Free software: differenze tra le versioni

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Il '''free software''' si riferisce alla libertà dell'utente di eseguire, copiare, distribuire, studiare, cambiare e migliorare il software.
 
Il '''free software''' si riferisce alla libertà dell'utente di eseguire, copiare, distribuire, studiare, cambiare e migliorare il software.
 
Free software non vuol dire non-commerciale. Un programma libero deve essere disponibile per uso commerciale, sviluppo commerciale e distribuzione commerciale. Lo sviluppo commerciale di free software non è più inusuale: questo software commerciale libero è molto importante. Si può ottenere free software pagandolo o non pagandolo, ma, a prescindere da come lo si è ottenuto, rimane sempre la libertà di copiare e modificare il software, persino di venderne copie.  
 
Free software non vuol dire non-commerciale. Un programma libero deve essere disponibile per uso commerciale, sviluppo commerciale e distribuzione commerciale. Lo sviluppo commerciale di free software non è più inusuale: questo software commerciale libero è molto importante. Si può ottenere free software pagandolo o non pagandolo, ma, a prescindere da come lo si è ottenuto, rimane sempre la libertà di copiare e modificare il software, persino di venderne copie.  
Fu [[Stalman Richard M. | Richard M. Stallman]], nei primi anni Ottanta, a formalizzare per la prima volta il concetto di free software. La definizione di Stallman, che da subito assurse al ruolo di definizione per eccellenza di free software, assume la forma di quattro principi di libertà:
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Fu [[Stalman Richard M.]], nei primi anni Ottanta, a formalizzare per la prima volta il concetto di free software. La definizione di Stallman, che da subito assurse al ruolo di definizione per eccellenza di free software, assume la forma di quattro principi di libertà:
 
   
 
   
 
*'''Libertà 0''', o libertà fondamentale:  
 
*'''Libertà 0''', o libertà fondamentale:  

Revisione 11:28, 10 Giu 2009

Argomento:

Free Software

Descrizione:

Il free software si riferisce alla libertà dell'utente di eseguire, copiare, distribuire, studiare, cambiare e migliorare il software. Free software non vuol dire non-commerciale. Un programma libero deve essere disponibile per uso commerciale, sviluppo commerciale e distribuzione commerciale. Lo sviluppo commerciale di free software non è più inusuale: questo software commerciale libero è molto importante. Si può ottenere free software pagandolo o non pagandolo, ma, a prescindere da come lo si è ottenuto, rimane sempre la libertà di copiare e modificare il software, persino di venderne copie. Fu Stalman Richard M., nei primi anni Ottanta, a formalizzare per la prima volta il concetto di free software. La definizione di Stallman, che da subito assurse al ruolo di definizione per eccellenza di free software, assume la forma di quattro principi di libertà:

  • Libertà 0, o libertà fondamentale:

La libertà di eseguire il programma per qualunque scopo, senza vincoli sul suo utilizzo.

Un programma è free software se l'utente ha tutte queste libertà. In particolare, se è libero di ridistribuire copie, con o senza modifiche, gratis o addebitando delle spese di distribuzione a chiunque ed ovunque. Essere liberi di fare queste cose significa (tra l'altro) che non bisogna chiedere o pagare nessun permesso. Bisogna anche avere la libertà di fare modifiche e usarle privatamente nel proprio lavoro o divertimento senza doverlo dire a nessuno. Se si pubblicano le proprie modifiche, non si deve essere tenuti a comunicarlo a qualcuno in particolare o in qualche modo particolare.

  • Libertà 1:

La libertà di studiare il funzionamento del programma, e di adattarlo alle proprie esigenze.

La libertà di usare un programma significa libertà per qualsiasi tipo di persona od organizzazione di utilizzarlo su qualsiasi tipo di sistema informatico, per qualsiasi tipo di attività e senza dover successivamente comunicare con lo sviluppatore o con qualche altra entità specifica. Quello che conta per questa libertà è lo scopo dell'utente, non dello sviluppatore.

  • Libertà 2:

La libertà di redistribuire copie del programma.

La libertà di ridistribuire copie deve includere le forme binarie o eseguibili del programma e anche il codice sorgente, sia per le versioni modificate che non modificate (distribuire programmi in formato eseguibile è comodo per avere sistemi operativi liberi facili da installare). È legittimo anche se non c'è alcun modo di produrre una forma binaria o eseguibile (dal momento che alcuni linguaggi non supportano questa caratteristica), ma si deve avere la libertà di ridistribuire tali forme nel caso si trovi o si sviluppi un modo per farlo.

  • Libertà 3:

La libertà di migliorare il programma, e di distribuirne i miglioramenti.

Affinché le libertà di fare modifiche e di pubblicare versioni migliorate abbiano senso, si deve avere accesso al codice sorgente del programma. Perciò, l'accessibilità al codice sorgente è una condizione necessaria per il free software. Un importante modo di modificare un programma è quello di includervi funzioni e moduli liberi già esistenti. Se la licenza del programma prevede che non si possano includere moduli già esistenti (nonostante abbiano una licenza appropriata), ad esempio se richiede che voi possiate aggiungere solo codice di cui detenete il copyright, allora la licenza è troppo restrittiva per essere considerata libera.

Licenza GNU GPL

Nel 1984 Richard M. Stallman diede vita al progetto GNU, con lo scopo di tradurre in pratica il concetto di Free Software, e creò la Free Software Foundation per dare supporto logistico, legale ed economico al progetto GNU. La licenza del progetto GNU, la Licenza Pubblica Generica GNU (GNU GPL), concede all'utente del programma tutte e quattro le libertà suddette. Inoltre si occupa anche di proteggerle infatti chi modifica un programma protetto da GPL e lo distribuisca con tali modifiche, deve distribuirlo comunque sotto licenza GPL. È grazie a questo tipo di protezione che la GPL è attualmente la licenza più usata per il Free Software. Con un gioco di parole, il nome dato a questo tipo di protezione è permesso d'autore (in inglese copyleft): è il criterio che prevede che le modifiche ad un programma possano essere distribuite solo con la stessa licenza del programma originale. Le licenze proprietarie usano le norme sul diritto d'autore (copyright in inglese) per togliere libertà agli utenti di un programma; il permesso d'autore usa le stesse norme per garantire quelle libertà e per proteggerle. La licenza GPL riflette l'idea della cooperazione: se io concedo ad altri la libertà di modificare e redistribuire il mio programma, costoro sono tenuti a concedere le stesse libertà sulle loro modifiche. Il problema è che alcuni vedono questo vincolo come un'imposizione ingenerosa, se non addirittura una restrizione insopportabile.

Licenza BSD

La GNU GPL non è unica nel suo genere. Diverse altre licenze garantiscono le quattro libertà e si possono pertanto qualificare come licenze per il Free Software. Fra queste, merita una speciale menzione per la sua diffusione la licenza BSD, la cui principale differenza dalla GPL è che, non essendo basata sul permesso d'autore, non ha fra i propri obiettivi quello di proteggere la libertà del software cui è applicata. Chi infatti modifichi un programma protetto da BSD, può distribuirlo con le modifiche usando qualunque licenza. La licenza BSD riflette l'idea del dono liberale: chiunque può fare ciò che meglio crede del mio programma. Il problema è che questo significa che chiunque può redistribuire anche in forma chiusa con una licenza proprietaria un programma BSD modificato, impedendo così ai propri acquirenti di modificarlo e redistribuirlo a loro volta.

Caratteristiche

Ci sono però alcuni miti da sfatare quando si parla di Free Software e sono:

Il Free Software è gratuito

È falso: la libertà del software non ha nulla a che vedere con il suo prezzo. Benché gran parte del free software più diffuso sia distribuito gratuitamente, ci sono programmatori che vivono della vendita e della manutenzione dei programmi liberi da loro creati.

Il software gratuito è libero

È falso. Molti programmi proprietari vengono distribuiti gratuitamente.

Il Free Software è privo di copyright

È falso. Benché si possa rinunciare al copyright su un proprio programma e renderlo così di pubblico dominio, la gran parte del Free Software è distribuito con una licenza. Per esempio, sono licenze di copyright la licenza BSD e la GNU GPL, anche se per qualificare quest'ultima spesso si parla di permesso d'autore (copyleft).

L'introduzione del Free Software nella scuola e nella pubblica amministrazione, ma anche nei paesi poveri, ridurrebbe i costi relativi al software Potrebbe essere vero, ma una seria valutazione dei costi è molto difficile. Qualunque tipo di software, se usato in ambito non domestico, ha dei costi di manutenzione che sono solitamente maggiori del suo prezzo di acquisto. I motivi per sostenere l'uso del Free Software, specie in ambiti pubblici, riguardano anzitutto la libertà, non il prezzo. Nel 1998 Bruce Perens, Eric Raymond e altre personalità nel campo del free software si convinsero che i principi di libertà associati ad esso fossero malvisti nel mondo degli affari, a causa della loro carica ideologica. Decisero perciò di evitare accuratamente ogni riferimento a considerazioni politiche o di principio, e di lanciare una campagna di promozione del Free Software che ne mettesse in luce i numerosi vantaggi pratici, come la facilità di adattamento, l'affidabilità, la sicurezza, la conformità agli standard, l'indipendenza dai singoli fornitori. A tal fine scrissero la Open Source Definition, il documento fondamentale del movimento open source.

Open Source Definition

Open source non significa solamente accesso al codice sorgente. I termini di distribuzione di un programma open-source devono rispettare i criteri seguenti:

  • 1. Libera ridistribuzione

La licenza non può limitare nessuna delle parti nella vendita o nella fornitura di software come componente di una distribuzione di software aggregati, contenente programmi provenienti da fonti diverse. La licenza non può richiedere il pagamento di una royalty o di diritti per tale rivendita.

  • 2. Codice sorgente

Il programma deve includere il codice sorgente, e deve consentire la distribuzione sia sotto forma di codice sorgente sia in forma compilata. Nei casi in cui un prodotto non venga distribuito con il codice sorgente, deve esserci la possibilità, ben pubblicata, di scaricare il codice sorgente via Internet senza costi aggiuntivi. Il codice sorgente deve essere la forma privilegiata in cui in programmatore modificherà il programma. Codice sorgente deliberatamente nascosto non è ammesso. Forme mediate, come l'output di un preprocessore non sono ammesse.

  • 3. Prodotti derivati

La licenza deve consentire l'attuazione di modifiche e di prodotti derivati, consentendo inoltre la loro distribuzione sotto gli stessi termini di licenza del software originale.

  • 4. Integrità del codice sorgente dell'autore

La licenza può imporre limitazioni sulla distribuzione del codice sorgente in forma modificata solamente se la licenza consente la distribuzione di file “patch" insieme al codice sorgente con lo scopo di modificare il programma durante l'esecuzione del build. La licenza deve consentire esplicitamente la distribuzione di software realizzato a partire dal codice sorgente modificato. La licenza può richiedere che i prodotti derivati portino un nome o un numero di versione diverso dal software originale.

  • 5. Nessuna discriminazione verso singoli o gruppi

La licenza non deve porre discriminazioni verso qualsiasi persona o gruppo di persone.

  • 6. Nessuna discriminazione verso campi di applicazione

La licenza non deve porre limitazioni sull'uso del programma in un particolare campo di applicazione. Per esempio, non può impedire l'uso del programma in una azienda o per la ricerca genetica.

  • 7. Distribuzione della licenza

I diritti allegati al programma devono applicarsi a tutti coloro a cui viene ridistribuito il programma, senza la necessità di applicare una licenza supplementare per queste parti.

  • 8. La licenza non deve essere specifica per un prodotto

I diritti allegati al programma non devono dipendere dal fatto che il programma faccia parte di una distribuzione particolare. Se il programma viene estratto da tale distribuzione e usato o distribuito nei termini della licenza del programma, tutte le parti a cui il programma viene ridistribuito devono avere gli stessi diritti garantiti in occasione della distribuzione originale del software.

  • 9. La licenza non deve contaminare gli altri programmi

La licenza non deve porre limitazioni su altro software che venga distribuito insieme con il software in licenza. Per esempio, la licenza non deve asserire che tutti gli altri programmi distribuiti sullo stesso supporto devono essere software open source.


  • 10. Conformità della licenza e della certificazione

Qualsiasi programma che faccia uso di licenze certificate come conformi alla Open Source Definition può utilizzare il marchio registrato Open source, e il codice sorgente può essere dichiarato esplicitamente di pubblico dominio. Nessun altro programma o licenza è certificato per fare uso del marchio registrato Open source. (Le informazioni seguenti non sono parte della Open Source Definition e possono subire variazioni nel corso del tempo).

La GNU GPL, la LGPL, la licenza BSD, la licenza X Consortium, l'Artistic, la MPL e la QPL sono esempi di licenze che consideriamo conformi alla Open Source Definition. Per sottoporre a certificazione una licenza, scrivere a certification@opensource.org. Incoraggiamo caldamente l'utilizzo di licenze già certificate dall'elenco precedente, dal momento questo consente l'uso del marchio Open Source senza bisogno di sottoporre a revisione la licenza. Si prega di riportare eventuali abusi del marchio Open Source a: mark-misuse@opensource.org.

Cronologia delle modifiche

Identica a DFSG tranne per l'aggiunta di MPL e QPL alla clausola 10.

  • 1.1 Aggiunta LGPL alla clausola 10.
  • 1.2 Aggiunto “pubblico dominio��? alla clausola 10.
  • 1.3 Modificato il titolo della clausola 10 e separato l'elenco delle licenze, con l'aggiunta di materiale sulle procedure.
  • 1.4 Esplicitata l'esigenza del codice sorgente per il software di pubblico dominio.

Bruce Perens scrisse la prima bozza di questo documento come “The Debian Free Software Guidelines", perfezionandola mediante i commenti degli sviluppatori Debian in una conferenza in posta elettronica durata un mese nel giugno 1997. Rimosse quindi i riferimenti specifici a Debian per creare la “Open Soure Definition". Il documento fondamentale del movimento open source.

Movimento open source

Il movimento open source fu un successo, e contribuì a sdoganare il concetto di Free Software in campo aziendale, dove era guardato con sospetto o condiscendenza. Un esempio di questo successo è l'atteggiamento dell'IBM, l'azienda che ha fatto di gran lunga i maggiori investimenti nel campo del free software, la quale parla esclusivamente di open source, mai di Free Software. La voluta neutralità del movimento open source verso gli aspetti etici e politici del Free Software è la caratteristica sostanziale che lo distingue dalla filosofia del Free Software, che al contrario pone l'accento sulle motivazioni ideali. Parlare di Free Software piuttosto che di open source è una questione politica piuttosto che pratica; i due movimenti concordano infatti sulle licenze considerate accettabili, ed hanno obiettivi e mezzi comuni. Le implicazioni dell'uso del Free Software non sono soltanto tecniche ed economiche, perché il software da tempo ormai è avviato ad occupare un ruolo di primo piano nella nostra vita quotidiana, ed è destinato a cambiare in maniera profonda la società. È per queste ragioni che la nostra libertà futura dipenderà anche dalla capacità di ognuno di noi di controllare il software. È per queste ragioni che ai tradizionali principi di libertà sessuale, di culto, di movimento, di espressione deve essere affiancata la libertà del software. È per queste ragioni che la nostra libertà futura dipenderà anche dall'uso di free software.

Webliografia:

Indirizzi web utili:

http://www.gnu.org/philosophy/free-sw.it.html

http://www.gnu.org/home.it.html

http://www.linuxdidattica.org/

http://www.linux.it/~abnormal/

http://www.prosa.it/philosophy/softwarelibero.shtml

http://www.fsfeurope.org/documents/freesoftware.it.html

http://internet.cybermesa.com/~berny/free.html

http://www.linuxtrent.it/documentazione/wikilinux/FreeSoftware/

http://www.comune.firenze.it/consi/softwarelibero.htm

http://www.osservatoriotecnologico.net/software/opensource.htm

http://www.osservatoriotecnologico.net/software/opensource/meo_brevestoria.htm

http://www.blender.it/

http://www.mediamente.rai.it/articoli/20020326d.asp

http://www.swlibero.org/

http://www.interlex.it/pa/fsfeur2.htm

http://it.wikipedia.org/wiki/Software_libero

http://dmf.unicatt.it/~paolini/iniziative/swlibero/

mail importante: mark-misuse@opensource.org