Gruppo 70

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Gruppo 70 si costituisce a Firenze nel 1963 ed è formato da giovani artisti e letterati che esprimono un approccio critico nei confronti dei comportamenti passivi indotti dai massmedia. Il metodo sperimentale e di ricerca utilizzato ha come caratteristica fondante in pieno spirito neoavanguardistico, l'interartisticità ossia lo scambio e la collaborazione fra artisti e critici con provenienza e formazione differente.

Lamberto Pignotti, L'avanguardia tutta nuova, 1968

Cognome Nome / Pseudonimo / Denominazione:

Gruppo 70

Biografia:

Biografia:

Intorno agli anni 60 inizia a formarsi a Firenze un gruppo di artisti che opera a favore di un nuovo modo di concepire l'arte per ridurre il divario che c'è tra questa e la realtà contemporanea. Si va quindi a formare il Gruppo 70 in concomitanza all'importante convegno "Arte e Comunicazione" tenuto al Forte di Belvedere. Proprio durante questo evento vengono tracciate le linee caratterizzanti del gruppo, rivolgendo un maggior interesse sulla comunicazione e sul linguaggio comune e artistico influenzato dai nuovi media, " cercando così di individuare le coordinate di un nuovo volgare dalle sfumature sempre più tecnologiche"[1]

Successivamente nel 1964 viene organizzato il convegno internazionale "Arte e tecnologia", che pone l'attenzione appunto sulle nuove tecnologie. In questi convegni "si discute di interdisciplinarità e di interartisticità, cioè di quelle pratiche in atto nelle arti, caratterizzate da operazioni multicodice o mixed-media, operazioni che si potevano classificare come "poesia totale", attuata, cioè, con la più vasta sinestesia, includendo negli spettacoli suoni e rumori, gesti e azioni, i materiali più disparati, giornali e riviste e perfino profumo e vivande".[2]

Il Guppo 70 raggruppa musicisti, poeti ed artisti d’avanguardia nel nome di una nuova forma espressiva che prende il nome di poesia visiva: ne sono i fondatori Eugenio Miccini, che ha alle spalle studi filosofici e teologici (sua l'invenzione del termine "poesia visiva"), Lamberto Pignotti, semiologo e teorico della pubblicità, Lucia Marcucci e Luciano Ori. In seguito si sono aggiunti Giuseppe Chiari, Sergio Salvi, Ketty La Rocca, i pittori Antonio Bueno e Silvio Loffredo, mentre nel campo più specificatamente letterario i nomi principali sono quelli di Luciano Anceschi, Eugenio Battisti, Mauro Bortolotto, Gillo Dorfles, Umberto Eco, Gianni Scalia e Roman Vlad.

Sito web:

Poetica:

Lo spirito del gruppo è marcatamente interdisciplinare, visto le competenze specifiche dei singoli componenti, ed è volto a potenziare il linguaggio artistico attraverso il "sinergismo di diversi codici espressivi per raggiungere la stessa immediatezza ed efficacia comunicativa della lingua parlata e della moderna pubblicità"[3]. Si propone quindi di analizzare "...l'esperienza estetica in rapporto ad un universo comunicativo profondamente mutato rispetto al passato."[4]

Questa scelta di operare porta alla nascita della poesia visiva, un metodo espressivo che permette di fare da tramite fra la cultura e la comunicazione di massa. Ecco che si iniziano a mescolare parole e immagini oppure scrittura e pittura in forma di collage creando "così nuovi significati simbolici, codificando un nuovo sistema complesso ed eterogeneo, sia logico-verbale che iconico, derivato dall'intreccio di vari sub-sistemi e veicolato da "un condotto comunicativo ipostatico rispetto ai valori ideolessicali degli ingredienti, e deviante rispetto alle suture della loro coesione"(Luigi Ballerini)."

[3]
  1. http://www.edizionicalliope.it/public/pignotti2.pdf
  2. http://www.itart.it/eugenio-miccini/
  3. 3,0 3,1 http://www.artonweb.it/artemoderna/artedopo60/articolo41.htm
  4. Pignotti L., Stefanelli S., La scrittura verbo-visiva, Espresso Strumenti, 1980