratica del pensiero critico, dell’elaborazione di giochi di verità altri: le pratiche di libertà. In un’intervista del 1984 (in L’etica della cura di sé come pratica della libertà), Foucault dice che si sfugge "ad un dominio di verità, non giocando un gioco completamente estraneo al gioco della verità, ma giocando il gioco diversamente, o giocando un altro gioco, un’altra partita, altre mosse nel gioco di verità". E ciò vale per l’etica, come per la formazione, come per la politica.

Bibliografia

  • Storia della follia nell'età classica [1961], Rizzoli, Milano, 1963
  • Malattia mentale e psicologica [1962], Raffaello Cortina, Milano 1963
  • Nascita della clinica [1963], Einaudi, Torino, 1969
  • Le parole e le cose. Una archeologia delle scienze umane [1966], Rizzoli, Milano, 1967
  • L'archeologia del sapere [1969], Rizzoli, Milano, 1971
  • L'ordine del discorso [1970], Einaudi, Torino, 1972
  • Scritti letterari, Feltrinelli, Milano, 1971 Raccolta di saggi sulla letteratura, scritti da Foucault in diversi periodi della sua vita.
  • Sorvegliare e punire. La nascita della prigione [1975], Einaudi, Torino, 1976
  • La volontà di sapere. Storia della sessualità I [1976], Feltrinelli, Milano, 1978
  • Microfisica del potere, Einaudi, Torino, 1977 Raccolta di saggi pubblicata soltanto in Italia, riguardanti per lo più temi politici.
  • Dalle torture alle celle, Lerici, Cosenza, 1979
  • L'uso dei piaceri. Storia della sessualità II [1984], Feltrinelli, Milano, 1984
  • La cura del sé. Storia della sessualità III [1984], Feltrinelli, Milano, 1985
  • Difendere la società. Dalla guerra delle razze al razzismo di Stato, Ponte delle Grazie, Firenze, 1990 Testi delle lezioni tenute da Foucault al Collège de France durante il periodo 1975-1976.


Bibliografia Italiana

  • S. Catucci, Introduzione a Foucault, Laterza, Roma-Bari, 2000
  • D. Eribon, Michel Foucault, Leonardo, Milano, 1991
  • José G. Merquior, Foucault, Laterza, Bari, 1988
  • Gilles Deleuze, Foucault, Feltrinelli, Milano, 1987
  • A. Guédez, Che cosa ha veramente detto Foucault, Ubaldini, Roma, 1973
  • Salvatori Natali, La verità in gioco. Scritti su Foucault, Feltrinelli, Milano, 2005
  • Leonardo Dabbabbo, Inizi. Foucault e Arendt, B. A. Graphis, 2003
  • Axel Honneth, Critica del potere. La teoria della società in Adorno, Foucault e Habermas, Dedalo, 2002
  • A. Mariani, Foucault: per una genealogia dell’educazione, Liguori, Napoli 2000
  • L. M. Lorenzetti - M. Zani (a cura di), Estetica ed esistenza. Deleuze, Derrida, Foucault, Weil, Franco Angeli, Milano, 2000 *Mariapaola Finiani, L'arcaico e l'attuale. Lévy-Bruhl, Mauss, Foucault, Boringhieri, Torino, 2000
  • Pierangelo di Vittorio, Foucault e Basaglia: l'incontro tra genealogia e movimenti di base, Ombre Corte, Verona, 1999
  • J. Revel, Foucault, le parole e i poteri, Manifestolibri, Roma, 1996
  • Pierre Dalla Vigna (a cura di), Michel Foucault: poteri e strategie, Milano, Mimesis, 1994
  • P. Rabinow Dreyfus, La ricerca di Michel Foucault, Ponte alle Grazie, Firenze 1989
  • Pier Aldo Rovatti (a cura di), Effetto Foucault, Milano, Feltrinelli, 1988
  • John Rajchmann, Michel Foucault: la libertà della filosofia, Armando, Roma, 1987
  • D. Trombadori, Colloqui con Foucault, Editori Riuniti, Roma, 1981
  • V. Cotesta, Linguaggio, potere, individuo. Saggio su Michel Foucault, Dedalo, Bari, 1979
  • J. Baudrillard, Dimenticare Foucault, Cappelli, Bologna, 1977 --E. Corradi, Filosofia della "morte dell'uomo". Saggio sul pensiero di Michel Foucault, Vita e Pensiero, Milano, 1977

Webliografia