Graffiti: differenze tra le versioni

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Graffiti
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*CORNBREAD * TAKI 183 * FRANK207 * JOE 136 * JULIO 204
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CORNBREAD , TAKI 183 , FRANK207 , JOE 136 , JULIO 204.
  
 
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Philadelphia
 
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Il graffito metropolitano nacque verso la fine degli anni '60 negli Stati Uniti, a Philadelphia e, ai suoi albori, veniva utilizzato da attivisti politici che intendevano connotare, marcare, i loro territori. La storia di questo movimento, che prese il nome di underground art movement, inizia nel 1966 quando due writers che si firmavano CORNBREAD e COOL usando caratteri cubitali, con i loro slogan, riempirono i muri della città imponendosi all'attenzione della popolazione e della stampa locale. Da quel momento il fenomeno si estese a macchia d'olio e in pochi anni raggiunse New York. Nei primi anni '70 i writers apparvero anche a Washington e, per la prima volta nel 1971, uno dei più grandi quotidiani del mondo il New York Times, dedicò un articolo ad uno dei loro, Demetrio, le cui opere erano molto note nelle subways e che si firmava TAKI 183 utilizzando proprio il numero civico della strada in cui viveva dopo l'articolo sul prestigioso quotidiano vennero immediatamente alla luce altri autori storici, i cui nomi, sempre a caratteri cubitali, erano JULIO 204, FRANK207 e JOE 136.
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Il graffito metropolitano nacque verso la fine degli anni '60 negli Stati Uniti, a Philadelphia e, ai suoi albori, veniva utilizzato da attivisti politici che intendevano connotare, marcare, i loro territori. La storia di questo movimento, che prese il nome di underground art movement, inizia nel 1966 quando due writers che si firmavano CORNBREAD e COOL usando caratteri cubitali, con i loro slogan, riempirono i muri della città imponendosi all'attenzione della popolazione e della stampa locale. Da quel momento il fenomeno si estese a macchia d'olio e in pochi anni raggiunse New York. Nei primi anni '70 i writers apparvero anche a Washington e, per la prima volta nel 1971, uno dei più grandi quotidiani del mondo il New York Times, dedicò un articolo ad uno dei loro, Demetrio, le cui opere erano molto note nelle subways e che si firmava TAKI 183 utilizzando proprio il numero civico della strada in cui viveva dopo l'articolo sul prestigioso quotidiano vennero immediatamente alla luce altri autori storici, i cui nomi, sempre a caratteri cubitali, erano JULIO 204, FRANK207 e JOE 136.
 
In breve l'arte di scrivere sulle strade e sulle vetture delle subways si fece competitiva con gare che puntavano a conquistare negli spazi metropolitani il più alto numero di tags (le firme) o di goal (i disegni). Fra le superfici più ambite i convogli della metropolitana o anche mezzi da trasporto in genere perchè su di essi il graffito colorato diventava viaggiante e poteva essere visto da un gran numero di persone.Il concetto e il metodo del bombing (l'arte di istoriare le superfici) si era quindi consolidato con il contestuale sviluppo di testi, slogan e stili calligrafici arricchiti da segni simbolici (come ad esempio stelle di ogni forma e grandezza) che già di per se stessi costituivano elementi facilmente memorizzabili. Quanto più questi simboli erano vivaci, o anche estesi tanto più risultavano importanti. I writers che avevano iniziato le loro scorribande murarie con colori e pennelli passarono in breve a strumenti più veloci, le bombolette, che permettevano di realizzare con facilità gli stili che più prediligevano, quali gli outline (le grandi lettere colorate e bordate di nero).Gli autori si moltiplicarono a dismisura e l'atmosfera si fece estremamente competitiva. Fra gli stili che si imposero si deve ricordare quello di Broadway ideato da TOPCAT 126, un writer di Philadelphia che usava lettere cubitali dritte e inclinate rappresentate come caratteri esplodenti. Poco tempo dopo, un altro autore, PHASE 2 introdusse a sua vola le famosissime lettere panciute. Quest’ ultimo stile e il Broadway, sono ancora oggi alla base di tanti altri stili che, via via nel tempo si sono moltiplicati. Intorno al 1974 altri writers che si imposero coi nomi di TRACY 168, CLIFF 159 e BLADE ONE iniziarono a creare lavori arricchiti da immagini e illustrazioni, a volte tratte dai cartoon, altre con un iconografia molto particolare, anch'essa alla base di tante decorazioni contemporanee questa esplosione morale, che si estese in tutta la faccia orientale degli Stati Uniti, diede vita ad un importante scuola di writers che fu poi ripresa da tanti autori successivi e che si è tramandata negli anni fino ai giorni nostri.Una nuova ondata di creatività si delineò poi nel '77 con tante nuove crew (gruppi di writer organizzati) che si siglavano TDS, TMT, UA, MAFIA, TS5, CIA, RTW, TMB, TFP, TC5 e TF5 ma, proprio in questo periodo, le autorità municipali statunitensi iniziarono a contestare la diffusione di scritte e immagini,che era stata fino a allora tollerata ma che molto spesso con tanti suoi aspetti vandalici,costituiva pure un danno reale per la città.Nel 1980 si delineò così una fase di discesa del movimento e i writers iniziarono lentamente a scomparire dalle superfici metropolitane passando però ad altre azioni creative e organizzate e esponendo magari le loro opere in gallerie d'arte.
 
In breve l'arte di scrivere sulle strade e sulle vetture delle subways si fece competitiva con gare che puntavano a conquistare negli spazi metropolitani il più alto numero di tags (le firme) o di goal (i disegni). Fra le superfici più ambite i convogli della metropolitana o anche mezzi da trasporto in genere perchè su di essi il graffito colorato diventava viaggiante e poteva essere visto da un gran numero di persone.Il concetto e il metodo del bombing (l'arte di istoriare le superfici) si era quindi consolidato con il contestuale sviluppo di testi, slogan e stili calligrafici arricchiti da segni simbolici (come ad esempio stelle di ogni forma e grandezza) che già di per se stessi costituivano elementi facilmente memorizzabili. Quanto più questi simboli erano vivaci, o anche estesi tanto più risultavano importanti. I writers che avevano iniziato le loro scorribande murarie con colori e pennelli passarono in breve a strumenti più veloci, le bombolette, che permettevano di realizzare con facilità gli stili che più prediligevano, quali gli outline (le grandi lettere colorate e bordate di nero).Gli autori si moltiplicarono a dismisura e l'atmosfera si fece estremamente competitiva. Fra gli stili che si imposero si deve ricordare quello di Broadway ideato da TOPCAT 126, un writer di Philadelphia che usava lettere cubitali dritte e inclinate rappresentate come caratteri esplodenti. Poco tempo dopo, un altro autore, PHASE 2 introdusse a sua vola le famosissime lettere panciute. Quest’ ultimo stile e il Broadway, sono ancora oggi alla base di tanti altri stili che, via via nel tempo si sono moltiplicati. Intorno al 1974 altri writers che si imposero coi nomi di TRACY 168, CLIFF 159 e BLADE ONE iniziarono a creare lavori arricchiti da immagini e illustrazioni, a volte tratte dai cartoon, altre con un iconografia molto particolare, anch'essa alla base di tante decorazioni contemporanee questa esplosione morale, che si estese in tutta la faccia orientale degli Stati Uniti, diede vita ad un importante scuola di writers che fu poi ripresa da tanti autori successivi e che si è tramandata negli anni fino ai giorni nostri.Una nuova ondata di creatività si delineò poi nel '77 con tante nuove crew (gruppi di writer organizzati) che si siglavano TDS, TMT, UA, MAFIA, TS5, CIA, RTW, TMB, TFP, TC5 e TF5 ma, proprio in questo periodo, le autorità municipali statunitensi iniziarono a contestare la diffusione di scritte e immagini,che era stata fino a allora tollerata ma che molto spesso con tanti suoi aspetti vandalici,costituiva pure un danno reale per la città.Nel 1980 si delineò così una fase di discesa del movimento e i writers iniziarono lentamente a scomparire dalle superfici metropolitane passando però ad altre azioni creative e organizzate e esponendo magari le loro opere in gallerie d'arte.
  
 
= Poetica: =
 
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il messaggio che questi artisti hanno voluto trasmettere è diretto a tutta la società e non ad un pubblico elitario. Quest’ arte è dunque un'arte universale, chiara, diretta, senza limitazioni o inibizioni. Il concetto di questi artisti era quello di diffondere il loro nome e affermarsi in un mondo che li aveva emarginati.
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Il messaggio che questi artisti hanno voluto trasmettere è diretto a tutta la società e non ad un pubblico elitario. Quest’ arte è dunque un'arte universale, chiara, diretta, senza limitazioni o inibizioni. Il concetto di questi artisti era quello di diffondere il loro nome e affermarsi in un mondo che li aveva emarginati.
 
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Street art
 
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"Art of Rebellion: The World of Street Art", Christian Hundertmark  
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“Concrete to Canvas: Skateboarders' Art", Jo Waterhouse  
 
“Concrete to Canvas: Skateboarders' Art", Jo Waterhouse  
 
"Fadings: graffiti to design, illustration and more", Siggi Schlee  
 
"Fadings: graffiti to design, illustration and more", Siggi Schlee  
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= Webliografia: =
 
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www.graffiti.org/
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http://www.graffiti.org/

Revisione 18:30, 28 Feb 2007


Genere o movimento artistico:

Graffiti art

Personaggi o Gruppi:

CORNBREAD , TAKI 183 , FRANK207 , JOE 136 , JULIO 204.

Luogo:

Philadelphia

Storia:

Il graffito metropolitano nacque verso la fine degli anni '60 negli Stati Uniti, a Philadelphia e, ai suoi albori, veniva utilizzato da attivisti politici che intendevano connotare, marcare, i loro territori. La storia di questo movimento, che prese il nome di underground art movement, inizia nel 1966 quando due writers che si firmavano CORNBREAD e COOL usando caratteri cubitali, con i loro slogan, riempirono i muri della città imponendosi all'attenzione della popolazione e della stampa locale. Da quel momento il fenomeno si estese a macchia d'olio e in pochi anni raggiunse New York. Nei primi anni '70 i writers apparvero anche a Washington e, per la prima volta nel 1971, uno dei più grandi quotidiani del mondo il New York Times, dedicò un articolo ad uno dei loro, Demetrio, le cui opere erano molto note nelle subways e che si firmava TAKI 183 utilizzando proprio il numero civico della strada in cui viveva dopo l'articolo sul prestigioso quotidiano vennero immediatamente alla luce altri autori storici, i cui nomi, sempre a caratteri cubitali, erano JULIO 204, FRANK207 e JOE 136. In breve l'arte di scrivere sulle strade e sulle vetture delle subways si fece competitiva con gare che puntavano a conquistare negli spazi metropolitani il più alto numero di tags (le firme) o di goal (i disegni). Fra le superfici più ambite i convogli della metropolitana o anche mezzi da trasporto in genere perchè su di essi il graffito colorato diventava viaggiante e poteva essere visto da un gran numero di persone.Il concetto e il metodo del bombing (l'arte di istoriare le superfici) si era quindi consolidato con il contestuale sviluppo di testi, slogan e stili calligrafici arricchiti da segni simbolici (come ad esempio stelle di ogni forma e grandezza) che già di per se stessi costituivano elementi facilmente memorizzabili. Quanto più questi simboli erano vivaci, o anche estesi tanto più risultavano importanti. I writers che avevano iniziato le loro scorribande murarie con colori e pennelli passarono in breve a strumenti più veloci, le bombolette, che permettevano di realizzare con facilità gli stili che più prediligevano, quali gli outline (le grandi lettere colorate e bordate di nero).Gli autori si moltiplicarono a dismisura e l'atmosfera si fece estremamente competitiva. Fra gli stili che si imposero si deve ricordare quello di Broadway ideato da TOPCAT 126, un writer di Philadelphia che usava lettere cubitali dritte e inclinate rappresentate come caratteri esplodenti. Poco tempo dopo, un altro autore, PHASE 2 introdusse a sua vola le famosissime lettere panciute. Quest’ ultimo stile e il Broadway, sono ancora oggi alla base di tanti altri stili che, via via nel tempo si sono moltiplicati. Intorno al 1974 altri writers che si imposero coi nomi di TRACY 168, CLIFF 159 e BLADE ONE iniziarono a creare lavori arricchiti da immagini e illustrazioni, a volte tratte dai cartoon, altre con un iconografia molto particolare, anch'essa alla base di tante decorazioni contemporanee questa esplosione morale, che si estese in tutta la faccia orientale degli Stati Uniti, diede vita ad un importante scuola di writers che fu poi ripresa da tanti autori successivi e che si è tramandata negli anni fino ai giorni nostri.Una nuova ondata di creatività si delineò poi nel '77 con tante nuove crew (gruppi di writer organizzati) che si siglavano TDS, TMT, UA, MAFIA, TS5, CIA, RTW, TMB, TFP, TC5 e TF5 ma, proprio in questo periodo, le autorità municipali statunitensi iniziarono a contestare la diffusione di scritte e immagini,che era stata fino a allora tollerata ma che molto spesso con tanti suoi aspetti vandalici,costituiva pure un danno reale per la città.Nel 1980 si delineò così una fase di discesa del movimento e i writers iniziarono lentamente a scomparire dalle superfici metropolitane passando però ad altre azioni creative e organizzate e esponendo magari le loro opere in gallerie d'arte.

Poetica:

Il messaggio che questi artisti hanno voluto trasmettere è diretto a tutta la società e non ad un pubblico elitario. Quest’ arte è dunque un'arte universale, chiara, diretta, senza limitazioni o inibizioni. Il concetto di questi artisti era quello di diffondere il loro nome e affermarsi in un mondo che li aveva emarginati.

Opere:

Correlazioni:

Street art

Bibliografia:

"Art of Rebellion: The World of Street Art", Christian Hundertmark “Concrete to Canvas: Skateboarders' Art", Jo Waterhouse "Fadings: graffiti to design, illustration and more", Siggi Schlee "Graffiti World: Street Art from Five Continents", Nicholas Ganz "Guide to Graffiti-Research", Bart Bosmans & Axel Thiel "Social Analysis of Graffiti", Stocker, Dutcher. Hargrove & Cook "Stencil Graffiti", Tristan Manco "Stick Em Up", Mike Dorrian "Street Art: The Spray Files", Louis Bou "Street Logos (Street Graphics / Street Art S.)", Tristan Manco "Subway Art", Marther Cooper "The Art of Getting Over: Graffiti at the Millennium", Stephen Powers "The Handwriting on the Wall: Toward a Sociology and Psychology of Graffiti", Abel, Ernest L., and Buckley, Westport, Connecticut: Greenwood Press, 1977 "The Graffiti Subculture: Youth, Masculinity and Identity in London and New York", Nancy Macdonald "They Call Us Vandals", Malcolm Jacobson "Writing: Urban Calligraphy and Beyond", Markus Mai

Webliografia:

http://www.graffiti.org/