Fractal art

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Genere o movimento artistico:

Immagine Frattale realizzata con Apophysis


La Fractal Art [ dal Latino “fractus” (rotto), termine composto dal participio passato del verbo “frangere” + il suffisso francese –al ] è un modello geometrico che si ripete sia su piccole che grandi scale per produrre forme e superfici irregolari.

Questo tipo di arte è il risultato di algoritmi creati calcolando oggetti frattali e rappresentanto i calcoli ottenuti come immagini e/o animazioni.

I design frattali sono generalmente creati indirettamente,con l'assistenza di software creati appositamente a generare tali immagini; il processo avviene in tre fasi:

  • Vengono impostati sul programma i parametri del frattale che vuole essere creato.
  • La macchina esegue i calcoli necessari.
  • Il prodotto finito viene riprodotto come immagine.

Personaggi o Gruppi:

E’ abbastanza difficile trascrivere una lista contenente tutti gli artisti (o gruppi) che creano questo tipo di arte dato che nell’era del digitale le possibilità di creare “fractal” sono a disponibilità di tutti, però la lista di seguito elenca alcune persone che si sono distinte per i loro lavori.

  • Cheryl Lee Harnish,
  • Damien M. Jones,
  • Sharon Webb,
  • Alice Kelley,
  • Linda Allison,
  • Kerry Mitchell,
  • Jack & Margaret Valero,
  • Sylvie Gallet,
  • Mark Townsend,
  • Paul DeCelle,
  • Dan Kuzmenka,
  • Alien Worlds,
  • Kaleidoscope.
Frattale di Jay Jacobson, padre della Fractal Art

Luogo:

Francia


Un design frattale di tipo fiamma

Storia:

Una rappresentazione dell'insieme di Mandelbrot

Kerry Mitchell nel "Manifesto dell'Arte Frattale" definisce questo tipo di arte come una sub classe dell'arte visiva in due dimensioni, con somiglianze alla fotografia, e la definisce così: “ l’Arte Frattale è semplicemente ciò che è creato dall’Artista Frattale: Arte”.

E' possibile inoltre suddividere questo tipo di arte in alcune categorie, accomunate dallo stesso utilizzo quale base per l’arte digitale e l’animazione:

  • Frattali derivati dalla geometria euclidea, composti principalmente da figure elementari quali la linea, il triangolo e il cubo; le prime figure frattali inventate verso la fine del secolo appartengono a questo primo gruppo.
  • IFS, in altre parole immagini composte dallo stesso frattale ripetuto più volte all’interno dell’opera.
  • Frattali fiamma, che rievocano proprio per le loro figure curvilinee le sembianze di un fuoco.
  • Frattali creati da iterazioni molto più complesse rispetto alla seconda categoria: a questo gruppo appartengono la maggior parte di frattali creati negli ultimi anni.
  • Frattali che ricalcano superfici terrestri grazie all’utilizzo di software particolari, come Terragen: quest’ultima categoria è molto importante nel mondo del cinema e dell’animazione in quanto molti scenari e texture di paesaggi sono realizzate utilizzando questo tipo di immagini.

Sempre Mitchell spiega come sia possibile considerare questo tipo di arte totalmente diversa dalle altre arti digitali: infatti, questa non ha regole precise, non segue alcun tipo di canone già dettato e soprattutto non tutte le persone, pur avendo a disposizione un computer per creare frattali, sono in grado di riprodurre immagini frattali in maniera perfetta: l’Arte Frattale è, secondo lui, espressiva, creativa e intelligente.

I Frattali sono generalmente esposti e pubblicati come stampe e per questo è possibile collocare gli artisti di questo genere nella categoria dei pittori/fotografi.

Per risalire all’origine del termine, bisogna citare Jay Jacobson, il quale è stato un innovatore nelle arti visuali: frustrato dalle limitazioni della commercializzazione dei software, Jacobson fuse in una sola immagine, grazie alla combinazione di tecniche tradizionali ed innovative, elementi di geometria e effetti di magia: il risultato fu un tipo di arte che egli chiamò “fractalism”, dai cui il binomio di termini “arte frattale”.

Sempre nello stesso secolo Benoît Mandelbrot, un matematico polacco, ha posto le base di ciò che oggi viene chiamata geometria frattale, e ha dato il proprio nome a una famiglia di frattali (detti appunto frattali di Mandelbrot) e a un particolare insieme (detto insieme di Mandelbrot). Questi suoi frattali sono ancora tra i più popolari, conosciuti anche al di fuori dell'ambito matematico per le suggestive immagini multicolori che ne sono state divulgate; l'insieme di Mandelbrot è costituito da numeri complessi per i quali è limitata una successione: questo insieme ha una forma complessa il cui contorno è appunto un frattale, ma solo con l'avvento del computer che è stato possibile trovare un risultato grafico.

La prima immagine frattale considerata come un’opera d’arte sembra essere stata la famosa copertina della rivista “Scientific American”, pubblicata nell’ agosto del 1985, la quale ritraeva un paesaggio molto realista ma creato mediante l’utilizzo di un software.

Poetica:

Riguardo quest’arte ogni “fractal” è di per se unico, poiché creato utilizzando equazioni matematiche, le quali contribuiscono a creare infinite combinazioni di forme, dettagli, colori e luci. Ogni formula determina da quanti pixel è composta e com’è colorata un’immagine: un tipico “fractal” è composto da milioni di pixel. Nei confronti della scienza, sono essenzialmente forme geometriche o forme che sono rappresentate nella natura, da semplici foglie, alberi, tele di ragno o fiocchi di nave fino a fenomeni naturali come nuvole, tempeste o addirittura galassie. Un altro aspetto che rende unici questi lavori è dato dal fatto che, presa a caso un’area, questa appaia molto simile (ma non necessariamente identica) all’intera opera. Come il DNA racchiude tutte le informazioni di ognuno di noi, tutte le caratteristiche per un fractal sono contenute nelle sue parti più piccole.

Opere:

Bibliografia:

  • 1992, John Briggs, Fractals : The Patterns of Chaos : A New Aesthetic of Art, Science, and Nature, Touchstone Books.
  • 1990, Clifford A. Pickover, Computers, Pattern, Chaos and Beauty, St. Martin's Press.
  • 1996, Clifford A. Pickover, Fractal Horizons, St. Martin's Press.
  • 1995, Clifford A. Pickover, Keys to Infinity, Wiley.
  • 1992, Michael Michelitsch, Otto E. Rössler, The Burning Ship and Its Quasi-Julia Sets, Computers & Graphics.
  • 1989, Michael Michelitsch, Otto E. Rössler, A New Feature in Hénon's Map Comput. & Graphics.

Webliografia: