Gruppo 70: differenze tra le versioni

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Il Gruppo 70 nasce nel 1963 a Firenze in concomitanza all'importante convegno "Arte e Comunicazione" tenuto al Forte di Belvedere. Proprio durante questo evento vengono tracciate le linee caratterizzanti del gruppo, rivolgendo un maggior interesse sulla comunicazione e sul linguaggio comune e artistico influenzato dai nuovi media, " cercando così di individuare le coordinate di un nuovo volgare dalle sfumature sempre
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Intorno agli anni 60 inizia a formarsi a Firenze un gruppo di artisti che opera a favore di un nuovo modo di concepire l'arte per ridurre il divario che c'è tra questa e la realtà contemporanea.
più tecnologiche"<ref>http://www.edizionicalliope.it/public/pignotti2.pdf</ref>
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Si va quindi a formare il Gruppo 70 in concomitanza all'importante convegno "Arte e Comunicazione" tenuto al Forte di Belvedere. Proprio durante questo evento vengono tracciate le linee caratterizzanti del gruppo, rivolgendo un maggior interesse sulla comunicazione e sul linguaggio comune e artistico influenzato dai nuovi media, " cercando così di individuare le coordinate di un nuovo volgare dalle sfumature sempre più tecnologiche"<ref>http://www.edizionicalliope.it/public/pignotti2.pdf</ref>
  
 
Successivamente nel 1964 viene organizzato il convegno internazionale "Arte e tecnologia", che pone l'attenzione appunto sulle nuove tecnologie. In questi convegni "si discute di interdisciplinarità e di interartisticità, cioè di quelle pratiche in atto nelle arti, caratterizzate da operazioni multicodice o mixed-media, operazioni che si potevano classificare come "poesia totale", attuata, cioè, con la più vasta sinestesia, includendo negli spettacoli suoni e rumori, gesti e azioni, i materiali più disparati, giornali e riviste e perfino profumo e vivande".<ref>http://www.itart.it/eugenio-miccini/</ref>
 
Successivamente nel 1964 viene organizzato il convegno internazionale "Arte e tecnologia", che pone l'attenzione appunto sulle nuove tecnologie. In questi convegni "si discute di interdisciplinarità e di interartisticità, cioè di quelle pratiche in atto nelle arti, caratterizzate da operazioni multicodice o mixed-media, operazioni che si potevano classificare come "poesia totale", attuata, cioè, con la più vasta sinestesia, includendo negli spettacoli suoni e rumori, gesti e azioni, i materiali più disparati, giornali e riviste e perfino profumo e vivande".<ref>http://www.itart.it/eugenio-miccini/</ref>
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Lo spirito del gruppo è marcatamente '''interdisciplinare''', volto a potenziare il linguaggio artistico attraverso il '''sinergismo di diversi codici espressivi per raggiungere la stessa immediatezza ed efficacia comunicativa della lingua parlata e della moderna pubblicità'''.
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Lo spirito del gruppo è marcatamente '''interdisciplinare''', visto le competenze specifiche dei singoli componenti, ed è volto a potenziare il linguaggio artistico attraverso il ''"sinergismo di diversi codici espressivi per raggiungere la stessa immediatezza ed efficacia comunicativa della lingua parlata e della moderna pubblicità"''<ref name="arton">http://www.artonweb.it/artemoderna/artedopo60/articolo41.htm</ref>. Si propone quindi di analizzare ''"...l'esperienza estetica in rapporto ad un universo comunicativo profondamente mutato rispetto al passato."''<ref>Pignotti L., Stefanelli S., La scrittura verbo-visiva, Espresso Strumenti, 1980</ref>
La poesia visiva sperimenta la possibilità di instaurare '''rapporti tra la cultura e la comunicazione di massa attraverso una sintesi, in forma di collage, fra parola ed immagine, fra scrittura e pittura, che acquisiscono così nuovi significati simbolici, codificando un nuovo sistema complesso ed eterogeneo, sia logico-verbale che iconico, derivato dall'intreccio di vari sub-sistemi e veicolato da "un condotto comunicativo ipostatico rispetto ai valori ideolessicali degli ingredienti, e deviante rispetto alle suture della loro coesione"'''(Luigi Ballerini).
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La contaminazione lessicale tra scrittura ed immagine, l'interscambio tra grafia e grafismo, già presente nelle tavole parolibere del Futurismo, trasforma la parola in segno visivo, immagine, colore, luce e superficie, permettendo ai due linguaggi, la letteratura e la pittura, di potenziarsi reciprocamente e facendo sì che la poesia venga fruita come un quadro e viceversa, secondo un'idea di '''arte totale''' presente in molti movimenti degli anni '60/'70 (Fluxus, Arte sinestetica ecc.)
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Come la Pop Art, seppure con una posizione più marcatamente concettuale ed ideologica in opposizione al sistema, il movimento si pone '''in posizione critica nei confronti della massificazione culturale operata dai media, con l'intenzione di attivare anche nel pubblico la stessa capacità di critica su una comunicazione usurata, convenzionale e banalizzata'''.
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Questa scelta di operare porta alla nascita della '''poesia visiva''', un metodo espressivo che permette di fare da tramite fra la cultura e la comunicazione di massa. Ecco che si iniziano a mescolare  parole e immagini oppure scrittura e pittura in forma di collage creando ''"così nuovi significati simbolici, codificando un nuovo sistema complesso ed eterogeneo, sia logico-verbale che iconico, derivato dall'intreccio di vari sub-sistemi e veicolato da "un condotto comunicativo ipostatico rispetto ai valori ideolessicali degli ingredienti, e deviante rispetto alle suture della loro coesione"'''(Luigi Ballerini)."''
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Nella pittura, che ricorre anche alla trasformazione ed alla deformazione tipografica dei caratteri alfabetici per risultati grafici puramente visivi, la tecnica preferenzialmente usata è il '''collage''', che unisce ritagli soprattutto fotografici sia di scritti che di immagini, ricomposti in composizioni complesse, sovrapposte, nelle quali immagine e parola, pur trasmettendo messaggi indipendenti o contradditori tra loro, formano alla fine un'opera unitaria ed indipendente costruita '''su più livelli di informazione''', che punta il suo significato sul processo narrativo e trasformativo dei singoli elementi, lasciando molto spazio all'immaginazione ed alla sensibilità interpretativa dell'osservatore.
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Il movimento attua una vera e propria critica degli effetti prodotti dai mezzi di comunicazione che tendono a formare una massificazione culturale. L'intento quindi è di attivare una capacità critica nei confronti di un'informazione stereotipata e banalizzata diffusa dai mass media.
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"Nella pittura, che ricorre anche alla trasformazione ed alla deformazione tipografica dei caratteri alfabetici per risultati grafici puramente visivi, la tecnica preferenzialmente usata è il '''collage''', che unisce ritagli soprattutto fotografici sia di scritti che di immagini, ricomposti in composizioni complesse, sovrapposte, nelle quali immagine e parola, pur trasmettendo messaggi indipendenti o contradditori tra loro, formano alla fine un'opera unitaria ed indipendente costruita '''su più livelli di informazione''', che punta il suo significato sul processo narrativo e trasformativo dei singoli elementi, lasciando molto spazio all'immaginazione ed alla sensibilità interpretativa dell'osservatore."
  
 
==Opere:==
 
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Revisione 12:09, 19 Apr 2015

Gruppo 70 si costituisce a Firenze nel 1963 ed è formato da giovani artisti e letterati che esprimono un approccio critico nei confronti dei comportamenti passivi indotti dai massmedia. Il metodo sperimentale e di ricerca utilizzato ha come caratteristica fondante in pieno spirito neoavanguardistico, l'interartisticità ossia lo scambio e la collaborazione fra artisti e critici con provenienza e formazione differente.

Lamberto Pignotti, L'avanguardia tutta nuova, 1968

Cognome Nome / Pseudonimo / Denominazione:

Gruppo 70

Biografia:

Biografia:

Intorno agli anni 60 inizia a formarsi a Firenze un gruppo di artisti che opera a favore di un nuovo modo di concepire l'arte per ridurre il divario che c'è tra questa e la realtà contemporanea. Si va quindi a formare il Gruppo 70 in concomitanza all'importante convegno "Arte e Comunicazione" tenuto al Forte di Belvedere. Proprio durante questo evento vengono tracciate le linee caratterizzanti del gruppo, rivolgendo un maggior interesse sulla comunicazione e sul linguaggio comune e artistico influenzato dai nuovi media, " cercando così di individuare le coordinate di un nuovo volgare dalle sfumature sempre più tecnologiche"[1]

Successivamente nel 1964 viene organizzato il convegno internazionale "Arte e tecnologia", che pone l'attenzione appunto sulle nuove tecnologie. In questi convegni "si discute di interdisciplinarità e di interartisticità, cioè di quelle pratiche in atto nelle arti, caratterizzate da operazioni multicodice o mixed-media, operazioni che si potevano classificare come "poesia totale", attuata, cioè, con la più vasta sinestesia, includendo negli spettacoli suoni e rumori, gesti e azioni, i materiali più disparati, giornali e riviste e perfino profumo e vivande".[2]

Il Guppo 70 raggruppa musicisti, poeti ed artisti d’avanguardia nel nome di una nuova forma espressiva che prende il nome di poesia visiva: ne sono i fondatori Eugenio Miccini, che ha alle spalle studi filosofici e teologici (sua l'invenzione del termine "poesia visiva"), Lamberto Pignotti, semiologo e teorico della pubblicità, Lucia Marcucci e Luciano Ori. In seguito si sono aggiunti Giuseppe Chiari, Sergio Salvi, Ketty La Rocca, i pittori Antonio Bueno e Silvio Loffredo, mentre nel campo più specificatamente letterario i nomi principali sono quelli di Luciano Anceschi, Eugenio Battisti, Mauro Bortolotto, Gillo Dorfles, Umberto Eco, Gianni Scalia e Roman Vlad.

Sito web:

Poetica:

Lo spirito del gruppo è marcatamente interdisciplinare, visto le competenze specifiche dei singoli componenti, ed è volto a potenziare il linguaggio artistico attraverso il "sinergismo di diversi codici espressivi per raggiungere la stessa immediatezza ed efficacia comunicativa della lingua parlata e della moderna pubblicità"[3]. Si propone quindi di analizzare "...l'esperienza estetica in rapporto ad un universo comunicativo profondamente mutato rispetto al passato."[4]

Questa scelta di operare porta alla nascita della poesia visiva, un metodo espressivo che permette di fare da tramite fra la cultura e la comunicazione di massa. Ecco che si iniziano a mescolare parole e immagini oppure scrittura e pittura in forma di collage creando "così nuovi significati simbolici, codificando un nuovo sistema complesso ed eterogeneo, sia logico-verbale che iconico, derivato dall'intreccio di vari sub-sistemi e veicolato da "un condotto comunicativo ipostatico rispetto ai valori ideolessicali degli ingredienti, e deviante rispetto alle suture della loro coesione"(Luigi Ballerini)."

[3]
  1. http://www.edizionicalliope.it/public/pignotti2.pdf
  2. http://www.itart.it/eugenio-miccini/
  3. 3,0 3,1 http://www.artonweb.it/artemoderna/artedopo60/articolo41.htm
  4. Pignotti L., Stefanelli S., La scrittura verbo-visiva, Espresso Strumenti, 1980