Galleria storica

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Museo di Storia Naturale, Calci

Storia del museo

[1] Verso la fine del XVI secolo in tutta Europa proliferano le cosiddette Wunderkammern o "Camere delle meraviglie”. Assemblate da sovrani, principi e signori appassionati di scienza, queste collezioni includono ogni genere di reperto, senza ordine apparente e senza altro criterio che la rarità e la bizzarria.

Dipinto di Jan van Eyck che raffigura una delle antiche wunderkammer

Lo scopo di queste Wunderkammern è quello di fornire un'immagine della complessità dell'universo, offrendo di essa vari esempi. Vi erano custoditi cimeli insoliti o di pregio, artefatti di ogni epoca e provenienza, nonché reperti rappresentativi dei regni della natura. Il Museo di Storia Naturale dell'Università di Pisa ha le sue origini nella "Galleria" annessa al Giardino dei Semplici pisano, l'attuale Orto Botanico, costituita sul finire del ‘500 per volontà di Ferdinando I De’Medici. All'interno delle Wunderkammern, la Galleria pisana assume sin da subito una fisionomia peculiare. Lo stretto legame con l'Ateneo Pisano e il Giardino dei Semplici di Pisa fa sì che al semplice destare curiosità si accompagni sempre e comunque un approccio di tipo scientifico nei confronti dei reperti. Nel Museo è possibile vedere tuttora esposte diverse opere annoverate negli inventari seicenteschi.

Nel 1814 l'Università di Pisa imbocca una svolta, scegliendo di suddividere ufficialmente in settori disciplinari distinti una scienza ormai troppo vasta.

Ha così inizio uno dei periodi più intensi della storia del Museo. Sotto la direzione di Paolo Savi, dal 1823 al 1871, il Museo arricchisce le collezioni di decine di migliaia di reperti, amplia gli spazi dedicati alla loro esposizione e conservazione e pubblica un'ampia produzione scientifica. Inoltre, con la collaborazione di Pacini e Studiati, in soli cinque anni il professor Savi porta a compimento la tassidermizzazione di 170 mammiferi e 1274 uccelli, tutt'oggi parte significativa delle collezioni storiche dell'attuale museo, e notevoli per la cura e l'eleganza con la quale i preparati sono realizzati.

Sul finire del XIX secolo l'originaria Galleria è dunque ormai suddivisa in tre musei indipendenti, tutti in continua espansione e di indubbia rilevanza scientifica nel panorama nazionale e internazionale. Tuttavia, lo spazio per l'esposizione è quanto mai circoscritto: le collezioni dei Musei di Zoologia e Anatomia comparata, Geologia e Paleontologia, Mineralogia e Petrografia, chiuse al pubblico sin dal secondo dopoguerra, occupano quasi per intero il primo piano del complesso di edifici posti in via Volta e in via Santa Maria e parte dei locali del convento di Santa Croce in Fossabanda.

Alla fine degli anni Settanta, dopo l'abbandono della Certosa di Pisa da parte dei monaci, il professor Ezio Tongiorgi si prodigò affinché il prestigioso edificio monumentale venisse affidato in uso perpetuo e gratuito all'Università al fine di costituirvi il Museo di Storia Naturale, di cui curò l'allestimento e il trasferimento e di cui divenne direttore dal 1977 al 1985. È così che nasce il Museo di Storia Naturale dell'Università di Pisa, il quale, oltre all'antichità e al numero dei reperti conservati, trova la sua particolarità proprio nella collocazione in un edificio di tale valore storico-artistico, costituendo, di fatto, un unicum nel suo genere.


Logo del museo di Storia Naturale di Pisa









Le gallerie

La galleria storica

La galleria storica ha lo scopo di ripercorrere la storia del museo e della studio della storia naturale. E' divisa in tre sezioni:

Prima parte

La prima parte rappresenta una Camera delle Meraviglie (Wunderkammer) in stile cinquecentesco in cui sono raccolti, secondo il gusto e lo stile dell’epoca, naturalia (reperti dei tre regni della natura), curiosa (oggetti strani ed esotici) e artificialia (manufatti di luoghi ed epoche diverse). Tra questi reperti possiamo ammirare: due bellissime conchiglie lavorate in oro, una collana di denti di scimmia, una manina di corallo, un dente di narvalo tradizionalmente ritenuto il corno dell’unicorno, ed un cranio umano con applicato sopra un rametto di corallo.

cranio umano con ramo di corallo
conchiglie, collana, corallo e una mano di corallo






















Seconda parte

La seconda parte sintetizza il passaggio da Galleria a Museo avvenuto nel corso del ‘700 con la nascita della scienza moderna. Ritroviamo due prestigiosi esempi di collezioni scientifiche: alcuni esemplari della collezione malacologica del fiorentino Gualtieri, studiata da Linneo, ed una collezione di splendide riproduzioni in vetro soffiato di invertebrati marini di Blaschka.


invertebrati marini
gasteropodi polmonati






























Terza parte

La terza sezione è dedicata al lavoro di Paolo Savi, direttore del Museo dal 1823 al 1871, che contribuì significativamente ad ingrandire la collezione museale grazie ad acquisti e preparati zoologici. Nella sala sono esposte alcune delle sue creazioni: cinque grandi diorami, altri piccoli diorami, preparati in cera di organi, tavole anatomiche e varie specie di uccelli naturalizzati, tra cui tre rari esemplari di tre specie estinte in tempi storici: il fregilopo delle Isole Reuniòn, la colomba migratrice del Nord America e l’alca impenne, un uccello simile ai pinguini incapace di volare che viveva nell’Atlantico settentrionale e si nutriva di pesce.

alca impenne
fregilopo delle Isole Reuniòn











































I preparati zoologici erano realizzati con modalità diverse.

Preparazione a cera per gli organi interni: l’organo era immerso in acqua a 37° C e privato dei liquidi interni, successivamente era riempito utilizzando speciali pompe a siringa con cera liquida e grasso opportunamente colorati fino a riportarlo alla forma e alle dimensioni reali. Dopo il raffreddamento l’organo veniva trattato con silicato di potassio per creare uno strato superficiale vetrificato.

Conservazione sotto liquido per piccoli animali o per organi interni: il reperto era immerso in contenitori ermetici pieni di formaldeide o alcool etilico.

Tassidermia per pelli di animali: il corpo dell’animale era ricreato cucendo la pelle originale, opportunamente trattata, su un manichino costruito con fil di ferro e materiale da imbottitura, tra cui la paglia, e rifinendo il preparato con occhi di vetro, parti in cera e piccoli ritocchi pittorici.

lupo
ghepardo

















































La galleria degli acquari

Le sale e il cortile dei dinosauri

Le sale dell'evoluzione geo-paleontologica dei Monti Pisani

Il giardino del Cibo

La galleria degli anfibi e dei rettili

Le gallerie dei mammiferi

La sala "C'era una volta... l'uomo"

La nuova scalinata dell'origine dei cetacei

La galleria dei cetacei

La nuova galleria dei minerali

La sala della preistoria dei Monti Pisani

La sala degli uccelli del territorio

La Terra tra mito e scienza

Webliografia

Sito del museo di storia naturale Wikipedia, museo di storia naturale

voci correlate

  1. http://www.msn.unipi.it